27 settembre 2007

Il distributore automatico di fiori

Che ci si creda o no mi è toccato fare un altro prelievo stamane e un'altra ecografia (a distanza di soli 3 mesi dalla precedente). Ovviamente se ci si può mettere di mezzo il tempo lo fa: ecco perché piove a dirotto e io sono andata col bus, per dimostrare che Murphy aveva ragione e "Se qualcosa può andar storto lo farà". Anche se alle 8 riesco ad essere puntualissima all'ospedale e a passare quasi all'istante in sala prelievi. C'è di nuovo l'infermiera dei tre buchi, appena glielo dico scatta sulla difensiva e mi dice che stavolta non sarà così. Sarà, penso io.
Difatti il primo buco non va a segno: volto lo sguardo e accanto a me c'è una ragazzina 14enne con lo sguardo impaurito e gli occhi lucidi. Intuisco il suo terrore e le dico "Ho una paura incredibile dei prelievi". Lei mi sussurra "Anch'io" mentre l'infermiera scava con l'ago nella mia vena alla ricerca di un filo di sangue che però non viene. "Nulla" mi dice "sembrava così bella questa vena e invece non viene fuori niente". Le dico "Piuttosto di farmi un altro buco a vuoto bucami pure sulla mano". Fa male ma ho una venuzza talmente bella... Mi controlla prima l'altro braccio e poi concorda con me. Mano.
Il sangue usciva, ma a rivoletti piccini e ci ha messo un bel po' prima di riempire le fialette. In più non ho fatto colazione e mi sbranerei anche l'infermiera.
Finisce questa orribile tortura e mi tocca fare la trottola verso un altro reparto: quello di radiologia del dottor Gandini. L'altra volta ci ho messo circa mezz'ora a trovarlo perché mi davano indicazioni sempre diverse, e stavolta ci ho messo solo 29 minuti. Di questo passo nel prossimo secolo ci arriverò in tempo.
Il reparto di radiologia è terribile perché gli esami da fare sono lunghi e c'è una marea di gente. In più, ovviamente, gli interni e i ricoverati passano prima. Per cui non è raro stare ad aspettare ore per poi vedersi passare avanti questi fantasmi in ciabatte e pigiama. Così appoggio la testa al muro e sonnecchio un po' finché una voce rauca mi chiama e mi affretto a prendere ombrello, borsa, maglione, esami precedenti trottandole dietro.
Lei scruta la tiroide, guarda il nodulino e chiama il primario che lo misura e mi dice che in effetti è cresciuto ma di un solo millimetro. Si parlerà di levarlo, di fare un agoaspirato o di levare tutta la tiroide (addirittura) un po' più avanti, forse a Dicembre. Dice che la mia tiroide proprio non c'è quasi più ma ormai, per quello che mi serve, possono anche tenersela. Basta che la cicatrice non si veda troppo, please.
E poi colazione, avevo una fame. Sono andata al bar dell'ospedale che è diventato un business nel business. Dentro al bar c'è un mercatino di borse, zaini, zainetti e addirittura un distributore automatico di piante. Sì, non potete crederci: nemmeno io potevo. Così ho fotografato per rendere reale questo miraggio. E poi sono tornata qui, al lavoro, dove tra un silenzio e l'altro ho anche modo di fare quattro non chiacchiere con i miei colleghi.



P.s. Ho appena finito di leggere il libro La Profe, di Antonella Landi. Lo trovo molto scorrevole e carino, divertente. Però qualche espressione gergale toscana... forse andava tradotta.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

spero che non sia nulla di grave.

ciao
federica

Carla ha detto...

Nulla di grave, grazie :)

Zion ha detto...

nooo carla è carla, è grave se non si fa bucherellare ogni tre mesi :D
comincerei a preoccuparmi ;)

Baci rossa (sei ancora rossa?)

Zion

Carla ha detto...

Oh cara! Come stai? Sì sono color rosso sbiadito, quasi arancio con una vistosa ricrescita: devo ritagliarmi un po' di tempo per rifarmi la tinta! E tu?