30 settembre 2006

Parto

Parto e vado. Lontaaaaano. Come diceva una vecchia canzone.

Se riesco a superare efficacemente la fase R.E.M. Le mie assurde compagne di corso all'892424 sono già in farfuglio per una birretta giovedì o venerdì sera. Bene.

Ci si rilegge lunedì.

29 settembre 2006

Nono e ultimo giorno di corso

Le chiamate in sala.

Siamo ufficialmente pronti. Lunedì saremo soli a fare da segretarie/segretari a tutta italia. A romperci un po' i maroni ma spero anche a divertirci. Io voglio solo andare a Firenze. Domani sera concerto dei Tankard, gruppo trash metal. Se sono ancora viva dopo quell'avvenimento fatto di pogo e rottura di timpani faccio uno squillo. A chi non so. Al primo numero che ho sulla rubrica del cellulare. Vediamo qual è il primo numero sull'elenco. Ada. Chissà chi cazzo è (nota post concerto: mi è bastato mezzo secondo di ricollegamento neurale per sapere chi è Ada, è che non ricordavo di avere il suo numero).

A pranzo cucina indiana. Questa sera mangiamo una cosa chiamata in dialetto diavulilli (peperoncini rossi non piccanti). Se il mio stomaco sopravvive faccio uno squillo al secondo numero che ho in rubrica. Chi ho in rubrica dopo Ada? Agarulez.

Ora vi saluto che mi sta partendo il neurone per tutte le cose che devo ancora fare. Tipo masterizzare mille cose. Tipo chiamare l'albergo per fissare. Tipo.

Credo che rivaluterò il pensiero di fare la camionista. Se fossi camionista sarei un mito. E non avrei bisogno dell'892424 (che traparentesi, quanta pubblicità gli ho fatto? Dovrei chiedere un compenso extra).
Ieri sera mi è capitata una cosa assurda. O meglio no, conoscendomi. Ieri pomeriggio sono andata in stazione a fare il biglietto per sabato mattina, discutendo un po' con Roccio via sms perché il biglietto di ritorno lo vuole sempre fare lui e io non ho mai voluto che lo facesse. Ieri (e per fortuna) cedo. Così quando ieri sera, in diretta telefonica, lui va alla stazione a fare il biglietto alla biglietteria automatica e mi chiede la data del biglietto di ritorno mi viene un dubbio molto forte.
Ma io il biglietto l'ho fatto per sabato o per domani (ovvero oggi)?

Vado a controllare sul biglietto e da bravissima fava quale sono sì, era per oggi il biglietto. Piccolo problema, con l'Eurostar se non chiedi il bonus o il rimborso prima della partenza del treno ti si inculano il prezzo del biglietto. O magari ti fanno salire sul treno però ti fanno pagare 8 euro e non hai nemmeno la garanzia del posto. Il treno sarebbe partito stamane alle 5.55 e comunque le biglietterie a quell'ora sono chiuse.
Parto col giro di chiamate, ma alla stazione di Porta Nuova già non risponde nessuno. Così chiamo il numero trenitalia che non è più un numero verde ma un 89qualcosa, che quindi costa.
La cosa positiva è che mi hanno cambiato la prenotazione al telefono, io non mi sono mossa da casa. Ma la cosa ancora più positiva è che la stessa cosa si può fare anche online. Non lo sapevo.
Se esiste qualcuno che come me sbaglia la data del biglietto può sempre cambiare la prenotazione online. Deo gratias.

28 settembre 2006

Ottavo giorno di corso

Le mie prime chiamate.

Oggi penultimo giorno di corso. E' il fatidico giorno "X" in cui tutti, a turno, riceveremo alcune chiamate in doppia cuffia con la nostra formatrice. Lei ci aiuterà ovviamente.

Tutte eravamo molto agitate (l'unico maschietto rimasto del corso oggi era assente) ma chi con coraggio prima, e chi un po' pavido dopo, tutte ci siamo fatte avanti. Nuovo login, abbiamo cambiato la password impostata di default, cuffietta all'orecchio e via. La mia prima chiamata.
"...tuuuuu...tiiiiiii.." (suoni di tasti del telefono che vengono pigiati). riattacco.

Seconda chiamata:
"blablablablabla Vecchio Baule blablablablablabla Primo maggio blablablablabla" (il blabla è stato messo in funzione delle cose che non riuscivo a capire). Andato a buon fine, risultato trovato.

Terza chiamata:
"senta Carla blablablabla provincia di brescia - la formatrice mi suggerisce erroneamente di inserire BR nel campo località - blablablabla - e qui vuoto mentale non ricordo cosa mi abbia chiesto -"

Quarta chiamata, voce di un bambino:
"cerco un ristorante"
"in che località?"
"a catania... scusa devo andare"

Vi assicuro che non si capisce una sega nulla. Dall'altra parte loro pagano un sacco e hanno fretta di dirti tutto in un microsecondo, dall'altra tu devi riempire i campi e nel compilarli spesso sbagli perché sei agitato, perché senti che l'altra persona ha fretta, perché te hai fretta di finire e darti un attimo di respiro. Io ho ricevuto i complimento per quanto digito veloce e le bacchettate perché parlo anche veloce. Difficile capirmi quando dico lo script iniziale "Benvenuto in 892424, buongiorno sono Carla, come posso aiutarla?"

Uff, è difficile ricordarsi ogni cosa. Noi che credevamo che 9 giorni fossero eccessivi per imparare ci siamo tutti ricreduti.

Cose positive di oggi:
  • ci si avvicina a sabato
  • mi hanno detto che ho dei begli occhi
  • una ragazza ha esclamato "ma come fai a mangiare così ed essere così magra?"
  • festeggio il superamento dei 10000 accessi
Cose molto negative: un caro amico ha avuto un incidente in moto. Mi ha scritto una mail e spero stia bene. No, non posso contattarlo telefonicamente perché, strano a dirsi, non ho il suo numero. Spero stia bene.

Adesso vado a ri-mangiare (dopo il mio bel panino delle 13 spianata piccante e scamorza affumicata).

27 settembre 2006

Settimo giorno di corso

E il settimo giorno si riposò.

Oggi giornata incredibile. Avremmo dovuto prendere delle chiamate reali ma nessuno se la sentiva e quindi lo faremo domani.
Poi esercizi. Dato che per fare gli esercizi sono in coppia con una ragazza bastardella (ma anch'io sono bastardella con lei) mi capitano sempre domande ovviamente bastarde. Oggi faceva la parte di una vecchina che doveva rismaltare la vasca. Oh, non mi è riuscito aiutarla. Alla fine ho chiesto aiuto alla formatrice e lei mi ha fornito un percorso di ricerca a cui io non sarei mai arrivata.
Nel pomeriggio ci ha spiegato la procedura per la vendita biglietti TicketOne con cui abbiamo delle convenzioni. Un casino.

Per il bene mondiale spero che nessuno chiami me per questa procedura, lunga, complicata e di grande responsabilità.

Verso le ore 12, la formatrice non era in aula per chissà quale ragione, mi arriva una chiamata da un numero di Milano. Pare che mi abbiano chiamata per partecipare al casting di una pubblicità (uno dei mille miliardi di curriculum mandati via). Adesso devo solo ricontrollare per cos'era. Poi decidere se andare.
Insomma, io non ho idea di cosa si porti a un casting. Un book fotografico (che non ho)? Vestiti decenti (che non ho)? Una bella presenza (ahahah)? Tralaltro mi hanno chiamata senza avere mie foto e questa la dice lunga.
Però sono maledettamente curiosa.
Sarà pieno di gnocche incredibili con cosce lunghe tre metri.

Ma magari è solo la pubblicità di un deodorante e basta avere le ascelle fotogeniche, chissà. Per non contare il fatto che il colloquio è sabato mattina a Cologno Monzese.

Controllo un attimo di cosa si tratta tra le email inviate.
Nulla, non trovo niente. Speriamo che non sia uno spot sui preservativi (è il massimo che ci possiamo concedere noi italiani bigotti).
Che sonno. Ieri alla fine ho fatto anche un colloquio per un altro call center. Anzi, lo stesso, nel senso che me l'ha proposto un'agenzia interinale e quando mi ha detto che era per il gruppo seat ho risposto che sì, lo conoscevo e che avevo appena firmato un contratto per loro. Però ho rifiutato.
Ero andata solo per sentire se avevano qualche altro part-time per me, perché di stare 8 ore al telefono per lavoro (l'ho fatto una volta sola e vi assicuro che è devastante) non se ne parla minimamente. Oggi accetteremo alcune chiamate in sala, con cuffietta, e io mi sto già facendo la popo' addosso. Sono stata messa sulla campagna "low", ovvero risponderò agli utenti che chiamano la prima volta. Cambiano lievemente le cose da dire (i ragazzi del marketing ci passano giornate a discutere su queste importanti questioni: prima diciamo il marchio dell'azienda o prima diciamo buongiorno?) ma alla fine il risultato è lo stesso. Pare che abbiamo messo nella campagna "low" le persone più preparate tecnicamente e più veloci ma meno brave sul piano comunicativo, e nella campagna "heavy" le persone molto brave a livello comunicativo ma un po' meno veloci. Non mi sorprende, visto che per dire una cosa ci metto un infinità di tempo, ma anche a scriverla non sono da meno. Per chiedere un favore a Stephen gli ho scritto una mail chilometrica (e mi sono limitata sui grazie).

Grazie.

Canzone del giorno: Section 09 (Reach for the Sun) The Polyphonic Spree

26 settembre 2006

Sesto giorno di corso

Domani chiamiamo la concorrenza.

Un giochino sadico: domani chiamiamo la concorrenza per vedere quanto siamo fighi rispetto a loro. E lo siamo davvero.
Oggi ho firmato il contratto, che a mio parere è una figata allucinante. E' vero, è un merdoso lavoro di call center. Ma come paga non ci sono altri contratti come questo. Dove lavoravo qualche anno fa era delirante come cosa..

