10 luglio 2006

Siamo Noi, siamo Noi..


Campioni del mondo, Firenze in delirio. Gente che si accoppia, spumante che spruzza, gay che slinguano, Cosimo che abbraccia un uomo di colore, Stephen che si fa fotografare, Roccio che mi bacia cercando di non farsi investire da una serie di infuocatissimi napoletani. Tutto il mondo tifa Italia, persino i francesi in visita a Firenze.
A me
di calcio
m'importa
una sega.
Però mi piace festeggiare con le persone a cui voglio bene. Mi piace festeggiare qualsiasi cosa. Ogni giorno val la pena di essere festeggiato ma non sempre si ha la scusa del mondiale vinto per correre per le strade sotto secchiate d'acqua lanciate dai balconi.
Non potevo mancare ieri sera. Sarei dovuta ripartire ieri pomeriggio e vedermi qui la finale, ma come potevo? Così, grazie anche a Stephen che mi ha ospitata l'ultima notte, sono rimasta.
Andiamo verso il piazzale xxx dove hanno montato un megaschermo a forma di PSP. Non si vede una sega. Ma non importa.
Una serie di ragazzi omosessuali o bisex, non possiamo capirlo, si piazzano davanti a noi a petto nudo mentre si abbracciano e si dicono cose molto intime solo con gli occhi. Noi siamo circondati da stranieri. Italiani all'appello? Pochissimi.
Io mi piazzo sulle punte dei piedi, reggendomi un po' su Stephen e un po' su Cosimo per non cadere mentre Roccio mi abbraccia dietro e continua a gridare "BVAIAN" reduce dal concerto dei Placebo, dal quale secondo me non si è più ripreso. La love story tra i gay riprende al meglio dal secondo tempo in poi quando cominciano a baciarsi e a dichiararsi. Margherita ci tiene aggiornati sul lieto evento mentre Cosimo cerca di non guardarli e Roccio comincia ad impallidire. Stephen no, altrimenti diventa trasparente (l'unica persona che gareggia con me in quanto a pallore) ma dice che ho una faccia da "fotografare". Evidentemente anche io li sto fissando con aria perplessa.
Altro che TorinoPride. Più che altro mi verrebbe da chiedergli, dato che non stanno guardando la partita, se possono spostarsi. Così mi eliminano almeno due capocce che devo evitare dondolando sulle punte dei piedi come una ballerina un po' "impedita".
Tra parentesi: sui mezzi pubblici di Firenze una targhettina ricorda di lasciare il posto a sedere alle donne incinta, agli invalidi e agli impediti. Altra ragione per cui Firenze è la mia città: avrei il posto a sedere in qualunque mezzo pubblico.

La vittoria dell'Italia è stata una conseguenza logica di giornate talmente belle da non poter essere rovinate da una perdita qualsiasi. Era così che doveva andare. Sulle strade del centro si riversano persone, macchine, motorini e moto. I clacson si fanno via via più deboli fino quasi a morire. Cosimo suona la toccata e fuga di Bach sui campanelli cantando a sguarciagola "siamo noi, siamo noi, i campioni del mondiale siamo noi". Il capo claque è Roccio che gli da' solo l'incipit "siamo noi" e Cosimo continua poi da solo. Suonando i campanelli e battendo contro le saracinesche dei negozi. Il mondo si ferma, l'Italia si ferma, Firenze si ferma, sotto un'unico coro di persone che non si conoscono ma sono lì per festeggiare tutti assieme. E davvero poco importa cosa.

Oggi sono ripartita. Dio quante cose non ho scritto nè raccontato. Le stelle viste a Fiesole, il centro commerciale con la clientela più brutta del mondo, dove io e Roccio ci siamo sentiti stupendi e comunque non è un complimento, il kebab greco che ho davvero apprezzato, io e Francesca che cerchiamo di fare pipì in un bar ma veniamo bloccate all'ingresso da una specie di buttafuori che alla fine però ci fa andare, il gelato buono della gelateria De' Medici, la mostra di abiti Vintage, inguardabili e inacquistabili.
Il modo in cui ha la capacità di trasformare ogni istante in una cosa tanto bella e irripetibile.

Oggi, per l'appunto, sono ripartita. I treni non mi volevano ancora, non c'era posto e sono stata costretta a prendere un treno alle 11.27. Roccio ha perso metà mattinata di lavoro, però abbiamo avuto altri due secondi per stare insieme, mangiarci qualche schifezza, guardarci negli occhi ancora un po' e salutarci con un "a dopo". Il mio treno ovviamente ha ritardato di altri 60 minuti, ma non importa nemmeno quello. È che non riesco a strapparmi dalla faccia questa espressione ebete e felice, ma soprattutto non voglio proprio farlo.

Canzone del viaggio di andata: One U2
Canzone di Firenze: Walk Like An Egyptian Bangles
Canzone del viaggio di ritorno: Wish You Were Here Pink Floyd

6 commenti:

Anonimo ha detto...

VIVA LA FRANCIA!!!

Zion ha detto...

uahahahahhaha sto morendo...lasciare il posto agli impediti...uahahahah!!!!!!!

Carla ha detto...

Zion: ho messo anche la foto! ahaha

Piggio ha detto...

w la francia perdente!
bacini
che giornate magnifiche
..
è spuntato anche il sole

rutger ha detto...

direi una meglio dell'altra le canzoni della tua colonna sonora...;)

Carla ha detto...

Eheh, grazie.
Anche se era un po' ironica ;)