31 ottobre 2006

Halloween

Piantiamola una volta per tutte. Halloween non è una festa americana. Che loro siano riusciti a valorizzarla, ok. Ma è una festa pagana. Tutt'ora le Wiccan, le attuali streghe, salutano questa giornata in festa. Il capodanno delle streghe, Samhain. Una festa pagana quindi.
Non americana.
Non solo le streghe festeggiano in questo giorno bizzarro. Sappiate che anche in questa bizzarra casa si festeggiava.
Mia mamma è un po' strega. Quando ero piccina mi raccontava che in questa notte i morti tornavano in vita, ed era bene lasciare qualcosa da mangiare per loro, come offerta, sul tavolo di casa. Esattamente come fanno oggi, e da sempre, le streghe. Queste sono tradizioni di paese che è un peccato siano andate perdute. Da piccina dormivo nel tinello e in questa notte cercavo di non addormentarmi per vedere se qualcuno nonvivo cercasse di afferrare il piatto con i biscotti. Purtroppo poi mi addormentavo e quando mi svegliavo il piatto non c'era più, tolto sicuramente da mia mamma.
Io credevo fermamente in questa cosa. Ero già disillusa da Babbo Natale ma convinta che i morti in qualche modo, in questa notte e solo in questa, tornassero in vita. Alcuni per rimediare a torti subiti. Altri per salutare ancora una volta il loro perduto amore. Altri per chiedere aiuto. E in questo loro viaggio avevano bisogno di cibo.
La cultura popolare è piena di queste piccole e graziose cose, che nei paesotti alcune vecchiettine fanno ancora. Con l'arrivo delle nuove generazioni tutto sparirà, e un po' mi dispiace. Ad esempio, mia mamma sa incantare il malocchio. Ogni Natale lei ripete la formuletta per compiere il rito che le darà il potere di sconfiggere il cosiddetto malocchio (che, non credeteci se non volete, funziona. A parer mio è una specie di effetto placebo). Questa formuletta non va rivelata, si tramanda solo a chi la dovrà usare per guarire. Io la conosco ed è in dialetto, quindi non mi riesce bene dirla.
Quando andavo giù in Molise i grandi ci raccontavano storie di fantasmi a cui tutti, in un modo o nell'altro, credono. Alcuni giurano di averli visti. Mio zio, scettico di natura, dice di aver visto una specie di lupo mannaro ed è pronto a giurarlo (ha smesso di uscire la sera da solo). Mia cugina ha visto l'ombra di una suora nella finestra della scuola elementare (sono entrata in quella scuola e le finestre sono alte da terra circa due metri).
Credo che sia stato proprio grazie a questo ambiente che io mi sono interessata sempre più alla Wicca. Allo spiritismo. Alla magia.
Sempre mia mamma dice che sognare i serpenti o la carne è una brutta cosa. Se lei fa di questi sogni e io sono lontana mi chiama sempre preoccupata e mi raccomanda di stare attenta. Quando mio padre è mancato, mia mamma gli ha lasciato nella bara un fazzoletto, per asciugarsi il sudore nel lungo cammino verso l'aldilà, e delle monete, per pagare il dazio al confine.
Lei, non so se l'ho già scritto, alcune volte di notte si sente chiamare da una voce femminile. Una voce che la sveglia. Il giorno dopo riceviamo una chiamata, sempre. E qualcuno è morto.



Mitici Rammstein.

30 ottobre 2006

Che stupida. Il tempo non è mai abbastanza e io, io non sono in grado di dire quello che ho dentro. Io. Sarebbe più semplice scriverlo, magari nel momento stesso. Voglio dire una cosa ma non ci riesco, e dunque la scrivo. Due istanti e mezzo e i nostri momenti sono passati e io, io, sono ancora lì attonita. Senza riuscire a capire. Avrei voluto dirgli di più.
Come scrive Stephen King Le cose importanti sono difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna perché le parole le immiseriscono. Le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale. Il treno è partito. E io rimango sul binario, sul nostro binario 3.
Mi sta capitando qualcosa di nuovo e sconvolgente. E stupendo. Mi pongo delle domande nuove a cui non trovo risposta. Scrivo qualcosa di terribilmente cattivo. Ogni volta che mi è capitato di pronunciare il parolone, quello grosso, mi sono sempre chiesta cosa avessi mai fatto, nell'istante successivo. Non è dire che mi pentivo, ma è come dire che non ero pienamente sicura della cosa. Non sapevo potesse essere una cosa di cui si è convinti. E' complicato ma forse no.
La coerenza mi ha portata sempre avanti, ma come poter dire una cosa del genere? Come può reagire il cuore di una persona a cui dici "non sono sicura"? Oggi so che alcune certezze possono esistere e mi basta guardare te negli occhi. Svegliarti al mattino con un bacio. Perdersi alla metro. Ogni cosa. Con te.

27 ottobre 2006

Un pittore carnivoro

Ho aggiunto all'elenco dei link, questo. Il blog di un pittore carnivoro.

Riflettendo

Sono sul water, mia mamma sta arrivando a Torino, Roccio arriverà tra poco, domani c'è Copperfield ma anche il Linux Day (confido che Copperfield riesca a spostarlo nonostante il Linux Day sia già cominciato al mattino).
Devo essere sincera: non m'importa una sega del Linux Day. Tutte le volte che sono andata (e tutt'e due le volte, eh?) non ho mai capito nessuna delle conferenze che ho seguito. Tranne la lezione di base. Invece ai LiveHowTo sono andata più volte, imparando finalmente qualcosa di iptables, ma poco poco. Il resto delle volte mi sono addormentata in un angolino chiedendomi perché cazzo fossi finita tra informatici che parlano in linguaggio astruso anche per dirsi "devo fare la cacca" (rimanendo in tema). La verità è che mi infastidisce da morire non capire qualcosa, pur riuscendo a comprendere di non poter essere onnisciente.
Se incontrassi il genio della lampada come primo desiderio gli chiederei di poter esprimere infiniti desideri.
E lì sarei comunque indecisa su cosa desiderare.
Poi ci penso bene e alla fine è tutto semplice. Quando hai tutto non c'è null'altro che puoi desiderare. Si rifletteva sui rapporti io e un'altra linuxiana. Sui rapporti distruttivi.
Ma che senso hanno? Scivolare nell'abisso a causa di un amore non corrisposto, questo perché non puoi amare un'altra persona se non ami te stesso. E la persona distruttiva si odia, sa di fare del male, ma si nasconde dietro se stesso. Forse non è amore, è necessità di qualcuno che lo faccia smettere. Annientandosi.
Sono fortunata.

Canzone del giorno
Jatsu tsappari dikkari dallan
tittari tillan titstan dullaa,
dipidapi dallaa ruppati rupiran
kurikan kukka ja kirikan kuu.