Ora vado a fare pappa se non voglio sparire nel nulla.

Vi piaceresse, eh?

25 settembre 2006

Ollè adesso che so che domani ho il proseguo del corso e firmerò il contratto, che oggi ho ricevuto un'altra chiamata per un (altro) lavoro in un call center part-time e che domani andrò a colloquiare (è inutile, ho un destino da centralinista) non ho nient'altro da fare che arrovellarmi per trovare un qualcosa che mi offra una paga decente. Alla fine che m'importa? Voglio solo mettere da parte due soldi per andare a Firenze.

Due secondi di silenzio per riflettere sul fatto che la Hunziker non "fa ciupa" da un anno, come dice la Littizzetto. E che se non riesce lei a fare ciupa ciupa figurati le altre single, tutte senza speranza.
Io sono salva.

Che giornata!

Ieri sera torno a Torino e diluvia, com'è di consueto in questa parte di mondo in autunno.
Stamattina devo fare un monte di documenti per la seat. Entrare lì è come entrare nell'esercito, vogliono sapere persino quanto caghi durante il giorno. Così, senza alcuna voglia, mi metto in macchina per andare al Tribunale a fare il certificato penale.
Mi serve però una marca da bollo da 6,20 euro che al tabaccaio vicino casa non hanno. Decido di andare al tribunale e poi controllare lì. Mentre andavo a far benzina sbatacchio il mio paraurti contro il paraurti di un furgone. Io giravo a sinistra in una strada a doppio senso di marcia, lui che veniva dalla parte opposta voleva farmi passare ma io non avevo spazio di manovra. Così, sicura come uno scarabeo stercoraro, mi scaravento contro di lui, confermando così la mia fama di pessima guidatrice. Lui mi fa cenno di fare retromarcia ma alla fine riesco a passare (rischiando di schiantarmi in retromarcia, ovvio) e a fare benzina. In piazza Statuto c'è il mondo, tutto bloccato lì e io sbaglio strada, costringendomi a fare il giro del mondo per riprendere quella corretta, ovviamente ripassando in piazza Statuto e litigare con lo stesso mondo che avevo lasciato lì. Trovo finalmente la strada ma non ci sono parcheggi quindi decido di mettere la macchina al parcheggio sotterraneo. Peccato che sbaglio parcheggio, stavo entrando in quello dei dipendenti, e sono costretta a fare retromarcia (in una rampa in discesa) per prendere la rampa giusta. Parcheggio e cerco un tabaccaio e lo trovo a due isolati di distanza ma nemmeno lì hanno le marche da bollo. Allora entro nel palazzo di giustizia, al gabbiotto delle informazioni mi dicono che c'è un tabaccaio anche dentro, compro la marca da bollo, e vado a fare sto coso. Ovviamente la macchinetta che da' i numeri si rompe. Incredibile.
Alla fine faccio tutto e torno a casa con in mente un letto tondo e una vita lontano da qui. E mentre scrivo queste cose mi sono appena accorta di essermi macchiata di sugo la maglietta.

Tra parentesi ho scoperto che davvero tante tante tante persone a Firenze mi leggono. E' preoccupante questa cosa.
Riassumendo il weekend. Ho conosciuto Bambù (detto anche Bambuco, Bambuio, Bambuzzo), ho mangiato a una cena dove conoscevo l'1% delle persone, ho portato il bicerin che il Cinfa e Alanise hanno talmente apprezzato da voler quasi portar via, ho comprato una tinta lilla che mi farò presto, delle gommine a forma di pinguino e una borsa a forma di bassotto che regalerò a mia mamma per il compleanno, sogno un futuro che non mi fa paura.

Io non so cosa farò domani, mi è quasi impossibile programmare qualcosa. Ma sognare, bhe, quello possono farlo tutti. E posso farlo anch'io.

Piesse: avrò fatto mille errori ma non ho assolutamente voglia di rileggere, quindi accattatevill.

Canzone del giorno: American Girl Tom Petty

Un caffè con Stallman

E' questo lo strumento?..

22 settembre 2006

Quinto giorno di corso

L'incubo dei turni.

Oggi altre esercitazioni, più la sorpresa di fare esercitazioni in cuffia. Direi proprio simulazioni di chiamata. Una ragazza che ci farà la seconda parte del corso (che comincia martedì per chi lunedì verrà contattato e sarà assunto) chiamava da un'altra sala e chiedeva a ciascuno di noi alcune cose. Porcasossa è abbastanza complicato ricordarsi di dire tutto. Ed è complicato anche ricordarsi le cose che non si devono dire.
Infine ci hanno parlato del contratto. Grafici editoriali, livello C2.
Quello che mi scazza enormemente è che mi avevano avvertita al colloquio che c'erano dei problemi ad avere sia il sabato e la domenica ma io avevo espressamente detto che erano una priorità assoluta. Ho dato per scontato che fossimo tutti d'accordo in merito, in quanto ero stata chiamata per il corso. Se così non fosse stato, non mi avrebbero chiamata. Invece apriti cielo. Deve succedere un miracolo perché io abbia sabato e domenica liberi. Ma anche un miracolo perché ci siano due giorni liberi consecutivi. Insomma, una vera fregatura. Loro sono molto rigidi e chiedono solo elasticità. Quindi sono un po' giù. Ho trovato un lavoro, forse, e ho perso un giorno intero con Roccio. Non immaginate quanto mi possa scazzare questa cosa. Quanto mi scazzi che in ogni caso, se rifiutano la mia proposta di turni, ho perso una settimana di lavoro a Experimenta. Tralaltro lunedì dobbiamo fare una serie di documenti che martedì gli vanno portati tutti, pena la non assunzione. Stanotte poi non ho dormito molto, mi sono svegliata con la luna storta, ero già scazzata di mio. E non ho neppure le mie cose. E non mi devono nemmeno arrivare.

Canzone del giorno: I'm With You Avril Lavigne

21 settembre 2006

Flashback.
Quando ero piccina facevo la raccolta de "Il corpo umano", collana che mi offrì già da piccina una forma di ipocondria, e che regalava pezzo pezzo un modellino di uomo plasticoso in scala ridottissima che te aprivi e dentro aveva scheletro, organi principali, ecc.
Dato che all'esterno si vedeva solo la muscolatura e non era provvisto di vestiti, mia mamma gli fece un bel paio di boxer bianchi di raso. Chic.

Quarto giorno di corso

Speriamo che ci assumano.

Oggi altre prove e altri piccoli particolari sui programmi. La mia gemella solo un po' più piccola vuole fare anche lei la collaudatrice di materassi. A volte la somiglianza mi spaventa...

Uscita di corsa da lì sono andata a prendere una bottiglia d'acqua naturale in un bar e un caffè: la bottiglia d'acqua perché avevo pranzato con il kebab pieno di salse, compresa quella piccante, e non mi ero ancora abbeverata quindi avevo una sete micidiale, il caffè perché già ieri mi ero addormentata sul pullman e oggi sarebbe stato peggio. Corro verso la metropolitana con la musica ad altissimo volume nelle orecchie e prendo la metro. Peccato che quasi al capolinea mi accorgo di averla presa nel senso sbagliato. Non sentivo la vocina che annunciava le fermate e me ne sono accorta solo perché ho sbirciato fuori dalla metro e ho visto il nome di una fermata che non mi convinceva. Porcasossa. Sono uscita di corsa e ho ripreso la metro nell'altro senso.
Alla fine il ritardo non è stato moltissimo. Ho avuto ancora il tempo di andare all'agenzia viaggi per fare il biglietto per Firenze (usando un bonus di 7,11 euro che trenitalia mi ha inviato per un ritardo di 61 minuti di luglio) e per prendere il Bicerin che porterò giù questo weekend.
Sono contenta di tutto oggi. E' una giornata molto positiva. Mia sorella ha fatto l'ecografia al seno e non ha nulla, e il mio dolce Poldo non ha la leishmaniosi.
Oggi pensavo e strapensavo a quanto io sia stata fortunata ad aver incontrato Roccio. Di solito la mia diffidenza naturale per il genere umano non mi porta ad aprirmi così verso un altro essere umano (vivo, se poi è morto posso dirgli qualsiasi cosa). Ho sempre creduto che la mia asocialità fosse un fatto caratteriale, perché sono troppo timida e ho paura delle persone. Sì le persone mi fanno estremamente paura perché a volte nascondono cattiveria e io non riesco mai a riconoscere i bianchi dai neri. La verità è che non ci sono bianchi o neri, ma siamo tutti meravigliosamente colorati. Chi ha colori più cupi e chi più vivaci, ma alla fine non penso di aver mai conosciuto bianchi o neri. E, guardandomi indietro, forse capisco meglio alcuni atteggiamenti che avevo recepito come torti nei miei confronti. E' tanto semplice: chi è molto geloso è solo insicuro e ha bisogno di essere rassicurato, chi non vuole scendere a compromessi con nessuno non ha mai avuto l'opportunità di condividere nulla e va un po' spronato, chi sta troppo sulla difensiva ha solo sofferto molto e non vuole che accada più. Il mio caro Snoopy una volta mi disse che questa cosa della libertà e dei propri spazi è tutta una grande balla. E' ovvio che stare con qualcuno significa rinunciare a qualcosa. Ma questa rinuncia non va vista in negativo. E' come se si investisse su qualcosa. Punti le tue energie in vista di qualcosa in cui credi, perché vedi qualcosa di bello un po' più in là e in verità ti rendi conto che non stai rinunciando. Stai solo mettendo in comune. Ora capisco davvero.

Canzone del giorno: Thank You Dido

20 settembre 2006

Terzo giorno di corso

La chiamata simulata.

"892424 buongiorno, sono Carla, come posso aiutarla, oggi?"

