31 marzo 2011

Lomo e dintorni

Ho una nuova scimmia. Che spero passerà presto. Ma forse anche no. Comunque ieri mi è venuto il trip per questo kit.
Vorrei regalarmelo per il compleanno ma ora ho problemi un po' più urgenti tipo sopravvivere con quello che ho finché non trovo un lavoro. E magari comprarmi il mio terzo paio di pantaloni, tipo.
Giusto per dire, le fotografie fatte con questa macchinetta sono davvero fichissime.




Ci penserò. Per ora mi accontento di alcuni filtri da piazzare sulle foto digitali.

Canzone del giorno: Susie Q Creedence Clearwater Revival

30 marzo 2011

Colloquio un po' così ma weekend decisamente cosà

Giovedì scorso al corso è stata una giornata pacco. Dopo le prime due ore abbiamo avuto tre ore di buco, così decidiamo di andare a fare un giro all'Auchan. In quel dell'Auchan mi chiama un'azienda per un colloquio. Io, che già so dove voglio fare lo stage, rispondo con uno spocchiosissimo "Non ho da scrivere, semmai la richiamo". Mi rispondono che mi avrebbero mandato una email. Colloquio fissato per il giorno successivo. Controllo e non hanno sedi a Bologna, sarà stata la responsabile del mio corso a mandare il curriculum. Ma a quanto pare nemmen lei. Ricontrolla e nulla, dice che a questa azienda ha mandato tutti i curricula tranne il mio. Va bhe, io vado, se non altro per la curiosità di sapere da chi hanno ricevuto il curriculum.
Mi presento, mi fanno attendere, mi spiegano di aver ricevuto il mio curriculum da R. Cavoli è vero, R. mi aveva detto che avrebbe mandato il mio curriculum alla sua azienda perché "E' bene fare colloqui per sapere cosa vuoi e cosa vogliono da te le aziende". Così facciamo questa chiacchierata tra donne, che non mi pare essere andata nemmen troppo male. Peccato che non molto tempo dopo avrei avuto il treno e cominciava a farsi tardi a sentire di cosa si occupa l'azienda, e trick e track, e il test di autovalutazione, e ognicosa.
Così appena terminato il test faccio una cosa che mai andrebbe fatta: dando per scontato che il mio colloquio fosse terminato mi alzo in piedi come per andarmene via. A loro non resta che stringermi la mano e salutarmi (grazie anche a voi per la bella chiacchierata). Tra le altre cose mi hanno chiesto come mai il mio curriculum non figurasse tra quelli spediti dalla responsabile del corso "non è che lei ha già trovato l'azienda per lo stage? eh?": ho spiegato (ehm cough cough) che in verità avevo fatto altri colloqui e la responsabile preferiva adesso "mandare avanti anche altre persone". Comunque colloquio terminato e corro a prendere il treno. Era la giornata del "regala un libro a uno sconosciuto", promossa dal sito leggereleggereleggere.it. Così vado alla Feltrinelli della stazione, compro un "L'ultima Lacrima" di Benni. Cerco in stazione un possibile destinatario (dopo aver scritto a matitina una dedichina semplice semplice) e trovo una ragazza col portatile simile al mio.
E' lei.
Allora mi avvicino e le dico "scusa, posso rubarti un minutino?"
mi guarda come si guardano i tossici della stazione che ti chiedono monete per comprare il biglietto per tornare a casa e te studi il suo viso per sapere se la tua monetina sarà quella che lo aiuterà a mangiare o a farsi di nuovo.
Le spiego che è la giornata in cui si regala un libro a uno sconosciuto e che avevo scelto lei per l'esperimento. Gelido sorriso e un "ok" un po' infastidito, seguito da un "grazie" totalmente tirato.
Mhm.
Ci rimango un po' male.
Comunque vado al MacDonald's che ho una fame bestiale e piglio le due cose più golose del mondo: una ciambella e un muffin al cioccolato. Mentre attendo sotto il tabellone degli orari di partenza dei treni e sbrano le mie due dolci merendine arriva la ragazza di cui sopra: "ciao sei tu quella di prima del libro?"
mhm, ma come? non passo certo inosservata con i miei capelli viola. Va bhe, ti perdono ma dimmi "Sì sono io"
Mi dice che prima l'avevo colta alla sprovvista e che voleva ringraziarmi tanto, è proprio una bella iniziativa, questa. Mi spiega che l'anno prossimo vorrebbe partecipare anche lei e mi fa mille sorrisoni.
Oh, così va molto meglio, penso.

