27 dicembre 2006

Stamattina svegliarsi è un'utopia. Roccio è in camera che dorme, poveraccio, come sveglia ho messo la Ievan Polka, tralaltro a ripetizione. Fa un freddo incredibile, ieri sera ero tutta incappucciata, con sciarpa e guanti. Ho lavorato dalle 18.15 alle 22. Chiamavano solo per ristoranti e cinema. Posso fare una mia personale statistica: se la giocano bene Natale a New York e Olè. Anche Deja Vu non se la passa male, ma contro i colossi del Natale all'italiana nulla si puote.
Ora torno a far finta di essere sveglia, cosa che mi riesce piuttosto bene dato che a volte dormo proprio con gli occhi aperti e fissi.
...
Sì? Come? Sono sveglia!

26 dicembre 2006

Oggi mi sono ricordata una canzone fenomenale di Elio e le storie tese, contenuta nell'album Cicciput: Gimmi.
Per festeggiare al meglio questo santissimo Stefano vi scrivo il testo completo perché merita.

"Gimmi Ilpedofilo uscì di casa, ma quel mattino faceva brutto. Nuvole basse, uno di quei giorni nei quali credi di aver visto tutto ma quel tutto è niente.
Gimmi Ilpedofilo fece le scale e fuori c'era gente. Gente arrabbiata lo guardava storto dietro lo specchio degli occhiali da sole ma non c'è il sole.

Sole sole, dove sei? Gimmi Gimmi ti vorrebbe. Dimmi quando tu verrai. Forse forse sarà tardi tardi.

Si sentì perso e gli mancò il fiato. Lungo l'asfalto escrementi di cane. Sguardi pesanti d'odio tutto intorno. Gimmi pensò: "Vada come vada", e tornò a casa ma vennero anche quelli, i genitori col bastone in mano: "Gimmi il pedofilo sei un uomo morto, Gimmi il pedofilo noi ti ammazziamo con il bastone".

Bastoncino pim pum pam, volan tanti scappellotti! Gimmi se la vede brutta, Gimmi se la vede pessima.

"Aspettate, questo è un equivoco!" ci provò Gimmi a discolparsi, ma gli tapparono la bocca, e sangue, poi bastonate, sputi, pugni e calci. Giustizia è fatta, pensò la gente, ma in verità non era stato giusto. Perché okay, sì, Gimmi Ilpedofilo, ma "Ilpedofilo" era il cognome.

Oh no, they thought he was a pedophile
but it's just his family name
since the XVIII century.
Never had problems before!
It's not his job, just his name,
It would be a travesty.

Gimmi Ilpedofilo è morto innocente, vittima solo del proprio cognome.
E ora dall'alto del Paradiso ci guarda col suo sorriso buono in compagnia dei suoi nuovi amici, che già subirono la stessa sorte:

Fabio Uxoricidi, Roberto Ammazzaneonati, ma soprattutto Fabiana Inculamorti.

Oh, poor Fabiana Inculamorti,
another innocent victim
in this stupid misunderstanding.
She was not a necrophiliac,
she was just a just a girl.
Another innocent pawn
in this cruel game of life.
Oh life...

E la morale di questa storia è che la fretta ti consiglia male. Quanti altri ancora dovranno morire per un errore di valutazione? Quante le vedove che piangeranno, o i padri che non vedranno tornare quei figli ai quali hanno dato un cognome che fa paura all'uomo della strada?

Possa il Signore perdonarvi tutti, perché io...
- Enrico, aspetta faccio io! -
- Elio, vai avanti tu! -
Possa il Signore perdonarvi tutti, perché io certo non lo posso fare. Ma se un'idea ve la siete fatta, venite a dirmela di persona. Trovarmi è facile. Sulla lapide c'è scritto il mio nome: Luigi. Anzi, Gianluigi.
Gianluigi Bombatomica.

Gianluigi Bombatomica.
Poverino, Giangi.
Gianluigi. Solo un cognome:
Bombatomica.
Poverino, Giangi.
Poverino!"

25 dicembre 2006

Natale

Ragazzi, ma posso mai essermi dimenticata come ho passato il Natale 2004? Mi è arrivata ieri una bella multa dal comune di Firenze di 90 euro (datata 24/12/2004). Della serie.. "Buon Natale".
In ogni caso era proprio questo che volevo dire a tutti: buon Natale. La mia festa consumistica preferita perché, non meniamoci le balle, ci si lamenta tutti di questo popo' di consumismo nei giorni natalizi e poi tutti a correre per comprare l'ultimo regalo.
A me piace questa cosa. Comprare i regali, dico. Mi piace vedere la faccia che fa la persona che spacchetta curiosa e che chissà che si immagina che ci sia dentro. Troppi "che"? Scusate connetto poco. Ieri sono rimasta in piedi fino all'una per cercare di capire come funziona il mio nuovo ipertelefono supertecnologico e altro. Me lo ha regalato Stefano. Quel matto.
Ieri ho aperto i regali in diretta telefonica. Di più purtroppo non si poteva, ma sono felice perché domani sera risale qui e poi scendiamo insieme il 29 per passare capodanno giù. Mia mamma mi ha comprato un giubbottino di quelli che indossano le teenagers di oggi. Corto e stretto con cappuccio peloso. Mia sorella mi ha preso uno zainetto della longsdale se così si scrive, ripieno di cose. Collant marroni e una borsettina marrone piena di borchie. La mamma di Stefano mi ha preso un maglioncino stretto, miriadi di cioccolatini, e il supercd con tutta la raccolta delle canzoni di Renato Zero, che ieri abbiamo fatto suonare mentre Carlotta ballava come una pazza. La sorella di Stefano mi ha regalato un soprammobile di Babbo Natale che va in bici e una mini trousse di trucchi che mi è comodissima da portarmi dietro quando vado a Firenze.
E io ho già inquadrato come usare tutte queste cose, volendo anche insieme.
Ora scusasse, devo collegare il telefono al piccì e fare cazzate tipo mettere nuove suonerie.
Ancora buon Natale a tutti e perdonate gli errori ma non mi sono ancora svegliata.