Questa la formula di apertura. Se qualcuno chiama per chiedervi qualcosa di impossibile, noi si deve comunque dargli una risposta.
"Ho urgenza di inviare una mail" che significa? Che non funziona il computer o che il computer non ce l'ha e le occorre un internet point?
"Sto cercando un albergo in centro città immerso nel verde": ma in centro città oppure immerso nel verde?
Il fatto che non si chiamino operatori ma assistenti personali fa di loro un facile bersaglio per qualsiasi richiesta assurda. Cito dalla raccolta delle telefonate più buffe ricevute dagli assistenti personali:
-CLIENTE: Cosa vuol dire "zeugma"? Hanno appena aperto un locale qui che si chiama così­ e si sta discutendo sul significato...
-CLIENTE: Vorrei noleggiare un costume da Pikachu per adulti... sono alto 1,90...
-CLIENTE: Buonasera, sono rimasto in panne, avrei bisogno che qualcuno mi portasse della benzina: sarebbe così­ gentile da portarmela lei? Le dico anche dove mi trovo ovviamente....
-CLIENTE: Può darmi il numero di uno sgocciolatore? OPERATORE: Scusi, si può spiegare meglio? CLIENTE: Lei chi chiama quando il lavandino gocciola?
Eccetera.
Il problema è dare sempre una risposta. Sempre.

La ragazza con cui faccio coppia fissa al corso ha 21anni ed è proprio in gamba. Parla 3 lingue, usa Linux ed è anche molto carina. Scopro che è del mio stesso segno, che conosce una canzone che credevo di essere l'unica a conoscere (anche lei ne è rimasta stupita quando la canticchiavo stamattina), che adora i cani e ha letto lo stesso libro sull'intelligenza dei cani che ho letto io, il suo compleanno è 3 giorni prima del mio. Usa Ubuntu come me, ovvio.

E ora ciucciatevi la canzone del giorno: Dreaming of You The Coral

19 settembre 2006

Seduta sul water mi vengono pensieri profondi. Che mondo di merda.

Piesse: continuo a volere i capelli così. Ho scoperto che non li tingo a tal maniera solo perché non avrei pazienza di decolorarli ancora e tingerli. E poi ridecolorare la base dei capelli quando crescono, e ritingere. Eccetera.

Secondo giorno di corso

L'incubo degli indirizzi fittizi.

Oggi ritardo di 5 minuti (maledetto traffico) ed esercizi di coppia. Partiamo col presupposto che oggi abbiamo fatto un mucchio di cose, ricerche aperte e chiuse, quali sono gli oggetti commerciali che può comprare un cliente, come proporre a chi chiama queste aziende che hanno pagato. Come suggerirgli categorie affini (cercano un albergo? magari vorranno sapere anche l'indirizzo di un ristorante in zona).
E infine il mio incubo: gli indirizzi fittizi.
Ci sono delle attività che svolgono il loro operato per esempio su tutto il territorio nazionale ma hanno una sede fisica ben specifica, magari lontana mille miglia dal luogo in cui si trova il poveraccio che abbiamo al telefono (che, ricordiamolo, intanto paga 1,50 euro al minuto e noi non dovremmo intrattenerlo più di 1 minuto e mezzo). Lui ci chiede un albergo a Torino. Magari vicino a Superga (che ne so, si fa per dire) e a monitor mi appare una catena che si occupa di prenotazione alberghi che ha sede legale a Verona ma prenota su tutto il territorio nazionale. Magari è il mio secondo risultato nella lista e io devo dirgli tutto. Cioè che esiste quella possibilità ma che non ha sede a Torino. Però effettua servizio di prenotazione alberghi in quella città.
Uff. Se io chiamassi mi scoccerebbe un po' una cosa del genere.
Comunque un'altra giornata è passata: mi è arrivato il primo rimborso trenitalia per un vecchio ritardo di 61 minuti e sono contenta. Oggi sono truccata di verde speranza e ho deciso che ogni giorno cambierò colore.

18 settembre 2006

Primo giorno di corso

La mia tastiera con 43 tasti funzione.

Stamattina alle 9 comincia il primo giorno di corso all'892424. Una tastiera con 43 tasti funzione. Incredibile e bellissima.
Mi viene da ridere se penso che se verrò presa, risponderò al telefono con la solita frase "Buongiorno, sono Carla, in cosa posso esserle utile?".
Ho scoperto che il mondo di pronto paginegialle è un bel mondo, e anche se il servizio costa tanto è davvero un bel servizio. Ha pro e contro, ad esempio il programma che gestisce le ricerche non è proprio intuitivissimo, ma ci si adegua. Tralaltro la ragazza seduta accanto a me ha fatto lo stesso mio verso quando il proiettore è stato acceso illuminando la stanza con la schermata di login di windows. Così ho scoperto che anche lei usa Linux. Un piccolo genio ventunenne che parla tre lingue e studia al politecnico. Molto carina. E se qualcuno se lo stesse chiedendo, anche fidanzata.
Prontopagine gialle (e non sto sponsorizzando un servizio che non ha bisogno della mia pubblicità) vi trova qualsiasi posto con qualsiasi specifica. Volete un ristorante che faccia karaoke, vicino a casa vostra, dove si spenda dai 13 ai 20 euro a testa e con l'aria condizionata? Eccolo là.
Volete un albergo a tre stelle con vista mare che accetti anche piccoli animali domestici sul Gargano? Eccolo lì.
Ma anche: desiderate comprare biglietti per qualche concerto o prenotare un biglietto aereo? Ecco fatto.
Insomma, non è malaccio e non sono cose che su internet trovi facilmente (ve lo dice una che a fare le ricerche in rete oramai ci ha fatto il callo).
Naturalmente tanto per cominciare ci siamo tutti presentati tipo alcolisti anonimi, chi siamo, che facciamo, lavori precedenti. Farò che stampare queste cose e portarle a qualsiasi colloquio. Così eviterò l'imbarazzo di parlare in pubblico, visto che oggi ho detto oudbound invece di outbound.
Mi è venuto a metà mattinata un mal di testa spaventoso che il kebab farcito di cipolle e salsa piccante non ha aiutato nella guarigione.
Ci sono state date anche la cartellina e il quaderno 892424, che sul pullman ho cercato di nascondere in ogni dove per evitare che qualcuno mi dicesse qualcosa.
Tra le richieste più strane che sono state fatte agli operatori oggi è venuta fuori la chiamata di una signora che aveva inavvertitamente versato della colla sul tavolo e il suo gatto era rimasto appiccicato. Il bello è che in molte di queste chiamate non viene chiesto qualcosa. Ci si aspetta che sia l'operatore a risolvere il problema. Quindi ci sarà davvero da ridere. E io scriverò ogni cosa, se decideranno di prendermi..

Canzone del giorno: Mago pancione

17 settembre 2006

Lo so che potrebbe sembrare patetico ma è vero: mi manca. Da quando il treno ha chiuso le porte e lo ha inghiottito portandomelo via.
Ricomincia l'attesa.

CI

Quanto sia effettivamente più difficile vederlo andare via invece che andare via è difficile da spiegare.
Venerdì sera Roccio è arrivato a Torino, alla stazione di Porta Nuova. Io ero a cena da Gianlu e mi sono dileguata alle 22 per essere in stazione a un'ora quantomeno decente causa mia personale paranoia sui ritardi.
Prevedendo l'assoluta assenza di parcheggi mi sono rifugiata per la prima volta con la mia topomacchina nel parcheggione sotterraneo di piazza Carlo Felice, totalmente vuoto. Esco in un lampo, avendola rintanata proprio vicino all'uscita pedonale della piazza davanti a cui si trova Porta Nuova e corro in stazione.
Il treno ha un lieve ritardo, ma non importa.
Roccio arriva, con la sua faccia matta, pizzo matto, capelli matti e tutto il resto matto e decidiamo di fare un giro per il centro, già che ci siamo, prima di andare in macchina. Giriamo giriamo e poi torniamo. Peccato che l'entrata pedonale vicino alla quale ho parcheggiato la topocar sia chiusa. Non importa: è aperta un'altra entrata a poche centinaia di metri. Ci dirigiamo lì, scendiamo e paghiamo alla cassa il parcheggio. Ora mi sovviene un dubbio però. Il mio posto era il numero 10, ma dove si deve andare? Così prendiamo a camminare finché non arriviamo all'uscita su piazza Carlo Felice però la macchina non c'era. Usciamo e decidiamo di fregarcene dell'entrata pedonale passando per l'entrata delle auto, da lì è impossibile sbagliare. Ma anche lì c'è un ostacolo. E' tutto chiuso con un cancello. Un altro cartello ci invita ad entrare per l'entrata pedonale di prima. Rifacciamo la strada e però questa volta la seconda entrata pedonale è chiusa. Un cartello dice che digitando sulla tastiera il numero che si trova sul cartoncino del parcheggio il cancello si apre. Forse cominciamo a intuire perché qui sotto non parcheggia nessuno. Stavolta azzecchiamo la strada (non ci sono indicazioni e il parcheggio è enorme) e arriviamo alla macchina. Cerchiamo di uscire ma la macchinetta ci avvisa che dobbiamo pagare ancora 70 centesimi: evidentemente abbiamo girato un bel po' prima di trovare la strada. Ma non ci sono macchinette nei paraggi. Allora faccio inversione e ci tocca un bel po' di strada in contromano per trovare una macchinetta fregasoldi. Alla fine ce la facciamo, ripaghiamo e usciamo.
Un'avventura terribile.
Il giorno dopo è una colazione a Le Gru, l'ex centro commerciale più grande d'Italia e un giro per negozi. Un giro ad experimenta (dove Roccio è rimasto scombussolato dal rotor per le successive tre ore) e infine la festa dell'unità. Salsicce, patatine fritte e birra. Nonché una crepe alla marmellata. Pieni come zampogne siamo poi tornati indietro, che nessuno dei due riusciva più a tenere gli occhi aperti.
Oggi invece siamo stati in centro, abbiamo passeggiato un bel po' e abbiamo fatto un giretto in metro.
Devo ricordarmi la prossima volta di prenotare al tram ristorante. Dev'essere carino.
Ora Roccio è sul treno e io sono qui che, da brava computerdipendente, nemmeno sono entrata in casa e già scaricavo la posta. Potenza del wireless.
Mi piace pensare che si avvicina sempre di più il momento in cui smetteremo di salutarci la domenica per aspettare un'altra settimana. CI.