Ratsatsaa ja ripidabi dilla
beritstan dillan dellan doo.
A baribbattaa baribbariiba
ribiribi distan dellan doo.

Ja barillas dillan deia dooa
daba daba daba daba daba duvja vuu.
Baristal dillas dillan duu ba daga
daiga daida duu duu deiga dou.

Alcune foto

26 ottobre 2006

Al Don Carlos

Non mi sono mai eccessivamente piaciute le discoteche. Quando ero piccina e avevo 12 anni le mie compagne delle medie già passavano i pomeriggi in angusti spazi a dimenarsi come pochi. E a baccagliare, come si dice qui. Tampinare, fare il filo, cercarsi un tipo, come volete chiamarlo. Io ho cercato per tutta la vita di non imitare mia sorella. Lei faceva la cubista e io non volevo andare in discoteca. Lei aveva fatto le superiori come grafica pubblicitaria e fotografa e io mi ero iscritta allo scientifico.
Alla fine mi sono ritrovata in discoteca non so come, e dopo essere stata bocciata al primo anno di liceo mi sono iscritta all'istituto per grafici.
La discoteca è stata opera di convincimento di un'altra ragazza di nome Carla.
Allora si va. Ma dove? Al Don Carlos, dice lei.
Così sabato pomeriggio chiedo aiuto a mia sorella per farmi sembrare un po' meno bambina di quello che ero. Il risultato è stato una coda alta che raccoglieva i miei lunghissimi capelli (che sciolti arrivavano fino alle chiappe), un paio di pantaloncini di jeans a mezzo sedere con sotto delle calze nere, un top marroncino che praticamente era un reggiseno e gli anfibi fino al ginocchio. Per completare il tutto mi aveva truccata come una prostituta di strada, se già qualcuno aveva dei dubbi con l'abbigliamento.
E la mia preoccupazione qual era? Che non sapevo ballare. Badate: non che stessi andando in un luogo pieno di maschi brufolosi e con gli ormoni a mille, ma che non sapevo ballare.
Capii in 10 secondi che lì dentro si fa di tutto tranne che ballare. C'è gente che limona sui divanetti, gente che si pesta i piedi, gente che si agita. Ma il ballo, in discoteca, non è di casa.

Comunque, a parte qualche pacca sul sedere da parte di anonimi, non ricevetti nessun apprezzamento particolare.

Dopo di allora ci andai ancora pochissime volte. Forse l'ultima risale a un paio di anni fa, quando con RagnoB ci siamo scatenate in un locale. Io stavo per essere atterrata da uno che ballava con i gomiti alti (sembrava pogasse). Cercavo di allontanarmi e lui mi chiese perché. Avrei dovuto rispondergli "Perché altrimenti mi uccidi".

Ricordi di discoteche ancora più in là, quando siamo andati in doppia coppia. La discoteca era il Privilege, se non ricordo male, ma poteva anche esserne un'altra. Per me una valeva l'altra. Io avevo un vestito da sera lungo e rosso di ciniglia. Capelli biondi e rossetto rosso.
Dovete sapere che prima il Privilege non era così: intendo, con selezione all'ingresso. Una volta entravano cani e porci. Per limitare il fattore porci hanno fatto un bel restyling hanno cambiato nome e inserito la selezione all'ingresso. Questo rimediò poco, perché i cani entravano, e i porci si vestivano bene ed entravano lo stesso. La camicia per l'uomo era d'obbligo. Con la donna erano meno cacapalle, ma questo si sa.
L'entrata costava un botto, ma noi conoscevamo un P.R. ed entravamo sempre gratis.
Quella sera come ospite c'era un'ex pornostar, che ai tempi era ancora pornostar, e ballava mostrando le sue grazie al pubblico (e ai fidanzati) sbavanti. Intanto io e l'altra donnina sbevacchiavamo una cosa piena di coloranti e alcol chiamata "angelo azzurro". Grazie al nostro amico P.R. avevamo anche dei tavolini prenotati da cui però siamo stati cacciati perché dovevano far sedere lei, la pornostar, per intervistarla credo. Quindi io e l'altra donnina già ubriache, ci siamo lanciate in insulti verso di lei.
"Puttana, troia, ridacci i nostri posti, stronza" e così via, da vere signore. Il mio ex fidanzato sboccò su uno dei divanetti. E l'altro uomo presente venne fermato all'uscita perché per sbaglio aveva presentato la tessera della settimana successiva, che il P.R gli aveva dato raccomandandosi di non farla vedere a nessuno.
Che serata.
Da schifo, ovvio.

Ora non vado più a ballare. Non mi interessa moltissimo. Persino i pub dove c'è musica ad alto volume non riesco a sopportarli. Se voglio fare due chiacchiere con una persona basta un tavolo e una birra.
E se voglio davvero ballare (tradotto come: muovermi in maniera convulsiva e scoordinata) posso farlo anche senza musica.
Io e Roccio balliamo continuamente.
Noi.

Canzone del giorno What Is Love Haddaway

25 ottobre 2006

Dei commessi, delle magie e di ogni cosa

Ieri sera ho visto Clerks 2. Mi è piaciuto e non l'ho trovato così osceno e volgare (qualcuno dovrebbe provare a guardare Scary Movie e vedere cazzi e mazzi, sul serio, per capire com'è fatto un film volgare). La differenza col primo è notevole. I personaggi sono gli stessi ma il film è a colori. Non viene narrata una sola giornata ma c'è un percorso logico, un periodo più o meno lungo. La trama di fondo è abbastanza banale, se vogliamo. Ma alla fine fa ridere, e per qualche risata in più qualsiasi stupidaggine va bene.
Oggi io e Roccio abbiamo comprato i biglietti per lo spettacolo di David Copperfield, sabato, ad Assago. Mica male come cosa, ci beccheremo lo spettacolo dell'uomo che ha fatto sparire la statua della libertà (stavo scrivendo la tour eiffel, scusate ma sono stanca da morire oggi).
Dicevo, oggi sono un po' cotta. Eppure la mattinata è stata mitica.
Un uomo mi chiama perché cerca un fornitore di sexy shop, che ovviamente non ho trovato.
Una signora mi chiama per cercare un sexy shop (ma ... è periodo?) in una o nell'altra città, ma non ce ne sono.
E il mitico mi chiede se può comprare una vera zucca intagliata per Halloween e dove.
Per non parlare della signora di Napoli che vuole la cartomante.
O del tizio che vuole parlare con la portineria di tale palazzo.

