14 giugno 2006

Solo un pazzo

Oh là. Viva la sincerità. Se ad oggi vi dicessi che sono una turbognocca incredibile parrei poco plausibile. I miei difettucci ce li ho, e tutti. La voglia di renderli pubblici è per me incontenibile.
Ad esempio il mio babbo mi ha regalato un naso enorme. Il culmine della tristezza è stato quando, a circa 10 anni, sono entrata in un bar con mio padre. Sì, il mio babbo mi diceva, circa una volta al mese: "Vieni, ti porto fuori". Per "fuori" intendeva il bar, dove era pieno di gente che fumava e lui che si vantava un sacco delle sue bellissime figlie. Io, che avevo i capelli lunghi fino al sedere, dovevo sorbirmi la menata dei suoi amici semicalvi che mi dicevano sempre "ma che belli questi capelli: me li regali?". Ma quel giorno qualcosa andò storto. Qualcuno disse che io e lui eravamo "due gocce d'acqua". Fu un colpo basso alla mia autostima, perché mia mamma godeva da giovane della nomea di "gnocca del paese" e mio padre.. bhe era mio padre.
Poi sono pelosa, quanto mio padre almeno. Una volta a settimana sbraito con cerette e sistemi più o meno dolorosi per estirpare il pelo per più tempo possibile. Ma dopo una settimana tornano su belli fieri. Un incubo.
Ho le tette piccole. Che per me non è nemmeno un dramma, sono piccine, perfette, stanno proprio in una coppa di champagne. Per il mondo pare invece una necessità quasi vitale avere almeno una terza. Io a una terza non ci arrivo nemmeno se le silicono. A tutto questo potrei aggiungere anche i miei piedocci grassocci. Un vero dilemma della fisica moderna. Porto il 37 di piede in lunghezza, e un 42 in larghezza. Ho i piedoni da papera. Finchè non li poggio a terra sono bellini, ma quando sono spiaccicati a terra, la ciccia del piede si spalma ai lati facendoli ingrossare quasi del doppio.
E i difettucci caratteriali. Sono un concentrato di paranoie senza scampo.
L'equazione è: Carla=normali paranoie ^1000. Ho paura a guidare, ho manie di persecuzione e di grandezza, sensi di colpa che mi accompagnano, ansia nelle comuni e normali attività quotidiane, timidezza paralizzante, terrore di non piacere alle persone.
Quest'ultima paranoia viene a galla la prima sera che esco con persone nuove. Improvvisamente emergo dal gruppo e divento brillante, simpatica, intelligentissima. Al terzo o quarto incontro ho esaurito tutte le possibili cartucce e torno a sedermi, zitta, in un angolino. Oppure dimostro subito la timidezza, che mi costringe in un angolo tutta la sera ad annuire e a sbatacchiare i miei occhioni alla ricerca di qualcosa di interessante da osservare.
Sono disordinata. La mia ex camera da letto è composta da: un computer sempre acceso, un altro computer fisso smantellato, un altro computer completamente smontato dentro a una busta di plastica, un camaleontario che dovrebbe diventare un terrario, grilli morti sparsi un po' ovunque, scatolame di insetti vivi (grilli e blatte rosse), lampadine non funzionanti sparse per terra, scatole di cartone vuote, cartoni delle confezioni delle uova, una pinza, un sacco pieno di torba, una busta di tela piena di confezioni vuote di cd. Per arrivare alla finestra bisogna compiere il gesto atletico di saltare la scatola dei grilli (che oggi con assoluto genio ho riposto fuori dal balcone e li sento lì a cantare felicemente e accoppiarsi selvaggiamente, beati loro) strisciare contro il bordo lungo del camaleontario, evitare lo spigolo del computer smontato per far sì che non entri nelle costole et voilà. Il gioco è fatto.
La mia attuale camera, ovvero l'ex camera di mia sorella, prevede numerose scarpe per terra. Almeno due da ginnastica, un paio di infradito, tre paia di scarpe col tacco di cui uno stivale invernale, un divano con su una montagna di roba sporca&pulita, pattini appoggiati elegantemente per terra, il violino con la sua custodia appoggiato all'amplificatore che è appoggiato al muro, scaldacera con vari roll di cera mezzi vuoti. Ma vogliamo parlare del letto? Parliamo del letto. Spesso prima di addormentarmi leggo. Il problema è quando finisco i libri. Ho una specie di allergia a portarli di sotto, perché parliamoci davvero chiaro. Ho un letto a soppalco e non mi va di fare su e giù per andare in bagno, figuratevi per spostare un libro. Quindi li finisco e li ammucchio lì, uno sull'altro. C'è anche una bottiglia vuota di Becks a farmi compagnia, un vecchio diario delle superiori e un ragno di peluche. Oltre a una miriade di ragni veri.
Insomma, solo un pazzo potrebbe.Punto.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

un ragno???? orroreeee, carla! buttalo subito!

Piggio ha detto...

bè è bella la tua piccola panoamica.
sei davvero interessante e forse un bel po autocritica?

Carla ha detto...

Bha Piggio, sono così. Prendere o lasciare. Autocritica molto, come tutti, e come lo sono verso gli altri. Quindi da me puoi aspettarti cose molto sincere del tipo "mi stai sul cazzo" oppure "ti adoro". Nel mezzo purtroppo vedo ben poco. Qualcosa c'è, comunque.

Zion ha detto...

Piccola Carla,
sei un essere meravigliosamente complicato.
Già solo questo ti rende eternamente affascinante, per non parlare di tutto il resto.

Zion

Carla ha detto...

Sayuri, siamo nella stessa gondola, quindi.

Zion, dai che divento rossa!!

Anonimo ha detto...

Quoto Zion, ma con un tono meno personale.
Scrivici un libro, secondo me vende.

Carla ha detto...

Recentemente una blogger abbastanza famosa ha scritto un libro. L'ho divorato in poche ore e l'ho trovato davvero scorrevole. Alla stregua di una Littizzetto del Sud (è foggiana).
Io so scrivere per 10 righe e basta.

E molto spesso anche quelle 10 righe escono a fatica. Però grazie di alimentare questo sogno. Chissà che un giorno...