Canzone del giorno: La descrizione di un attimo Tiromancino

15 settembre 2006

Telefoni e telefonate

Che stress. Blogger non funziona, quindi sto scrivendo su un file txt che poi incollerò sul blog.
Che cosa dire, stamattina è un'altra giornata piena di novità. Sono previste piogge fino a domenica, ovviamente perché questo weekend verrà Roccio e Torino non può mostrare un po' di sole che farà risplendere i miei capelli violacei.
Detto questo stamattina ho ricevuto una chiamata bizzarra. Qualcuno che mi ricordava che oggi era il suo compleanno e si accertava che non lo avessi dimenticato. Confesso di non dimenticare soventemente le date ma questa, lo ammetto, mi era proprio passata di mente. Passata di mente anche perché è una data che riguarda il passato e io sto guardando molto avanti. In ogni caso mi sono state dette cose belle, io invece sono stata glaciale come al solito.
E' una brutta parte questa per me ma essenziale. E' come se qualcuno desiderasse tanto che gli si dicesse qualcosa che non vuoi dire e, anche se vorresti, non puoi. Non puoi perché la tua parte in questo gioco ha una grossa responsabilità. Illudere o no?
L'illusione non credo sia mai troppa colpa di chi illude, ma una buona parte è data da chi si sente illuso, perché dietro una frase banale costruisce su un castello che non ha fondamenta.
Io credo che gli ci voglia tempo, tanto tempo. Ma non perché io sia così speciale da non lasciargli spazio per pensare ad altro. Suvvia, di donne come me (e meglio) è pieno il mondo. Ma perché lui ha una visione idealistica delle cose e delle persone, e tende ad annullare i difetti degli altri se l'interesse è forte. Spero che passi tutto, magari un giorno ci si riderà sopra di fronte a una birra, e mi presenterà la sua donnina che sarà un mago di Linux e mi farà a fette (non può che essere informatica la sua donnina).
Nell'attesa che ogni cosa vada al suo posto, che si rassereni, io rimarrò glaciale, sarò un deserto e non lascerò spiragli.
La miglior cosa? Lasciare che sia il vento (e il tempo) a muovere le pedine. A volte si ottengono risultati sorprendenti, come è accaduto con Gesù con cui sono rimasta molto amica. Non che ci si veda molto, anzi. Ma so bene che lui è un orecchio sempre pronto ad ascoltare.

Stamattina intanto sono andata a comprare un telefono cordless. Siamo di quelle famiglie che non cambiano batterie all'orologio, ma comprano un orologio nuovo. Che non fanno aggiustare la tv ma ne acquistano un'altra. Che non cambiano batteria al cordless (anche se stavolta ho provato a cercare ma è stato impossibile) ma ne prendono un altro. Così adesso devo riaddestrare la mamma a effettuare operazioni come la ricerca in rubrica, oppure la chiamata interna (questo cordless prevede due portatili sulla stessa linea, ci si può chiamare da un portatile all'altro).
Stasera invece sono invitata a cena da Gian, ma dato che mi eclisserò alle 22, al massimo le 22.30 per andare a ciapare Roccio, andrò con la mia topomacchina. Spero che anche loro si decidano a seguirmi così potranno finalmente conoscere Roccino, e Nicole gli spiegherà la sua teoria secondo cui il Chianti è afrodisiaco. Potrei essere più fortunata? Ho l'uomo con viagra incorporato.

14 settembre 2006

Ottime nuove

Mi ha chiamato l'892424 per il corso di formazione: lunedì comincio.
E' probabile che dalla settimana prossima io abbia due mezzi lavori.
Qui ha cominciato a piovere: ben presto si parlerà di alluvione come ad ogni settembre.
Mi sono tinta i capelli di viola scuro. Diciamo color prugna.
E l'effetto che faccio è come quello della frutta. Faccio cacare.

13 settembre 2006

Dalla mailing list delle piante carnivore

Ricordate Murabilia? Ci sono stata un paio di settimane fa, a Lucca, insieme a Roccio a guardare la fiera e salutare gli amici carnivorofili. Bene.
Lucca: Denunciate nel corso della manifestazione Murabilia, Tre Persone Per La Vendita Di Piante Protette

Gli esemplari in commercio sono stati posti sotto sequestro, mentre i responsabili sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria per violazione della normativa Cites che prevede l'arresto da tre mesi a due anni o l'ammenda fino a 77 mila euro
6 Settembre 2006 - Nel corso della manifestazione Murabilia,
esposizione dedicata al giardinaggio amatoriale e conclusasi la scorsa domenica, gli agenti del Corpo forestale dello Stato di Lucca, coadiuvati dal Nucleo Cites di Firenze, hanno effettuato numerosi controlli per verificare il rispetto della normativa europea che disciplina la vendita delle piante in pericolo di estinzione. Infatti numerosi espositori vendevano piante cactacee protette, senza la necessaria certificazione. In particolare, gli uomini della Forestale hanno scoperto che tre espositori stranieri, due francesi e un tedesco, erano privi dell'autorizzazione indispensabile per la vendita delle piante. I 64 esemplari in commercio sono stati posti sotto sequestro, mentre i responsabili sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria per violazione della normativa Cites che prevede l'arresto da tre mesi a due anni o l'ammenda fino a 77 mila euro. Infatti, le piante a rischio di estinzione, presenti nell'apposito elenco redatto dalla Comunità Europea, anche se riprodotte artificialmente e non prelevate in natura, necessitano ugualmente, per la loro commercializzazione, di un'apposita certificazione rilasciata al produttore dal servizio Cites del Corpo forestale dello Stato, che ne attesti le caratteristiche, la purezza genetica e le buone condizioni di coltivazione.


A cura dell'ufficio stampa del Corpo Forestale dello Stato

Ovviamente ho lanciato l'ennesima polemica. Due tre anni di detenzione perché manca una documentazione cites? O 77000 euro di multa? Ma stiamo scherzando? E con l'indulto poi gli assassini passeggiano sotto casa nostra?

Premetto una cosa: la maggior parte delle piante che noi appassionati ci scambiamo necessita di documentazione cites. Nessuno ha la documentazione cites, a meno di non acquistare piante all'estero da rivenditori un po' particolari. Gli unici cites che possiedo sono quelli dei camaleonti (e per gli animali mi sembra essenziale visto il triste traffico di animali da cattura che spesso nemmeno sopravvivono ai viaggi che sono destinati a fare).

Alcuni tra di noi vendono anche. Senza documentazione ovvio. E il pensiero di vederli tra le sbarre un po' mi inquieta. E' ovvio che non hanno raccolto piante in natura. Le coltivano da anni, alcuni ventenni (sono piante estremamente lente). E da quelle piante di anno in anno hanno fatto talee che piano piano sono cresciute (perché una Sarracenia diventi adulta partendo da seme ci vogliono dai 5 ai 10 anni) e poi, una volta raggiunta una popolazione di diverse decine di esemplari magari le si vogliono vendere.
Provate ad andare all'Esselunga, o all'Ikea, o da Brico center o in qualsiasi vivaio ben fornito. Se hanno le Dionaea compratene una (costa 5 euro al massimo e poi potreste regalarmela ad esempio) e andate in cassa dicendo che esigete il cites altrimenti non potete portarla via. Nell'80% dei casi nessuno capirà mai che state dicendo.
Mettiamo in carcere questa gente e lasciamo in libertà gli stronzi.

E scusate lo sfogo.