Intanto prendo il treno per correre da Iolao, visti i casini con trenitaliamerda nell'acquisto dei biglietti, ho comprato i biglietti del treno precedente a quello che prendo di solito. Il programma del weekend è questo. Stiamo venerdì sera a Bologna (tralaltro siamo andati al cinema a vedere un film paccosissimo, però chissene) e sabato mattina, con molto sciallo, molto polleggiati, scendiamo a Firenze in macchina. Sabato sera suonano i Punition Babek, gruppo in cui suona Marco, e non voglio perderli.
Così venerdì sera stiamo insieme, andiamo al cinema, andiamo al pub. Vorrei parlare un sacco di Iolao, ci sarebbero tante cose (e tutte belle) da dire, ma ora non è tempo, non è luogo, così accontentatevi degli sprazzi che potete intuire qua e là.
Sabato ci svegliamo tardissimo, tipo alle 11.30 (avevo detto a E. che ci saremmo sentiti per 11.30!). Così facciamo colazione (fiesta e caffè, doccia e bidet.. ah non faceva così la canzone?) e ci lanciamo in autostrada. Devo dire che da passeggero ogni tanto ho avuto strizza, ma mi sono comportata piuttosto bene (le paure vanno affrontate del resto, no?). Arrivati a Firenze lasciamo la macchina a Rifredi (il viaggetto è durato poco più di un'oretta) e prendiamo il treno per Santa Maria Novella dove ci attende Gianni. E poi, mangiato panino veloce al Mac, andiamo davanti all'Edison dove aspettiamo E.
E. ci propone un caffè alle Oblate, mai stata ed effettivamente ne è valsa la pena. Da lì sentiamo a tratti Francesca che non ce la fa a raggiungerci, e Roccio che ci avrebbe raggiunto da lì a poco.
Alla fine ci ritroviamo tutti al MelBookStore dove io non ho trovato Roccio (ma Iolao sì). Tutto bene, nessuna rissa, per cui sono contenta. Abbiamo fatto un bel giro, chiacchierato, riso, preso un gelato al Vivoli (gelato minuscolo però chissene, è una gelateria storica), presa una schiacciatina (ottima tralaltro) e poi tornati via. Iolao mi ha accompagnato alla pizzeria e poi è andato via. Ha però conosciuto gli altri ragazzi, tranne Marco, che peccato, ci tenevo che si conoscessero. Ma Marco stava ancora provando e ci avrebbe raggiunti a breve. E così anche lì, breve interrogatorio su Iolao, ma come, ma perché, ma chi è, ma quiesuegiù, e Stephen "sembra proprio un bravo ragazzo", sì lo è.

Ci raggiunge Marco e mi fa il terzo grado, è un po' contrariato dal fatto che non ascolti metal ma l'ho rassicurato perché gli garba il rock anni '70 e così ha quasi approvato. Poi tutti insieme al Koriboroo, musica, foto e filmati di cui vi lascerò brevi spezzoni qui sotto.
Poi a nanna da Francesca e avevamo sì un gran sonno ma alla fine si è rimaste a chiacchierare fino alle 4 del mattino e il giorno dopo, bhe ci si è svegliate appena in tempo per cucinare perché ci avrebbero raggiunti Roccio e Stephen per la pappa. Roccio mi ha regalato l'ultimo libro di Saviano, che ho cominciato a leggere e devo dire, Saviano scrive molto bene.

Ieri psicocosa, appuntamento difficile, si sono trattati temi delicati e ho tremato come una foglia tutto il tempo e avevo gran lacrimoni che però, come al solito, non volevano uscire. Mentre la scorsa volta ero uscita svuotata, questa volta sono uscita parecchio giù, ma sono sicura che mi si stia smuovendo qualcosa e devo solo lasciare che le cose facciano il loro corso. Mi ha lasciato dei compiti per casa (sì, proprio così) e ora penserò a delle cose. Sono certa che uscirò da questa cosa ancora più forte e che, anche se non sembra, qualche chiacchierata con uno specialista farebbe bene a tutti. Solo per capire su cosa puntare, su noi stessi e quali mattoni lasciare cadere giù per proseguire più leggeri.

Oggi invece mi è successa una cosa bizzarra che comunque conferma che l'immagine che abbiamo di noi spesso si riflette all'esterno e ci rimbalza addosso come un boomerang. Dicevo a Iolao che oggi mi sentivo particolarmente carina: a volte mi capita.
Vado a comprare i biglietti del bus da un tabaccaio.
Mi dice "Oh: i jeans come la borsa"
"Scusi può ripetere?"
"Sì, dico, i jeans come la borsa"
In effetti ho una borsa di jeans.
Dico "Sìsì, è vero" prendo intanto i biglietti
Mi guarda e mi dice (era un ragazzotto, forse della mia età) "Viola"
Lo guardo un po' smarrita e dico "Ah i capelli"
"Sì, i capelli viola, non li avevo mai visti prima"
"Bhe sì non sono molto comuni"
"Non sono mai uscito con una ragazza con i capelli viola"
Silenzio imbarazzato, alché dico "Ah no?" ed evito il suo sguardo
"No, sai, dovremmo uscire insieme"
"Eheh" mia risata imbarazzatissima
"Il tuo ragazzo sarà felice"
Evvai, sta cercando di capire se sono impegnata, ho una via di fuga "Sì in effetti gli piacciono molto"
"E' l'unico al mondo ad avere una ragazza con i capelli viola"
"Bhe no, non sarò l'unica ragazza al mondo". Guardo i biglietti,guardo lui, e dico "Va bhe grazie comunque, buona giornata" ed esco.
Ora tolta l'intraprendenza del tizio, che comunque non sembrava essere troppo in sé, probabilmente è vero che l'immagine che abbiamo di noi è visibile all'esterno.
In ogni caso la canzone del giorno è: My Fallen Angel Midge Ure. Quando ero piccola mi ero comprata la cassetta di questo tizio perché avevo sentito in tv lo spot della Swatch e mi era piaciuta un sacco questa canzone.


ed ecco una foto e i video della serata con i Punition Babek, un altro genere. Ma le cose non si escludono. E faccio convivere Midge Ure e i Pantera nella stessa compilation.
Grazie.



