28 giugno 2011

il nostro nuovo post!

Canzone del giorno: Pickin' On Me Skunk Anansie

27 giugno 2011

Stavo ripensando all'incidente.
Rimango sempre incredula da come sia in grado di affrontare grossi stress, soprattutto fisici, e un semplice esame mi faccia partir di testa.
Vammi a capire.

Da riesame.

Per il racconto del weekend vi rimando a CuriosanBo, l'altro nostro blog (che sarà aggiornato, con foto e tutto, spero stasera).
Ieri sera prendere sonno è stato complicato. Un po' di pensieri si intrecciavano in testa.
Ho terminato il libro sull'intelligenza emotiva, il quale mi ha dato consapevolezza maggiore della mia instabilità emotiva che mi impedisce di fare molte delle cose che mi prefiggo. O di farne delle altre in maniera del tutto improvvisa e impulsiva. Ho cominciato un libro molto interessante, di Philip Zimbardo: L'effetto lucifero - cattivi si diventa? Per una versione romanzata dell'esperimento condotto negli anni 70 dal prof. Zimbardo si veda "Das Experiment - Cercasi cavie umane", un film tedesco del 2001 (di cui l'anno scorso è stato fatto un remake americano). Se l'avete visto e sapete ora dell'esistenza di questo libro non potete non leggerlo.
In ogni caso, il weekend è stato piacevolissimo. Se il sabato è stato un corri corri, la domenica è stata di puro relax.
Peccato che Giovedì mi arriva una e-mail dalla responsabile del corso Java che ci chiede di consegnare le tesine. Le tesine per l'esame del corso Java, che dovrebbero riportare quanto noi abbiamo fatto in stage. Cos'ho fatto in stage a parte scrivere sul blog, su twitter, sull'altro blog e leggere repubblica? Molto poco, direi.
Quindi stavo di nuovo rivalutando questa cosa dell'esame, e mettendo in chiaro i motivi per cui dovrei o non dovrei darlo. Le motivazioni che mi spingerebbero a dare l'esame sono la paura di deludere chi mi circonda, lo stress di dover sopportare la responsabile del corso che mi cazzierebbe perché aveva riposto tanta fiducia in me, i miei compagni che mi dicono (lo so per certo) che sto facendo una cazzata, il peso di dover andare dal tutor dello stage a dire che mollo e che non sono riuscita a fare ciò che mi era stato richiesto.
Mi pare un po' poco come motivazione.
Così tra uno strizzone e l'altro allo stomaco, penso proprio che non andrò all'esame. Durante la notte ho elaborato diverse strategie per andarci comunque, una di queste potrebbe essere chiedere al mio tutor di interrompere qui lo stage e usare il tempo rimasto per studiare. Ma se non ci riuscissi (per le deboli motivazioni di cui sopra) non mi sentirei ancora più in colpa e delusa? In ogni caso anche rimanere qui è una perdita di tempo. Non farei comunque bene a mollare almeno lo stage e intanto almeno provare a studiare? Se riuscissi a trovare un lavoro, qualsiasi cosa, sarebbe un gran sollievo.

Canzone del giorno: La Funzione Subsonica

24 giugno 2011

Un giro a bologna (e shopping di libri)

Oggi giorno di vacanza per me ex-torinese nel giorno del patrono di Torino, san Giovanni. Così giro a Bologna.
Decido di fare un giro al museo di cere anatomiche, contenta della vecchia visita al museo de La Specola a Firenze. Il museo ha la più vasta collezione di crani che io abbia mai visto. Appena entrata infatti, mi accolgono due vetrine ai lati del corridoio, alte fino al soffitto, con all'interno solo teschi suddivisi per varie tipologie. Crani del Piemonte o del Veneto, crani di idioti, di farabutti, di delinquenti, crani del medioevo, crani di ogni tipo.
La collezione delle cere anatomiche invece non è così spettacolare come quella di Firenze, anche se si possono ammirare scheletri deformi e cose simili. Al più presto metterò alcune foto.
Una volta uscita da lì ho fatto una passeggiata per il centro, percorrendo, da via Irnerio dove mi trovavo, via Zamboni e poi infine sono arrivata elle torri pendule. Qui un gruppo di attori stava mettendo in scena una cosa buffissima. Promuovendo un nuovo centro di distributori automatici aperti 24h su 24, questi attori col volto dipinto di bianco e i capelli dipinti di rosso avevano una pettorina con tre pulsanti. ogni pulsante corrispondeva a un'emozione. Pigiando sul pulsante loro esprimevano, col viso, quell'emozione. Molto, molto carino. Ho chiesto informazioni, ma sono di Mantova. Peccato, forse riprenderei teatro. In ogni caso dopo questo ho fatto degli acquisti librari. Che potete vedere nella mia pagina anobii (spero si possano mettere in ordine per data). Ora sono a casa disciolta dal caldo, penso a come finire il mio libro per leggere questi altri tre e vi rimando all'altro nostro blog in cui abbiamo scritto un nuovo post


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23 giugno 2011

Indifferenza

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Antonio Gramsci

#44

Domanda numero 44: Hai mai rotto o perduto qualcosa che apparteneva ad altri?

Faccio un salto indietro. Questo è in parte il mio solito periodo olocausto (in cui leggo tutto ciò che mi capita sotto mano che abbia a che fare col nazismo, l'olocausto, ecc) e in parte periodo psicologico, dovuto anche alla lettura del solito libro di cui vi ho già parlato.
Così succede che ieri controllavo vari esperimenti sociologici, psicologici ecc e mi chiedo "Mha, fami vedere se attuano sperimentazioni psicologiche da qualche parte", così rispondo a un annuncio che mi chiede "Ti piacerebbe partecipare allo studio “Come reagisci agli stimoli emozionali?”". Cavoli, certo che sì. Oggi rispondo a tre superquestionari e, a parte l'incoerenza delle mie risposte (me ne rendo conto perché a domande simili rispondo in modo diverso), mi rendo conto di essere assolutamente antisociale.
E arriviamo alla domanda di cui sopra. Ma ve ne ho già parlato?
Forse sì non ricordo.
Comunque ero piccola, facevo le elementari o le medie, più probabilmente le elementari. Ero a casa della mia amichetta del cuore (l'unica che io abbia mai baciato a fior di labbra - non ve l'ho raccontato? ci siamo frequentate fino alle superiori) e giocavamo a nascondino. Per me che abitavo in un bilocale la sua casa (con bagno, antibagno, sala e cucina separate, camera da letto e cameretta) era una cosa gigantissima. Da lei si poteva assolutamente giocare a nascondino senza problemi, così quando tocca a me nascondermi mi infilo nello spazio tra un armadio e il muro, proprio attaccata al termosifone, e mi rannicchio a terra.
Quando devo uscire mi tiro su e con la schiena sollevo anche l'umidificatore in porcellana attaccato al termosifone che casca a terra rompendosi.
Passiamo il resto del pomeriggio a cercare di incollarlo, ma i segni si vedono. Così quando torna a casa sua mamma ci rimane molto male e vengo a sapere che era una cosa di sua mamma, ovvero la nonna materna della mia amica, che era mancata.