Primo giorno a Experimenta


Oggi è stata la mia prima mattinata a Experimenta. Turno dalle 9 alle 11. Le direttive sono queste: finire assolutamente per le 11, fare più stand possibili, e poi lasciarli girovagare per un'ora.
Siamo 10 guide, credevo fosse impossibile ci fossero 10 classi, ma così è stato. Ero convinta ci mettessero in coppia, almeno la prima volta.
Nulla.
E io ho cominciato a sudare.
Dovete sapere che ogni nuovo lavoro mi mette un'ansia addosso difficile da spiegare. Soprattutto se è una cosa che non ho mai fatto. In questo caso, accompagnare e intrattenere. Ci sono 6 classi delle superiori e 4 delle medie. Io decido di fare, di mia spontanea volontà, una classe superiore. L'idea di marmocchi che corrono qua e là mi terrorizza ancora più dei ragazzi svogliati e casinisti come possono essere dei sedicenni brufolosi.
Quando tocca a me raccolgo il mio gruppo e mi presento: "Ciao a tutti, sono Carla, adesso visiteremo questa mostra interattiva andando subito su Marte" (c'è uno stand che si chiama viaggio su Marte). Mentre si andava ho cominciato a chiacchierare con loro, cosa studiano, quanti anni hanno. E' stato semplice dato che mentalmente sono rimasta quindicenne, e comunicare con loro mi è più ovvio e scontato che col mondo degli adulti dove mi sento comunque aliena.
Purtroppo lo stand su marte è occupato, allora li porto a vedere l'immagine misteriosa, una specie di stand di medicina dove i ragazzi devono indovinare di che organi trattano alcune fotografie tramite quiz e giochi. Qui capisco subito che il mio unico e solo scoglio non saranno i ragazzi, ma l'insegnante. Con la classe ci sono tre insegnanti: una pare essere di sostegno, e sta sempre con una ragazza in carrozzina, una molto simpatica sembra essere di educazione fisica, dato che fa anche il ponte tibetano, e una di scienze o matematica. L'ultima è davvero incredibile. Ogni cosa che vede la contraddice, si lamenta degli stand e dell'utilità degli exhibit, fa domande per sapere qualcosa in più. La mia funzione è solo quella di accompagnarli nei vari stand e poi lì un operatore, laureato e sicuramente più competente di me, gli spiega tutto. Allo stand dell'immagine misteriosa l'insegnante si lamenta del fatto che vengono date informazioni errate. Al planetarium, sempre lei, vuole vedere l'emisfero australe (ma non è possibile). Alla quadrisfera (una serie di monitor con degli specchi inclinati ai lati in modo che sembrino formare uno spicchio di sfera) mi chiede l'utilità dell'oggetto e si lamenta del fatto che secondo lei non ha alcuna utilità scientifica. Nello stand del viaggio su marte prende appunti e dice "Tutto qui? Certo che siete indietro con le informazioni". Al cinema dinamico dove, oltre a vedere spezzoni d'azione in 3d ci si siede anche se seggioline movibili per dare l'idea del movimento, dice che è pericoloso e ci si può far male.
Presto la solidarietà si fa sentire e anche se non sono riuscita a finire alle 11, era già corsa voce tra i padiglioni che mi era capitata la professoressa più rompipalle della giornata. Quindi nessuno dice nulla e quando alle 11 visito l'ultimo stand mi dicono di non preoccuparmi, che già sanno delle lamentele della cacapalle. Allo stand dell'automobile chiede esplicitamente di fare l'exhibit della casa tecnologica che è una cosa che tutti saltano per mancanza di tempo. Quasi alla fine del giro mi chiede se è possibile fare una cosa ma bene, piuttosto che tutto e male. Avrei voluto strangolarla.
E io che credevo che il problema fossero i ragazzi.
I ragazzi davvero sono stati d'oro.

E comunque ci rido su ma stanotte ho sognato di fare la guida e non è che io abbia dormito un granché. Adesso fino alla prossima settimana non ci saranno guide da fare e la prossima settimana la lascio libera perché potrei fare il corso per l'892424 se solo mi chiamassero. Quindi riprendo il 25, quando il flusso di studenti aumenterà a dismisura e, purtroppo, anche il numero degli insegnanti.

12 settembre 2006

Ma Bisio dov'è?

Sono appena tornata dal colloquio alla Seat Pagine Gialle. Primo pompone su cosa è l'azienza, come lavora (colloquio di gruppo, eh), che persone cercano, ecc ecc.
In seguito un bellissimo test attitudinale. Serie di figure incomprensibili da terminare. Alla fine ci guardiamo e ci rendiamo conto di aver messo tutti risposte a caso. E infine il colloquio individuale, che tanto individuale non era. Ci hanno divisi in due gruppi e ognuno parlava di sè, come a una seduta di alcolisti anonimi. Chi siamo, che facciamo, progetti e sogni, cazzi e mazzi. Mi sono state fatte mille domande sulle mie passioni, e le piante carnivore, e i camaleonti, e l'informatica, e ma perché questo, e ma perché quello. Insomma ho fatto diversi colloqui e sono stata sempre molto sicura di me, ma oggi mi tremava la voce.
Giorno sbagliato per sentirsi emozionati e farsi tremare voce e mani. E' il parlare davanti agli altri che mi terrorizza.
Il corso comincia lunedì e se giovedì o venerdì mi chiamano significa che sono stata presa. Il problema è che quasi sicuramente non mi lasceranno sabato e domenica liberi. E io come faccio?
Poi mi manda un messaggio mia sorella, mi chiede di richiamarla che è urgente. Pare le abbiano trovato un nodulino al seno. Come giornata non è granché, ma almeno Roccio c'è.
E abbiamo anche fatto la rima.
Piesse: finito di scrivere questo mi ha chiamato Experimenta per la mia prima guida domani dalle 9 alle 11. Che fortuna, non ricordo già più nulla. E meno male che dovevano darci tutte le fotocopie per la formazione, io a malapena ricordo i nomi degli stand e la loro collocazione.

Nuovo giorno, nuovo colloquio

Non devo aver fatto ottimi sogni stanotte perché mi sento un po' strana. In ogni caso mi tocca un altro colloquio. Dopo averlo mancato la scorsa settimana ecco che ci riprovo. E' vitale per me avere questo lavoro.
Ieri sera ho dato un'occhiata alle case a Firenze, agli affitti di appartamenti e stanze singole. Ma anche letti.
Sono già proiettata un sacco avanti e potrebbero mettermi anche a spalare merda che lo farei comunque perché ho solo bisogno di soldi e davvero non mi interessa sapere cosa sto facendo. Quello è un dettaglio che curerò quando metterò radici.
Già il fatto che io desideri mettere radici lo considererei un miracolo puro.
Io che non disfo mai le valige ovunque vada, così ho tutto a portata di mano e sono pronta per ripartire. Io che anche a casa non riordino mai perché così ho tutto a portata di mano, nel caso debba scappare. Io che almeno una volta al mese evado per due giorni perché la routine mi uccide e le abitudini mi fanno sentire stanca e inutile.
Insomma, proprio io. E sono sempre io a volere un terreno stabile. Una casa dove non lasciare tutto tutto a portata di mano, perché non c'è bisogno di scappare. Delle valige vuote, che tutti i vestiti saranno sistemati in armadi e cassetti. E magari concedermi anche qualche pomeriggio in "divisa da casa". Anche questo è bizzarro. Da quando sono piccola non ho mai avuto l'abitudine di mettermi le ciabatte una volta arrivata a casa. O di cambiarmi per stare più comoda. Se desidero uscire io sono sempre pronta.
E anche se adesso ho riprodotto il mio peso in cacca, seduta sul mio pensatoio, devo assolutamente prepararmi. Come ho detto, questo colloquio è "vitale". Oggi dovrò chiedere anche informazioni per il congelamento della carriera universitaria. Essendo ancora in dubbio su cosa fare della mia vita, quindi in dubbio se mollare i miei soli 11 esami dati a biologia passando a informatica, ho deciso di aspettare ancora. Stavolta però senza pagare le tasse universitarie. In parte perché non potrò permettermelo, in parte perché è inutile. Anche se decidessi oggi di passare ad informatica ho scoperto che mi sarebbe toccato fare il test di ammissione, e sono lievemente in ritardo. La cosa migliore è pensarci ancora un po'.
Magari tra un anno le cose saranno ben diverse, io non sarò a Torino e chissà.

Canzone del giorno: Take On Me A Ha

11 settembre 2006

Il tassello-Carla

La mattina presto regala fantastici compagni di viaggio, alcuni soliti, altri nuovi. E vecchiette che in stazione chiedono aiuto per fare il biglietto alla biglietteria automatica ma non sono contente dell'opzione che avete scelto insieme. Un controllore al quale chiedo con la solita formula, la più cortese che conosco, se possono abbassare l'aria condizionata che ho i pinguini sotto le ascelle. Un misto di "mi scusi", "per favore", "gentilmente" e "grazie". E far scoppiare una polemica nella carrozza perché dopo la mia dichiarazione una o due signore si sono strette nelle spalle dicendo che faceva molto freddo. Non raccolgo polemiche, voglio solo la temperatura giusta per dormire.
Ho scoperto che il modo migliore per dormire in treno è ascoltare i miei mp3 a bassissimo volume. In questo modo persino i Rammstein diventano soporiferi. Ho dormito tutto il viaggio, coperta con un golfino: anche se l'aria era stata abbassata faceva sempre freddo. E le mie compagne di viaggio polemiche lo confermavano.
Non raccolgo polemiche. Voglio solo dormire e arrivare a Firenze.
A volte il cuore mi batte così forte che non riesco a fermarlo. A volte vorrei solo che fosse sempre così, senza interruzioni di una settimana che mi ricordano che io non voglio stare qui. Che ho trovato il posto del tassello-Carla. Non è necessariamente a 400 km da qui, ma sicuramente è accanto a un ometto con il pizzo che non riesco mai a fare entrare tutto nelle foto. Che quando entra in casa ha sempre la buffa abitudine di fiondarsi in bagno a fare pipì (sempre). Che si addormenta accarezzandomi i capelli e che non mi fa mai mai sentire sola. Mai.
Sabato siamo andati a fare un po' di shopping tecnologico, pranzo al centro commerciale e nel pomeriggio passeggiata in centro.
La sera, dopo un buonissimo kebab greco, ci siamo visti col Cinfa e l'Alanise. Progetto della serata: andare a giocare a freccette.
Io sono una schiappa in qualunque gioco. E' una cosa che contraddistingue le donnine della mia famiglia: mia sorella è identica. Entrambe al calcetto balilla siamo schifosissime, al bowling uguale. Facciamo rotolare la palla a 1 km/h salvo poi vederla incanalarsi di lato e non fare nemmeno mezzo punto.
E ora le freccette. Quando le lancio devono fare almeno mezza giravolta in aria se no non sono felici e almeno un tiro su tre deve colpire un barista o innocente passeggero ignaro del suo destino. Ha vinto il Cinfa, inutile dirlo.
Di notte mi è capitata una cosa stranissima. Una delle battaglie tra uomini e donne, che nessuno dei due vincerà mai, ma ogni tanto la donna ha la meglio perché se non si fa come dice poi scassa le balle per tutta la vita, è quella delle tapparelle. Di notte gli uomini vogliono dormire nel buio più totale, mentre le donne (sarà che molte, non io, si svegliano spesso a far pipì durante la notte) vogliono un pochetto di luce che filtra dalla finestra. Ci da' sicurezza. Di notte ci svegliamo, ci guardiamo attorno, riusciamo a vedere che nulla è cambiato da quando ci siamo addormentate. Io non ho bisogno di spuntarla in questo caso. Roccio entra in coma appena sfiora il letto, che ci sia la finestra aperta o chiusa, che le tapparelle siano su o giù, che ci siano o meno i puffi nudi che gli ballano sul petto (che, come ricorda Alanise, sono alti due mele o poco più, quindi hanno il loro bel peso specifico). Quando ci siamo addormentati io vedevo ogni cosa, la luce della luna filtrava da fuori e io mi sono addormentata tranquilla. Di notte mi sono svegliata, come sempre, e ho dato un occhio in giro per vedere se ogni cosa era ancora al suo posto. Nulla, il buio più totale. Volevo anche andare a tirare su le tapparelle ma non c'era verso di capire dove fossero. Sarei andata a sbattere ovunque e mi sarei riempita di lividi. Quindi un po' preoccupata ho chiuso gli occhi, ma li riaprivo ogni tanto perché magari nel frattempo la luce era tornata. Nulla, il buio totale. Non riesco a giustificare questo con un blackout totale perché c'era in ogni caso la luna piena che faceva una luce incredibile. Avrebbero dovuto manifestarsi sia il blackout che l'eclissi di luna per avere un buio del genere. La sorpresa al mattino, però, è stata la luce che filtrava dalla finestra. Si vede che ci hanno rapito gli alieni di notte e ci hanno portato in altro posto.
Ci svegliamo presto, siamo andati a Ferrara per l'airshow di ultraleggeri. Devo dire mi è piaciuto un sacco. Sono anni che la smeno a chiunque perché mi piacerebbe prendere il brevetto per gli elicotteri che, oltre a essere difficilissimo da prendere, è economicamente impossibile da avere. L'idea però di spendere 2000 euro per il brevetto per gli ultraleggeri mi piace molto, e potrei anche smetterla di rompere le palle (o le pale) con gli elicotteri. Presto ci raggiungono Stephen e Francesca. Francesca, molto carina, ci ha portato due sorpresine dal Messico. Un rompicapo per Roccio e un'astuccino di stoffa per me (mai regalo fu più azzeccato perché non so mai dove infilare i trucchi e potrei metterli tutti lì). Insomma, penso proprio che mi farò davvero il giro sull'aliante per vedere com'è. E poi chissà, una volta messe radici da qualche parte potrei davvero cominciare a pensare seriamente al brevetto.
Quasi tutti gli ultraleggeri che erano lì erano autocostruiti. E la cosa più spettacolare (oltre al triplano del barone rosso, ricostruito) è stato l'ultimo pilota che in volo, mentre faceva innumerevoli acrobazie, parlava in diretta al pubblico spiegando cosa stava facendo. Con una calma che nemmeno in macchina, alla guida, si ha.
"Oplà, adesso scendo in picchiata a salutarvi. Oh issa, e torniamo su."
E in ogni caso,
ti prenderò Barone Rosso (Snoopy, se sapevo della presenza del Barone Rosso ti avrei avvertito dell'airshow).