Ed ecco i video.
Chiedo scusa se ho fatto errori ma ho scritto di corsa e nemmen tutto. Però vi abbraccio tutti. Momento commozione che sto ascoltando My Fallen Angel. Ora mi passa eh :)

23 marzo 2011

Il mio personaggio

Non so come dirlo, non sono brava con Java. Di tutt'altra opinione è la nostra insegnante nonché responsabile del corso. Che mi ha fatto diventare una sorta di capoprogetto/capogruppo per un minuscolo progettino. Che ovviamente non è stato terminato. A nulla sono valse le mie proteste ufficiali, non c'è stato verso.
Giornata di sole, tante cose da fare, nessuna voglia di farle. Sono qui, e sono un aquilone. Zero cervello e tanta voglia di volare.
Non capisco se l'impressione che do' è così positiva, se sono davvero così brava oppure se la gente mi sopravvaluta un casino.
In ogni caso il mio personaggio deve essere davvero mitico. Al corso mi vogliono tutti bene e pensano che io sia un mezzo genio.

Canzone del giorno: Bambina Impertinente Carmen Consoli

22 marzo 2011

Oggi dopo tutta questa tranquillità ho un po' di irrequietezza addosso.
Need Cocco.Le.

Weekend in paradiso e ritorno

Dopo il precedente weekend, andato bene ma con finale col botto, sono stata contenta di concedermi un po' di relax, da mercoledì sera in poi, a Bologna.
Sono stata molto bene, molto benissimo, moltissimo benissimo: siamo stati in giro per Bologna e abbiamo visitato la biblioteca (bella bella in modo assurdo) e una cosa che mi è piaciuta in modo particolare, ovvero l'anfiteatro di anatomia (o teatro anatomico) in cui al centro c'è un tavolino in marmo in cui i docenti aprivano a metà i cadaveri e attorno ci sono seggiolini dove studenti bramosi di conoscenza prendevano appunti. E' una roba del 1637 quindi occhio.
Bologna è gialla, rossa, calda e viva. Piena di studenti e di gente alternativa. Riesce a mescolare antico e moderno senza rendere pacchiana ogni cosa.
Sabato finalmente arrivano le mie cosacce che, dopo un mese e una settimana, han deciso di farsi vive. Della serie: meglio tardi che mai.
Siamo stati anche in un locale molto bellino, un vero locale da coccole, che si chiama "Il ristoro delle fate". Questo dopo una buonissima piadina e prima di una golosissima crepes alle barrette kinder (roba più golosa si può immaginare?), barrette sciolte che ovviamente mi sono versata addosso.

Quando sono salita sul treno per venir via, mi è venuta un po' di ansia. Come se mi stessi allontanando da un bell'angolo di paradiso per correre dietro ai piccoli problemi: il corso, le pratiche per la rottamazione e le robe per l'assicurazione auto, la casa da sistemare (ancora sottosopra dal trasloco). Ed è infatti così che mi sono sentita per tutta la giornata di ieri: nervosa, irritabile, cacapalle in modo impressionante. Per non parlare del fatto che lunedì sera avevo il mio primo appuntamento con la psicocosa. Lei, devo dire, è stata molto brava. Un'ora è volata e ho capito che non sono così malaccio, che devo sfruttare a mio vantaggio questo saltellare sulle cose senza mai poggiarmici sopra (perché in effetti potrebbe essere una risorsa). Ho capito quindi che cosa voglio da questo percorso: dare spazio alle mie esigenze. Provare a essere un po' egoista, accettare di non piacere a tutti. Costruirmi la mia vita. Insomma.

Leggevo con piacere il mio post che ho linkato poco sopra e tutte le riflessioni a venire che sono venute. Vedo che oggi, come ieri, ho sempre questa fame di ogni cosa, che non c'è verso di chetare. Ho voglia di gente, posti, odori, colori, sensazioni nuove e vecchie. Desidero obiettivi, certezze e paure comuni. Pianificare cose per me prima impensabili. Fare follie ma col cuore. Rivalutarmi con occhio critico. Non avere rimpianti. Ho voglia di vita come non ne ho mai avuta.
Desidero e avrò.

