16 marzo 2007

Oggi è il giorno delle polemiche. Vorrei farlo ufficializzare. Il 16 marzo nessuno al lavoro. Tutti a casa, o in giro, a polemizzare. Sul pullman che non passa mai ed è sempre pieno e non se ne può più. Al lavoro perché vogliono che tu lavori (che pretesa! Ma dico io, uno va al lavoro per scaccolarsi in santa pace e per fare aeroplanini di carta che lancerà dalla finestra e guarderà con ammirata invidia). Sul blog perché ho risposto male a un tizio, ieri, avendo la presuntuosa convinzione di sapere chi fosse (anonimi di tutto il mondo, eliminate l'anonimia dai vostri cuori. Firmatevi, vi prego!). Persino il guestbook di bottomap non se la sta passando bene.
A volte mi sembra di portare un po' jella per queste cose. Tipo che va tutto bene, poi comincio a scrivere io e crollano imperi. Un po' fa parte del mio DNA: sono donna, la donna è nata per spaccare le balle all'uomo e per fare lavori domestici, ma col solo scopo di lamentarsi di continuo. Mica per altro. A noi mica ci frega di avere la casa a specchio: lo facciamo perché quando il nostro uomo arriva a casa noi possiamo vantarci di esserci fatte un culo, sia al lavoro che a casa, e la domenica gli faremo notare che invece lui la passa a giocare alla pleistescion in tuta grattandosi gli zebedei. E' così che funziona una coppia.
Al lavoro le cose non sono andate meglio, ma se le persone non mi permettono di aiutarle che senso ha? Io che ci sto a fare? In compenso c'è stata una fantastica riunione sindacale sul tfr, dove ho capito che se Dio vuole forse andremo in pensione e, molto più probabilmente, con una pensione che sarà di circa il 50% del nostro salario. Da spararsi subito senza pensarci due volte. Quasi quasi scappo all'estero.

1 commento:

Carla ha detto...

Sì facciamo scappare la forza lavoro! Eheh. Ho letto la tua risposta su bottomap e mi è sembrato l'unico esempio di sanità mentale. Si vede che eravamo tutti un po' esauriti (senza voler offendere nessuno, assolutamente, è una stupida battuta). Io devo scrivere juyulf, classica parola gioiosa che urlano i norvegesi quando fanno i bagni di neve.