22 dicembre 2006

Welby

Ha ottenuto ciò che voleva. Finalmente un medico con le palle ha staccato la spina che lo teneva incollato al respiratore per soppravivere. Separiamo ciò che è vita da ciò che è sopravvivenza.
Anche se per me non si è trattato di eutanasia, a questa sono favorevole.

21 dicembre 2006

Hanno invaso anche me!

20 dicembre 2006

Stanno invadendo il mondo!




Aiuto sono stata contagiata!

Sappiate che io e Roccio si sta facendo un pupazzetto in das di sta cosa.

Totalmente usciti fuori di senno.

Salute sì salute no. Saluti a tutti.

Sto invecchiando. E non lo conferma solo il calendario, ma me lo dicono anche via posta. Maledetta prevenzione serena. Loro e il pap-test.
Mi è arrivato un sano invito a fare il pap-test (o come lo chiama mia mamma, il pappstest). E' un bene che lo facciano perché a noi fave, mica viene in mente che da una certa età in poi dobbiamo farci vedere ben bene la patata, da una certa età in poi dobbiamo farci palpare le tette da perfetti sconosciuti.
Ad esempio, se mia mamma fosse andata a fare il pap-test per questa prevenzione serena, l'anno scorso forse avrebbe evitato di farsi asportare in toto l'utero e lasciarsi chemioterapizzare in questa maniera. Che, sono modi di fare?
Comunque sono tranquilla sapendo che c'è qualcuno che pensa al posto mio quando ci sono da fare questi esami, a me non verrebbe mai in mente.
Ad esempio. Ho la tiroide fottuta. Molte donne hanno la tiroide fottuta e non lo sanno. La mia lavora poco, quindi devo prendere gli ormoni tiroidei sotto forma di pastigliette ogni mattina, altrimenti rischio di appisolarmi in ogni dove e di diventare ciccioculona. Ogni anno mi tocca fare le analisi del sangue e un'ecografia alla tiroide. Ma per fortuna ci sono loro che pensano a me se no io col piffero che me lo ricorderei.
Un giorno mi chiamano e mi dicono "Ospedale Molinette" e io casco dal pero. Oddio che vogliono? Penso. Dopo circa mezz'ora ricordo e va tutto bene. Tra qualche giorno mi tocca farmi bucherellare.

Dev'essere una resistenza abbastanza inconscia. E' che a 13 anni è toccata anche a me la chemio, con una bella dose di radio. A 16 ho avuto anche una ricaduta, e via la seconda chemio e la seconda radio.
La paura per gli aghi non è mai passata, nonostante tutto.

Però c'è da dire una cosa: avendo le vene fottute mi toccava sempre il prelievo ai polsi. Da quando sono all'ospedale "dei grandi" (si sono accorti che ormai sono grande e non mi fanno più i prelievi all'ospedale infantile, mannaggia) le infermiere sono più pazienti con le mie vene e invece di spunzecchiarmi sul polso che fa malissimo attendono un bel po' che qualche vena del braccio dia segni di vita.
E sul braccio non fa male. Nemmeno un po'.

Perdonate il post sconnesso. Magari un giorno preparo un bel melodrammatico post su queste avventure. Alla prossima puntata.

19 dicembre 2006

Per un mondo migliore.

Questa donna è un genio. Io e Roccio siamo i suoi nuovi fan(s).

Oggi comincio a lavorare mezz'ora prima. E' diventato più che noioso lavorare lì dentro. I clienti abbonati sono molto esigenti, vogliono tutto e subito. Molti sono maleducati, chi non lo è fa il piacione al telefono, il farfallone, o come volete chiamarlo. Noi poco ci possiamo fare se un numero non è nel nel database, soprattutto quando non sanno darci nemmeno un indirizzo di riferimento. E' ora di cercare seriamente altro anche se, devo dirlo, mi pagano piuttosto bene e facendo qualche oretta di straordinario non me la passo malaccio. Roccio ha scoperto (e io, notare la mia capacità di osservazione, no) che davanti alla Seat c'è un'azienda grafica che non riesco a trovare online in nessun modo. Gli porterò un bel curriculum stampato. Tralaltro devo modificarlo per inserire anche questo lavoro. Che pur essendo un call center mi ha aiutato un sacco a guardare i problemi sotto diversi punti di vista. Quando qualcuno al telefono ti chiede a che ora è stato il tramonto del 17 settembre e tu, senza collegamento a internet, riesci più o meno a capire dove cercare e a chi chiedere è un bel passo.
Anche se poi non trovi risposta.