Canzone del giorno: I was made for loving you Kiss

15 marzo 2011

Don't touch my brain

Quasi dimenticavo: ecco i Sofisticator! :)
Scusate l'audio




Quella vocina che urla "Don't touch my brain" sono io. Le so tutte. Grandi ragazzi, a parte ogni tanto che andate per cacchi vostri siete grandi!

13/03/2011 - ore 17,00 circa

Abbiamo avuto un incidente. E' stato un incidente strano perché nessuno ci è venuto addosso, stavamo facendo una piccola curva a sinistra in autostrada, sotto la pioggia, nella zona tra sestri levante e lavagna e d'improvviso ci siamo trovate scaraventate sul muretto di destra, airbag esploso, suono stridente, guardrail di sinistra e sballottati all'interno della gallerie sul muretto di destra. Strisciata di lato finché la macchina, finalmente, non si è fermata. Fumo all'interno della macchina, polvere bianca e via, fuori dalla macchina, presto.
Chiedo a Maria se sta bene, mi conferma di sì, non so cosa fare. Mi dice di chiamare la polizia stradale, li chiamo ma mi chiedono dove sono. Non so dove sono, non lo so davvero. Dopo Sestri Levante? Dopo Chiavari? Chiedo di richiamarmi entro 5 minuti che guardo la posizione GPS intanto Maria sistema il triangolo che mezzo secondo dopo viene distrutto da una macchina che passa a tutta velocità. Intanto arriva la stradale, e mi squilla il telefono. Rispondo ed era la stradale. Gli dico che un loro collega è già lì, "Ma come è possibile?" non so, ma c'è. Si parlano tra loro e il collega appena arrivato mi dice che per fortuna non ho danneggiato l'autostrada, altrimenti avrei dovuto pagare una multa. Intanto mi fa l'elenco delle contravvenzioni e verbali che mi farà. Io in quel momento spengo il cervello.
Poco dopo l'arrivo della polizia stradale ecco anche il carro attrezzi che tira su la macchina e ci "porta in sicurezza" all'esterno della galleria. Prima mi avevano chiesto se volevamo un'ambulanza, io non so. Ho il braccio gonfio e livido e lì per lì penso di essermelo rotto ma di non sentire dolore per l'adrenalina che ho in corpo. Quindi dico che sì, voglio un'ambulanza. E chiedo cosa sarebbe successo. Il poliziotto mi dice che io sarei andata in ambulanza e la mia amica sarebbe rimasta lì: ma come? E come ci incontreremo? Fa spallucce e dice che lei in qualche modo mi raggiungerà. Ma come in qualche modo mi raggiungerà? Insomma ci portano in sicurezza e arriva l'ambulanza. Mi sdraiano sulla barella, sopra un coso di plastica arancione che chiamano la "spinale", Maria la fanno sedere lì di lato accanto a me. Ho preso dalla macchina la reflex e il portatile non me la sentivo di lasciarli in macchina. Decidono di portarci al pronto soccorso di Lavagna. Battiti: io 90, Maria 110. Dicono che la ragazza è "palesemente" agitata. Delicatezza pari a zero.
Ci scaricano in ospedale, al triage fanno entrare Maria per la registrazione, io vengo trasportata in barella in uno stanzone, sensazione già conosciuta e sorrisi di compassione della gente che incontro. Mi sono calmata, ok sono calma. Mia mamma non deve ancora sapere se no le piglia un infarto. Do' notizia a mia sorella ma ho una voce talmente tranquilla che non si preoccupa. Ci portano separatamente dall'ortopedico e poi a fare i raggi, niente di rotto ma Maria ha vinto una sublussazione alla spalla.
Poi chiamo Stark che volevo chiamare appena uscita dalla macchina dopo l'incidente ma giustamente Maria mi blocca "non fare prendere un infarto a quel povero ragazzo". D'accordo. Ma quando lo chiamo sono calma, anche lui sembra calmo. E infine mi vengono in mente le pastiglie, rimaste nello zaino. E chissà come mai poi, visto che avrei dovuto prenderle solo il mattino seguente. Così chiedo se gentilmente possono procurarmene una per tipo, del resto siamo in ospedale. La loro risposta è "non so proprio come aiutarla". Poi chiamano il carro attrezzi chiedendo di aspettarci che torniamo a prendere gli zaini. Ci dicono di andare in portineria per farci chiamare un taxi per portarci a Sestri Levante dov'è la macchina. Troviamo la portineria (intanto anche un bancomat per prelevare) e chiediamo se gentilmente può chiamarci un taxi. Ci da un fogliettino col numero. Io