Canzone del giorno: Overkill Colin Hay

08 settembre 2006

Ok, sono fritta

Ho fatto il primo merdosissimo giro a Experimenta per fare la guida e ho accompagnato i miei primi bambini ad uno stand. L'unico stand che avevamo saltato perché, la ragazza diceva, era uno dei pochi stand in cui noi non dovevamo fare nulla ma l'operatore all'interno dello stand prendeva i visitatori e se li smenava lui. I bambini ovviamente cominciano a chiedere "Cosa c'è qui?".
E io: "Una sorpresa!"
"Ma una sorpresa bella?"
"Certo"
"Ma si balla?"
"Adesso vedrete"
Insomma non sapevo più cosa dirgli. Alla fine l'operatore se li è presi e io ho fatto qualche saltino di gioia. Adesso mi faranno sapere orari e mi daranno la maglietta blu experimenta. Quella che permetterà a chiunque là dentro di chiedermi qualunque cosa. Ma soprattutto dove sono i cessi e il ponte tibetano più lungo del mondo. Pensate si paga a parte, 1 euro al minuto. Calcolando che il record di percorrenza è stato di 15 minuti...
Non è un granchè quest'anno, e sabato (non domani) ci porterò anche Roccio che ste cose gli garbano un monte. Soprattutto al Rotor. Cos'è il Rotor? Questo è il Rotor.
Stanotte non ho dormito molto. Anzi, nulla. Ho un mal di testa devastante, un po' di mal di pancia (mi sono arrivate le cosacce) e tra poco devo essere a Experimenta per vedere come si trattano le scolaresche. Poi mi vedrò con Minchietta Uno e ci faremo un giretto da Zara...
Non ho dormito perché ha temporaleggiato tutta la notte. Strano perché il temporale solitamente mi culla. I tuoni, i lampi, il ticchettare della pioggia sulla tettoia, ma anche grandine a quanto pare.
O forse sono solo agitata perché questo mio nuovo lavoretto mi farà parlare in pubblico e io non so parlare in pubblico. Soprattutto alle mandrie di ragazzini che fanno un sacco di domande assurde. Ovviamente non smetterò di cercare lavoro, questo è momentaneo. Anche se dovessero rinnovarmi il contratto, la mostra dura fino a novembre..
Vado a prepararmi che al mattino sono lenta quanto un bradipo. Ehi, un momento: ma io sono un bradipo. E' il mio animale guida.

07 settembre 2006

Nessun segreto

Rileggere i vecchi post mi fa un po' impressione. E' questa la ragione per cui scrivo ogni cosa, per cui accumulo scontrini e biglietti da visita, per cui voglio che ci sia testimonianza di ogni mia cazzata: mi dimentico.
Il bello di scrivere tutto, ma tutto quello che ti passa per la testa è che rileggendo ogni parola, ogni riga, ogni frase, ti tornano in mente i colori, i suoni, le sensazioni dell'istante in cui le hai vissute. Quando ho cominciato questo blog ho pensato di fare un po' come facevo da piccina. Un diario dentro cui annotare ogni cosa. La differenza sostanziale del blog è che può essere letto da tutti. Quindi qualsiasi psicologo improvvisato può venirti a dire qualunque cosa. Insomma consigli assolutamente gratuiti. Questo nasce come spazio personale in cui dire tutto quello che mi va. Le censure non fanno parte di me. Ma, essendo un mio, e solo mio spazio, mi prendo la libertà di amministrare i commenti, se li ritengo inutili e offensivi.
Questo è il mio spazio e nessuno può venirmi a dire cosa fare o cosa non fare. Qualche giorno fa ho scritto che una persona mi ha chiesto di non scrivere quello che ci si è detti a telefono perché non voleva che si sapesse. Bhe, che si sappia almeno questo: non l'avrei scritto. Perché non sono così stronza da scrivere cose così private di altre persone. Il mio fastidio è stato dato dal fatto che non ci si è fidati del mio giudizio.
Una confidenza rimane una confidenza e non la spiattellerei mai sul web. Semmai ne parlerei a una persona fidata che non è in contatto con la prima.
Con il mio uomo non voglio avere segreti.

Work!

Bene bene, la riunione di oggi non verteva proprio su una specie di secondo colloquio di gruppo. Insomma, sono stata presa. Lavorerò ad Experimenta, contratto del menga di 30 giorni. Ho dato disponibilità per il mattino, farò la guida per le scuole. Bene bene, finalmente ho un lavoro, anche se un lavoretto così, non importa. E' la possibilità per me di non impazzire a casa e di fare qualcosa. Ma soprattutto (e facciamo i venali così non ci diciamo stronzate) di racimolare due soldini, ma proprio due. Ho i weekend liberi per vedermi con Roccio. Se mi prendono anche di là cosa posso volere di più? Due lavori e praticamente doppio stipendio. Ora sono un po' cotta, sarà anche perché ho appena mangiato 200 grammi almeno di pasta alla carbonara e sento il colesterolo arrivarmi fin sopra i capelli. Ora mi faccio un regalo perché sono stata proprio brava, anche se non smetto mai di farmi regali, ma la verità è una e una sola. Io sono sempre brava.

La mia sveglia miracolosa

Ieri sera dovevo uscire con Giacu, un ragazzo conosciuto al mio vecchio lavoro. Ero andata una volta a installargli Linux a casa. Lui è impallato tantissimo con i macintosh, ma proprio tanto. Talmente tanto che è finito a lavorare in un centro Apple.
Comunque, ieri sera l'appuntamento era sotto casa mia alle 22. Io ero al telefono con il mio Roccio e appena ho sentito il beep della chiamata sono andata sotto casa, ma nulla. Oltretutto guardando il numero era un numero sconosciuto. Rimango sotto casa a ciaciare con Roccio e passeggio, mentre i miei capelli sono diventati come quelli di AfRoccio causa umidità. Dopo innumerevoli beep decido di provare a chiamarlo, anche se il numero è sconosciuto. Mi precede, mi chiama e mi dice che è tornato a casa perché era nella mia zona ma provava a chiamarmi. Anzi, le parole giuste sono state "Minchia, eri bloccata venti minuti al telefono, minchia, ero nella tua zona non sapevo che cazzo fare e sono tornato a casa". Il tono era parecchio sfavato, come direbbero a Firenze, scazzato, come direbbero ovunque. Alla fine mi sono messa a ridere al telefono dicendo "Mi dispiace che tu ti sia arrabbiato", ma forse il mio tono non era abbastanza serio. Alché mi ha detto "Lascia stare, Carla".
Insomma, arrabbiato davvero. Devo dirlo? Non è che avessi molta voglia di uscire ieri sera. Alle 23 ero già in stato comatoso e avevo un sonno bestiale.
Stanotte pensavo alla sveglia e mi chiedevo se per caso mi ero scordata di impostare la sveglia sul cellulare. Ma mi sono risposta quasi subito, come avrei potuto dimenticare di mettere la sveglia sul cellulare? Come?
Stamattina apro gli occhi e la sveglia non c'era. Brava Carla. Meno male che mi sono svegliata altrimenti era un altro appuntamento importante perduto. Ma dove cazzo ho la testa?
Oddio, posso rispondermi anche a questa domanda e una mezza idea già ce l'ho.