Canzone del momento: Antisocial Anthrax

Quindici giorni e usabilità

Sono passati 15 giorni dalla mia rinuncia a facebook. Non male, e non vedo nemmeno ragni a pallini gialli.
Niente crisi d'astinenza.
Anche se un po' mi sento tagliata fuori. Noto che quasi tutti i siti hanno il "seguimi su facebook", sono meno quelli che si possono seguire su twitter. Ogni tanto mi casca l'occhio sul mac di Fry e noto che ha cambiato l'immagine del profilo e queste cazzatine mi spiace non seguirle.
Ieri Fry ha preso la decisione del secolo, per lui che è Appleista relativamente convinto, passare "momentaneamente" a un cellulare con Android.
La scelta (difficile eh?) è dovuta al fatto che l'iPhone 3G è diventato di una lentezza esasperante. Gli ultimi aggiornamenti non hanno fatto che peggiorare la situazione e Fry, finché non esce il nuovo modello di casa Apple, ha preso un Samsung Galaxy Next.
Da prima di spacchettarlo ho sentito già "Eh, ma l'usabilità..."
Dopo spacchettato "Eh, certo, l'usabilità"
Usandolo "Però, insomma, l'usabilità"
Mio caro Steve (Jobs), fai uscire questo benedetto iPhone 5 così smetto di sentire questa parola nuova, usabilità, e tutti riusciamo a dormire sonni tranquilli.
Grazie. :D

La regina delle minchiate

Ieri ho fatto il mio terzo colloquio bolognese. Il fatto che al telefono non mi avessero chiesto il curriculum stampato mi ha fatto pensare molto positivo.
Appena entro nel posto x, vedo qualcosa di familiare, non so, come un fondo commerciale appena messo a nuovo con due o tre cose giusto per far vedere che è abitato. Inoltre appena due secondi dopo aver aperto la porta mi sento chiedere "Ha portato il curriculum stampato?"
Ci risiamo.
Mentre aspetto mi dico che dai, forse sono prevenuta.
Così entro e una signora molto formosa mi spiega e ho quel deja-vu, che più che già visto è già sentito. Contratti per le aziende, giornata di prova, corso, ecc ecc.
Se posso, devo dire che almeno questi sono stati molto più chiari e trasparenti degli altri. Però tant'è che oggi non sono andata alla giornata di prova. Lo so, lo so, un sacco di gente senza lavoro mi manderà a cagare perché non ho accettato, ma questo è. Ieri sera mi chiamano per un altro colloquio, che sarebbe il quarto, e indovinate un po'? Cerco ora online e si tratta di una società simile che fa sempre la stessa cosa. Vendita contratti porta a porta. Mi sto un po' demoralizzando. Anche se so che prima di settembre sarà mission impossible e questa cosa mi solleva un attimo.
Ieri sera siamo andati al cinema all'aperto (e gratis) in piazza Maggiore. Nonostante sappia tutte le battute a memoria ho insistito per andarci, ed è stato molto bello. San Petronio, la piazza, le luci spente, le stelle, noi seduti a terra e... il resto lo scriverò nel nostro blog.

P.s. è appena entrata da una finestra e uscita da un'altra una rondinella in ufficio. Tenere, mi sono affacciata per guardarle meglio e una mi ha fatto una bella rasetta. Mai viste così da vicino.

E mentre cercavo sul web la specie esatta mi sono imbattuta in questo racconto su wikipedia.
La rondine e il serpente

Un'antica leggenda sul diluvio universale narra il motivo per cui le rondini hanno la coda biforcuta.
Quando gli animali, Noè e i suoi uomini furono a bordo dell'arca in balia delle onde si accorsero di un buco sul fondo dello scafo da cui continuava ad entrare acqua. La nave rischiava di affondare e nessuno era in grado di tappare la falla. Allora arrivò il serpente che disse: "Se promettete che alla fine del diluvio mi darete da mangiare l'essere con il sangue più dolce, io tapperò con la mia coda quel buco per tutta le durata del viaggio!".
La proposta fu a malincuore accettata... la salvezza di tutti al prezzo di una vita.
La zanzara, alla quale fu dato il compito di trovare chi avesse fra tutti il sangue più dolce, si mise all'opera.
A fine del lavoro la rondine andò a chiedere di chi fosse il sangue più dolce e la zanzara le riferì: "L'uomo ha il sangue più dolce!".
L'uccello allora si impietosì per la sorte che sarebbe toccata all'uomo e con una beccata strappò mezza mandibola della zanzara perché non potesse più parlare: ora la zanzara poteva solo sibilare un "zzzz... zzzz..." e nessuno ci capiva niente.
"Cosa dice dunque?" Chiese il serpente alla fine del diluvio.
E la rondine si intromise dichiarando: "La zanzara dice che il sangue più dolce è quello della rana... non è vero zanzara?" "Zzzzz... zzzzzz..." Ella rispose, e l'uccello continuò: "Vedete, sembra proprio dica sì sì!"
Noè dichiarò dunque che la rana doveva essere mangiata dal serpente.
La rondine intanto ridendo volò via ma la serpe, che aveva fiutato l'inganno, con uno scatto d'ira fece un balzo cercando di afferrare la rondine, ma riuscì solo a strapparle due o tre penne della coda rendendola così biforcuta.


Non avendo il pancino bianco mi sa che è un rondone comune.

Ma il Falco subbuteo è campione di calcino?
No, hey, sempre da wikipedia:
L'ornitologo Peter Adolph, inventore del gioco del calcio da tavolo Subbuteo, avrebbe voluto inizialmente brevettare il passatempo con il nome The Hobby, che in Inghilterra designa una specie di Falco Lodolaio. Non essendo il termine "Hobby" registrabile all'Ufficio Brevetti Inglese Adolph ripiegò su parte del nome scientifico, Subbuteo appunto.