e Maria siamo indecise se desiderare che Lavagna venga rasa al suolo (oh senza offesa per chi ci abita) o riderci su. Comunque chiamiamo il taxi e io riferisco che siamo all'ingresso del pronto soccorso ma sbaglio, infatti il primo taxi che arriva gira in un angolo e sparisce dalla nostra visuale e la donnina della portineria ci dice che quello è l'ingresso dell'ospedale e non del pronto soccorso. Argh. Ci fa la cortesia di chiamare il pronto soccorso e farlo tornare indietro. Destinazione, Sestri Levante. ormai siamo oltre le 19.30, orario di chiusura ma ci hanno aspettate, quindi prendiamo lo zaino e intanto cerco un albergo sull'iPhone con connessione internet (e fanculo a chi mi prende in giro, ci è stato utilissimo) e trovo un albergo, la pensione Suisse, a uno sputo da lì. Il taxi ci porta e, finalmente, letto. L'albergo è scrausissimo ma ha un letto, un bagno con doccia (che comunque non useremo perché almeno per quanto mi riguarda non ho niente per docciarmi), il signore che ci ha accolto è gentilissimo e finalmente riposo dopo la disavventura. Cerchiamo di procacciarci il cibo e chiediamo consiglio, così ci consigliano una pizzeria ristorante "La Previna" che poi risulta essere squisita. A Sesti Levante le persone sembrano molto più gentili. Può darsi che siamo state sfortunate a Lavagna e fortunate a Sestri Levante ma qui è tutto un sorriso e una gentilezza. Ci coccoliamo con buon cibo (focaccia similRecco per me e pasta al verso pesto e pinoli per Maria) e io con una razione di dolce. Ironizziamo sul fatto che dovremmo sfruttare questa cosa dell'incidente per farci avere razioni doppie di ognicosa ma soprattutto di dolce. Finito di fare pappa e comprate anche due bottiglie di acqua per la notte torniamo in stanza. Io risento Stark (inutile chiedersi se nella pensione c'è una connessione wifi o similare) che era preoccupatino, così insomma ci calmiamo e tranquillizziamo e ci mettiamo a nanna. Anche perché il giorno successivo dobbiamo trovare una macchina a noleggio dato che nessuno può venirci a recuperare. Ma è un pensiero del giorno dopo, non voglio pensarci assolutamente fino al giorno seguente e, appena salutato Stark, crollo morta sul letto. La notte è parecchio freddina e mi sveglio un bel po' di volte per accoffolarmi meglio su me stessa e tenermi caldo.
Al mattino successivo, pronte e quasi reattive ci attiviamo per trovare qualcosa e l'unica cosa che trovo è l'avis di Chiavari. Dai, ormai ce le siamo girate tutte ste cittadine, facciamoci anche Chiavari. Maria chiama ma scopriamo che vogliono la carta di credito. Così dico alla signorina che abbiamo avuto un incidente e non sappiamo come fare per tornare a Torino: forse si intenerisce, non so, ma alla fine dice che ci farà depositare una cauzione di 250 euro. Va bene, caspita. Tra quello e non avere niente, direi meglio quello. Colazione e poi altro taxi, altro giro, altra corsa. Arriviamo all'Avis dove non ci fanno pagare la cauzione (dovrò mandare dei fiori alla signorina in questione) e ci danno una Punto Evo. Ok, ci rimettiamo alla guida alla volta di Sestri Levante ma il navigatore ci fa prendere l'autostrada e sbagliare strada così siamo costrette a farci un bel po' di km in più. Ma alla fine ce la facciamo e ora arriva il lavoro pesante. Pratiche per la rottamazione (solo per l'airbag esploso ci vorrebbero 2000 euro), svuotare la 600 (non l'ho detto che era quasi un trasloco? basso, aspirapolvere, varia roba, poi da levare autoradio cd e tutto il resto), pagare deposito + carro attrezzi + demolizione. 390 euro. Alla faccia. Andiamo a cercare un bancomat ma posso prelevare solo 250 euro, mi aiuta Maria. Caricata macchina, andiamo. Direzione Torino. Pian pianino anche perché la Evo è lentissima. Lenta dammorire.
In ogni caso ora che sto scrivendo questo post mi sono levata le bende. Il mio braccio pare andare in cancrena da quanto è nero. Solo la vista di sta schifezza mi ha convinta a tornare al pronto soccorso, ci andrò domani. Maria oggi ci è tornata e le han trovato colpo di frusta e bloccata per bene la spalla. All'ospedale di Lavagna purtroppo non sono stati altrettanto bravi.