Il mondo è pieno di matti.
Comunque: in coda alla fnac per comprare i biglietti ci sono due tizie alla cassa che hanno appena acquistato i biglietti per il concerto di Gigi D'Alessio. La cassiera, che sa contare forse fino a due, si sbaglia a dare il resto perché, come dice lei, "questa cassa non calcola il resto". Dio Bono, come direbbe Roccio, non ci vuole una scienza.
Davanti a me invece c'è il sosia di David Copperfield vestito tutto di nero che, indovinate, vuole un biglietto per lo spettacolo del medesimo però a Torino stasera o domani. Ovviamente non ce ne sono più e lui viene rispedito al Mazda Palace nella speranza che lì abbiano ancora qualcosa.
Poi tocca a me, la cacapalle di turno.
Quanto mi è difficile rompere i coglioni (in certi casi). Quando sono andata l'anno scorso a comprare i biglietti per lo spettacolo di Aldo, Giovanni e Giacomo mi sono fatta dare i biglietti sulla fiducia senza sceglierli e infatti ci siamo ritrovate io e mia mamma in una postazione molto molto molto laterale.
Oggi mi sono impuntata un po', ma cacchio. AGG è una cosa ma David è un'altra.
L'uomo che ha fatto sparire il suo jet personale.
In ogni caso mi presento così: "Voglio i due posti migliori per lo spettacolo di sabato a Milano, non importa l'ora" perché ci sono tre spettacoli: alle 14, alle 17.30 e alle 21. Abbiamo stabilito che i posti migliori erano alle 14 o alle 17.30: secondo settore perché il primo settore era esaurito. Ok, le dico, mi dia il secondo settore, a questo punto alle 17.30, ovviamente due posti vicini (la coda intanto era diventata di proporzioni allucinanti). Lei mi fa pagare e scopre che due posti vicini non ci sono. Le dico che no, allora scelgo lo spettacolo delle 14 (lei intanto ha i capelli ritti in testa ed emana scariche elettrostatiche dal naso). Poi mi fa andare dietro al bancone e vedo che allo spettacolo delle 14 dei posti per il primo settore ci sono. Avrei voluto prenderla a scariche elettriche con le stesse scariche elettrostatiche che le uscivano dal naso ma va bhe, intanto lei si lamenta perché non sa se si può fare dato che ho già pagato. In ogni caso già che ci sono mi fa scegliere i posti e io li scelgo supercentrali. Ed esco con il sorriso sulle labbra di chi per la prima volta ha chiesto ad un estraneo esattamente cosa voleva. E lo ha ottenuto.

E beccatevi questo filmato.

Tu vu' fa' l'americano

Il sonno è decisamente d'obbligo. Oggi dovrò di nuovo portare il cama dal veterinario che, ricordiamolo, sta in culo al mondo.
Ma oggi è mercoledì, venerdì arriverà in un lampo.
Ieri ho fatto dei sogni bizzarri, un leone che parla, una strana lezione universitaria di chimica che insegnava il riconoscimento delle spezie, una ragazza (nel sogno la mia ragazza) che mi regala un ciondolo a forma di cuore, del diametro di 5 centimetri circa, di plastica trasparente e rossa ma pesantissimo. Una pantera che cerca di aggredirmi.
Stanotte invece ho sognato il Cecchi. Facile questa. Ieri sera Roccio mi dice che da quando è uscito il Cecchi da "L'isola dei famosi" non è più divertente. Intendeva Ceccherini, ma io pensavo "Che c'entra il Cecchi (assistente di laboratorio del liceo dove andava lui, nonché presidente onorario dell'associazione italiana piante carnivore)?".
Pare che all'892424 stiano mandando via un sacco di gente a cui è scaduto il mese di prova. Mi sembra che la facciano un po' troppo difficile per un lavoro dove bisogna solo rispondere al telefono. Ho capito che vogliono aumentare lo standard di qualità, ma esagerano..
Mi sembrano molto americani con le loro trovate: il giornalino in cui tutti possono scrivere, la segnalazione da parte nostra dei libri che preferiamo perché loro possano comprarli e allestire una biblioteca interna, e l'ultima trovata. Il concorso. Se tutta la sala riesce a raggiungere obiettivi impossibili verranno estratti a sorte 25 fortunati a cui andrà un iPod o un lettore mp3 qualsiasi da 1gb. Come mi faceva notare Roccio ieri sera: aumentare il loro fatturato di un tot di mila euro farà vincere a qualche fortunato nemmeno un centinaio d'euro.

23 ottobre 2006

Dell'inutilità del fondotinta

Ma perché non mi riesce mettere il fondotinta?
Oppure, perché il fondotinta su di me non ha alcun effetto? Non ho mai usato cose in faccia. Sempre truccata solo occhi e labbra.
Ho comprato un fondotinta a 5 euro. Una schifezza, lo so. Anche perché se avessi dovuto comprare un fondotinta solo di semimarca avrei dovuto fare un mutuo. Io sono pallida come la neve, mi piacerebbe mettermi anche un po' di fard rosato ma rischierei di sembrare Biancaneve, solo più ubriaca di vino, vista la mia incapacità in quel senso (traduzione: non so metterlo. Oggi scrivo a schifo).
Oggi sono andata a fare shopping terapeutico (mi manca Roccio) e ho preso due gonnelline. Mi vanno strette ma ho deciso di dimagrire quindi van bene. Credo di aver preso un paio di chili che smaltirò in breve tempo con una dieta fantastica. Non mangio nulla e quando sento che sto per svenire butto giù un pezzettino di formaggio.

Ovviamente scherzo, ma ho sentito questa frase nel film "Il diavolo veste Prada" e l'ho fatta mia. Da dire a tutti quelli che mi dicono "Ma come sei maaaagraaaaaaa.. ma mangia un poooooo'".

Grande mia nonna che ha visto la guerra e per lei i rotolini sono essenziali per salute. Mi vede e dice che devo mangiare di più (ovviamente tutto in dialetto molisano), mi vede in gonna e mi dice "Vedi vedi che belle coscette che hai" (Vid' Vid' che belle coscett' che tì).

Anche questo da dire al prossimo che mi dice che sono maaaagraaaa.

Frase del giorno: Far bene l'amore fa bene all'amore e anche a tutto il resto (persino i programmi sembrano giovarne).

Porc..

Avevo scritto un post impegnato ma firefox si è chiuso lasciandomi solo con le mie illusioni e i miei sogni infranti.

Firefox del cazzo.

Devo andare al lavoro. Ma tornerò. Forse.

22 ottobre 2006

Visto che

Roccio è sul treno, in viaggo verso Firenze. Io tra poco mi doccio e non so se cenerò, dato che ho mangiato al pastarito una porzione incredibile di pasta. Non potrei mai mettermi a dieta visto quanto mi piace la pasta. Pasta pasta pasta.
Il bis di pasta del pastarito è umanamente impossibile da finire (Roccio ce l'ha fatta ma io sono miseramente crollata prima). Dato che ho milleuno cose da scrivere ma le dita mi abbandonano in un intenso tip tap verso il sonno profondo, e dato che ho imparato a mettere i filmati di youtube qui (sento già la voce lontana del Cinfa che dice "E che 'zzo ci vuole?") vi lascio con la marcia dell'algoritmo. Da fare in casa con amici o con i parenti ubriachi durante matrimoni o battesimi. Per i più coraggiosi, da fare in strada.
Ovviamente vanno imparate anche le parole, se no è troppo facile.
Ho puntato una gonnellina viola con annesse calze a righe. Domani penso proprio di andare a fare shopping terapeutico. Comincia a pesarmi questo autunno con questo tempo grigio. A parte ieri che c'era un sole da favola. Ma Roccio era qui, e non poteva essere altrimenti.