18 dicembre 2006

Libertà

Non capita spesso di pensare ad oggi.
Oggi.
Penso a come mi andavano le cose solamente due anni fa, penso alle incertezze, alle paure, a cosa non ho fatto pur di non rimanere sola. E a cosa, invece, ho fatto. Penso alle bugie che mi sono state dette, a quanto sono stata ferita ma anche a quanto ho ferito. Scappando e cercando in altre persone quello che io non ho mai posseduto: un equilibrio.
Penso a quante notti non ho dormito pensando alla strada intrapresa e quanti dubbi mi assalivano in sogni e incubi. Penso alle tante cose che mi sono state dette e a quelle che non mi sono state dette. Al fatto che mi sento davvero una Ferrari che va con il freno a mano tirato. Perché sono felice di quello che ho fatto e di quello che sto facendo. Perché ogni strada, anche sbagliata, che ho preso ieri mi ha portato dove sono oggi. E non sono sicura che ci sarei arrivata compiendo un altro tragitto. Perché questa Ferrari se può andare più veloce, magari un giorno lo farà, ma oggi va bene così.
Perché oggi sono felice di come sono. Perché ieri non lo ero.
Perché in questo mio mondo non ci dev'essere altro obiettivo che la serenità. E la libertà: voluta, cercata e combattuta.
Perché come mi disse una mia cara vecchia amica, libertà è anche prefissarsi delle mete e raggiungerle.
E io sono a un solo passo dalla vera libertà.
Perché oggi ho la mia meta.

15 dicembre 2006

Ubuntu Chiristian Edition

Una chicca finché sono via. Esiste la versione cristiana di Ubuntu. Giuro.
Potete andare sul sito e scaricare questa versione, comprare magliette e gadget.
Chistian Ubuntu comprende anche una libreria contenente tutti i versetti della bibbia e un blocco automatico sui sito porno e simili. Ma chi aveva mai detto che Linux è satana?
Ecco una delle tante cazzate che circolava in rete tempo fa.

Recentemente sono stato introdotto ad un sistema operativo conosciuto come Linux.

Allettato dal costo relativamente basso, ho sostituito Windows 98 sul mio computer con Linux. Purtroppo più lo uso più ho il timore che questo "Linux" possa essere un modo insidioso affinché il Maligno guadagni un appiglio più forte qui sulla Terra. So che questa può essere un'affermazione scioccante, ma ho le prove per sostenerla!

Per cominciare, Linux è basato su un sistema operativo più vecchio ed obsoleto, chiamato "BSD UNIX". La "mascotte" di questo sistema operativo è un diavolo che tiene un forcone. Questo OS (così come Linux, derivato da esso) -- usa estesamente i cosiddetti "demoni", cioè programmi che si nascondono, e fanno qualcosa senza che l'utente se ne accorga. Se state utilizzando Linux come sistema operativo allora probabilmente avete questi "demoni" sul vostro computer, difficilmente qualcosa che un buon cristiano può desiderare! Inoltre per avviare o arrestare questi "demoni" un utente deve eseguire un comando chiamato "finger". In questo modo, l'utente esercita sui "demoni" un potere sacrilego, nello stesso modo in cui il Signore delle mosche contolla i suoi servi.

Linux mantiene un'altra caratteristica inquietante del sistema BSD UNIX menzionato sopra: per accedere ad alcuni files normalmente bloccati, occorre aprire un programma simile al prompt dei comandi di Windows, e digitare un codice segreto: "chmod 666". Quali altri orrori nasconde questo "Linux"?

Considerate alcuni di questi altri comandi di Linux: "sleep", "mount", "unzip", "strip" e "touch". Tutti altamente suggestivi nella loro natura sessuale. So che il nostro Signore non può approvare questi ed invito a rinominarli a qualche cosa di più adatto alla Comunità cattolica.

Curiosamente, "CONTROL-G" (il tasto n. 6 dalla sinistra della tastiera) fa un abort.

Per scrivere files è incluso un editor "VI". Tutto questo per intrappolare il cristiano che non sospetta di poter essere tentato scrivendo tutto il giorno "VIVIVI".

In quarto luogo, Linux usa un tipo di DOS conosciuto come BASh. BASh è un acronimo per "Bourne Again Shell". A prima vista questo sembrerebbe essere in supporto del Signore. Tuttavia, ricordate che persino Satana può citare la bibbia per i suoi scopi! Mentre credo che Linux può essere "rinato", è š evidente dall'errore d'ortografia di "born" che non è "rinato" nella Chiesa cristiana. Le bugie cesseranno mai?

Inoltre, uno dei principali hippies capelloni addetti alla fondazione del software libero sostiene il comunismo, la contraccezione e l'aborto. Ha costantemente sostenuto i "valori" controculturali degli anni 60 ed il suo sito Web sostiene persino il supporto governativo della contraccezione. Porta anche una falsa aureola, e fa scherzi circa la sua setta che si riferisce al suo software libero. Trovo tale blasfemia estremamente sconvolgente.

Ricordate anche che il creatore di Linux, uno studente universitario chiamato Linux Torvaldis, viene dalla Finlandia. Sono sicuro che tutti i seguaci di Cristo sono informati della natura eretica dei finlandesi: dalla stregoneria ai sacrifici umani, la cultura finlandese è immersa nel peccato. Trovo poche ragioni per credere che qualche cosa di buono e santo possa venire da questa terra diabolica.

Per concludere, ricordate che esiste un'alternativa al satanico Linux. Penso che la storia abbia indicato che Microsoft è abbastanza santa. Mi dicono che il suo fondatore, William Gates sia un forte sostenitore del nostro Signore e consiglio a tutti i Cattolici di comprare soltanto i suoi prodotti per contribuire a tenere a bada il diavolo.