Arrivate a Torino ultima avventura, riportare la macchina all'Avis che ci avevan detto essere in corso Turati 37. Andiamo, ma c'è la Hertz che ci spiega che sì una volta c'era l'avis, ma da due anni a questa parte non più. Tremo al pensiero di dover andare a Torino Caselle, sono quasi le 18.30 termine ultimo per la riconsegna della macchina. Ci dicono che c'è una filiale poco distante, infatti ci arriviamo in 5 minuti e molliamo la macchina. Una avventura. Che non si vorrebbe mai avere. Ma a volte c'è.
Ecco alcune foto della macchina un po' rotta. E del mio braccio livido.






Canzone del giorno: Manic Street Preachers featuring Nina Persson - Your Love Alone Is Not Enough

Non potevo avere migliore compagna di incidente in ogni caso. maria, siamo tostissime.

10 marzo 2011

Va bene, stasera ho capito un po' di cose. Ho capito che non vale la pena prendersela per persone che non meritano nemmeno la nostra rabbia. Ho capito meglio cose che avrei dovuto capire prima, ma soprattutto, non mi sento più in colpa per niente.
Non discutere mai con un idiota. La gente potrebbe non notare la differenza

Arthur Bloch,
Le leggi di Murphy

In partenza

Il blog e il diario languono. Ma ho poco tempo e devo prepararmi che domani si parte per Firenze. Suonano i Sofisticator. Come chi sono? Mha, dico io.

07 marzo 2011

Da non sottovalutare

Comincerò a raccontare questa giornata partendo dall'ultima cosa.
Numero uno: a volte sottovaluto le persone, tipo mia mamma.
M: "Com'è andato il colloquio?"
Io: "Bene, mi hanno presa!"
M: "TI HANNO PRESA?"
Io: "Sì ma è uno stage di due mesi"
M: "Cos'è uno stage?"
Io: "Mhm bhe, hai presente il corso che sto facendo? Bene, per due mesi mi mandano a fare formazione direttamente in un'azienda"
M: "Ah bello"
Io: "Ci sarebbe una sola cosa, lo stage non è a Torino"
M: "E dov'è?"
Io: "Bhe, a Bologna"
M: "Quindi per due mesi starai a Bologna"
Io: "Mah se tutto va bene l'intenzione è di rimanerci"
M: "Bhe, tanto a Bologna hai anche gli amici (eh..), va bhe se hai bisogno di aiuto per l'affitto dimmelo"
O_o"
Da mia mamma mi aspettavo come minimo un "Mha!" aspirato, tanto molisano quanto ansiogeno quanto secco. Il Mha di mia mamma significa "che cazzo" o indifferentemente "che bello", a seconda dei contesti. In alcuni casi può intepretarsi come "'ncul a sorreta" oppure "ho bruciato l'arrosto", ma da che ricordi mia mamma ha sempre commentato qualunque cosa con un secco e aspiratissimo "Mha!"
Nulla.
A parte che ha pronunciato la parola tabù, ovvero "aiutare". Io quando sento quella parola ho uno scoppio di eritemi sul volto e le mie corde vocali riescono a pronunciare solo questa stringa di caratteri "No, grazie faccio da sola".
Ma sono stata zitta per un po'.
Poi le mie corde vocali non hanno resistito e ho detto "Non ce n'è bisogno, per ora, grazie".
Indi poscia la mia più grossa fatica, che non era il colloquio come molti sospettavano, è stata superata.
In realtà è stata una giornata piuttosto angosciante per vari versi.
Innanzitutto in pausa pranzo ho avuto la brillante idea di parlare a Roccio di quanto mi sta sentimentalmente accadendo. Non avrei dovuto? Avrei dovuto? La comunicazione è stata rotta bruscamente dall'arrivo della responsabile del corso, potete immaginare come mi possa essere sentita io, che ho i sensi di colpa solo a tenere le scarpe slacciate. Non potendo chiarire nell'immediato la mia bella ansietta me la sono tenuta lì.
La responsabile ci annuncia che faremo un progetto a coppie. Sono stata associata con uno di cui a malapena conosco il suono della voce perché ci avrò parlato sì e no 5 volte in tutta la durata del corso. Difatti ci guardiamo con aria interrogativa. E lei conferma che siamo la coppia che le crea più dubbi. Sia mai, mettermi in difficoltà mai eh? Ansia numero due.
Peccato che alle 15 devo uscire, tornare a casa a cambiarmi, sono vestita in modo indecente e ho il colloquio con un uomo (sì un uomo, e sì lo so, mi sono abbassata a farmi carina per un colloquio, ma proprio stamani non avevamo "pari opportunità" come materia? Sese ma esistono le pari opportunità? Dovrebbero sì... E invece) e andare al centro Piero della Francesca, un colossale monumento al cemento armato pieno di aziende e senza possibilità alcuna di parcheggiare. Peccato che oggi avevo anche la psicologa. Mi tocca chiamare e spostare.
Arrivo lì e trovo parcheggio davanti al complesso. Io sgrano i miei bellissimi occhioni verdi che non mi pare il vero.
Intanto ero in ansia per tutto fuorché per il colloquio.
Chiamo la psicologa e mi sposta l'appuntamento per lunedì 21 marzo, e va bhe, è un po' in là ma che si deve fare?
Entro nel complesso e c'è anche un punto informazioni, mi spediscono al quinto piano. Ascensore minuscolo, apposta per i claustrofobici credo. Arrivo al quinto piano, corridoio lunghissimo stile albergo di Shining, cammino e guardo le porte sperando di trovare la stanza 237 e vivere finalmente il mio film horror. Ma nulla. Il corridoio è senza vita, non ci sono stanze con chiavette sanguinanti attaccate e cammina cammina trovo la mia azienda colloquiante.
Suono e mi annuncio. Mi fanno sedere. Attendo, attendo, attendo.
Sono scosciata un pochetto. E attendo. Mi sporgo un attimo per prendere una rivista sul tavolino e far finta di leggere ma mi accorgo che la poltroncina su cui sono seduta ha le rotelline e rischio di lanciarmi in avanti con la sedia facendo una meravigliosa figura epocale (sabato ne ho fatte già due, vogliamo parlarne?). Mi rimetto in sesto.
Aspetto.
Arriva un omino, gli sorrido pensando fosse per me. Non è per me ma ricambia il sorriso.
Grazie.
Arriva un altro omino di corsa. Mi lancia la mano al volo che riesco a malapena a stringere, in tutto questo lui ha solo lievemente rallentato ma non si è fermato. Mi precede in una saletta che forse è un ufficio, forse il suo ufficio, forse una sala riunioni, credo di non avere osservato nulla perché il tizio in questione non ha mai levato gli occhi dai miei occhi e non potevo abbassare lo sguardo (la guardia).
Prima domanda: "Ma come mai Bologna?"
Questa l'ho studiata, sono pronta: "Bologna è una città piccina, sarebbe mio interesse andarci a vivere e, nella speranza di una prospettiva di lavoro futura, intanto comincio uno stage lì".
Non abbassa mai gli occhi, è inquietante.
Mi spiega brevemente che lo stage sarà su VBA (penso a cosa sia ma non mi interessa), dico che mi va bene, che va bene anche alla mia responsabile, per quello non ci sono problemi.
"Sì noi saremmo interessati, per noi non ci sono assolutamente problemi, se vuole può fare anche uno stage in Php o Java ma il problema è che ora non abbiamo lavori di quel tipo, per cui starebbe davanti a un pc ma non farebbe nulla di professionalizzante, mentre con VBA abbiamo delle cose reali da farle fare"
A me sta bene, dico. A lui sta bene, a me sta bene, a noi sta bene. Colloquio terminato. Mi lascia il suo biglietto da visita e poco fa gli ho mandato una mail per confermargli l'indirizzo e-mail della mia responsabile. Che dire. E' fatta.
Torno a casa e chiacchiero con Roccio, mi spiace forse non dovevo dirglielo, ma mi rassicura di nuovo. E' che non volevo che lo sapesse da queste pagine, o da facebook, o da twitter, preferivo lo sentisse da me. Poi poteva anche mandarmi a stendere ma penso di aver fatto la cosa giusta.
E ora penso a maggio. Passi di bimbo per maggio.