19 ottobre 2006

CIn CIn

Il caso di Minnie e Topolino.

Ha fatto tanto scalpore il fatto che in una specie di festa dietro le quinte, ad EuroDisney Minnie e Topolino abbiano giocato a fare gli sporcaccioni. Suvvia.. Non è mica successo nulla. Guardate il video, sono solo persone che si divertono un po'. E che adesso rischiano il posto.

Va bhe, dai, domani sera è un altro giorno. Davvero

Guardatevi il video intanto

Vi presento Big Joe

Se al mattino, alle 6, ho l'energia di ballare Vogue saltellando per la casa le cose devono andarmi davvero bene.
Qualche giorno fa ho fatto una bruttissima mucca con il das, che dovrebbe ricordare la mucca di bottomap. Fa anche il gesto dell'ombrello, di più non so. Adesso mi guarda con aria di sfida.

Proprio ora sento che qualcuno batte con un martello, quindi a quest'ora c'è anche chi ha l'energia di mettere un chiodo. Bizzarro.

Nella foto potete vedere il mio Big Joe, tutto rosso perché arrabbiato/eccitato. Speriamo che chi lo ciapa abbia una femmina di pardalis. Eheh.

Bene, ora faccio colazione, compilo uno stupido modulo da spedire all'assicurazione e poi vado a lavorare.

Canzone del giorno: Crazy Seal

18 ottobre 2006

Il mio camaleonte sta bene. Quello che mi sembrava un prolasso dell'intestino in realtà è solo un emipene che spunta. Traduzione: il mio piccino ha raggiunto la maturità sessuale ed è eccitato come un riccio in calore. Oggi ha cercato di mordermi mentre tentavo di prenderlo per portarlo dal veterinario, che dopo un'attenta analisi durata circa un minuto e mezzo (per un viaggio totale di due ore, tra andata e ritorno), mi ha chiesto di dargli delle vitamine e di fare attenzione alla sua cacca.

Sono decisa a darli via, entrambi. Non riesco più a badare loro.
La cosa, ammetto, mi spiace moltissimo. Sono animaletti stupendi, curiosi, unici. Ma non posso tenerli solo per puro egoismo.

Quindi ho messo un annuncio sul forum di sanguefreddo, sperando che mi rispondano poche persone ma davvero appassionate.

Oggi mi sono stati dati i turni per il primo novembre. Lavorerò, e dalle 8.30 alle 12.45. Alla salute, nemmeno Halloween festeggio.
Ma chissenefrega. Io festeggio tutti i giorni.

Canzone del giorno: Vogue Madonna

17 ottobre 2006

EDIficante o TONIficante?

Mi scrive oggi Chiara, appassionata di carnivore come me. Dice che legge il mio blog e lo trova tonificante anche se per uno strano lapsus avevo letto edificante.
Oggi qualcuno mi chiede il numero di mondo convenienza e io, come una pazza squilibrata, mi metto a cantare al telefono la canzoncina mondo convenienza-a la nostra forza è il prezzo-o. Seguita a breve dal pazzo all'altro capo del telefono.
Oggi ho visto "Il diavolo veste prada". Ammetto di avere avuto un leggero deja-vù. Ricordo quando lavoravo come grafica editoriale per il giornale di modacapelli. Oddio, non era propriamente così, anzi. Ma ricordo quanto facesse paura il capo, quante occhiate malefiche mi lanciassero i colleghi perché io, ad esempio, rispondevo al cellulare se qualcuno chiamava quando era presente Lui nella stessa stanza. Oppure quanto si arrabbiasse quando facevamo pranzo in sala riunioni spostando le riviste che Lui aveva messo in ordine (quale non so). Qualche testa ogni tanto cadeva. A volte le persone venivano messe a fare un lavoro non proprio consono al loro curriculum. Ce la mettevano tutta per fare questa cosa ma non riusciva sempre perfettamente. E magicamente il loro contratto non veniva rinnovato. Io ero nei gradini bassi e una sua sfuriata non l'ho mai nemmeno sfiorata. Per i miei errori pagavano i miei responsabili e io mi subivo le loro sfuriate, che in ogni caso non erano da meno. In genere la scena era questa: non si trattava di una sfuriata, quanto di una specie di umiliazione pubblica, comprensiva di sbuffi, trattamenti da idiota e una girata di tacchi che ti facevano rimanere lì, come un ebete, a chiederti perché mai devi lavorare in un posto simile.
Infatti non ho resistito a lungo. Dopo un tot di questi trattamenti completi sono andata via. E anche se avevo un contratto a tempo indeterminato, mentre ora mi dimeno tra lavoretti precari, non mi sono mai pentita.
La felicità prima di tutto.

Canzone del giorno: Lascia stare Samuele Bersani

C'è gente strana in metro

Ieri esco dal lavoro, dopo una mattinata allucinante in cui una persona chiede di un ristorante di nome "gusto" in una città, non ricordo quale, facciamo finta che sia Roma. Al telefono un sacco di lettere si confondono e io capisco "gusso". Le chiedo di ripetere lettera per lettera, lo faccio spesso. Lettere come la esse, la effe, la ti, la vi, si confondono troppo troppo spesso. Ma lei stizzita mi ripete per intero "gusto" e io continuo a capire "gusso" e non trovo nulla. Quindi le dico "mi scusi, gusso è genova udine savona.." e lei "no, NO, le ho detto a Roma!"
C'è chi mi chiede di metterlo a contatto con l'azienda. Ci sono le aziende che, chiamate e avvisate del fatto che c'è una persona in linea per loro, mi dicono che non le interessa.
Esco e in metro incontro un collega. Faccia da ingegnere, occhiali da ingegnere, maglione da ingegnere. Penso: "E' un ingegnere". Mi dice "ciao collega" e vedo che effettivamente ha lo zainetto dell'892424, quello che io non riesco a indossare perché mi vergogno a morte della scritta, per quello ho incaricato Roccio di trovarmi una toppetta dei Tankard o dei Rammstein , ma anche di Pluto o Paperino, perché qualsiasi cosa è meglio di quell'orrore. Lui dice che è al secondo contratto, si vanta di quanto guadagna, del fatto che è appena stato spostato ai clienti Prontissimo, che sono gli abbonati al servizio, ed evidentemente non ha mai avuto a che fare con una donna, date tutte queste cose. Scopro invece che ha fatto, o sta facendo, giurisprudenza: in un certo senso è anche peggio. Mi salvo perché a Porta Susa lui deve scappare per prendere il treno, e io ringrazio il cielo (di Roccio).
Sabato Roccio mi ha fatto vedere un cielo che ha fatto al computer e ieri davvero sembrava esserci il suo cielo, lasciato quii apposta per me, su Torino. Mi manca davvero tanto questa settimana.
Oggi dovrò portare il camaleonte simpatico dal veterinario. Sembra stare male, tipo avere una specie di prolasso dell'intestino ma non così grave. Diciamo emorroidi per sintetizzare. Ho il camaleonte con le emorroidi.
Non mi entusiasma la cosa, per mille motivi. Mi rendo conto che non riesco a stare dietro a queste bestiole e dovrò darle via. E mi intristisce perché sono animali decisamente affascinanti.
Pazienza. Vorrà dire che avrò più tempo per altro, e meno problemi nello spostarmi.

