18 giugno 2008

Un infarto al cervello

Oggi è stata una giornata devastante. Eppure era partita bene: al nuovo lavoro ero riuscita anche a farmi coraggio e prendere due telefonate. Due o tre.
Poi sto facendo pratiche di voltura contratti.
Sarebbe una cosa molto semplice se il programma non fosse tanto complicato. Se le procedure non fossero tante complesse. Se i moduli da compilare non fossero equivoci. Se.. insomma avete capito.
Al mattino quindi sono rimasta in affiancamento con una ragazza e ho ascoltato le chiamate. Nel pomeriggio mi sono toccate un po' di pratiche. Ma ho paura di sbagliare: si tratta di fatture e io con i soldi non ho familiarità. Quindi la concentrazione era al massimo. Tipo che rimanevo interi quarti d'ora a pensare prima di chiedere.
Ho saltato pranzo perché non mi andava di mangiare e verso le 16 ho cominciato a vedere a pallini bianchi. Mi sono alzata, sono andata a prendere un kitkat e ho fatto 4 chiacchiere. Insieme ai pallini bianchi è arrivato il mal di testa. Sempre più forte, sempre un po' più forte. Alle 17.30 quando sono uscita (e Roccio mi aspettava sotto l'ufficio per andare ai gigli) ero quasi devastata. L'aria condizionata tenuta accesa non mi aveva aiutata e la temperatura infernale nell'abitacolo della macchina ha fatto il resto. Insomma, ci credete che non riuscivo a reggermi in piedi, non riuscivo nemmeno a pensare e avevo una nausea fortissima? Il programma era di mangiucchiare qualcosa velocemente ai gigli e poi tornare a casa che verso le 20.30 sarebbero arrivati gli altri per le prove del gruppo. Ma io non ce la facevo, nemmeno a stare in coda in cassa. Ho dovuto aspettare Roccio su una panchina al di là delle casse, con la testa poggiata sullo schienale e la salivazione a palla.
Appena arriva Roccio andiamo a casa, non riesco proprio nemmeno a immaginare il cibo che mi sale il vomito. Prima di partire Roccio avvisa che le prove sono rimandate. Mi spiace molto ma questa volta proprio non ce la facevo (dico "questa volta" perché anche sabato ho avuto mal di testa, ma dopo il pastiglino era tutto passato, però il pastiglino va preso a stomaco pieno, ecco perché stavolta non ho potuto prenderlo). Tornati a casa mi sono tuffata sul letto e ho riposato e quando Roccio mi ha chiamata per la pappa alle 20.45 ero un'altra persona.
Nel letto pensavo: non so che dolore si provi durante un infarto al cuore. Ma io sicuramente ho avuto un infarto al cervello.

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