Oggi nessuna canzone. Sono io musica.

Vi lascio con questa chicca che è uno dei miei film preferiti :D

06 marzo 2011

Al solito, treni

Questo weekend sono stata a Bologna. Ma non sono qui per raccontarvi il weekend, più che altro il viaggio.
Che è stato spettacolare.

Per andare a Bologna ho preso un frecciasminchiola. Ma non era giornata. Il treno è partito in ritardo e si è fermato poco dopo porta Susa. Pare che un omino si sia gettato da un ponte, schiantandosi sul treno. Sono indelicata, lo so.
Ma questo è quanto. Il treno ha atteso la polizia e siamo rimasti fermi per circa tre ore prima di ripartire. Arriviamo quindi a Milano Centrale dove ci annunciano che dovremo cambiare treno, peccato che il treno in questione era appena partito da Torino e sarebbe arrivato a Milano alle 00.15 (sarei dovuta essere a Bologna alle 20.20). Rabbia generale.
Ci mandano all'assistenza clienti che è chiusa e un povero capro espiatorio viene da noi a spiegarci la situazione. Ma c'è poco da spiegare, siamo lì al freddo ad attendere un treno che arriverà da lì a un'ora e mezza.
Uh guarda bravi, ci preparano un sacchettino per la cena. Apro e dentro c'era una bottiglietta d'acqua e una confezione di loacker. Come direbbe un nerd, fail abbestia.
Arriva un senzatetto che approfitta della confusione per portarsi via 4-5 sacchettini. Massimo rispetto ma chissà che non ne rimanga deluso anche lui.
Meno male il treno arriva alle 23.45 e alla fine all'opportunissima ora dell'una di notte arrivo a Bologna.
Ma vogliamo parlare del ritorno?
Al ritorno avevo un IC alle ore 14.46. In ritardo di un'ora. Decidiamo di fare un giro in centro a Bologna ma calcoliamo male i tempi e perdiamo il treno, perdiamo anche quello successivo e prendo il treno delle 16.40. Poco male.
Tempo in più.
Bella Bologna. Il fascino della città piccina senza l'orda di turismo che invade altre città.
La storia dei portici è piuttosto buffa: ecco qui una breve spiegazione.

Run

Come vorrei continuare a vivere senza ferire le persone. Come vorrei.
Ci sarebbero tante cose da raccontare di questo weekend: di un pranzo di compleanno all'Ikea di Bologna, di figure di cacca collezionate, di marce nuziali suonate nella testa, di trentenni che si sentono quindicenni.
Di vite. Vissute.

