22 dicembre 2006

Welby

Ha ottenuto ciò che voleva. Finalmente un medico con le palle ha staccato la spina che lo teneva incollato al respiratore per soppravivere. Separiamo ciò che è vita da ciò che è sopravvivenza.
Anche se per me non si è trattato di eutanasia, a questa sono favorevole.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so dire cosa sia giusto: senz'altro un po' più di pietas sarebbe servita. Invece delle solite diatribe politiche.

Anonimo ha detto...

Sono del tutto d'accordo. Era davvero orrendo lo spettacolo del rimpallo della sua vita, quasi fosse stata una patata bollente, dei grandi discorsi di principio - principi arbitrari e che in tanti casi non gli appartenevano - dei giochi di forza solo sulla sua pelle (in senso letterale...), senza il coraggio di ascoltarlo, lui che ormai parlava solo con la voce del dolore e dell'impotenza e solo una cosa chiedeva.
Non credo nell'aldila', ma se esistesse un posto per l'anima, son certa che quella di Welby sia ora felice di esservi giunta e di poter godere della sua pace.
Ciao,

Ch

Carla ha detto...

Sì, credo sia diventato un caso televisivo. Spiattellare così la sofferenza in prima serata...