06 settembre 2006

Cinque mie strane abitudini

REGOLAMENTO:il primo giocatore inizia il suo post con il titolo "Cinque mie strane abitudini" e le persone che vengono invitate a scrivere devono a loro volta riportare questo regolamento.

Alla fine del post si devono indicare altre cinque persone,non dimenticando di lasciar loro un commento nel blog o nel journal con scritto "Sei stato scelto".

1. In macchina il disegno dell'accendisigari deve essere dritto. Se è messo storto sbarello e lo tocchiccio tutto finché non si raddrizza.

2. Quando sono sul pullman e devo scendere alla fermata dopo, mi alzo anche se sono seduta accanto alle porte e potrei alzarmi all'ultimo momento.

3. Ho il terrore di perdere i treni e arrivo in stazione almeno un'ora prima. Quando, caso vuole, arrivo solo mezz'ora prima, mi comporto in maniera agitata come fossi in ritardo.

4. A volte quando parlo al telefono mi inginocchio a terra. Una volta a fine telefonata mi sono trovata accucciata sotto la scrivania (non chietemi perché).

5. Al mattino quando devo alzarmi ma ho troppo sonno e non riesco a scendere le scale di quel maledettissimo letto a soppalco ikea (Zion capirà) mi metto nella classica posizione a uovo. Faccia in giù sul cuscino e ginocchia alla fronte, sperando che il troppo sangue alla testa non mi faccia diventare ancora più scema. Sperando che la posizione scomoda mi svegli. Nulla, mi riaddormento comunque.

Nomino: Cinfa, Fly, Franci Omi, Snoopy, Charles

Colloquio mancato, donne gggiovani e frontalini maledetti

Vado al colloquio.
Attendo fuori, siamo in sei. Ci sono personaggi davvero allucinanti e forse, con la mia canotta arancione, sono la meglio vestita. Mi chiamano dal gabbiotto all'entrata, pare che il mio nome non sia nell'elenco dei colloqui di oggi. Dico che ci dev'essere stato un malinteso perché all'inizio mi avevano detto di venire per le 9.30 e poi hanno corretto per le 14.30. Ok, mi dice. Dopo cinque minuti mi richiama passandomi la colloquiatrice per telefono. Pare che il colloquio fosse ieri.
Ieri.
Ieri, cazzo. Martedì 5! Eppure ricordo bene che lei mi aveva detto il 6. Tutta incazzosa, ma solo con me (solo con me. Nemmeno io mi assumerei) vado a Le Gru, un centro commerciale enorme poco fuori Torino: 180 negozi.
L'esplosione di questi enormi negozi di abbigliamento di fascia medio-bassa (leggi Zara) ha aumentato il numero di signore over 40 che vogliono tornare gggiovani. Le vedi passeggiare tra minigonne e commentare con il marito "Ma che bella questa gonnella!". Le vedi provarsi stivali alla moda, e magliette che scoprono l'ombelico.

In ogni caso Le Gru adesso fa cacare. Quando ero più piccina c'erano due o tre negozi "diversi". Ad esempio un negozio di chitarre e bassi elettrici. Un negozio di giocattoli educativi e scientifici, dove io passavo le ore. Un negozio di magia, che vendeva tarocchi, inchiostri magici, candele rituali. E il commesso sembrava davvero uno stregone. E dietro la cassa c'era una stanza il cui ingresso era coperto da un tendone e io mi immaginavo che là dietro preparassero strani intrugli e recitassero scongiuri potentissimi.
Adesso no. Praticamente solo vestiario e profumerie.
Che palle.
Torno a casa, intanto mi sono sparata 30 km oggi.
Controllo il foglio dove mi ero segnata del colloquio di oggi. Mi ricordavo bene.
Mi avevano detto "martedì 6" invece di martedì 5. Quindi io ho segnato il colloquio sul giorno 6, senza notare che fosse mercoledì. Non posso dire di essere così fava come credevo, quindi. Meno male che mi è stato spostato a martedì 12, e stavolta col cazzo che mancherò.

Oggi ho in testa una canzone che nemmeno credevo di sapere.
Canzone del giorno: Su e Giù Vernice

P.s: dato che il nuovo stereo è anche lettore mp3, prima di uscire, e di corsa perché ero lievemente in ritardo, mi sono fatta un cd di mp3, per prova. Arrivo in macchina, esco dal box auto e...
... mi ricordo di aver dimenticato il frontalino dello stereo a casa. Cribbio.

Volere volare

Sabato e Domenica ci sarà un airshow all'aereoporto di Ferrara (noi si va domenica). L'entrata costa 5 euro, se vi stampate l'invito che si trova in questo sito, costa 4 euro. Chi viene?

Tra le carnivore


La metto solo perché a breve cambierò nuovamente colore di capelli e nulla sarà come prima (così disse la profezia).
Piesse: se capitate sul sito dell'autore della foto c'è un'altra fotografia bellina dove ho i capelli nero corvino. Forse ce n'è anche qualcuna da bionda.. Di un meeting a Sesto Fiorentino.
Pippiesse: non fate caso alla follia dell'autore del sito (che chiama Roccio "il capellone").

05 settembre 2006

Pensieri tristi in un giorno meraviglioso

Giornata calda, in casa ci sono 28°. Giornata noiosa, Carla in sindrome premestruale, totalmente scazzata ma sempre felice. Programma della settimana:
  • domani colloquio all'892424. Se non trovo altro chiedo il turno serale o meglio, quello notturno. Pare sia il più divertente, pieno di chiamate di gente che cerca sexy shop o club di scambisti. E maniaci sessuali che ansimano al telefono.
  • Dopodomani riunione con i neoassunti di experimenta. Non so che pensare, se questo significa che mi assumono o no. Farei la guida in questa mostra scientifica o laboratori per bambini o qualcosa del genere.
  • Venerdì mi vedo con Minchietta Uno, lei farà un test di ammissione e poi andremo da Zara a fare finta di fare shopping.
Ieri ho montato lo stereo in macchina e oggi sono andata al centro commerciale in compagnia degli Slayer (indovinate un po' chi mi ha passato il cd?).
Ho cercato di uscire di casa ma sembrava luglio durante il periodo più caldo, allora mi sono chiusa nella mia stanzuccia a guardare puntate di scrubs e a finire di sentirmi inutile perché anche oggi non ho combinato nulla (a parte provare per la prima volta in vita mia a mettermi un po' di fondotinta e fard e ombretto pesante e rossetto assomigliando alla brutta copia di un clown).
Tornando da Panorama sono passata davanti al cimitero e ho pensato che è più di un anno che non vado a trovare il mio babbo. Se potesse parlarmi sarebbe incazzato come una iena perché non avrebbe voluto gli portassimo mai fiori.
Mi ricordo bene quando se n'è andato. La mia canzone di quel giorno era "Beautiful day" degli U2, ma non era un giorno biutiful. La sera mia sorella mi scrisse questo sms "Siamo al Giovanni Bosco. Papà è grave aspettiamo che il medico ci dica qualcosa". Io mi trovavo da RagnoB quella sera, alla casa dello studente. Poco prima una chiamata del mio ex, mi disse di non muovermi che stava arrivando. Collegare le due cose non era difficile, e lo aspettai. Ma il tempo di arrivare e mia sorella mi scrisse che era inutile andare all'ospedale perché non saremmo potuti entrare. Quindi andammo a casa di mia mamma. Io ero andata via di casa, anche mia sorella. Mia mamma era rimasta sola con papà. Mio padre ebbe una crisi, ma mia mamma non mi ha mai detto cosa fosse successo esattamente. Lei chiamò l'ambulanza e gli prestò i primi soccorsi.
Qualche giorno prima gli capitò una cosa simile, ebbe come delle crisi convulsive e io non ebbi il coraggio di andare a trovarlo a casa. Non ci andai per una settimana.
Non siamo mai andati molto d'accordo. Mi spaventava però l'idea di vederlo peggiorato.
Quando andai era sul letto, non riusciva a camminare. Gli occhi erano sporgenti, la pelle gialla, il respiro affannato, qualche rantolo. Si accese una sigaretta. Un occhio a tutti quelli che fumano: il mio babbo aveva 49 anni quando se n'è andato, quasi 6 anni fa, e fumava 3 pacchetti di sigarette al giorno. Nel '98 un medico gli disse che se non avrebbe smesso sarebbe morto entro due anni. Una previsione quanto mai corretta: se ne andò il 4 dicembre del 2000.
Guardavo quella sigaretta e gli dissi con disprezzo di smettere di fumare. Furono le ultime parole che gli dissi.
La notte a cavallo tra il 3 e il 4 dicembre fu la notte più lunga della mia vita. Eravamo tutti lì, aspettando qualcosa. Quando il telefono squillò.
Andammo all'ospedale. Un medico ci venne incontro dicendo che, purtroppo, mio padre aveva avuto un altro attacco di cuore. E che non ce l'aveva fatta.
Ce lo portò disteso in barella, assolutamente finto. Immobile come un pupazzo rigido. Mia sorella pianse forte ma disse che sembrava sorridesse. Era vero, sembrava proprio. Cercavo di spiegarmi razionalmente una cosa del genere col rigor mortis. Può un cadavere sorridere? Possono tirarsi all'insù lievemente gli angoli delle labbra? Può essere rigor mortis?
E' difficile spiegare cosa si prova in un momento del genere: paura, senso di colpa, rabbia, tristezza, smarrimento. Lui è disteso su una barella, coperto da un lenzuolo verde. Sono passati gli anni dei litigi, gli anni delle rivalse, gli anni del rancore, ma rimane la gran rabbia per il poco bene che si è sempre voluto e quindi per il poco bene che ha voluto agli altri, noi compresi. Può una persona che non si vuole bene, volere bene ad altre persone?
Ho tenuto molto dentro in quei giorni, non ricordo di aver pianto al funerale. A me sembrava solo di vivere in un mondo parallelo dove la morte è diventata un problema burocratico. Andare dal prete per programmare la messa. Comprare l'abito per mio padre. Andare alle pompe funebri e scegliere la bara.
Ora al pensiero mi viene da sorridere, è stato tutto talmente surreale.
Il becchino ci mostra delle bare, mia sorella ne guarda una e con gli occhi gonfi di lacrime dice "Questa mi sembra carina". Per quanto possa essere carina una bara. Ovviamente non la giudico, ognuno si stacca dal dolore come può.
Scegliere i fiori. Chiamare le persone e avvisarle. Tornare a scuola e tenere il segreto perché non si desidera compassione, da nessuno. Scegliere come seppellirlo: mia mamma non voleva seppellirlo in terra perché le faceva impressione l'idea che se lo mangiassero i vermi. E allora loculo. Scelta del marmo, della scritta. Ma la nonna paterna vuole un'iscrizione solo per sè e bisogna tenerne conto. I miei zii poi vogliono prendere una corona per conto loro e bisogna dirlo al becchino. E' tutto finto, mi dicevo.