02 marzo 2011

Nessun Armageddon oggi

Condivido un attimino con voi questa giornata fantastica. Bhe innanzitutto ho ricevuto il *reale* risultato del test di Tecniche di Programmazione, ovvero 100/100 (avevo scritto qualche giorno fa 90/100, poco male, sbagliato di poco). Risultato complessivo della materia 23/25 (penalizzata solo dalle assenze, essendo entrata un mese dopo l'inizio del corso questa cosa pesa abbastanza). La sorpresa più grande è stata il Test di Programmazione a Oggetti che credevo di aver passato solo con la sufficienza tirata e invece si è rivelato essere un brillante 80/100 (valutazione complessiva della materia 25/25). Ragazzi, che dire.
Ma non è finita.
Ricevo risposta da un'azienda di Bologna per lo stage (tralaltro un'azienda con sedi a Torino, Milano e Bologna). Non hanno nulla per me in Java/Oracle ma, se sono interessata, possono propormi dei lavori in Php e VBA. Ne parlo con la responsabile del corso che mi dice che è ok. Sarà più difficile per me perché dovrò imparare il Php ma non mi vede in difficoltà, anzi. Sono un "elemento valido", dice (autostima +1000), e non avrebbe problemi a mandarmi in stage a partire da domani. Che nonostante fossi partita sapendo zero di programmazione, insomma, sono portata.
Ho appena risposto all'azienda e incrociamo le dita. Io sono sempre ottimista e sono sempre più convinta che quando sorridi alla vita, la vita stessa ti sorride. Ingenua? Forse un po'. Ma oggi sto bene così.
Stay hungry, stay foolish. Sempre.

Ora doccia che abbiamo il sushino con alcuni compagni di corso. Un hip hip hurrà per me e un abbraccio a tutto il mondo.

01 marzo 2011

Me and my cose

Ci risiamo. Altre due settimane e mezzo di ritardo e sclero che si sa, più sai che ti devono arrivare, più sei in pensiero. Ma non *il* pensiero, quel pensiero. In pensiero perché in borsa dovrai tenere sempre la Mooncup che comunque ingombra. E dato che usi la Mooncup magari tenerti stretta la speranza di trovare un bagno non dico pulito, ma almeno calpestabile.
Così ho un antichissimo rimedio per accelerare i tempi: il test di gravidanza. Comprare un test di gravidanza e farlo porta, nel 99,9% dei casi, alla risoluzione del problema entro il giorno successivo. Porto le mie belle chiappe all'Auchan dove sgambetto nel reparto farmacia, tra un lubrificante utilizzabile anche come olio per massaggi e mille confezioni di detergenti intimi (tutti con pH diversi eh?). Così trovo i diversi test di gravidanza e scopro che il costo minimo è di 9 euro. Ma siamo matti? Cioè io le scorse volte ho buttato via 9 euri così?
La confezione tralaltro è devastante: rosina con dei fiorellini. E sopra la scritta "Utilizzabile anche prima dell'atteso ciclo".
Ho deciso che non cederò a un altro ricatto delle mie mestruazioni, e che si fanculizzino anche loro. Arriveranno quando vorranno arrivare.
Ieri ho mandato dei curricula in giro per Bologna, cosa che avrei dovuto fare anche oggi ma come potete ben vedere sono qui a cazzeggiare amabilmente sul blog. In ogni caso ho ancora tempo. I curricula erano 23, oggi ricevo una risposta. Che non è una risposta, era un "Oh, noi abbiamo sede a Torino, a Milano, a Bologna e non abbiamo mica capito dove vuoi andare eh?". Ma a me sta bene, vuol dire che non hanno cestinato la mia mail, così ho risposto specificando che la mia richiesta è per la sede di Bologna. Poi ho pensato, ma come cacchio faccio a fare i colloqui? Della serie io penso a ogni minimo dettaglio.
Ci penserò. A me basta avere una risposta in tempi non troppo lunghi, così posso programmare il resto (l'eventuale ricerca di una stanza o di un ponte per esempio sotto cui stare), lo spostamento e tutto.
Problemi che mi sono venuti in mente: senza lavorare (ma lo stage varrà?), posso prendermi un medico per la prescrizione delle mie pastiglie (tipo a Firenze se non studi e non lavori sei un reietto della società e non hai diritto al medico di famiglia, puoi solo sperare che ti arrivi qualcosa di così grave da poter usufruire del pronto soccorso)? Le visite altrimenti come le prenoto? La macchina, la porto? La lascio a marcire qua? La residenza riuscirà ad arrivarmi prima di maggio? A maggio oltretutto ho anche visita dall'endocrinologo e pagamento assicurazione auto.
Possibili soluzioni: fare scorta di pastiglie prima dei due mesi di stage. Spostare la visita a luglio (in modo da poter prenotare ognicosa qui). Organizzarmi con l'assicurazione (che maremmina ve li raccomando, ho cambiato 3 indirizzi negli ultimi 3 anni e hanno sempre sbagliato il domicilio a cui mandare il tagliandino, va bhe).
Ma io sono ottimista. O come direi su twitter: #ottimista.

Canzone del giorno: Everybody Needs Somebody Blues Brothers