Vorrei avere avuto più tempo per esporre le mie scoperte. Sfortunatamente una famiglia di testimoni di Geova si è appena stabilita nelle vicinanze e devo assolutamente andare a parlar loro della Trinità e di Gesù Cristo. Per favore investigate queste scoperte come ritenete opportuno e sono certo che giungerete alle mie stesse conclusioni.

Grazie per il vostro tempo.

14 dicembre 2006

Questo potrebbe diventare un nuovo modo di scrivere, tra una chiamata e l'altra. Mica male.
Domani scendo a Firenze.
Ieri mi è stata detta una cosa che un po' mi ha colpito. Una sottospecie di collega mi dice che vorrebbe andare a Firenze. Dico che il mio Roccio è di Firenze. Commenta con un "Ah, te lo sei scelto a Firenze, eh? Hai fatto bene, dicono tutti sia stupenda".
Lì per lì non ci ho riflettuto molto e ho risposto con un "sì, è molto bella".
Oggi però qualcosa sale (e anche pepe. Mioddio fustigatemi per questa allucinante battuta).
Ma, essendo lui sottospecie di collega e sottosottospecie di persona non mi tocca più di tanto.
Essendo una persona adulta e matura, mi comporterò di conseguenza.
Facendogli dispetti.
Ad esempio correndo per prendere la metro, dato che di recente ha avuto un incidente in moto con conseguente operazione al ginocchio e ad oggi non cammina con tanta agilità.
Oppure staccandogli, durante la pausa, le cuffiette del computer.

Per la festa di stasera mi spiace non vedere le altre ragazze ma preferisco non andare.
Le ragioni sono diverse.
- mi sentirei a disagio
- domani mi devo svegliare prestissimo
- non ho assolutamente voglia

L'ultima basterebbe di suo ma con le altre assume un significato più profondo. E poi non ho voglia rivelerebbe che sono una cozza.
Carla non è una cozza.
Carla ha problemi a socializzare.
Carla è un'asociale che si sta lentamente reintegrando.
Carla è una bambina borderline.

13 dicembre 2006

Non c'è nulla di più stressante delle feste natalizie.. Il Natale, forse, è secondo solo al parto. La caccia al regalo, la preparazione, dell'albero, la scelta del menù per il cenone mettono a dura prova anche la famiglia più collaudata.
Mia mamma è più semplice.
Ogni anno mi regala dei soldi.
Ma.
Quest'anno l'ho fregata.
Stressata anch'io per l'estenuante ricerca dei regali quest'anno alla sua proposta "ti do' i soldi così compri quello che vuoi" le ho detto "no, fammi una sorpresa!".
Inutile negarlo, le sorprese piacciono a noi donnine.
Noi romantiche che sognamo da tempi immemori che il nostro ometto si presenti alla porta di casa dicendo "sorpresa!", che negli anni siamo passate da sperare di vederlo all'uscita da scuola a pregare di trovarlo fuori dall'ufficio.
E' che mia mamma, poverina, si impegna, ma non riesce.
E poi le viene la paranoia che a me non piacciano i suoi regali.
Non è vero.
Però.
Negli ultimi anni si è dedicata a comprarmi capi d'abbigliamento. E se, quando siamo insieme, mi consiglia vestiario molto sexy, o trendy, o alla moda, o gggiovane, quando invece è sola le casca il cervello e mi prende cose che tengo da parte per i sessant'anni. Ma non è solo quello. Prende maglie talmente acriliche che dopo due secondi puzzo come una capra e i capelli mi si rizzano come gli aculei di un riccio.
Pazienza.
Il pacco sotto l'albero fa sempre il suo effetto. Soprattutto se fa scintille.

Il caro vecchio labello

Ieri sono andata a Panorama. In verità ho accompagnato mia mamma che doveva ancora comprare due regalini. Io ho preso anche due pupazzetti snodabili di Sonic.
Il tema di oggi sono i coniglietti di Rayman.
Sono troppo bellini!
Per non uscire fuori tema.. Ma che fine ha fatto il caro e vecchio Labello? Quello con la confezione blu, il burrocacao per eccellenza?
Non l'ho trovato giuro. Ho dovuto comprare quello "Med Protection" che si avvicina di più, ma per il resto è stato davvero faticoso districarsi tra "sapore ai frutti di bosco", "glitter shine", sapore di mandorle amare, e sterco di vacca.
Rivoglio il vecchio labello.
Un sacco di mail di spam in questo mese a cui generalmente non presto attenzione. Stamattina però mi è cascato l'occhio su questo oggetto "Prima esperienza di striptease e pio sesso anale trovi qui". Pio sesso anale?

