23 giugno 2008

Sarò bre...

sottotitolo: ma come mai i piatti del ristorante cinese hanno ben poco di ciò da cui prendono il nome?

La prima settimana lavorativa non è stata male, ho persino semisocializzato, anche se non ricordo nemmeno un nome (solo delle ragazze che lavorano con me). Loro sono simpatiche, io un po' meno. Sono troppo concentrata a pensare "Mioddio non devo fare una cazzata, mioddio non devo fare una cazzata, ECCO HO FATTO UNA CAZZATA LO SAPEVO". Da ripetere stile mantra quando serve.

Il weekend a Torino è stato ottimo: abbiamo beccato un caldo senza pari e abbiamo comprato un mucchio di cose semiutili. Al solito quando siamo insieme non riusciamo a contenerci, tutto diventa estremamente essenziale, anche ciò che proprio non lo è. E così stamattina, mentre le zanzare fanno di me un pasto (ma vi prego non mettiamo la zanzariera! io odio la zanzariera, preferisco di gran lunga la barriera chimica data dal diffusore Baygon) guardo i tre lumini a energia solare portati da Torino, le varie punte da microtrapanino, un altro illuminante da viso per me (voglio illuminarmi di luce propria-mia. E se continuo così ce la faccio di sicuro).

Ora vi lascio che vado a rendermi decente e quindi ci vorrano quelle 2 ore di preparazione. Ma domani è un altro giorno, infatti è festa.
Quindi viva viva San Giovanni (il santo delle feste?).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Voglio sperare che i nidi di rondine *abbiano* ben poco di ciò da cui prendono il nome :P :P

Carla ha detto...

Sarebbe troppo inquietante.. eheh

Ciao Mandingo, come va?

Anonimo ha detto...

Una merdaviglia...

No, a parte tutto è davvero un bel periodo.

Sto seguendo i tuoi post anche perché destino vuole che stiamo vivendo più o meno la stessa esperienza nello stesso momento.

Da un po'prima che venissi giù in Toscana ho iniziato una convivenza in pianta stabile in appartamento e mi diverto come un matto a constatare quanto le cose si accomunino in questi frangenti...

Non mi sono fatto la doccia con lo scrub, ma ho avuto traumi similari (forse meno divertenti) ed ho dovuto, in certi casi, reimparare l'ABC del condividere spazi con altri esseri viventi (e dire che ho convissuto senza problemi con mamma, papa, fratello, sorella e numerosi felini - non è che s'era in pochi).

La cosa che adoro di più è che nonostante tutto (problemi logistici, poco tempo disponibile per risolverli, tasse, mamme e socere che pretendono di averci a pranzo/cena ed una plafoniera in bagno che sembra sia stata creata direttamente da un costruttore di casseforti, visto che apparentemente è impossibile da smontare) ho addosso un bel po'di entusiasmo e, *fondamentale*, una notevole serenità...

Ciaociao :)

Carla ha detto...

La serenità è essenziale in questi momenti. Io ho vissuto un periodo di stress gigante (e che sono riuscita a ingigantire) dovuto al cambio città, al cambio abitudini, al cambio di strade, al cambio di lavoro. Ma penso soprattutto al cambio di città.

Non capivo come mai le persone si sentissero tanto legate ad alcuni luoghi. Ora lo capisco.

Però cercando di guardarsi dall'esterno la cosa appare buffa e improvvisamente le novità non spaventano più tanto ma diventano nuove avventure da affrontare insieme.

Esattamente come la doccia allo scrub. Eheh.