28 agosto 2007

Giudin giudetto

E' parecchio che non scrivo: le mie giornate stanno avendo ritmi sempre più serrati, proprio perché dal 17 settembre comincerò questo nuovo lavoro full time e non avrò più molto tempo di cazzeggiare. Sto cercando di fare quello che avrei dovuto fare finora, le cose scritte nella lista. In primis, riordinare le stanze (la mia e quella che una volta era di mia sorella che sono diventate nell'ordine un magazzino e la mia stanza/magazzinodue). Quindi al mattino ripulisco per un'oretta, faccio ciò che va fatto in termini di commissioni e robetta da nulla. Ed è incredibile quanto presto arrivi l'ora di fare pranzo. Dopodiché vado al lavoro, torno, mangio, vado a pattinare, gioco a wii mentre mi sento con Roccio e si fa tardi così in fretta che mi chiedo dove siano finite 17 ore di veglia.

Sabato e domenica sono stata a Firenze, ha fatto così caldo che mi sono messa la gonna mostrando le mie gambotte bianchicce. Sono ingrassata talmente tanto che la gonna che abbiamo preso è una taglia 44. Ma sorvoliamo.
Io e Roccio abbiamo scoperto che una visita al centro commerciale può rendere meglio di una giornata in palestra. Basta scovare reparto cyclette e tapis roulant (ma chissà se si scrivono così poi): pedala e pedala ed è tutto gratis. In palestra costa mucho assaje.

Le mie geniali riflessioni, non scritte subito, sono state dimenticate. Ora chissà, avevo un mucchio di cose da scrivere ma salta qui e salta là mi sono scordata. Dovrei risparmiare un po' per prendermi un ultramobile o un portatile 12" e tenerlo sempre in borsa. Ma conoscendomi poi non avrei il coraggio di tirarlo fuori col terrore che qualcuno possa rubarmelo.
Funziona così anche quando ho un cellulare nuovo. I primi giorni con questo Nokia N70, appena regalato da Roccio, vivevo in uno stato costante di panico in cui sui mezzi pubblici, ad esempio, non tiravo mai fuori il cellulare oppure, vincendo qualsiasi imbarazzo, parlavo con l'auricolare per non mostrare il nuovo gioiellino. Questa fase dura da un paio di settimane a un mesetto. Poi torna quasi tutto nella norma.

In ogni caso stavo riflettendo sul comportamento umano sui quei carabiccoli metallici chiamati treni, ma di questo scriverò domani. Oramai l'ho accennato: non dovrei dimenticarmi. E però potrei anche non rileggere. Domani mattina provo a scrivere qualcosa, giudin giudetto.

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