Comunque, ci stiamo facendo un giro di mail per vedere chi, come e dove andare alla festa Seat. Praticamente solo due di noi hanno la macchina e sono destinate a non bere e io sono una di quelle due (cazzo). Però se non bevo che vado a fare? Nemmeno a fare due chiacchiere dato che saremo stipatissimi in una discoteca dove il volume della musica mi farà rizzare i capelli già elettrici di loro. Insomma, per farla breve, non ho molta voglia. Ogni volta che devo andare a ballare è così, alla fine rinuncio. L'ultima volta sarò andata a ballare 1 anno e mezzo fa, se va bene. Peccato che nel locale c'era una festa di addio al celibato e per la sala ci si passava di mano in mano un'inquietantissima bambola gonfiabile.
Detto tra noi, non so ballare e non so muovermi. Forse dovevo nascere maschio. Ma questa festa non potevano farla in un pub e offrire tre birre medie?
Ci penso ancora un po', va.
Facciamo solo passare questa giornata. Ieri uno dei server era bloccato e molti di noi sono rimasti fermi per una ventina di minuti. E' stato spettacolare, perché quando si ha un problema bisogna alzare la manina come alle elementari. Io stavo cercando una cosa per un cliente quando l'applicativo si blocca. Manina alzata e racconto le solite cose "Attenda un attimo in linea mentre effettuo la ricerca..". Poi mi giro e vedo decine e decine di mani alzate. Peccato che non si possono fare foto, era una bella immagine.

12 dicembre 2006

Post apatico

Sono in fase di apatia da lavoro. Mi sono un po' scoglionata e in tempo record. Giovedì c'è una megamultifesta seat stile azienda americana siamotuttiunafamigliaecidivertiamounsacco.

E la mia apatia è salita a livello 1000.
Oggi disegnavo dei cerchi sul foglio che nemmeno il bimbo protagonista del film "The Ring". Sto riflettendo seriamente se andare o meno alla festa. Mi attirano le tre consumazioni aggratis, ma prevedo una serata abbastanza apatica.
Meno male che l'apatia è ferma solo al lavoro. Ho scoperto il mondo dei videogiochi, o meglio riscoperto. Adesso posso fare la mafiosa e uccidere le persone per la strada oppure dedicarmi allo sterminio indiscriminato dei soldati tedeschi nel castello di Wolfestein. Ma dato che è tardi e sono poco ispirata per scrivere qualunque minchiata me ne vado a letto. E penso a Te. Sì proprio a Te.
Non è che in questi giorni io non abbia scritto. Ho scritto eccome: infatti ci sono 4 bozze di post che non ho terminato. E' che il Natale ti piglia la mano. Gira di qua, gira di là, et voillà, la giornata è passata e non hai comprato uno straccio di regalo che sia uno.

Addirittura con Roccio ci siamo spinti oltre i limiti umani della mia capacità automobilistica, essendo assolutamente una frana a guidare e avendo letteralmente paura della macchina. Siamo andati al centro commerciale "Le Fornaci" a Beinasco.
Un mare di gente e macchine. Ho persino incontrato Cristiana, una mia ex collega della casa editrice (una delle due o tre donnine con cui andavo d'accordo lì dentro).
Altre novità di questi giorni. Io e Roccio abbiamo fatto uno scambio culTurale. Io ho partizionato il mio povero HD per metterci su anche winzozz, e lui ha fatto spazio nel suo per mettere ubuntu. Ieri sera grulla grulla ho giocato a Mafia e sto cercando di non farmi uccidere nella prima missione di Return To Castle Wolfestein. Poi ho anche ciapato un emulatore del Sega e giocherello a Sonic. Insomma, uso winzozz per quello che va usato.
Adesso mia mamma mi ha fatto presente che ci sarà sciopero dei pullman, quindi io dovrò prepararmi in fretta per cercare di non farmi travolgere dalla solita bolgia di macchine che si trova in strada in questi casi.

Stanotte ho sognato che mi perdevo il CITES dei camaleonti. Ma si può?

07 dicembre 2006

Ieri ho lavorato per 6 ore. Netto di chiamate 5 ore e mezza. Anche oggi sarà così. Non fa nulla, non mi dispiace essere pagata un po' di più anche se è abbastanza stancante. Ieri tralaltro ero più dislessica del solito, ma almeno ho fatto fare qualche risata ai clienti.

In ogni caso.
Mi sono decisa a mollare le comodissime (e costosissime) lenti a contatto giornaliere per quelle bisettimanali. Quindi corredata di boccioni, liquidi, portalenti e lenti, appena uscita dall'ottico ed entrata in casa mi sono scordata ogni cosa. La soluzione unica? La soluzione salina? Quando va usata l'una e quando l'altra? Sono perplessa. Stasera farò un cocktail di unica/salina e lo metterò nel portalenti. Così mi levo ogni dubbio.

La cosa fantastica è che con queste lenti (devo ricordarmi di averle messe oggi, giovedì, lo scrivo così poi posso ritrovarlo sul blog) vedo un pochetto meglio. Forse aderiscono meglio.

Ma ora basta disquisire sulle lenti, devo fare colazione e andare a prendere il pullman. Stasera arriva Roccio e passiamo un giorno in più insieme. Mica poco.

Spero nel lavoro in banca. Non è di certo il lavoro della mia vita ma almeno posso mettere da parte un po' di soldi.

05 dicembre 2006

Borderline

Dopo 4 anni ci siamo. Pare che sia stata proprio la Franzoni. Dopo 4 anni e team di medici esperti potrebbe essere stata lei. Potrebbe?
Copio l'articolo de La Repubblica.

CRONACA
Torino, lunga udienza per il processo d'appello che riprenderà il 19 dicembre
Riesaminati gli istanti successivi la morte del piccolo Samuele Lorenzi Cogne, riascoltata la telefonata al 118

L'esperto: "Il vuoto negli occhi della Franzoni" Il consulente del pm: "Disturbo grave di personalità"

I periti concordano: "Uno stato crepuscolare di coscienza"
Cogne, riascoltata la telefonata al 118
L'esperto: "Il vuoto negli occhi della Franzoni"
TORINO - Udienza di sette ore, quasi tutte dedicate agli interventi degli psichiatri, quella del processo d'appello per il delitto di Cogne, ripreso oggi a Torino e a fine giornata rinviato al 19 dicembre. Annamaria Franzoni, condannata in primo grado a trent'anni di carcere per l'assassinio del figlio, e l'avvocato Carlo Taormina non erano presenti.

