17 settembre 2006

CI

Quanto sia effettivamente più difficile vederlo andare via invece che andare via è difficile da spiegare.
Venerdì sera Roccio è arrivato a Torino, alla stazione di Porta Nuova. Io ero a cena da Gianlu e mi sono dileguata alle 22 per essere in stazione a un'ora quantomeno decente causa mia personale paranoia sui ritardi.
Prevedendo l'assoluta assenza di parcheggi mi sono rifugiata per la prima volta con la mia topomacchina nel parcheggione sotterraneo di piazza Carlo Felice, totalmente vuoto. Esco in un lampo, avendola rintanata proprio vicino all'uscita pedonale della piazza davanti a cui si trova Porta Nuova e corro in stazione.
Il treno ha un lieve ritardo, ma non importa.
Roccio arriva, con la sua faccia matta, pizzo matto, capelli matti e tutto il resto matto e decidiamo di fare un giro per il centro, già che ci siamo, prima di andare in macchina. Giriamo giriamo e poi torniamo. Peccato che l'entrata pedonale vicino alla quale ho parcheggiato la topocar sia chiusa. Non importa: è aperta un'altra entrata a poche centinaia di metri. Ci dirigiamo lì, scendiamo e paghiamo alla cassa il parcheggio. Ora mi sovviene un dubbio però. Il mio posto era il numero 10, ma dove si deve andare? Così prendiamo a camminare finché non arriviamo all'uscita su piazza Carlo Felice però la macchina non c'era. Usciamo e decidiamo di fregarcene dell'entrata pedonale passando per l'entrata delle auto, da lì è impossibile sbagliare. Ma anche lì c'è un ostacolo. E' tutto chiuso con un cancello. Un altro cartello ci invita ad entrare per l'entrata pedonale di prima. Rifacciamo la strada e però questa volta la seconda entrata pedonale è chiusa. Un cartello dice che digitando sulla tastiera il numero che si trova sul cartoncino del parcheggio il cancello si apre. Forse cominciamo a intuire perché qui sotto non parcheggia nessuno. Stavolta azzecchiamo la strada (non ci sono indicazioni e il parcheggio è enorme) e arriviamo alla macchina. Cerchiamo di uscire ma la macchinetta ci avvisa che dobbiamo pagare ancora 70 centesimi: evidentemente abbiamo girato un bel po' prima di trovare la strada. Ma non ci sono macchinette nei paraggi. Allora faccio inversione e ci tocca un bel po' di strada in contromano per trovare una macchinetta fregasoldi. Alla fine ce la facciamo, ripaghiamo e usciamo.
Un'avventura terribile.
Il giorno dopo è una colazione a Le Gru, l'ex centro commerciale più grande d'Italia e un giro per negozi. Un giro ad experimenta (dove Roccio è rimasto scombussolato dal rotor per le successive tre ore) e infine la festa dell'unità. Salsicce, patatine fritte e birra. Nonché una crepe alla marmellata. Pieni come zampogne siamo poi tornati indietro, che nessuno dei due riusciva più a tenere gli occhi aperti.
Oggi invece siamo stati in centro, abbiamo passeggiato un bel po' e abbiamo fatto un giretto in metro.
Devo ricordarmi la prossima volta di prenotare al tram ristorante. Dev'essere carino.
Ora Roccio è sul treno e io sono qui che, da brava computerdipendente, nemmeno sono entrata in casa e già scaricavo la posta. Potenza del wireless.
Mi piace pensare che si avvicina sempre di più il momento in cui smetteremo di salutarci la domenica per aspettare un'altra settimana. CI.

Canzone del giorno: La descrizione di un attimo Tiromancino

1 commento:

Fly ha detto...

Se tutto va bene, invece, il mio Jeby arriva next week!
attesa-attesa-attesa