Canzone del giorno: Annina Mia Max Gazzè

22 giugno 2011

Per le bestiole

Sto diventando cattiva e assolutamente non empatica verso il prossimo.
Oggi i miei colleghi si sono lamentati (ah tra poco ho un altro colloquio che mi pare essere come i precedenti due, stavolta sarò più brava a fare domande stringenti per ottenere informazioni più dettagliate) del caldo. E' vero che in ufficio l'aria condizionata non funziona ma siamo fortunati ad avere mille arie, e aprendo le finestre si ha una corrente tale che non dico che faccia fresco (oddio al mattino fa fresco, al pomeriggio no) però la temperatura è sicuramente inferiore all'esterno. Insomma la prima cosa che ho pensato quando hanno cominciato a lamentarsi, cosa che si ripete ogni pomeriggio intorno alle 14-14.30, è stata "certo se dimagriste un pochetto...".
La cattiveria del mio commento è stata spazzata via in un attimo dal mio cervello che ha cercato mille giustificazioni a quella frase, delle quali la prima era "non sopporto le persone che si lamentano quando possono cambiare la loro situazione".
Questa è una cosa vera in parte, mi trovo anch'io spesso a lamentarmi di situazioni che non mi piacciono, oppure al contrario scappo alla prima difficoltà per cambiare immediatamente una situazione di cui potrei lamentarmi. C'è però da dire che ammiro le persone che cambiano la propria vita e le proprie, radicate, abitudini.
Prendo come esempio la mia mamma, che adora mangiare, cucinare, fare torte e mangiarle.
Ha procrastinato parecchio ma da quando è riuscita a forzarsi e andare dalla dietologa ha perso 11 kg. Ovvio, si lamenta del fatto di non poter mangiare ciò che vuole ma alla fin fine i benefici sono talmente grandi che in questo caso il lamentarsi va anche bene.
Il libro che sto leggendo, Intelligenza Emotiva di Goleman è illuminante in questo senso. Già nei primissimi anni di vita certi atteggiamenti possono influire per tutto il resto della nostra vita, come ad esempio il volere quanto più possibile e subito o il saper attendere (quindi riuscire a porsi degli obiettivi, stabilire delle tappe per raggiungerli, ecc ecc). Io purtroppo appartengo alla prima categoria.
Se dovessi essere a dieta sarebbe la mia rovina, non ci riuscirei mai. Potrei solo a minuscole tappe.
Ringrazio di essere, tutto sommato, abbastanza magra. Nonostante la genetica.
Detto questo, che sono finita anche un po' OT, mi sto informando sui vari morph della Pantherophis guttatus (ex Elaphe guttata). Sto mandando all'aria un monte di idee che avevo su chi alleva serpenti, per esempio la crudeltà e la mancanza di sensibilità nel dare topolini da mangiare ai serpenti, giusto perché queste bestiole mi piacciono. Posso essere più incoerente?
Per ora mi informo, che male non fa. Ma in verità con Fry pensavamo di prendere una Phelsuma madagascariensis (meglio però una Phelsuma lineata - per le dimensioni più piccole e quindi il terrario più piccolo e per la docilità maggiore di questi gechi). Ripensando al periodo in cui avevo i camaleonti e gli insetti stecco e le piante carnivore, mi viene in mente che c'è un ramo in cui mi piacerebbe lavorare ma per il quale non sono qualificata. Che è quello delle bestiole. Ora me la studio un attimo e penso: cosa potrei fare per lavorare in mezzo alle bestiole e non avere bisogno di una laurea che ora è tardi per prenderla e comunque per come sono fatta è praticamente impossibile arrivarci?

Canzone del giorno: L'Odore Subsonica

21 giugno 2011

Sun

Sto cercando lavoro, ormai non è più un segreto. La cosa buffa è che ieri mi chiama un mio amico ed ex collega (ma ex collega che eravamo grafici nella stessa casa editrice nel lontano 2004) proponendomi un lavoro.
Premessa: avevo ricevuto un suo messaggio qualche giorno prima in cui mi chiedeva come stavo messa a lavoro. La mia risposta è stata "Sto cercando, ma ora sono a Bologna".
Per cui ieri mi chiama e mi chiede come sto, che faccio, e varie ed eventuali. E poi mi propone un lavoro. A Torino.
Effettivamente aveva preso il mio "ora sono a Bologna" come una permanenza temporanea, una gita domenicale quindi, in ogni caso, non ho potuto accettare.
Oggi, drin drin, squilla l'iPhone. E' la page personnell, mi chiede di andare a un colloquio (dice che mi avevano già vista nel 2004 - oh che coincidenza, proprio per farmi il colloquio per la famosa casa editrice di cui sopra), indovinate per che città? Torino. Già già.
Io sono qui, oggi ho mandato altri 12 curricula, La Repubblica mi dice che non ho praticamente speranze e io guardo fuori dalla finestra, c'è il sole e penso "non me ne frega nulla".
Ce la farò, in qualche modo. Dalla mia ho una versatilità che le persone specializzate potrebbero non avere (o non voler avere), di contro appunto non ho nessuna specializzazione.
Ma sono ottimista. C'è il sole.
Canzone del giorno: Triathlon Subsonica - Donà

20 giugno 2011

Novità

Prima novità: ho riaperto il blog.
Massì chi mi vuole leggere mi legga, chi non mi vuole leggere non mi legga, chi vuole chiedermi come sto me lo chieda e chi no, amen. Così sia.
Venerdì sera siamo andati alla festa Fiom. Devo dire tra tutti (oh c'era anche Benigni come ospite speciale) il discorso più incredibile è stato quello di Travaglio, incazzato come non mai, ma sempre attento ad arrivare a ogni tipologia di pubblico. Le sue parole sono per le orecchie di tutti.
C'erano un sacco di persone, il vento sta cambiando, le persone non sono più solo indignate, sono propriamente incazzate.
Poi ci sono stati i Subsonica, io ho cominciato a saltellare e cantare e ballare e non ho capito più niente. E' stata una serata incredibile. Memorabili le parole di Benigni, in risposta a quelle di Brunetta contro i precari (ve lo ricordate, no? "Voi siete l'Italia peggiore") - "Voi siete l'Italia migliore miei cari lavoratori", e ovviamente la battuta per Brunetta "è come sparare sulla crocetta rossa". E' evidente che non si può più stare fermi e che piano piano arriva il momento per darsi una mossa.

La seconda novità è che ieri siamo stati a Squamata, una fiera per il commercio di rettili, ma anche ratti e animali insoliti a cui ero già stata nel 2007. Ma non è questa la novità, la novità è che io e Fry abbiamo aperto un altro blog nel quale scriviamo a quattro occhi. Ovvero visitiamo i posti e poi li raccontiamo da due punti di vista diversi. Potete trovarci anche le foto di squamata.
Il blog si chiama CuriosanBo, e l'idea iniziale è quella di scrivere su tutti i posi curiosi e caratteristici di Bologna.
Qui il link a "come funziona il blog" e qui alla home del blog. Metterò anche il link qui accanto e spero che vi piaccia l'idea e che vi facciano sorridere i nostri post, e se avete qualsiasi suggerimento non esitate a commentare.