C'era, invece, il legale d'ufficio Paola Savio, nominata dopo la rinuncia al mandato da parte di Taormina. Notevolmente ridotto il numero dei presenti tra il pubblico, dopo la decisione dell'imputata di non partecipare più alle udienze.

In aula sono stati rivissuti i primi minuti dopo l'aggressione al piccolo Samuele Lorenzi. Così come richiesto dall'avvocato Paola Savio, è stata ascoltata la registrazione della telefonata fatta dalla Franzoni la mattina del 30 gennaio 2002 al 118.

Ecco la trascrizione:
Centralino: "Pronto".
Franzoni: "Ascolti mio figlio ha vomitato sangue e non respira, abito a Cogne"
Centralino: "Un attimo che le passo subito ..."
Franzoni: "Fate presto, la prego" (musica d'attesa - tratta da 'Le quattro stagioni' di Vivaldi - per alcuni secondi) - Operatrice: "Pronto"
Franzoni: "Mio figlio ha vomitato sangue, venga subito"
Operatrice: "Allora, no, con calma (Annamaria urla e la sua voce si sovrappone) devo avere l'indirizzo, abbia pazienza"
Franzoni: "Abito a Cogne"
Operatrice: "Il numero di telefono (...). Ecco, Cogne dove?"
Franzoni: "Frazione Montroz"
Operatrice: "Con calma ... Monrò?"
Franzoni: "Cosa devo fare?"
Operatrice: "Numero civico?"
Franzoni: "Ooh ... eeh ... la prego, sta male!" - Operatrice: "Signora, con calma perché non risolviamo niente. Allora, Monrò?".
Franzoni: "Numero 4 A. E' già venuta stanotte perché stavo male io. Vi prego, aiutatemi, non respira ... (respiro affannoso, urla incomprensibili)"
Operatrice: "Subito ... Signora, abbia pazienza, è Montroz o Monrò?"
Franzoni: "Montroz".
Operatrice: "Ecco. Numero?"
Franzoni: "Oh, mamma mia. 4 A".
Operatrice: "4 A. Signora, allora suo figlio quanti anni ha e come si chiama?"
Franzoni: "Tre anni, Samuele"
Operatrice: "Di cognome?"
Franzoni: "Lorenzi (interferenza telefonica). La prego, sta malissimo".
Operatrice: "Signora, intanto se vomita non lo tenga ..."
Franzoni: "E' tutto insanguinato, ha vomitato tutto il sangue. Non respira ...".
Operatrice: "Arriviamo subito, signora"
Franzoni: "Grazie"
Operatrice: "Mi lasci solo il telefono libero perché se no..."
Franzoni: "Sì, sì, sì, arrivederci".

Poi è stata la volta dei periti. Gli specialisti intervenuti in Corte d'assise hanno concordato: Annamaria Franzoni è una persona sofferente. E un giorno, parlando con il marito, avrebbe addirittura reso, inconsciamente, una confessione. Le piccole divergenze fra i quattro periti superpartes (Franco Freilone, Ivan Galliano, Giovanni Battista Traverso, Gaetano De Leo) interpellati dai giudici e dal consulente dell'accusa (Ugo Fornari) non hanno spostato l'impressione complessiva.

Per il collegio di esperti, la donna, il giorno del delitto, potrebbe essere stata colta da "uno stato crepuscolare di coscienza" provocato da una lunga crisi d'ansia, che determinò un vero e proprio "restringimento della coscienza": un discorso che, comunque, vale solo se la Corte deciderà di pronunciare un verdetto di colpevolezza.

Fornari, senza smentire questa conclusione, ha preferito soffermarsi su "un disturbo grave di personalità" con "scompenso borderline e stati dissociativi"; quindi si è spinto oltre: "Nello sguardo della signora Franzoni - ha detto - io vedo il vuoto. Sono gli occhi di una persona che non ha ancora capito quello che è successo. Il suo io si è arroccato su una posizione difensiva paranoide, lei è buona, il resto del mondo è cattivo, ma è una psicosi".

Una donna - hanno detto gli specialisti - che si è autocostruita un'immagine di brava madre, al punto da avere nascosto istintivamente l'arma del delitto solo perchè l'inconscio le impediva di lasciare la casa in disordine. Capace di provare dolore, ma incapace di descrivere l'accaduto perchè lo ha rimosso. Incapace di confrontarsi con la realtà. E quando racconta al marito Stefano di come una sua vicina abbia ucciso Samuele, "in realtà rende una confessione", dice Fornari: "parla di sè accusando un'altra persona, su cui addossa la propria parte cattiva che non può accettare di avere".

Tratti isterici, per i quattro periti della Corte. Tratti psicotici, per quello del procuratore generale. E forse, come ha osservato un sesto specialista, Roberto Mutani, dopo avere esaminato il suo elettroencefalogramma, sofferente di epilessia o di disturbi del sonno "potenzialmente correlabili al delitto".

