24 febbraio 2011

Passi silenziosi

Due bacchettate, giuste ma comunque bacchettate.
Roccio mi fa notare che non posso continuare a cazzeggiare così, che sono grandicella anch'io, e devo prendere una strada (ah, endorfine, ma che mi sta capitando? va bhe meglio, mi fanno star bene). Dapprincipio mi ero sfavata come un'anguilla marinata. Cioè. CIOE'. Ne vogliamo parlare?
Ma dopo aver sfogato per iscritto il mio pensiero impulsivo e dopo averlo cancellato, bhe ho capito. Ho capito quanto è stato difficile per lui dirmi ciò che "realmente" pensava. E che non l'ha detto per ferirmi o altro ma perché è così, lo so anche io, lo sa lui, lo sanno tutti che sono una cazzona fancazzista che detesta crescere. Un Peter Pan all'eterna ricerca della sua ombra. E che finora mi sta bene così, eh?
In effetti per come l'ho conosciuto io in questi anni deve essere una cosa devastantemente difficile cercare di approcciarsi in modo totalmente nuovo con il mondo. Quindi, bravo Roccio.
Un po' meno brava Carla, oggi, che aveva un test di OOP e che non ha studiato nulla - ed è per questo che è stata bacchettata da Roccio - , o meglio, ha leggiucchiato qualcosa nelle prime due ore (in cui c'era da preparare il curriculum e il mio è già infiocchettato) e poi potete immaginare come sia andato a finire. Male, penso. Ragazzi ma io dovrei saperlo che in Java non esiste ereditarietà multipla, se no che parlo a fare? Basta, vado a fare la parrucchiera. Non avrò da pensare alla mia testa, ma solo alla testa degli altri.
Domanda inaspettata: "Carla, ma cosa gli fai agli uomini?" Risposta, scontata e stupida "Bhe lo sgambetto". Ma che domande sono?
In ogni caso i miei compagni, che da oggi in poi chiamerò colleghi perché ho deciso per il bene comune di cambiare atteggiamento nei loro riguardi, hanno deciso di chiamarmi zia.
Per il resto, ehy, tutto bene. Come mi diceva un tempo qualcuno, sono stata fabbricata per sorridere (e su questo c'è la garanzia a vita, ragazzi). Pertanto guardo avanti senza dimenticare la strada che ho fatto e ringrazio questa calma piatta che arriva ogni pomeriggio per rilassarmi.
Ah quasi dimenticavo la seconda bacchettata. La nostra prof e responsabile di corso ci fa notare quanto sia pessimo il nostro atteggiamento svaccato e rilassato e quanto sarà complicato poi durante lo stage mantenere la concentrazione se già in 6 ore di corso moriamo cerebralmente. E, ovviamente, lo scazzo che pervade l'aula già dalle prime ore del mattino. In effetti è ora di darsi una svegliata. Ci preannuncia, a partire da tra poco, un test a settimana, e una corsa spietata nelle lezioni.
Mi preannuncio una corsa spietata ai ripari dei buchi di quella enorme ragnatela che chiamo "cervello".

Canzone del giorno: Empty Tankard Tankard

7 commenti:

roccio ha detto...

Brava Carla!

Carla ha detto...

Mah insomma. In preda alla disperazione ho mandato un curriculum all'Apple Store de Le Gru. Io in Apple=disperazione totale! Argh

Francesca ha detto...

brava carla! anche io dovrei crescere iniziare a concretizzare ma la cosa mi spaventa da morire...per cui ti capisco...ma sono d'accordo su un altro punto: Sorridi che la vita ti sorride....e il mio motto anche se ogni tanto me lo dimentico!!!
fra

Carla ha detto...

Sorrido! Sempre. E per crescere stai tranquilla, il momento arriva. Il momento di scegliere. Poi dipenderà da te.

Zion ha detto...

6 ore di lezione sono uno sfavamento di maroni. Lavorare programmando è massacrante cerebralmente, ma almeno ti tiene sveglia.

Carla ha detto...

Penso uguale anche io cara Zion :)

roccio ha detto...

Ti tiene sveglio?

...

...qualcuno ha detto qualcosa?

...