Sabato c'è stata la par tot, una specie di manifestazione stile carnevale. Non ci siamo andati ma l'anno prossimo sarà mia!

17 giugno 2011

Il mio danno

Devo preoccuparmi se da ieri ascolto a ripetizione due canzoni dei nomadi? Forse.
E' passata un'altra settimana (lavorativa), è passato un altro colloquio farlocco.
Il colloquio farlocco, dato che è il terzo (oddio ce ne sono stati altri, ci vogliamo ricordare di quei tizi che mi avevano proposto di fare contratti dell'elettricità alle aziende?
Il colloquio si svolge identico a quello di lunedì, anche nella stessa zona nonostante sia un ufficio diverso. Mi chiedono di portare un curriculum stampato. Quando arrivo noto che sul campanello c'è la scritta a mano dell'azienda. Entro e mi fanno accomodare.
Lo studio sembra raffazzonato all'ultimo momento, con ciabatte con fili che corrono per terra, un acquarietto con pesci rossi ancora disorientati, stampe Ikea appese al muro.
Mi fanno accomodare.
Il tizio che mi fa il colloquio ha un forte accento fiorentino e nota il nome dell'ultima azienda presso cui ho lavorato. La conosce, dice, per nome. Porcamiseria ci credo, nel suo ramo è l'azienda più famosa. Mi chiede come mai sono andata via "per motivi personali", devi imparare a non specificare altrimenti ti seppellisci da solo. Dire che sei andata via da una città perché è finita una relazione, e che sei andata in una nuova città perché ne hai cominciata un'altra è un po' come dire apertamente che a trent'anni ancora non sai cosa fare nella vita. Il che è corretto, ma è bene non dirlo se vuoi essere assunto. "E come mai si è trasferita a Bologna?" - "Ho approfittato dell'opportunità di uno stage di due mesi per il corso che sto seguendo per cambiare città, dato che ho intenzione di rimanere qui."
Comincia il suo discorso di quello che fa l'azienda: è un po' meno fumoso della signora che ho incontrato lunedì, ma dato che sento già puzzo di bruciato cerco di essere molto diretta nelle domande "Ma esattamente di cosa vi occupate? Che ruolo andrei a rivestire?" Tutte domande le cui risposte erano molto vaghe. Dopo un po', e poco prima che me lo proponesse lui, lo interrompo dicendo "Mi sta per caso proponendo una giornata di prova?". Rimane un po' sull'interdetto e l'offeso dalla mia interruzione, però annuisce. Giornata di prova, colloquio fumoso, si ripete il mio cervello.
Lo interrompo di nuovo con una frase che stupisce anche me "Senta, mi spiace averle fatto perdere tempo, ma ho già fatto altri colloqui come questo e non sono mai andata alla giornata di prova". Alza le spalle e mi dice che stanno anche cercando una segretaria, però si parla di metà luglio "Bene, aspetterò".
Ogni tanto ripenso alla responsabilità che ha avuto la mia invalidità (e la conseguente iscrizione alle categorie protette): quando l'avevo non mi ero mai fatta problemi di questo tipo. Quando a 17 anni ti danno questa cosa, le tue prospettive per il futuro cambiano. A 28 anni qualcuno decide che quell'invalidità permanente non è più un tuo diritto. Le tue prospettive cambiano considerevolmente. Ti senti che è tardi per intraprendere una specializzazione in qualsiasi cosa, trovare lavoro è più difficile senza specializzazione, cominci a deprimerti perché non senti sbocchi in nessun modo.
Questo mi hanno fatto.

Canzone del giorno: Io Voglio Vivere Nomadi



Forse scorre dentro il silenzio il senso
e il profilo della vita è tra le cose
e anche il buio serve ad immaginare
la ragione che ci invita a provare
so che può far bene anche gridare
per riscattare l'anima dal torpore
so che ad ingannarmi non è l'amore
perché voglio amare

Io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare a farmi male, voglio morire di te...
io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...

Contro il mio equilibrio sempre un po' precario
libero l'istinto, ciò che mi sostiene
emozione nuova senza nome
la ragione che ci invita a continuare
per questo problema non ho soluzione
io mi sento vittima e carceriere
so che ad ingannarmi non è l'amore
perché voglio amare

Io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...
io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...
io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...

Forse la coscienza, il senso della vita
sta in mezzo a mille notti o forse più
non servirà a tradire semplicemente amare
qualsiasi cosa che ti dà di più

Io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...
io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...

16 giugno 2011

La mia seconda sorella

Ieri Fry aveva questo corso di Seo e Web Marketing a Cesena, aspetto con ansia che mettano i video online: peccato però, avrei preferito lo streaming, se avessi saputo per tempo che non era presente lo streaming sarei andata anch'io. Ah non è che aveva il corso, *teneva* il corso. Dice che fare questo corso di 8 ore di fila è stato estenuante e ci credo. Però ieri è tornato soddisfatto perché ce l'ha fatta, per i feedback positivi e perché finalmente la preparazione delle slides era finita. Inoltre era contento per Birba (dice che ora si avvicinerà lui stesso per farsi mordicchiare le caviglie così non dovrà fare fatica a muoversi). Quando ho detto alla Frappa che Birba stava male mi ha risposto che non sapeva come ci si poteva sentire, perché non ha mai avuto un cane. La mia risposta è stata che un cane è come un fratello, non come un amico. Fa parte della famiglia quindi quando sta male, sta davvero male un componente strettissimo della famiglia. Quando lo raccontavo a Fry, quest'ultima frase, che il cane fa parte della famiglia, che è un fratello, l'abbiamo detta all'unisono. In effetti è complicato spiegare a chi non ha mai avuto un cane cosa significa.
Oggi ho un altro colloquio, non ricordo se l'ho già scritto. Ma dalle cose dette, dall'annuncio a cui ho risposto e dalle modalità dell'appuntamento, mi sa che è lo stesso identico colloquio fatto pochi giorni fa (e qualche anno fa a Firenze).

Ieri sera c'è stata l'eclissi di luna. Noi non l'abbiamo vista anche perché dopo la cenetta fuori per festeggiare siamo tornati a casa; birretta e Futurama, come ogni sera, e nanna.
Sono tentata dal riaprire il blog.

Canzone del giorno: L'alluvione Riccardo Marasco

15 giugno 2011

Vittoria

Mi ha chiamato mia mamma e mi ha detto che birba zompetta un po'. Che tipo l'ha messa sul pannolone a fare pipì e poi si è girata e quando si è rigirata l'ha trovata sul balcone. Oppure che la metteva sul divano in un punto e se la ritrovava in un altro.
Questa è una bella vittoria. Una vittoria della speranza.