(4 dicembre 2006)

Un giorno una mamma mi disse che non può essere stata lei. Bisogna essere mamme per capire. Ma date le continue notizie di infanticidi da parte di mamme dovrei far parlare questa signora con la mia di mamma. Che pur essendo una persona dolce e di cuore, quando vede la Franzoni in tv mi dice sempre "Che schifo questa qui".
Concordo.

Ieri, oggi e... chi mi ha fatto la fattura?

Ieri giornata memorabile. Ho avuto un colloquio a Bergamo, per un lavoro in banca. In verità il lavoro è a Torino, ma la sede della banca è a Bergamo.
Ma andiamo con ordine.

Esco al mattino grulla grulla. Comincia a fare freddo in quel di Torino. Trotto fino quasi alla fermata del pullman quando, prima di attraversare la strada, un pullman mi sfreccia davanti. "Meno uno" penso, e mi avvicino alla fermata. Peccato che il pullman numero due è talmente pieno che gambe e braccia di poveri studenti spuntano dai finestrini e dalle porte. "Meno due" penso. Ma aspetto poco che arriva il terzo pullman che però scappa velocissimo senza fermarsi facendo cenno col pollice. C'è un pullman dietro. Finalmente il pullman numero quattro è nostro. Salita sul pullman semivuoto, con in mente tutte le cose che devo fare durante il giorno, passo passo, mi ricordo (troppo tardi) di aver dimenticato il biglietto del treno per Bergamo a casa. Biglietto che avevo fatto il giorno prima apposta per non perdere tempo in stazione. Dentro di me tuona un cazzocazzo, tuttoattaccato. Non importa, penso, tanto ho chiesto apposta due ore di permesso, per cui di uscire alle 11, per avere tempo di fare ogni cosa. Il treno è alle 11.50 e da lavoro alla stazione ci sono 5 minuti in metro. Bene bene. Ma devo fare anche le foto, perché vogliono una fototessera (perché mai poi?). Entro al lavoro, primo giorno di prontissimo. Faccio uno sgambetto al team leader ricordandoglielo e poi ricordando a me stessa, ma ad alta voce che esco alle 11. Così il team leader decide di mettermi in campagna "Prontissimo" il giorno successivo perché mi deve spiegare delle cose ecc ecc.

Una settimana di corso mi hanno fatto retrocedere a come se fosse il primo giorno di chiamate e faccio fatica, ma davvero fatica a trovare le cose. Alle 11 esco, ovviamente poco prima di uscire mi capita una chiamata ticketone di uno che vuole per forza 8 biglietti tutti vicini che il sistema ovviamente non gli dava.
Grazie al cielo la chiamata finisce alle 11 esatte e mi fiondo fuori, prendo la metro, arrivo in stazione. Vado alla biglietteria automatica ma è fuori servizio e la cosa alla biglietteria è enorme. Aspetto con pazienza, faccio il biglietto, faccio le foto, prendo un panino da mangiarmi sul treno e aspetto. Il treno però parte con un ritardo di 5 minuti.
Insomma vorrei farla breve ma mi è impossibile. In un modo o nell'altro arrivo a Bergamo, mi fanno aspettare un'ora circa, spostandomi di saletta in saletta e io, nella speranza che questo significasse un accorciarsi dei tempi di attesa, mi gongolo di ogni cosa. Di essere lì, del rumore dei tacchetti che accompagna qualsiasi passo di donna, tranne il mio, accompagnato dalla gomma delle scarpe da ginnastica. Le donne sono sensazionali. Tutte fighe. O meglio, tutte infighettate. Mi faccio dei monologhi interni del tipo "Se solo fossi io in gonna, vi farei vedere - pfui - sprofondereste". E poi rido tra me e me per aver pensato una cazzata così grande.
Cosa non si fa per impiegare il tempo.