Credo che mia mamma e mia sorella abbiano una specie di sesto senso, qualcosa che anch'io vorrei avere ma mi manca.
Mia mamma si sente chiamare nella notte, e quando succede il giorno dopo riceviamo una chiamata. Si tratta di qualche parente che è morto.
Mia sorella fa sogni molto strani.
Alla morte di mio padre sognò lui e mio nonno materno (anche lui andato via circa un anno prima). Mio padre non parlava, ma parlò mio nonno per lui. Disse che nessuno doveva preoccuparsi, che adesso mio padre stava bene e che riusciva anche a camminare.
E io, dopo anni, me lo immagino così. Con mio nonno, che cammina.

Canzone del giorno: Beautiful Day U2

04 settembre 2006

Eddie 4 president

Sono nel mio.. ehm.. ufficio. Il bello del portatile è proprio questo, il bello della connessione wireless è solo questo, connettersi da ogni parte della casa senza fili.
Le mie avventure con le ferrovie dello stato diventano sempre più surreali. Sabato mattina, ancora in fase REM e con un'identità non ancora ricostruita arrivo alla stazione. Il giorno prima, venerdì, nell'eurostar Torino-Roma (che è quello che piglio per andare a Firenze) si era staccato un portellone a treno in corsa.
Fortuna eh?
Così quando sabato cercavo a fatica di ricordarmi il mio nome, il treno non era ancora al binario 5. Al suo posto si trovava un altro treno per Albenga. Il cartellone al riguardo mostrava un'omertà degna di tale nome, e una serie di omini e donnine tutta invaligiate lo guardavano come si trattasse di un ufo. Sguardo in alto e faccia basita.
Il cartellone dopo un po' si lamenta e noi osserviamo, sempre più stupiti, l'esito dell'elaborazione. Binario 5, dice lui. Così tutti, come un sol uomo, corriamo al binario dove scopriamo che c'è ancora lo stramaledetto treno per Albenga. Torniamo davanti al cartellone-ufo, dove faccio amicizia con un signore che parla a voce bassissima e per non dire sempre "Eh?" sono costretta ad annuire senza capire una mazza. A pochi minuti dalla partenza il cartellone sputa fuori un altro numero. Binario 16. E di nuovo tutti come un sol uomo ci precipitiamo al binario. L'omino mi spiega che una volta ha perso un aereo e da allora ha paura di perdere qualsiasi cosa. Quindi è arrivato in stazione prestissimo (addirittura prima di me, che ho la stessa fobia). Mi chiede in che carrozza mi trovo. Io sono alla 7 e lui alla 5. Arriviamo alla carrozza 5 e scopriamo che non esiste, o meglio, la carrozza 5 è il vagone ristorante. E' inutile, non esiste nulla di scontato e mi viene da ridere a pensare che le ferrovie dello stato non ne azzeccano una. Alla fine il capotreno gli dice che la carrozza 5 è diventata la carrozza 10, io invece arrivo al mio posto e mi siedo, tranquilla. Ho previsto dei ritardi spaventosi per quella variazione. Immaginate a ogni stazione una serie di persone che corrono per arrivare alla carrozza 5 e poi scoprono che non esiste. E chiedono informazioni prima di salire, e si lamentano. Ogni stazione. Alla fine però ha fatto solo 5 minuti di ritardo, meno male.
Firenze mi accoglie sempre col sorriso e con un lungo abbraccio. Sabato andiamo a Lucca. Il tempo di posare lo zaino da Roccio, di tornare in stazione, ciapare il biglietto, magari fare 4 chiacchiere con Carlo, personaggio informatico incredibile, e con una serie di persone altamente bizzarre che gironzolano in quel negozietto.
Lucca è bella, molto. Non abbiamo la possibilità di girarla bene perché in ballo c'è anche una fiera di piante dove amici carnivorofili tengono un banchetto dell'associazione. Essendoci Andrea Amici, uno dei più bravi coltivatori italiani, ci sono piante davvero davvero spettacolari. Il banchetto più interessante è però quello di un tizio appassionato di piante che si muovono. La sua collezione di piante è davvero incredibile. Mimose pudiche e altre mimose moventi, fagiolini salterini, piante che muovono le foglie. Ma anche piante statiche però interessanti. La pianta di pomodori con i pomodori più grandi del mondo, i pomodori gialli, i pomodori più piccoli del mondo, ecc.
Un giro veloce per renderci conto che ci sono praticamente solo piante grasse e qualche tillandsia, un banchetto di piante carnivore da cui non sono passata (non voglio più comprarne, cominciano a diventare un impegno incredibile e dopo 5 anni di coltivazione un po' mi sono rotta i maroni.. ma solo un po'..).
Sabato sera persi per Prato per cercare una specie di festa metal, con concerti metal, banchetti metal (Cosimo teneva un banchetto con dischi & altro) e anche birra metal. I personaggi che popolano questo mondo sono assolutamente fantastici. Ma si possono immaginare anche senza una mia descrizione dettagliata. Ben chiaro è che non esistono più molte distinzioni come quando io ero piccina. Quando ero piccina e prima anche peggio, metallari e punk non dividevano gli stessi luoghi. Sabato sera qualche punk si aggirava per la festa senza destare nessun scalpore. Solo il mio, forse, che per com'ero conciata (felpina rosa e jeans normalissimi) ero un pochetto fuori posto.
Cosimo nel delirio totale si è messo anche un insetto in bocca (vivo) per poi risputarlo (vivo) dopo che il povero malcapitato ha cercato di mordergli la lingua.
Domenica mattina dolce sveglia e risveglio all'ora di pranzo. Roccio è incredibile, mi chiedo sempre come si riesca insieme a dormire in un lettino a una piazza senza soffrire crampi e assopimento di vari parti del corpo. Avvinghiati come una sola persona entriamo in coma non appena la luce si spegne e ci svegliamo tanto tardi da farci venire il mal di testa. Domenica pranzo al McDonalds e giro per i centri commerciali. Insieme facciamo una coppia stupenda. Mi dice "Corri corri!", nessuno dei due vede il dosso sul pavimento usato per coprire i fili e inciampiamo entrambi nello stesso punto. Sembra incredibile ma è vero.
Roccio mi regala una gonnina scozzese molto molto bellina e si prende l'ultimo cd degli Iron Maiden. Io faccio sempre più fatica a salire sul treno e sempre più fatica ad immaginarmi così lontana. Questa settimana la sento decisiva per trovare un lavoro. Ho un paio di colloqui che potrebbero essere definitivi.
Ce la posso fare insomma..

Oggi mi tengono compagnia gli Iron Maiden. Mi ricordano tanto il mio amico Ciava, skaters, che disegnava sempre Eddie..

Canzone del giorno: Hallowed be thy Name Iron Maiden

01 settembre 2006

Beurp

Oggi sono stata con Minchetta Uno e RagnoB. Che bella manica di personaggi bizzarri. Ho avuto deliri di superlavoro: full time il giorno e part time di notte. Ora credo di aver fatto indigestione di risotto alla zucca e ho allucinazioni in cui io sono una selvaggia africana inseguita da italiani allupati.

La sorella di Minchietta Uno dice di aver visto il sosia di Roccio. Io invece ho incontrato il sosia di Roccio in versione afro. AfRoccio.

La piccola Fiammifera(ia)

Mi sto ritinteggiando i capelli, sempre di rosso ma un altro tipo di rosso. E' difficile scegliere una tinta, rispetto ai normali colori che ti aspetteresti di trovare ce ne sono un'infinità dalle sfumature intraducibili. Viola-rosso (che significa?), Rosso-raso, Violino intenso, Violino puro, Biondo Deluxe, Viola Prestige . Ho optato per un rosso qualsiasi, concentrandomi sulla figa della scatola. Era la più figa di tutti gli altri rossi. Opto per una trasformazione radicale Carla-figadellascatola.

Eccomi qui, tinteggiata. Rossa rossa rossa rossa, molto molto rossa. Ma sono sempre Carla, nessuna trasformazione radicale come la figa della scatola. Va bhe ho già deciso che la mia prossima tinta non sarà più un rosso.

Tra poco vado a trovare Minchietta Uno, fa la promoter nonhocapitodove, e oggi pomeriggio mi aspetta una passeggiata con RagnoB. In fondo, se non fosse per la mancanza di dinero, non è malaccio non avere un lavoro.

Non sarò la figa della scatola ma oggi mi sento comunque figa. Domani io e Roccio saremo a Lucca, e la faremo risplendere, e sarà ancora più bella.