Respiro la nebbia, penso a te.

Secondo la neurologa Birba è migliorata. Cerca di mettersi a sedere ed è più mobile, e noi siamo tutti più sollevati. Ora è sotto terapia di cortisone e mia mamma le sta facendo la fisioterapia muovendole le zampette.
Respiro.
Oggi Fry è a Cesena perché tiene un corso su SEO e Web Marketing. Fino a ieri sera sapevo ci sarebbe stato lo streaming, che poi però non è stato concesso. Peccato me lo sarei guardato volentieri. Avevo anche sparso un po' la voce.
Ieri ho avuto la geniale idea di depilarmi le gambe con la lametta e poi spargermi di acido glicolico. La pelle mi bruciava talmente tanto che pensavo mi cascasse a brandelli.
Sono così contenta per il fatto di Birba che ora non riesco a pensare ad altro. Anche se motivi per avere mille preoccupazioni ce ne sarebbero eh? Dovrei studiare per il corso e l'esame, devo cercare lavoro, dovrei riuscire a combinare qualcosa qui allo stage. Eppure il cuore è sollevato, perché so che la mia Birba potrebbe migliorare.

Canzone del giorno: Impressioni di Settembre PRM (Premiata Forneria Marconi)

14 giugno 2011

Birba e speranza

Mi ha chiamata la neurologa di Birba che in realtà cercava la mia mamma. Le ho chiesto delle informazioni più specifiche e mi ha confermato che essendo presente il movimento, anche se limitato, alle zampe, c'è anche dolorabilità. Questo mi fa essere ottimista. C'è speranza, insomma. Anche se mi ha detto che ci vuole tempo e il tutto sta nel vedere se in questo periodo migliora anche solo lievemente.

Vaffanquorum

Ieri orgasmi multipli: abbiamo raggiunto il quorum. Il quorum ragazzi.
Niente nucleare, niente acqua privata, niente introiti garantiti alle società che gestiscono l'acqua e niente legittimo impedimento. Significa che la rete ha fatto finalmente il suo.
Per quanto riguarda Birba ancora non si muove.
Stiamo qui ad aspettare.

Il colloquio di lavoro è stato un colloquio farlocco: non ha nemmeno letto il mio curriculum, e dopo una brevissima spiegazione di cosa fa questa azienda (il cui nome ho dovuto chiedere perché non mi è stato riferito) mi ha chiesto di presentarmi oggi per un giorno di prova. Dapprima ho detto di sì, poi mi sono ricordata di aver fatto un colloquio identico anche a Firenze, ho cercato online il nome della ditta e ho trovato la truffa. Stipendio 400 euro al mese, culo indefinito, trasportati di qua e di là a fare contratti enel o simili.
No grazie.
Così ho mandato altri curricula ma sono un pochino, come dire, demoralizzata.
Sto leggendo un libro molto interessante di Daniel Goleman, che si intitola "Intelligenza Emotiva". C'è stato un test effettuato su bambini di 4 anni in cui si chiedeva loro di attendere il ritorno dello sperimentatore per avere due caramelle, altrimenti immediatamente potevano avere una sola caramella. E poi lasciavano il bambino solo in una stanza con una caramella. Alcuni prendevano la caramella, altri attendevano il ritorno dello sperimentatore. Mentre leggevo mi dicevo che io avrei preso subito una caramella, tzè aspettare per averne due.
Insomma una parte dei bambini non aspettò e l'altra sì. Questi ultimi avevano dimostrato di saper quindi tenere a bada l'impulsività (quattro anni eh?) e attendere per ottenere qualcosa di meglio.
Questi bambini sono stati seguiti fino all'adolescenza e hanno notato che i bimbi che avevano saputo aspettare erano diventati dei ragazzi che sapevano raggiungere dei risultati, più sicuri di sè e meno inclini al rinunciare a portare a termine le cose. Il contrario o quasi per gli altri ragazzi.
Io lo dico, avrei preso una sola caramella. E' per quella caramella presa d'impulso che io non riesco a concludere nulla e mi demoralizzo alle prime difficoltà? Nel libro descrive anche come queste persone in effetti non riescano a mettersi a dieta, tra le altre cose.
Io ogni mattina quando andiamo al bar a fare colazione mi dico di prendere solo il caffè. Poi finisce che prendo sempre anche la brioche e mi dico "massì vabbhe se non resisto una volta"...
Teek beccata. Ora scoperta questa cosa, devo andare avanti, per forza. Dare l'esame, almeno provarci e non rinunciare. Mi farò il culo questo mese, studierò, prenderò sta cazzo di qualifica anche se non voglio più fare la programmatrice. Devo farlo essenzialmente per me, e se non passerò l'esame pazienza.

Canzone del giorno: Aqualung Jethro Tull

13 giugno 2011

Embolia fibrocartilaginea

Per quanto riguarda l'embolia ho trovato queste info in rete:
Su un libro di veterinaria: e poi un powerpoint che non so come mettere online. In ogni caso la situazione è questa: mediamente disperata se sente dolore alle zampe, disperatissima se non ne sente. Potrei avere qualche speranza data dal fatto che un po' le zampine le muove, quindi non ha totalmente perso la sensibilità alle zampe. Quindi dovrebbe provare anche dolore (chiederò a mia mamma di punzecchiarla, lo so che è brutto ma è importante capire). In quest'ultimo caso la situazione potrebbe (e dico potrebbe) migliorare, e nella maggior parte dei casi questo avviene in due settimane. Ma può anche avvenire dopo mesi. Non sarà mobile come prima ma non la vedremo costretta nella cuccia. Con un po' di fisioterapia potrebbe riprendere quasi del tutto la funzionalità completa.
Incrociate le dita con me che ne ho proprio bisogno.
E non ho ancora cercato niente sul cuore, se no finisce che mi deprimo davvero.

