08 gennaio 2008

Alla fine di ogni weekend c'è solo una cosa da fare: attenderne un altro. E nell'attesa lavorare. Aiuta a far passare la settimana. Oggi e domani però sono in mutua essendo io diventata momentaneamente un involucro di muco e catarro.
Per ingannare il tempo faccio le solite cazzate: intanto mi sono tinta i capelli, poi leggo un libro (ho appena finito "La grammatica di Dio" di Stefano Benni, davvero bellino). Promosso, almeno per l'inizio, il libro "Un lavoro sporco" di Christopher Moore.
Finalmente dopo 10 anni di spaccaminchia a tutte le persone che conosco ho comprato un basso. O meglio abbiamo comprato io e Roccio. Il basso in questione è questo:





Ha 6 corde. 2 in più della norma, e quindi è bellissimo. Come tutte le cose che vanno oltre.

L'ammoniaca della tinta comincia a darmi alla testa.

Questo weekend io e Roccio siamo stati super-raffreddati: due capsule ripiene di muco che vagabondavano per la città. Abbiamo avuto qualche incontro bizzarro, come al solito. Tipo uno che si è abbassato i pantaloni in stazione inveendo contro di noi. Ma ce la siamo cavata facendo finta di nulla e uscendo senza sentire gli insulti (i vari troia e frocio si sprecavano).

Sabato invece siamo andati all'8 Gallery. Centro commerciale situato in zona Lingotto (anzi proprio al Lingotto, centro fiere, congressi, sede della fiera del Libro, ecc ecc). L'8 Gallery è l'unico centro commerciale dove si paga il parcheggio, ben 1,30 euro l'ora e le frazioni di ore successive. Non male, eh?

Ma Torino è una città avanti, difatti proprio davanti al centro commerciale c'è Eataly, che meriterebbe un premio per il nome. Entrando si ha la sensazione di essere in una specie di supermercato ristorante dove c'è tutto. Ma proprio tutto, anche il mercato all'interno. Nel piano interrato una cantina con tutti i tipi di vino (quelli più preziosi sotto chiave), tutti i tipi di birra. Al piano terra una serie di specialità in stile Slow Food, da coltivazione biologica, cari da morire. Noi ci andiamo solo ed esclusivamente a prendere un caffettino e una spremutina (ma il vero motivo è che c'è una macchinetta che sconta un ora di parcheggio). Poi corriamo all'interno dell'8 Gallery e giriamo per i due piani del Saturn (intervallati da una mia corsa al cesso, squaraus improvviso). Esco felice come se avessi appena toccato il paradiso e abbandonato due kg di me nel bagno lingottiano e ci appropinquiamo a continuare la nostra passeggiata. Andiamo a cenare al Mirò, una pizzeria dietro casa mia. Un po' perché ci andava, un po' per sfuggire all'intera famiglia che ogni sabato sera si riunisce da me (con i bimbi al seguito che urlano, piangono, scapricciano, ecc). Ma torniamo in tempo per salutarli. Ora mio cognato si farà tatuare il nome del loro secondo bambino sul braccio e ci stava raccontando del suo tatuatore, uno dei più famosi, più che altro per il fatto di avere tatuato il corpo del più tatuato d'italia, che appunto sta qui a Torino.
Intanto mi commuovo pensando che la nostra nipotina lo ha chiamato zio e gli ha chiesto di giocare alle tartarughe ninja (cartone preferito della piccina).
E aspetto venerdì. Ma aspetto quello che sarà sempre.
Il venerdì sempre.

2 commenti:

Zion ha detto...

sono solidale con l'involucro di nome carla...anche io non sto bene, m'è venuta l'otite!
uffaaaaaaa

che brutto ammalarsi!

Zion

ps come sei romantica :)

Anonimo ha detto...

Io invece avrei detto tutt'altro... Alla fine di ogni week-end c'è solo una cosa da fare... Eheheh, eh già, ma neanche alla fine di ogni week-end, anche durante il week-begin, durante il week-middle... Mhuauhau, ah, non me ricordo che dovevo scrive qualcosa di serio... Ah, sì... W i 6 corde!!! Carino anche il ponte... Ah sì? Ganzo il tizio che si è abbassato i pantaloni, una volta con la mia ex-ex passeggiando ci imbattemmo in due che stavano trombando come ricci sulle scale di sicurezza di un teatro... All'inizio non capivo da dove venisse il casino, poi ho alzato lo sguardo un momento e ho visto questa scena apocalittica... Mhuauhauhau, beati loro!!!