23 aprile 2006

Il fumo mi chiude le narici. Basta. Devo uscire di qui. I pensieri si fanno sottili e piccoli, per poter sbucare oltre la coltre di dubbi. Nebbia. Pensieri.
E' tutto qui. Il mio problema, intendo. La coltre impenetrabile di domande. Cosa, cosa sono? Ma soprattutto.. cosa provo? Salvati, piccola Carla. Corri e fuggi lontano.
Fuggire, ma dove? Stanca di dover sempre fuggire.
Mi fermo qui e lascio che le domande mi posseggano. Mi lascio piegare da loro nella mia quieta infelicità.
Il sole fuori però mi ricorda quanto i suoi raggi siano sempre pronti a scaldare un cuore ancora ferito. Mi ricorda che la felicità si costruisce a piccole dosi. E che quando arriva non bisogna mai sbarrargli la porta, anche se sappiamo bene quanto poco durerà.
Ora sorrido, le mie ferite si riemarginano piano. Le cicatrici per non dimenticare.
Il sole per scaldarmi ancora.

10 commenti:

Decimo Cirenaica ha detto...

bella fluidità di linguaggio...
bella prospettiva...
bella immagine...

cerca ancora, scava, sperimenta

fermati

DC

Anonimo ha detto...

Corri e fuggi lontano.

Si può: restando.
un caro, caro saluto

Anonimo ha detto...

Carla... hai dotti ammiratori nel tuo blog.....

Carla ha detto...

Ammiratori..
semmai lettori :-)

Anonimo ha detto...

ciao birbona, ho dato uno sguardo notturno al tuo magnifico blog; continua così, scrivi cose semplici ma bellissime che non finirei mai di leggere!
Un bacione, domani faccio una scappata all'eruoflorona, speriamo ci sia bella roba da vedere e, perchè no, da comprare!

Smack, birbone.

Carla ha detto...

Ciao lettore Giàgià. Ho letto il testo con attenzione. Tra poco sentirò la canzone..

Grazie

Carla

Carla ha detto...

Ciao Birbone! Io all'euroflora ci sarò forse domenica..

Carla ha detto...

Già, bella, bellissima canzone..

Anonimo ha detto...

Quante domande ci siamo posti, a quante abbiamo risposto almeno anche in modo approssimativo o parziale? Se mai troveremo risposta, raggiungeremo la pace, quella che tanto si brama, quell'illusione o miraggio che sia che tanto ci attira? Non credo... Qualcuno ha detto che la vita è un pendolo tra noia e dolore, per alcuni è così, per altri no... La felicità ci viene concessa a piccoli sprazzi, piccoli attimi che subito dopo, purtroppo, vengono sostituiti dalla noia, nuova noia, nuove domande che ci poniamo e nuove ricerche... Scappare? E dove? Meglio aspettare, tra una noia e l'altra un po' di felicità ci spetta... Visivamente potrebbe rendersi con un'immagine di una lunga, infinita successione di gallerie dove, tra una e l'altra, possiamo godere di paesaggi e cielo azzurro, ma non possiamo mettere la freccia e accostarci tirando il freno a mano e fermandoci per restare tra una galleria e l'altra, non perchè qualcuno ce lo impedisce, ma perchè siamo noi, il nostro così misterioso e infinito animo che dice "magari la prossima è l'ultima" o "magari dopo la prossima potrò godere di un paesaggio più bello e di un cielo più azzurro" o semplicemente perchè al paesaggio a cui siamo giunti e da dove vediamo dei bellissimi pini col loro bel tappeto giallo caldo che lasciano a terra subito dopo vogliamo vedere delle belle chiome rosse di aceri o l'imponenza dei lecci... Allora si riparte e si ritorna a "pendolare"... C'è chi ha detto:

"Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.

Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case."

Carla ha detto...

Bellissima, Cliff caro. Ora sono tra una galleria e l'altra, ma già il buio del prossimo tunnel. E' così: è la vita. Una successione di gallerie intervallate da sprazzi più o meno lunghi di cielo.

Un abbraccio.