Canzone del giorno: Sospesi Nell'Incredibile Le Orme

12 giugno 2011

Ingiustizie

Il quadro clinico di Birba è decisamente preoccupante. Persino il veterinario lo dice, la prognosi è riservata, non so se Birba riprenderà a camminare.
I problemi sono due, essenzialmente. Embolia fibrocartilaginea e valvulopatia mitralica degerativa cronica con insufficienza valvolare moderata e possibile rottura recente di corda tendinea nonché lieve insufficienza tricuspidalica associata.
Il primo è un problema neurologico. Alcuni vasi che irroravano il midollo spinale non lo irrorano più all'altezza del collo. Pertanto non essendo irrorato Birba è paralizzata dal collo in giù. Il secondo problema riguarda il cuore e forse, se possibile, è anche più grave del primo. Il cuore tenderà a peggiorare anche se abbiamo cominciato una cura apposita che forse dovrà prendere a vita.
Per la paralisi non si può fare nulla, entro due settimane potrebbe risolversi da sè, ovvero il midollo spinale potrebbe tornare ad essere irrorato da altre venuzze ma mi chiedo come questo possa essere possibile. Ho appena letto su internet che se il dolore non è presente, la situazione è piuttosto tragica. E non mi pare che Birba stia soffrendo dal dolore. Però è lì, sdraiata, mi fa una pena e non riesce nemmeno a scodinzolare.
Mi mette tanta tristezza, una settimana è già passata. Devo sperare nella prossima ma chissà perché oggi, dopo aver parlato col veterinario, non sono più tanto ottimista. Leggevo nei suoi occhi lo sguardo tipico di chi non vuole dare troppe speranze perché sa che non ce ne sono.

La mia scelta

Mi chiedo se la ma storia, quella del tumore, non faccia più bene agli altri che a me.
Stasera io, Ragno B e F, tutte compagne delle elementari (sembriamo le streghe di Eastwick, solo più fighe), andiamo a vedere ML che fa uno spettacolo di teatro comico. Decidiamo prima di fare pappa così andiamo al Mirò qui dietro casa di mia mamma (giusto per comodità così potevo stare un po' con Birba, peccato però che Birba non sia stata dimessa), solo che RagnoB è in ritardo quindi cominciamo a cenare con un po' di ritardo, e la cena arriva ancora dopo perché il locale è pieno di famiglie starnazzanti e ragazzini urlanti. Quando ci alziamo dal tavolo scoppia il diluvio universale e non sappiamo nemmeno come fare per arrivare alla macchina. Così aspettiamo, e per farla breve arriviamo allo spettacolo con un'ora e venti di ritardo. Giusto per vedere gli ultimi 40 minuti. E poi salutare ML, sua sorella che ha partecipato anche lei allo spettacolo, e la sua mamma come spettatrice, che si ricordava bene di tutti noi.
La mamma poi, per salutarci, ci da' un bacio sulla guancia e quando è il mio turno mi abbraccia forte e mi dice "Tu sei proprio coraggiosa e ti meriti un abbraccio". In effetti avevo raccontato al figlio delle mie disgrazie salutari e a quanto pare lui le ha raccontate a sua mamma, così mi chiedo: non è che queste cose che racconto possono risollevare altri morali. Tipo "ma guarda lei cosa ha passato, non mi posso lamentare io"?
In ogni caso vorrei rassicurarvi tutti. Io ho un sacco di normalissime paranoie. Cioè non è che quando sono in crisi penso "ah certo ma in confronto a quello che ho passato...". Penso che quello che ho passato non mi abbia cambiato in questo senso: ho saputo affrontare quella cosa proprio come ora ogni volta che cado mi rialzo, fa parte del mio DNA. Non posso che rialzarmi in fretta quando cado, è l'unica cosa che mi riesce fare bene. Me lo ha detto oggi anche la psicologa: ho questa capacità di ricominciare da zero.
Ma soprattutto oggi ho capito un'altra cosa essenziale. Che qualunque cosa mi vada di fare devo farla per me. Non posso pensare sempre a cosa gli altri si aspettano da me. E se io non voglio dare l'esame a questo corso posso benissimo non darlo. Nessuno potrà dirmi niente perché è una mia scelta. O meglio: ognuno può dire ciò che vuole.
Ma rimane sempre una mia scelta.

Canzone del giorno: Gioco di Bimba Le Orme



Come d'incanto lei s'alza di notte,
Cammina in silenzio con gli occhi ancor chiusi
Come seguisse un magico canto
E sull'altalena ritorna a sognare.

La lunga vestaglia, il volto di latte,
I raggi di luna sui folti capelli.
La statua di cera s'allunga tra i fiori
Folletti gelosi la stanno a spiare.

Dondola, dondola, il vento la spinge
Cattura le stelle per i suoi desideri.
Un'ombra furtiva si stacca dal muro:
Nel gioco di bimba si perde una donna.

Un grido al mattino in mezzo alla strada,
Un uomo di pezza invoca il suo sarto
Con voce smarrita per sempre ripete
"io non volevo svegliarla così"
"io non volevo svegliarla così"

11 giugno 2011

Ho preso dei rossetti Stargazer, appena mi arrivano vi dirò. Devono essere molto molto belli (e colorati!).
Shopping terapeutico.

La mia beerba

Sono tornata ieri sera a Torino sperando di coccolare la mia piccola Birba. Invece tra il casino della stazione e il resto, al telefono non avevo capito molto bene. Birba è ricoverata alla clinica veterinaria e non potrò vederla se non stasera, quando mia mamma andrà a prenderla. Nello stesso orario in cui io sono dalla psicologa. E i mille appuntamenti tra stasera e domani, potrò stare pochissimo con lei. Parlando con mia mamma mi sembra di aver capito che ha un'embolia vascolare. Muove le zampine ma non si regge in piedi, e mangia molto poco. Il veterinario della clinica dice che possiamo solo aspettare: potrebbe migliorare come peggiorare.
E' successo così, da un giorno all'altro Birba non si muoveva più. Mia mamma spaventata l'ha portata subito alla clinica dove le han detto che aveva un po' di artrosi e di lasciarla a riposo due settimane.
Mia mamma intanto ha faxato la cartella clinica al nostro veterinario dove, dopo un po' di titubanza in cui non se la sentiva di "scavalcare" il suo collega con esperienza trentennale, ha chiesto a mia mamma di riportare Birba alla clinica e farle fare una TAC.
Dalla TAC hanno visto questa cosa. Ora è sotto flebo e aspettiamo.
Ma che tristezza, stanotte pensavo davvero a come poteva essersi sentita abbandonata in un posto come quello, dentro un gabbiotto accanto ad altri cani che non conosce e accarezzata da mani sconosciute.

