14 gennaio 2008

IL PENSIERO DEBOLE
11/1/2008
Il pensiero debole

LUCIANA LITTIZZETTO
E’ andata. Tutti pronti a ripartire coi cassetti gonfi di carta da regalo smangiata che è tanto un peccato buttare via as sa mai. Intasati di regali, belli neh, ma di cui non sai assolutamente cosa fartene. Avete notato? Ci sono oggetti che compaiono solo a Natale e poi per fortuna spariscono dal commercio. Improvvise epifanie di orrori difficili da smaltire. Che poi io non capisco ’sta mania del dono a tutti i costi. «E' solo un pensierino ». Eh sì. E' solo un pensierino ma brutto. Quando pensi a me, pensi così male? Allora guarda, fa una roba. Il prossimo anno non pensarmi. Pensa a qualcun altro. Fammi ’sto santo favore. Oppure pensami bene. Mi basta un ramo di bacche rosse e mi sento già pensata meglio. Risparmi tempo, soldi, benzina e logorio di nervi.

A Torino nei giorni di Natale c'era un traffico che ti sembrava di essere un pezzo di un puzzle incastrato di cofano, potevi posteggiare solo sui i muri come le lucertole e se poi entravi al supermercato andavi giù di testa. Non solo perchè si camminava appiccicati come le acciughe e c'era sempre qualcuno che diceva «Tolga ’sto panettone, signora» e non si accorgeva che invece era il tuo culo. Ma soprattutto per i cartellini coi prezzi degli ipermercati. Io non sopporto quando mettono i prezzi con la virgola, 99. Zampone in offertissima otto euro e 99. Torrone di Modena 5 euro e 99, Salmone affumicato norvegese 12,99. Ma come 12 euro e 99? Ma fai 13… Perché devi mettere il 99? Mi prendi per badola? Per un deficiente che non sa contare? Pensi che io non sappia che 12 e 99 è uguale a 13 meno uno? Vuoi mica farmi passare che mi fai lo sconto? Che sei di manica larga? No, io lo so cosa sei… Sei un infame. Un infamone che scrivendo belli grossi gli euro e piccolini i centesimi cerchi di farmi fesso. Io vorrei avere qui davanti l'inventore di questi prezzini e dirgli sorridendo: tientelo il tuo centesimo che manca alla cifra tonda, caro industrialotto del cacchio, fondilo in un crogiolo, dagli forma di un simpatico proiettile e sparatelo direttamente per il tunnel naturale che il cielo ti ha donato… E Buon Natale.

Ho come la sensazione che la bontà non mi abbia tanto contagiato. Ma come si fa a restituire il bene se intorno a te arrivano solo zaffate di gramissia? A partire da casa tua. Guarda quello che può capitare quando lasci due minuti la bici in cortile. Una bici, dico, non King Kong senza catene che mastica i muri e prende a pugni il garage. Una innocua, bella, timida bicicletta. Passano 120 secondi e arriva la telefonata: «E' sua quella bici?». Sì, è mia, le piace? Vuole farci un giro? «No! La deve levare via subito! Cosa ci fa una bici in cortile?». Cosa ci fa? Aspetta che uno ci salga sopra, pirla! Ti dà fastidio a cosa? Cosa deve essere un cortile, un buco nero pieno di niente? Un rettangolo di cemento arido che aspetta che tu faccia centro la volta che decidi di buttarti di sotto? Non parliamo poi se scende un bambino con la palla. «Questo non è un campo da calcio!». Lo vedo. E' di cemento e non ha le righe del centro campo! Infatti ci gioca un bambino, non Ibraimovich. Ma certo. Meglio la spazzatura. Di questi tempi, in effetti, è già un passo avanti.


(fonte: La Stampa)

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