Alla fine passa circa un'ora prima che il guardiano dell'entrata decide di farmi salire. Questo vanifica la mia speranza di non dover più aspettare. La guardia mi tiene aperta la porta e, attenzione attenzione, quando la lascia vengo quasi schiacciata delle porte e mi faccio scappare un "Madonna". Decisamente non comincio bene. Salgo, mi dirigo al posto indicatomi e vengo accompagnata da un'altra guardia in un posto tipo hall di un albergo a 6 stelle surplus. Ovviamente mi fa accomodare nell'ennesima saletta dove mi attende la morte cerebrale. Solo silenzio interrotto da qualche "tacchettìo" proveniente da fuori. Poco prima di addormentarmi entra la tizia. Bergamasca, terribile accento (chiedo scusa ai bergamaschi ma è solo quello che penso) e mentre mi racconta la storia della banca io spengo il cervello per sentire solo quel bzzz di sottofondo che si sente anche di notte provenire dal frigorifero.
E mentre lei blablablabla io bzzzzzzzzz. Scambio reciproco, rumore per rumore. Una cosa però mi sveglia.
"Lei si è informata sulla nostra banca, ha cercato informazioni su internet, si è interessata?"
Ora, nei precedenti colloqui mi sono sempre informata. Da un po' ho smesso di farlo. E' dispendioso e solitamente non serve. Tranne in questo momento.
Mia risposta, stupidissima e imbarazzatissima "Ehmm, no, ma ho letto il vostro cartellone pubblicitario all'ingresso". Lei arriccia il naso e continua a raccontare. Blablabla e io bzzzz. Lei non mi guarda mai negli occhi. Guarda sempre la mia maglietta a righe colorate. Intanto scopro che mi scappa la pipì, sono in piedi dalle 6 e sono ruscita a fare pipì solo alle 11. Sono già quasi le 17. A un certo punto un collega la chiama fuori e io, che intanto ripeto il mantra "nonsbadigliarenonsbadigliarenonsbadigliare". Rientra e si scusa ma deve andare via un attimo per una rappresentanza. Intanto mi dice di compilare un modulo con i miei dati anagrafici e (udite bene) un questionario comportamentale di 114 domande. Un libro che il mio sussidiario delle elementari era meno corposo. Un libro che una volta completato aspetto lì ancora più di mezz'ora prima che si ripresenti la tizia (nel frattempo mi ero girata il piano). Ovviamente grazie a lei ho perso il treno e non posso fermarmi al mac a prendere un panino. Mi chiede di parlargli di me e minchiate varie e io racconto due o tre cagate. Poi ci congediamo, io chiedo di poter usare i servizi perché altri due minuti di attesa e le lasciavo il ricordino sulla seggiola mistovelluto. Vado in bagno, scarico lo stress e mi accorgo che ovviamente sono arrivate le mie cose. Che giornata. Torno trottando in stazione, sono stanca e voglio andare a casa. Vado alle macchinette automatiche ma la ragazza prima di me si lamenta del fatto che non accetta più banconote. E la coda alla biglietteria indovinate com'è? Giusto: devastante.
Il luogo comune della stazione come posto pericoloso trova una conferma in più alla stazione di Bergamo. Brutte facce, e i bergamaschi non mi piacciono a pelle. Riesco a fare il biglietto (Bergamo - Torino con tre cambi, che nemmeno per andare a Firenze), e vado a prendere il treno. Alle 22 finalmente sono a Torino. Alla stazione di Milano Centrale ho anche preso un panino al mac che mi sono mangiata sul treno mentre un tizio incravattato mi guardava malissimo.

E ora mi sono stancata di scrivere e riprendo dopo la seconda parte.


Seconda parte.

Stamattina mi sveglio un po' in coma. Oggi è il primo giorno di prontissimo. Mi appropinquo grulla grulla alla solita fermata del 49 e continuo a leggere il mio libro sul metodo dolce con i cani. Niente botte e solo ricompense (mi immagino Birba che già è grassa, ed è un bassotto, con la pancia che tocca terra e le zampe che non si vedono più mentre le dico "seduta" e lei rotola su un fianco. E io le do' il bocconcino). Arrivo al lavoro con gli occhi ancora appiccicati e comincio a prendere le mie solite chiamate finchè arriva la Team Leader che mi sposta e mi dice "Bene cominciamo su Prontissimo". E ora, quello che prima era un lavoro divertente ora è diventata una menata incredibile.

Per coronare questa settimana incredibile mi basta dire che domenica, quando Roccio è partito, ho fatto il treno a/r Torino-Firenze per il fine settimana successivo. Bene, per la sera di domenica 10 non c'erano più posti sul treno, nemmeno in prima classe. Quindi anche questo fine settimana verrà Roccio e a me non dispiace affatto, anzi! Dato che lui venerdì non lavora può venire giovedì sera e abbiamo una giornata in più per stare insieme. Io ora sto facendo il backup di linux sull'hd esterno perché mi sa che mi conviene rimettere windows.
Intanto faccio gara di rutti con me stessa, vincendo con orgoglio, e domani mi attende un orario improponibile: dalle 9.15 alle 15.15. 6 ore al telefono. Se vi chiedono come mai mi sono impiccata con il cavo delle cuffiette dite pure che non c'era altra soluzione.

04 dicembre 2006

Baci mattutini

Grazie per questi sei mesi, e grazie per essertelo ricordato. Il tuo Auguri, venerdì notte, è stato inaspettato. Grazie per avermi sorpresa così, e grazie di farlo ogni giorno.

Sono passati sei mesi, sono volati sei mesi, da quel giorno che quasi in stazione non riuscivamo a incontrarci perché avevi sbagliato binario. E io correvo fuori e dentro la stazione perché non capivo dove fossi. Sei mesi da quel lungo abbraccio nel sottopassaggio della stazione con Cosimo che ci guardava un po' imbarazzato. Io che a malapena stavo in piedi perché avevo perso quasi 5 chili per l'influenza ma ero felice di essere lì.

Ho forse fatto qualche pazzia e mi sono fidata di te. Ma anche tu non sei stato da meno. Sono felice di questo, di quanto siamo matti, nulla sarebbe stato possibile altrimenti.

Ti Amo.

01 dicembre 2006

Tecnologia per casalinghe

Chi lo dice che le nostre mamme non sanno usare il computer? Mia mamma ne fa diversi utilizzi.
Ad esempio: ha appena fatto l'impasto della pizza, e come fa per tenerlo al caldo e farlo lievitare? Lo mette accanto al serverino, sempre acceso.
Non ha nessuno che le racconti favole, allora dorme con la tv accesa, così le tiene compagnia (a volumi improponibili, dato che è sorda al 50% ovvero da un orecchio solo).
Il vecchio cordless lo ha dato in gestione alla nipotina, che fa finta che sia un cellulare (una delle prime cose che ha imparato a fare è stato appunto prendere qualsiasi oggetto dalla forma oblunga - telecomandi, telefoni, ma anche peluche, bassotti, bottigliette - e metterselo appoggiato all'orecchio fingendo di telefonare).

Canzone del giorno: Holiday Greenday