Stanotte ho fatto un sogno strano, ho sognato che ero a cena con Roccio dai suoi genitori nella loro casa nuova (che io non ho mai visto). Tutti chiacchieriamo allegramente, solo il babbo di Roccio mi guarda male (ho già fatto un sogno simile dove lui non proferisce parola e mi guarda malissimo) e sta in silenzio. Succede però una cosa che nell'altro sogno non è successa. In primis nell'altro sogno mi sentivo devastantemente in colpa, mentre in questo no. Nell'altro sogno non reagivo in nessun modo mentre in questo sbotto e gli dico che non sono affari suoi di come sono andate le cose tra me e suo figlio. Che possiamo tranquillamente anche parlare insieme senza problemi perché non ci odiamo e andiamo d'accordo. E questo non lo deve interessare.
Credo di aver risolto, a modo mio, la questione dei sensi di colpa in questa faccenda. Ho metabolizzato che non è colpa mia, e che non potevo comportarmi altrimenti. E che non ero obbligata a salutarli, in nessun modo.
Detto questo, oggi ho la psicologa, poi torno a casa a vedere Birba, poi cena con i compagni delle elementari, poi spettacolo di teatro comico (dove recita sempre un compagno delle elementari) e poi morte a letto, spero. Non ho molta voglia di andare in giro. Domattina voto al referendum e domani pomeriggio si parte. Incrociate le dita per la mia Birbina.

p.s. lunedì ho un colloquio, per un lavoro che non c'entra nulla con l'informatica. mi sa che la programmazione non fa per me, poi se trovo lavoro subito, tra qualche mese potrei davvero finire in Madagascar. E il corso? Ci penserò: per ora posso dire che non me ne frega assolutamente nulla e il discorso del corso e dell'esame mi mette solo ansia?

10 giugno 2011

Mi da' il tiro?

A Bologna aprire la porta al citofono si dice dare il tiro perché una volta per aprire il portone le persone ai piani alti dovevano tirare una corda per aprire il portone. Quindi "dare il tiro" vuol dire aprire la porta.
"Mi da' il tiro?" - mi apre la porta?
Infatti in alcune case, dentro i palazzi, spesso non c'è scritto "luce" e "porta" ma "luce" e "tiro".

No al Nucleare - e vota sì!

LA LETTERA
"Ho lavorato una vita nel nucleare
vi spiego perché voterò sì al referendum"
Oltre due decenni di esperienza nel settore, visitando una sessantina di reattori in tre continenti, con la convinzione che le precauzioni prese negli impianti rendessero impossibile una catastrofe. Poi Three Miles Island, Chernobyl, Fukushima: tre disastri in meno di 30 anni...
di ALBERTO BAROCAS
Dopo essere stato allibito per l'incoscienza delle dichiarazioni di uno scienziato, il professor Battaglia (la pubblicazione di una sua opera scientifica con la prefazione di Silvio Berlusconi parla da sé), su un tema così importante per la sorte dell'umanità, mi sento costretto ad intervenire avendo dedicato tutta la mia vita professionale alla ricerca e sviluppo del nucleare ed essendo stato per lungo tempo "abbastanza" a favore dell'energia nucleare.

Dopo una laurea in Radiochimica presso l'Università di Roma e successivo Corso di Perfezionamento in Fisica e Chimica Nucleare, ho lavorato presso i laboratori di ricerca del plutonio di Fontenay-aux-Roses (Francia) nelle ricerche e tecniche del plutonio per l'impianto di riprocessamento del combustibile nucleare di La Hague. Ritornato in Italia ho partecipato, nei laboratori di ricerca della Casaccia (CNEN, ora ENEA), alla messa a punto degli impianti di separazione del plutonio di Saluggia e successivamente allo studio dei siti nucleari in vista della costruzione di centrali di energia nucleare. Dal 1982 sono stato distaccato dal CNEN presso l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) di Vienna dove mi sono occupato prevalentemente di salvaguardie nucleari, in particolare per i reattori nucleari di potenza e di ricerca nel mondo. Per 22 anni ho avuto la possibilità di visitare ed ispezionare una sessantina di reattori in tre continenti, in particolare in Giappone ed in particolare proprio Fukushima.

Durante l'intera attività ero giunto alla conclusione che le precauzioni utilizzate negli impianti nucleari fossero tali da rendere praticamente impossibile un grosso incidente nucleare. Proprio il Giappone si presentava ai miei occhi come il modello per eccellenza di organizzazione, di perfezione, di attenzione al più piccolo dettaglio: l'energia nucleare o doveva essere realizzata così o non doveva esistere. Ed invece... Three Miles Island, Chernobyl, Fukushima... tre catastrofi in meno di 30 anni.

Oggi sono completamente convinto che i rischi dell'energia nucleari siano tali da consigliarne l'utilizzo solo se non ci fossero sulla Terra altre fonti di energia o dopo una guerra nucleare. Voterò quindi SI al referendum per le seguenti ragioni:

a) la progettazione di una centrale nucleare avviene sulla base di dati statistici puri, cioè su una probabilità estremamente bassa di un grosso incidente, anziché basarsi sul fatto che un incidente anche imprevedibile possa avvenire (per esempio: chi avrebbe mai potuto calcolare statisticamente che otto montanari dell'Afghanistan si potessero impadronire contemporaneamente di quattro jet di linea facendoli convergere sulle Torri di New York, sul Pentagono e sulla Casa Bianca? Chi potrebbe calcolare statisticamente la possibilità dell'impatto di un meteorite?) e quindi progettando nello stesso tempo le soluzioni e le difese: naturalmente questo però aumenterebbe enormemente i costi ed allora bisogna ricordarsi che l'energia nucleare è un'industria come tutte le altre, cioè che vuole fare profitti;

b) gli effetti di un grosso incidente non sono come gli altri: terremoti, inondazioni, incendi fanno un certo numero di vittime e danni incalcolabili, ma tutto questo ha un termine. L'energia nucleare no: gli effetti si propagano per decenni se non secoli, con un disastro anche economico per il Paese colpito. I discendenti delle bombe di Hiroshima e Nagasaki ancora subiscono danni. Altrimenti perché il deterrente di una guerra nucleare funziona talmente? Anche i bombardamenti "classici" causano morti molto elevate, ma non portano a danni simili per generazioni...

c) il blocco dell'energia nucleare in Italia del 1987 ha avuto il torto di fermare di botto non solo le quattro centrali in funzione (Trino Vercellese, Caorso, Latina, Garigliano) e la costruzione di Montalto con spese immani per un pazzesco riadattamento dell'impianto nucleare ad una centrale di tipo classico, ma altresì ogni tipo di ricerca nucleare, anche di eventuali impianti innovativi, creando un pericolo, dato l'impauperamento di una cultura "nucleare": non esistevano più corsi di scienze nucleari, né tecnici, né possibilità di tecnologie di difesa da eventuali incidenti in altre nazioni. E questo non è richiesto dalla rinuncia all'uso di centrali atomiche: la ricerca e lo sviluppo del nucleare dovrebbe poter continuare;

d) la presenza di impianti di produzione di energia nucleare porta ad una militarizzazione delle zone in questione: non c'è trasparenza, ogni dato viene negato all'opinione pubblica. Anche agli ispettori dell'AIEA viene proibito di comunicare con la stampa. Lo dimostra anche quello che è successo a Fukushima: il gestore ha tenuto nascosto per lungo tempo la gravità dell'accaduto. E in un territorio come il Giappone, sottoposto non solo a terremoti ma a tsunami, il costo di una maggiore precauzione per gli impianti di raffreddamento è stato tenuto il più basso possibile senza tenere conto dei rischi solamente per fare più profitto!

