19 dicembre 2007

Invito a cena con delitto

Nei sogni di ogni amante del giallo esiste questa chimera: la cena con delitto. Organizzata in castelli lontani e con prezzi inaccessibili ai comuni mortali, primo o poi questa caccia alle libagioni con morto finto desta in noi qualche curiosità: come sarà? Come non sarà?
Nessuno lo sa, nessuno può permetterselo o arrivarci.

Meno male che arriva in nostro aiuto MinchiettaUno. Lei, che abita da qualche parte tra le sperdute montagne, ha avvistato in un comune lontano (il comune di Chianocco) una "Merenda Sinoira con delitto" organizzata dalla proloco. Più che una merenda sinoira era però una cena a base di piatti freddi.

Alle 20.30 c'è poco da fare merenda.

Io, Roccio, MinchiettaUno e tre suoi amici ci incontriamo in un luogo già sperduto (Avigliana o Almese? Non ricordo mai, cominciano entrambe con la A) alle 18. Decidiamo di fare un aperitivo alla Mandragola, locale più vicino a Chianocco che ad Avigliana (o Almese?) e quindi lontanissimo. Arrivati al locale degustiamo un ottimo vino locale, l'Avanà (anche questo con la A, mi confondono!) con spuntini vari e poi andiamo a Chianocco. Le regole del gioco sono queste: degli attori inscenano un delitto e i partecipanti alla cena devono indovinare. Chi vince e indovina tutti e tre i quesiti (Assassino, Movente e Particolare) vince la cena. La cena in effetti è molto economica, solo 13 euro. Quindi accessibile.
Quando entriamo notiamo di essere i più giovani in sala, ma questo non fa differenza perché a fine serata (alle 3 circa) noi andiamo via e tutti gli altri rimangono a ballare, comprese le nonnine settantenni che dove la troveranno mai tutta questa energia?

Seduti a tavola noi cominciamo a mangiare, abbiamo una fame incredibile (nonostante gli spuntini alla Mandragola e l'antipasto eccellente offertoci prima della cena vera e propria). Avvistate delle acciughe al verde cerchiamo di appropriarcene e l'eroico Roccio si lancia verso la parte della tavolata fortunata posseditrice di questo alimento (ma come scrivo?). Ma viene mandato via: senza il Conte (uno degi attori) non si mangia. Io e gli altri, con la bocca piena di salumi e grissini ci guardiamo e cerchiamo di immobilizzare, invano, le mascelle.

Arriva il Conte e si mangia. Parte la scena, lui Conte e il socio, in bancarotta, discutono di affari. La Contessa seduta accanto al Conte è la seconda moglie del Conte. Il Conte vuole cedere una delle sue cantine (o la sua cantina) al socio per aiutarlo con i debiti. Entra in scena la figlia e sgrida il patrigno, se lascia la cantina al socio poi a lei cosa rimane? Intanto un Maggiordomo gira tra i tavoli parlando in bolognese. E' un altro attore.
Roccio lo incolpa subito: sei stato tu.
Ma nessuno è ancora morto.
E noi mangiamo.
Arriva la zia del socio del Conte (altra attrice). Parla con uno strano accento francese, è esuberante e non la smette mai di parlare. Si scopre che ha una tresca con il Maggiordomo.

Arriva il momento del brindisi, il Conte stappa la prima bottiglia della cantina, ma il vassoio su cui è poggiato il calice è sporco di vino e scriga il Maggiordomo. Dopo il primo sorso però crolla. E muore (nessuno potrebbe rendersi conto se fa finta, stiamo tutti mangiando).

Il nostro compito è scrivere su un foglio le tre risposte ai quesiti. Il primo che indovina e porta il foglio a chi di dovere vince la cena. Io, MinchiettaUno e K scopriamo subito chi è, ma poi scopriamo aver cannato decisamente il particolare e il movente. Roccio e il suo gruppo (di soli maschietti) si rende conto del nostro colpo d'occhio e decide di scrivere una cazzata: il Conte si è suicidato perché il vino delle cantine faceva schifo.
In verità era stata la figliastra, voleva le cantine per sè. E il particolare era un fazzoletto sporco di vino che ha sventagliato sulla Contessa quando è svenuta dopo la morte del Conte. La lettura di tutti i biglietti ha reso Roccio e il suo gruppo un mito. Ne avete di fantastia però.

Arrivano tizio e tizia che cantano dal vivo. Richiedo Gli ostacoli del cuore e vengo accontentata, mentre rubiamo il cappello all'attrice che impersona la zia e ci facciamo le foto in tutte le pose.

Cominciano le danze, io e Roccio ci muoviamo fuori tempo e cerchiamo anche di ballare un liscio (con una fatica immonda, nessuno dei due sa esattamente cosa sta facendo).

Dopo esserci scatenati in tutti i modi e verso le 3 del mattino andiamo via, lasciando mr Garibaldi (un tizio fortissimo con una barba bianchissima che era arrivato lì già ubriaco per guadagnare tempo e non riusciva nemmeno a parlare) & co. ancora a ballare e cantare. Roccio è stanco, quasi si addormenta in macchina. Sarebbe quasi bello addormentarsi lì, sotto quel cielo pieno di stelle. Quasi al buio assoluto.

Incantevoli come sempre.


2 commenti:

Silvia ha detto...

allora.....abbiamo sbagliato solo il particolare..mannaggia!!!!
cmq proprio una bella serata,speriamo la ripetano!!!!

Carla ha detto...

Speriamo!! Stavoolta però voglio partecipare in veste di attrice!