15 ottobre 2006

Sì, stupendo

Il treno chiude le porte e scappa. E io vorrei scappare con lui.

Non ci sono molte parole, non posso spiegare molto. Sto solo mandando curriculum a raffica a Firenze.

Ieri sera Minchietta Uno e Ducci ci hanno portato in un posto dove la birra viene servita in vasetti per pipì, e il metro è il "bisogno". 1 bisogno corrisponde a 1 litro, 1/2 bisogno a mezzo litro, e così via.

Decisamente surreale quando la schiuma della birra ti abbandona e vedi questo liquido giallo trasparente dentro questo contenitore. Da brivido.

13 ottobre 2006

Stasera, che sera

Tra poco arriva Roccio. Tra poco esco e mi avvio verso la stazione.
Non vedo l'ora.

Ieri ha cominciato a lavorare in un nuovo posto, insieme a Stallman. Io sono stata contattata per un altro colloquio a Firenze. Stavolta però ho dettato subito condizioni, dicendo che potrei andare solo giovedì, se a loro va bene. Nel caso gli farei sapere martedì se mi è stato concesso il giorno di ferie.
Non so nemmeno che lavoro è, ma è full time e sinceramente non mi interessa il tipo di lavoro. E' un inizio, no?

Intanto vado al colloquio e sparo le solite quattro megaminchiate, dico che non sono disponibile subito, ma almeno avranno visto che sono talmente interessata da prendermi un giorno di ferie e farmi 400 e passa km.

Telefonata clou del giorno:
Se desidera la metto direttamente in contatto..
(Voce napoletana) Sì, mi metta in comunichescion..

Piesse: Snoopy mi ha scritto una mail e sta bene. Come sono felice, è un anno magnifico..

12 ottobre 2006

E la macchinina

Ieri ho ritirato la macchina dal meccanico. Ora, è vero: gli ha dato solo due martellate tenendola due giorni, ma mi ha fatto pagare solo 35 euro. Non ho mai sentito una cifra simile in nessun caso. Nel mio immaginario meccanici e carrozzieri vivono in una casa fatta d'oro e tappezzata della cartamoneta che scippano ai loro poveri clienti.
Meno male che esiste ancora gente abbastanza onesta. Comunque io lo pubblicizzo perché mi sembra logico. Lui si trova in via bollengo 15 a Torino. Vicino alla fine di corso giulio cesare.

Oggi un signore mi chiama perché voleva chiamate l'omnitel. Gli dico di chiamare il 190 perché è il numero della vodafone. Lui dice che vuole parlare con un operatore e non riesce. O madonnina. Mi chiede se posso passarglielo io, ma io non posso. Allora mi chiede se conosco a memoria il numero del menù del 190 da fare per parlare con un operatore. Madonnina.

A volte questo lavoro è davvero divertente.

11 ottobre 2006

Il mio cane è talmente viziato che dorme con la luce accesa

E a volte anche la tv.

Oggi cerco, non so, capisci? Oggi cerco e trovo. E decido che questa è la vita che voglio fare. Mi spiego? Cioè non che io abbia un obiettivo preciso, o meglio sì. Mi segui? Non ci vuole una tale laurea, voglio solo stare bene, voglio ogni giorno rincorrere il meglio. Non sono mai stata brava ad accontentarmi. Così critica anche su me stessa. Sugli altri è peggio.
Non posso chiedere di meno, solo di più.
E' questa la vita che voglio.
Mi manca solo un passo, un piccolo passo.

Dammi ancora un secondo, dammi solo un secondo. E' una questione di attimi.
E se ora ho tutto, tra un attimo avrò di più.

10 ottobre 2006

A volte ritornano

Adesso che l'afflusso al sito si è ridimensionato e tanta gente non viene più a passeggiare tra i miei pensieri, mi viene più facile scrivere solo per me.
Oggi ho ricevuto una mail di un mio ex che dice di essere arrivato al sito casualmente (oppure digitando su google "piante carnivore carla" come i riferimenti a destra rivelano). Va bhe, non fa nulla. C'è una cosa che mi fa piacere, non ci sono riferimenti di odio e astio o rancori strani. L'ultima volta che ci siamo visti, un anno fa, ancora saettava qualche fulmine nonostante fossero passati ormai tre anni da quando c'eravamo detti addio.
Tre anni sono tanti. In tre anni un bambino passa dal non capire un cazzo a capire tutto.
Comunque.
Qualche mese fa avevo ricevuto notizia da RagnoB del suo matrimonio. Ne ero lieta. Insomma, credo che sia una questione di puro egoismo ma non solo. Quando a causa tua qualcuno sta male, poi sapere che le cose vanno meglio, che vanno molto meglio, che certi vuoti sono stati riempiti, ti toglie un peso dalla coscienza. Un enorme peso.
Leggere tra le righe assenza di rancori è una bella conferma.
Oggi poi mi è capitata una chiamata assurda. Caspita. Le persone confessano cose molto personali quando hanno proprio bisogno. E un estraneo forse può essere la cosa migliore quando non sai chi ha orecchie per ascoltare segreti molto vicini al cuore.
Poi altre chiamate assurde, molte delle quali irrisolvibili. Insomma una mattina allucinante. Inoltre l'ultima chiamata prima della pausa ha sforato di 5 minuti, così ho fatto una pausa di 10 minuti anziché 15. Quindi pisciatina veloce, lavatina di mani, qualche messaggio alla mia vita e via, di nuovo in postazione a risolvere i problemi altrui. Chi deve fare spedizioni navali, chi deve chiamare le poste, chi deve rintracciare un agente. Chi ha bisogno all'ultimo secondo di un albergo a Roma, che abbia però il parcheggio custodito e che sia vicino alla metro. Ah, e da non spenderci tanto, ovvio.
Ma il sole mi sorride, la vita mi sorride, e mi sorride anche il volantino che ho fotografato, che mi ricorda che le persone normali non esistono proprio.

