24 agosto 2007

Incubi e realtà ricorrenti

Oh ma che bella novità: sul blog è anche possibile caricare video.
Bene.

Tornando a noi, noto che il ritmo di questa casa è scandito sempre più da rituali serrati. Innanzitutto precisiamo che in questa casa comandano i cani. Il primo rituale del mattino è dovuto proprio a loro.
Inutile parlare a mia mamma del capobranco e di come noi dovremmo ripristinare l'ordine. Per lei sono i suoi bambini e li tratta in quanto tali (pasto al mattino, nanna subito dopo, giocata del mattino, nanna ancora ecc).

Quando il cane ha fame, il cane chiama. Ma il cane può aver fame anche alle 5 del mattino. E abbaiare alle 5 del mattino.

A questo segue il secondo rituale.
Prima di tutto questa casa è come quella di The Others, il film: nessuna porta può essere aperta prima che la precedente non venga chiusa. Quindi ecco il seguito di gneeeeeek, stump, gneeek, stump (mia mamma non sa non sbattere le porte, ma la capisco, a quell'ora io non riuscirei nemmeno ad alzarmi). In contemporanea il terzo rituale: lo sciabattamento.
Nessuna donna ne è immune e ultimamente anche io, fondatrice del partito NO-SCIABAT, comincio a trascinare i piedi sulle mie bellissime infradito a forma di ranocchio. Inutile dire alla vostra donna che sciabatta, non capirà e vi rinfaccerà di tutto: che lei mica si lamenta quando voi rumoreggiate dal didietro sotto le coperte, o quando vi addormentate serenamente dopo aver fatto sesso mentre lei ha voglia di coccole (il più grosso problema comunicativo tra uomini e donne), e così via all'infinito. Lo sciabattamento fa parte del DNA femminile, è quell'X in più che ne contiene il gene. E nessun uomo potrà mai sopportarlo, generando confusioni tra i sessi e i soliti litigi che ne conseguono.

Tornando a noi: il rituale del mattino sarà quindi. Baubaubau, gneeeek-stump, sciabatt sciabatt, gneeeek-stump, sciabatt sciabatt.
Alchè ci sarà la produzione vocale di mia mamma che, nel tentativo di zittire la prole a quattrozampe, farà più casino di loro con i suoi shhttttt shttttt.
Siamo a: Baubaubau, gneeeek-stump, sciabatt sciabatt, gneeeek-stump, sciabatt sciabatt, shhtttt shttttt.

Generalmente a questo punto mi riaddormento e filtro tutti i gneeeek-stump e sciabatt sciabatt con incubi ricorrenti che mi vengono a trovare in fase R.E.M.
Stamattina ho sognato di lavorare al call center. Da quando ho dato le dimissioni mi sembra di sognare solo quello e mi rendo conto di vivere un incubo a occhi aperti (il call center appunto). In questo sogno, nello specifico, il mio incubo era rappresentato da una signora che mi chiamava da Firenze per chiedermi un numero verde grazie al quale era possibile stabilire in che zona di Firenze si trovasse il chiamante. Io non sapevo che pesci pigliare, ogni volta le dicevo che non sapevo come aiutarla e lei richiamava e beccava sempre me. Poi è arrivata proprio in sala e aveva l'aspetto della mia insegnante d'inglese delle medie. Una donnina anzianotta con occhiali spessi spessi come fondi di bottiglia. Una volta mi interrogò alla cattedra e io andai lì con il foglio in mano e copiai tutti gli esercizi di quel foglio alla lavagna. Poverina, se ne accorse solo all'ultimo, mi sequestrò il foglio e mi rispedì a posto con una nota sul diario. Si è cattivelli con gli insegnanti quando si è piccini.
Comunque è arrivata in sala, mi si è seduta accanto e voleva a tutti i costi quel numero: diceva che ero stata brava perché anche se non le avevo trovato il numero almeno avevo provato a cercare. Così si è seduta accanto in doppia cuffia e ascoltava me di nuovo che cercavo di trovare sto dannato numero verde finché le ho detto che avremmo potuto chiedere al comune di Firenze. Lei era d'accordo e così le ho passato il numero del comune di Firenze (che però era il numero del comune di Roma, perché era il famoso 06.06060). Io mi alzo e vado a lavarmi le mani. I bagni sono fatti in maniera strana: è come se fossero formati da massi piatti e marroni disposti in maniera irregolare e sotto ci fosse il vuoto. Le luci sono fioche e basse e si vede quasi nulla quindi c'è pericolo di cadute nel vuoto. E poi non ricordo bene.

Ora però basta chiacchierare, devo ancora restaurare il vecchio camaleontario e poi prepararmi che domani vado dal mio Roccio. Incubi, fatevi avanti: vi darò sempre e comunque il numero del centralino di Roma. Scrivetelo: 06.06.06.

3 commenti:

Silvia ha detto...

son un paio di mattine che mia sorella mi insulta "stanotte hai dinuovo parlato...basta!!!! ma cosa sogni???"
e chi se lo ricorda?
sarò agitata!!!
bacio

Anonimo ha detto...

magari adesso sei sul treno con il mio Nathan...
:-)

Carla ha detto...

Ma a che ora prende il treno? Io posso solo sabato mattina perché lavoro fino alle 19.15. Dai dimmi dimmi dimmi