09 ottobre 2006

Da torinosette

Il pensiero debole

di Luciana Littizzetto

29 settembre 2006




Settembre. Andiamo. E' tempo di migrare. Lasciare la casa natia e convolare a giuste nozze. Questo è il mese perfetto per i matrimoni. Né caldo né freddo. Né bello né brutto. Come il matrimonio appunto. Di questi tempi ovunque ti giri trovi una sposa in posa che si fa fotografare. Perché da un po' di anni a questa parte è partito sto delirio delle foto. Una volta il fotografo faceva un tot di foto sempre uguali. L'uscita dall'Alfetta, l'entrata in chiesa con lo strascico a braccetto del padre pettinato come Mal, lo scambio tremolante delle fedi, gli sposi con la lingua di fuori a prendere l'ostia e poi l'uscita con il lancio del riso pacchetto compreso. E poi gli scatti sul sagrato. I parenti di lui. Quelli di lei. I testimoni. Gli sfigati che non rientrano in nessuna categoria e alla fine il taglio della torta e il brindisi con i gomiti incrociati. Fine. Una presenza discreta quella del fotografo, che ogni tanto sbucava per poi ritornare nell'ombra.

Adesso il fotografo è una rottura di palle infinita. Uno spaccamaroni micidiale. Un flagello continuo. Come avere un ratto nelle mutande. Fosse per lui comincerebbe a fotografarti un anno prima. Sadico. Rapisce gli sposi appena dopol'uscita dalla chiesa e li tiene in ostaggio per minimo due ore. Li schiaffa nei parchi pubblici tra le cacche dei doberman a far finta di guardarsi con l'occhio languido mentre loro lottano disperati contro la cecagna e il calo di adrenalina. Gli invitati nel frattempo, al ristorante, imprecano come angeli dannati gonfiandosi di grissini per placare i morsi della fame, i bambini danno i numeri e vengono battuti come tappeti persiani mentre le fighette lottano con le acconciature che lentamente ma inesorabilmente cominciano a sderenarsi.

Alla fine gli sposi arrivano alle tre del pomeriggio e tutti, indistintamente, li odiano. Ma c'è di peggio. Il video. Ci sono quelli che fanno il video. Ormai se non fai il video non vale neanche più la pena di sposarti, di fare figli, o di far fare la comunione ai figli. Ma il bello è che non si fanno più i video normali, un po' sbirgoli e stortignaccoli, come li facevano i nostri papà negli anni 70. Quelli che ancora adesso ti fanno venire una tenerezza da lacrime agli occhi. Si girano colossal.

A Napoli il must è noleggiare addirittura un camion regia e uno spazio col satellite. Ci sono quelli che lo fanno in stile Padrino, con tutta la famiglia in gessato schierata sul sagrato con lo stecchino in bocca, oppure sul genere Via col vento con la sposa che svolazza qua e là impacchettata nel tulle mentre i ceri bruciano voluttuosamente. Negli ultimi tempi in più è scattata anche la perversione del back stage. Il dietro le quinte. I rumori fuori scena. E lì l'occhio indiscreto del grande fratello non si risparmia per nulla e riprende di tutto.

La sposa che fa 500 pipì prima di vestirsi, lo sposo che per ingannare l'attesa si taglia le unghie dei piedi, la sorella di lei ingrassata di 20 chili che spacca la cerniera del tailleur, il padre di lui che beve il bicarbonato perché non ha digerito la trippa della sera prima, la madre di lei in tipica isteria post mestruale e la testimone di lui vestita da trans e pettinata come Caparezza. Ma io mi chiedo: Perché?


Scrittura libera di cagate.
Oggi sono un po' cotta. Ho incontrato Babu in centro e abbiamo fatto quattro chiacchiere, nonché abbiamo pranzato insieme (alle 15) al McDonald's. Lui non era molto convinto: dopo 3 anni di cibo sano si era quasi disintossicato dagli hamburger. Ma dalle superiori ci si vede così poco, e un'occasione del genere chissà quando ci sarebbe ricapitata.
Babu è un mio compagno delle superiori. Ha 24 anni ma ne dimostra 15 (e non è male, vorrei dimostrarne io così pochi). Ha alcuni talenti naturali e sta coltivando la passione per il canto. Ogni tanto manda qualche demo a qualcuno e secondo me ce la farà perché è in gamba. Peccato che abbia mollato i fumetti: disegna dei manga davvero fantastici. Sempre sempre a sfondo erotico. Anzi, più che a sfondo, a primo piano. Indimenticabile il suo disegno della donnina che ha un orgasmo e che fa "spruz spruz" dalla patata. Quando ha disegnato i suoi compagni ovviamente mi ha rappresentata davanti a un iMac. Purtroppo ci facevano usare quelli ai tempi. Sì quelli, dai. Gli iMac colorati che andavano tanto ed erano un insulto all'informatica.
Tra le varie cose fatte oggi, la denuncia di sinistro alla Genialloyd, compagnia di assicurazione online che è stata davvero celere a ricontattarmi per varie ed eventuali, e il trasporto della povera seicento dal meccanico, che ormai non riesce più a svoltare a destra senza distruggersi lo pneumatico anteriore sinistro. Il meccanico si ricorda di me, per forza. Sono finita da lui quando il benzinaio mi aveva avvitato male il filtro dell'olio, con conseguente perdita totale dell'olio e chiamata del carro attrezzi (meno male che la macchina era ancora in garanzia e non ho pagato), sempre da lui quando una strana spia gialla si era accesa rivelandomi la sua presenza sospetta (pur ignorandone la funzione), e da lui ancora quando, pochi mesi fa, dei manigoldi mi hanno spetasciato il nottolino per rubare ogni cosa rubabile all'interno della vettura. Guarda la macchina e scuote il testolone, è più spiaciuto di me. Gli dico di dargli qualche martellata solo per farla andare avanti, tanto non sono provvista di dinero al momento per farla bella. Gli chiedo quanto potrebbe venirmi a costare e lui, con fare mafioso, dice sottovoce "Non preoccuparti per quello, non importa". Sono tornata a casa fischiettando e controllando il mio cielo color vaniglia che piano piano lasciava il posto alla sera. Molto piano.

La foto è stata fatta sul fiume Stura, vicino casa. Sulla collina a destra si vede Superga.

Canzone del giorno: Pride (In the Name of Love) U2

08 ottobre 2006

Il vento soffia piano

Sono a casa, per quanto possa definirsi casa. Roccio è partito e vederlo salire sul treno mi ha messo un po' di tristezza. Ecco perché appena arrivata a casa ho fatto suonare il peluche che CI siamo regalati. Mette allegria, mentre muove le braccine e apre la bocca simulando anche il vibrato. Roccio mi mette una serenità che non ha pari, qualsiasi cosa accada. Potrebbe arrivare un pauroso terremoto e stretta a lui non sarebbe così terribile.

Venerdì sera ci siamo fatti una birretta in un pub, sabato siamo stati al centro commerciale e la sera ci siamo ingolfati di patatine e birra guardando Doom in albergo. Lo so che sembrerebbe tutto così banale e scontato visto da fuori. E' il bello di fare quello che ci va senza grosse pretese. Per me la priorità assoluta è stare bene. E sto bene.

Sabato mattina ho anche tamponato. Che gran rottura di balle. Ma anche lì, almeno non ero sola. E non lo sarò più.

Torniamo a casa di mia mamma oggi per posare il mio zaino e un mucchio di altra roba (birre, patatine, bicchiere per birra che ci han dato in regalo con le birre, ecc). Stasera mia mamma mi chiede: "Ma è un tuo amico o il tuo ragazzo?"
Dannate mamme.
"Perché?" le chiedo.
"Così, è tanto simpatico".

Vedono lungo.

Canzone del giorno: Benvenuti in Paradiso Antonello Venditti

06 ottobre 2006

Chiedi quello che vuoi..

Stasera viene Roccio, domani saremo allo SMAU, faccio fatica a scrivere e a pensare. Eheh. Mi hanno di nuovo chiamata per il casting di uno spot nonmiricordoquale. Ma non andrò.

Quante cose ti darei
Chiedi quello che vuoi
Lasciami disegnare la mia vita insieme a te

Canzone del giorno: Chiedi quello che vuoi Davide de Marinis

04 ottobre 2006

Voglio

Solcare con te nuovi cieli. Plasmare nuvole con i nostri sogni.
Viverti.
Sempre.

Pronto, Stefano..?

Sì sì, la mia prima chiamata buffa.
Benvenuto in 892424, buongiorno sono Carla, come posso aiutarla?
(Voce di una bambina). Sì, ciao guarda io cercavo Stefano.
Come prego?
Sì, volevo parlare con Stefano, so che lavora lì.
Guardi qui siamo in molti e non posso passarle la persona.
Come no? Non puoi chiedere a qualcuno?
Non mi è possibile trasferire la chiamata, mi dispiace.
Ma come no? Sono sicura che oggi lavora lì.
Non mi è possibile fornirle il tipo di informazione richiesta, grazie comunque di averci chiamato, buona giornata.

Ho come l'impressione che mi abbiano fatto uno scherzo. Pagando un euro e cinquanta al minuto. La gente è proprio bizzarra.

Oggi chiamate a raffica non potevo fermarmi nemmeno per bere un sorso d'acqua. Tutti volevano sapere il numero dell'enel. Ma sono arrivate le bollette?
Ho chiesto ferie per il primo gennaio, ma mi sono state rifiutate. La risposta è stata la seguente "Non è possibile chiedere ferie in un giorno di festività, possiamo semmai concedere la festività".
Bene, come si fa a fare richiesta di festività, ce ne fosse bisogno? Viene assegnata randomicamente? Oggi prima di entrare guardo il manualetto di Axapta accanto ai computer. Viene espressamente indicato di non richiedere ferie nelle festività. E quindi?
Posso comunicare con qualcuno o è solo un'azienda virtuale? Sarò costretta a scrivere una mail chiedendo informazioni. Che maroni.
Volevo scrivere qualcosa ma meglio andare va'. Ho trovato la soluzione per Firenze. Oggi chiamo il tizio, gli dico che chiederò permesso per questo venerdì o il prossimo così discuto prima con lui sul possibile giorno di colloquio. Poi chiedo il permesso al lavoro con quel cazzo di software brutto dell'Axapta. Poi preciso che in ogni caso non sarò libera per almeno due mesi (tempo di trovare sistemazione, dare dimissioni, ecc ecc). A quel punto lui mi manderà a cagare ma almeno io ci ho provato lo stesso, no?

03 ottobre 2006

Il mio nuovo lavoro mi insegna che siamo tutti parecchio pigri da non riuscire nemmeno ad aprire un elenco telefonico. Evviva.

Facendo un paio di calcoli, solo con le chiamate di ieri mi sono pagata lo stipendio del mese. Calcolate che una signora ha chiamato solo ed esclusivamente per sapere quanto costava quella chiamata al minuto. La gente è fuori. Come l'universo.
Ieri mi ha chiamato una libreria di Firenze per un colloquio. Ed ora?

02 ottobre 2006

(Empty) Tankard

Avete mai visto Clerks ("Commessi")? E' un film costato pochissimo, parla di commessi appunto. I due personaggi più mitici sono Silent Bob e Jay (nella foto da sinistra). Silent Bob si chiama così perché non dice nulla. Forse in tutto il film dice una parola sola, e Jay parla per entrambi. Anzi parla per tre - quattro persone. Compaiono anche nel film "Dogma" dove Silent Bob è stato tradotto come Zittino Bob e Jay diventa Il profeta.
Pare bizzarro incontrare personaggi così nella vita di tutti i giorni, invece.

Sabato sera siamo andati al concerto dei Tankard. Adoro questo genere di cose: hai la possibilità di osservare degli strani animaletti nel loro habitat naturale. Gente che normalmente lavora in uffici e magari indossa giacca e cravatta (vergognandosene parecchio) e in questi avvenimenti tira fuori la bestia che ha dentro, non solo con gli abiti.
Arriviamo al locale, fuori ci sono già dei personaggi bizzarri, ma quelli a cui ci avviciniamo io, Roccio e Cosimo sono i più spettacolari di tutti. Silent Bob, appunto, e Il Profeta. Silent Bob ha i capelli lunghi e pizzo e baffi. Sembra piccoletto ma solo perché è un po' rotondetto, parla poco. Ha una specie di gilet di jeans pieno di spille (suppongo di gruppi thrash - grazie per la correzione amore). Di Silent Bob ho sentito a malapena la voce. Forse ha detto "Piacere" quando ci siamo presentati, ma forse no. Il Profeta non sputa mai a terra, come si dice di chi parla davvero troppo. E' pieno di birra e di altri liquidi alcolici, forse ha già fumato, di sicuro fuma davanti a noi. Non fa che parlare e non riesci a introdurti nemmeno nelle pause che fa per respirare, se ne fa. E' un drogato di risse (se avete visto Trainspotting lui è alla stregua di Begbie: se nessuno cerca rogne, le cerca lui) e parla solo di figa. I canoni di bellezza nel club thrash sono molto alterati. Più la ragazza è trash, più fa thrash. Mi spiego?
Il Profeta ne individua una. Maglietta bianca con maniche tagliate con su scritto Thrasher, occhi azzurri e capelli biondi lunghi spettinatissimi. Jeans attillati. La chiameremo Pupilla perché ha le pupille talmente dilatate che a guardarla negli occhi ci vedi tutto nero con un sottile bordo azzurro. Pupilla mostra alle amiche e agli amici, orgogliosa, il dente spezzato e un taglietto sulla fronte.
Il mondo metal è bizzarro. Ogni appartenente a un gruppo di musica smerda gli altri. I seguaci del thrash schifano i seguaci del gothic che schifano i seguaci dell'heavy che schifano i seguaci del power metal e così via. Così il profeta ci regala una delle pillole di saggezza che mai scorderò: "Un uomo con il pacco strinto è tutta un'altra cosa". Il look è richiesto, ed è il seguente: jeans stretti con scarpe nonimportaquali mi sembra di aver capito. La maglietta deve essere di un gruppo thrash, sono graditi gilettini di jeans piene di spillette. Io e Cosimo spiccavamo come piante nel deserto del sahara. Lui camicia nera e pantaloncini, io felpina blu e jeans nonstrinti. Roccio aveva la maglia dei Nuclear Assault, non vale.
Mentre Il Profeta ci spippola su quante ne ha trombate e dove, e Silent Bob sta in silenzio da qualche parte, e Pupilla guarda nel vuoto, ci passa accanto il pullmino dei Tankard. Lo salutiamo gesticolando e proseguiamo a raccontare. Buffo vedere che ogni personaggio strano che vedo e indico a Roccio con un "Guarda quello, è fantastico" il tizio improvvisamente si avvicina e attacca a parlare con Il Profeta. Posso serenamente dire che il gruppetto di gente più bizzarra era raccolta attorno a noi. Mille raccomandazioni da parte di Roccio: ci sarà molto casino, non hai idea, è uno stanzino piccino e il volume del suono sarà spaventoso. Si opta per entrare, è tardi, tra poco cominceranno. Il locale è piccino ma bellino, si rivelerà una trappola all'uscita, quando miriadi di persone si riverseranno all'esterno causando code e intoppi. Un po' come quando sei in macchina e piove e improvvisamente casca il cervello a tutti gli automobilisti.
C'è un banchetto dove i Tankard stessi vendono le loro magliette. Carine.
Ci sistemiamo. Sotto il palchetto si sistemano anche i pogosi. Parte un gruppetto spalla di cui nessuno ricorda il nome. Ma sono simpatici e alla fine, come ultimo pezzo, fanno una cover dei Tankard, i quali entrano sul palco e cantano tutti insieme. Credevamo ci fosse un altro gruppo spalla prima dei Tankard ma quando è arrivato il superfonico e gli è stata portata una birra abbiamo subito capito che era proprio il tecnico del suono dei Tankard. Perché sapete, questo gruppetto parla solo di birra. Qualcuno potrà dire che sono solo una beer-band, ma la birra è una cosa seria (detto da loro durante il concerto. Solo questa frase li ha elevati a mio gruppo preferito).
Il volume è alto ma sopportabile, pensavo molto peggio. Quando cominciano a suonare i pogosi si scatenano, qualcuno si lancia dal palco, quasi tutti roteano i capelli a mezz'aria. Io, che intanto mi sono levata il felpino blu, con la mia maglietta bianca in quell'oceano di magliette nere spicco come un pino nel deserto. Ragazze dark senza espressione alcuna guardano il cantante, lievemente depresse. Io sperimento la famosa nota marrone e mi scappa da cagare non appena cominciano a suonare. Meno male che poi passa. Il cantante dei Tankard è mitico. Cicciopasticcio oltre a essere un tedesco robustone ha anche un bel panzerotto da birra. Anzi: un bel panzone notevole da birra, capelli lunghi e riccioli e il desiderio compulsivo di mostrare il suo bell'ombelico al mondo tirandosi su la maglietta. Il bassista vive nel suo mondo, tiene gli occhi semichiusi per quasi tutto il concerto, non sta mai dove sta il chitarrista, anzi, quando questo gli si avvicina lui si scansa e va dall'altra parte del palco. Il batterista sembra la bambina di The Ring. Peccato che è biondo se no era preciso preciso. Tiene sempre la testa bassa con i capelli lunghissimi davanti al viso. Ogni tanto Roccio rotea i capelli e si frantuma il cranio in qualche parte ossuta del mio corpo. Alla fine del concerto contro ogni nostra previsione (anzi, io e Roccio ci dicevamo "speriamo che non lo faccia mai") Cicciopasticcio si lancia sul pubblico che ha una strana implosione verso il pavimento. Non credo l'abbiano retto. Poi sparisce tra la folla verso l'uscita.
Abbiamo bisogno di aria e cerchiamo di uscire. Ci facciamo strada tra le miriadi di magliette nere ormai sudate, e quasi all'uscita c'è gente che fuma (ancora dentro il locale, maledetti). Scopriamo che per pagare dobbiamo andare alla cassa che è un po' dietro e quindi ripassare le solite miriadi di magliette nere che intanto si sono messe quasi tutte a fumare. Sempre dentro. Maledetti.
Paghiamo e usciamo, sempre con fatica. Fuori incontriamo Cosimo che avevamo perso. E' un po' rintronato perché lui era sotto il palco e qualcuno gli si è gettato sopra piegandogli il collo e facendolo cascare a terra. Un tizio soprannominato L'Altro Ginocchio commenta così, che ci vuole rispetto. Che a lui gli è arrivato addosso uno col gomito alto e gliele ha date. E poi aggiunge che non siamo mica bestie. Rispetto, capito? Mica siamo bestie.
Noi torniamo indietro, per quel che mi riguarda mi sono divertita parecchio. A parte il fatto di aver conosciuto i Silent Bob e Il Profeta italiani (mentre cercavamo di uscire, Il Profeta mezzo andato dall'alcol, ci ha confessato di essersi tampinato una tipa "troppo figa" ma di non riuscire a ricordare chi fosse. Guarda Roccio sperando che lui glielo possa dire), Cicciopasticcio è stato molto simpatico e davvero alla mano. Le persone assolutamente fantastiche, non da frequentare ovvio, ma da osservare.. Non capita tutti i giorni.
Come non capita tutti i giorni che io e Roccio possiamo passare una serata così, tranquilli. Tranquilli nel rumore.

Ora vado a coricarmi, ho un sonno bestia. Ieri sono arrivata tardi, stamattina sveglia presto, ho un principio di raffreddore e ho cominciato a lavorare. Ho anche avuto una bella proposta di lavoro da Firenze e devo cercarmi un buco per fare un colloquio. Sarebbe da favola, ma proprio ora che ho trovato un lavoro qui? Non possono aspettare un pochetto? Sarebbe fantastico, è un lavoro che mi piacerebbe fare tralaltro.

Canzone del giorno (ovviamente): (Empty) Tankard Tankard

Canzone dei giorni: Il Mondo Nuovo Neffa