e) in tutto il mondo non è stato mai risolto il problema dello smaltimento delle scorie mucleari. Nell'immenso deposito scavato in una montagna di Yucca Mountain in USA si sono dovuti fermare i lavori, il maggiore deposito in miniere di sale della Germania si è dimostrato contaminato con pericoli per le falde acquifere, ecc. Il combustibile nucleare delle nostre centrali fermate è in gran parte ancora lì dopo 25 anni. D'altra parte un Paese come il nostro che non riesce a risolvere il problema dei rifiuti può dare garanzie sui rifiuti nucleari?

f) l'Italia è un paese sismico, dove l'ospedale e la casa dello studente dell'Aquila sono crollate perché al posto del cemento è stata usata sabbia. Può dare garanzie sugli impianti nucleari? E la presenza di criminalità organizzata a livelli preoccupanti può liberarci da particolari preoccupazioni nella scelta e costruzione di centrali atomiche?

g) ultima osservazione: anche se molti minimizzano gli effetti delle radiazioni nucleari, una cosa si può dire con certezza: gli effetti delle radiazioni a bassi livelli ma per tempi estremamente lunghi sugli esseri viventi non sono stati mai chiariti. Non deve essere solo il fumo a preoccupare l'opinione pubblica!

Per tutte queste ragioni penso che in Italia l'uso dell'energia nucleare non sia raccomandabile, perlomeno in questa fase della nostra storia, ed invece un miscuglio di diverse fonti di energia (eolica, solare, idrica, gas, geotermica) potrà sopperire ai nostri bisogni, accompagnato da una maggiore ricerca scientifica ed un diverso modello di vita con maggiore eliminazione degli sprechi. Io voto sì.
(10 giugno 2011)

da La Repubblica.

Frust(r)azioni

Ieri sono andata a fare un po' di spesina. Insalata, due fettine panate, due albicocche, merendine per la colazione, gelatini e i preservativi.
E' sempre imbarazzante comprare i preservativi ma non so perché. Uno dovrebbe essere contento di avere una vita sessuale attiva e regolare (o almeno fare finta in alcuni casi) però mi è preso un po' male quando la vecchina davanti a me mi ha guardata con occhi strani (il che poteva essere solamente per i miei capelli viola e nient'altro). In ogni caso infilo tutto nella mia bustina di plastica (qui a Bologna chiamata "sportina") e mi avvio verso l'uscita.
PE PE PE
Suona l'allarme.
Una signora da un gabbiotto mi richiama indietro e mi chiede se ho comprato cd. No. Allora alcolici. No.
Mi lasci la busta e provi a passare senza.
Non suona.
Torno indietro e lei mi guarda tutta fiera innalzando al cielo il pacco di preservativi e declamando a gran voce "ahhh ma era questo".
Dopodichè chiama un ragazzotto e dice "senti me lo puoi smagnetizzare questo?".
Sorrisini imbarazzati.
Il ragazzotto torna con il pacco dei preservativi (sempre in bella vista) e lei continua "eh, mi scusi sa, a volte capita".
Io rossissima la saluto e vengo via.

Sto leggendo un libro che si chiama Intelligenza emotiva. E' stupendo. Io pensavo fosse il classico libro di auto aiuto (tipo come diventare fighissimi e sicurissimi di sè in 7 giorni, aumenta la tua autostima, credi in te stesso, ecc). Invece è un testo fatto molto bene perché accompagna il profano attraverso nomenclature scientifiche e tesi neurologiche con esempi ben comprensibili e un linguaggio non troppo forbito.

Ieri mi sono di nuovo fatta prendere dallo sconforto ma se non altro ho capito cosa c'è dietro. Lo sconforto non dipende da Fry, perché le cose con lui vanno alla grande. Credo di aver buttato su di lui la frustrazione per una cosa che assolutamente non mi piace fare, ovvero questo stage, questo corso, la programmazione in generale. Ogni mattina vengo qui, mi siedo, cerco di scrivere due righe di codice ma non mi riesce, non so nemmeno cosa sto facendo. Questa cosa mi fa sentire terribilmente inetta. E a nessuno piace sentirsi incapaci.
Lo so che è la condizione naturale per qualunque persona che comincia un nuovo lavoro. Ma da che mondo e mondo io dopo un paio di settimane ero già operativa e a mio agio, ora invece sono qui a perdere tempo, mi sento totalmente inutile, in colpa perché non riesco a combinare nulla, e con mille pensieri.
Non penso proprio che quello della programmazione sia il mio percorso. Per questo ho già cominciato a cercare lavoro. Dove? Qui a Bologna, ovviamente.

Canzone del giorno: Hotblooded Roxette

09 giugno 2011

E giusto perché lo sappiate, Birba purtroppo ha l'artrosi. Per quello, poverina, non si muove: le fa troppo male. Sta sdraiata e non riesce nemmeno a tirarsi su sulle zampine. Questo weekend la vedrò e anche se so che è normale l'artrosi alla sua età (ha 12 anni ormai) già mi piange il cuore.
Chat tra me e Fry: "Ma io non ho mollato facebook, l'ho lasciato solo per un mese. E' una pausa di riflessione!"

Acido Glicolico - assottiglia pelle e portafogli

Piove.
Stamani sono senza trucco e per di più ho ancora tosse e raffreddore. Quindi un rottame. Tra gli occhi che mi si chiudono per il sonno, che dormo davvero poco con questa arsura in gola che mi accompagna sempre, e l'aspetto da Maga Magò, potrei tranquillamente sembrare una derelitta.
Ieri ho fatto delle ricerche in rete e ho trovato il miracoloso rimedio alla lieve follicolite che dall'avvento del silk-epil mi accompagna. Crema all'acido glicolico.
E indovinate chi, tra le tante, la vende? Proprio fitocose, affezionatissima casa cosmetica da cui compro tutte le creme. Il problema è che non volevo ordinarla online. Non ho tempo di andare a ritirare il pacco e comunque con le spese di spedizione per un solo prodotto non mi conviene. Così ho trovato la bioprofumeria, qui a Bologna, che vende anche prodotti fitocose. Ieri quindi vado, compro sia quella crema sia una crema per bimbi all'ossido di zinco (consigliata da mettere dopo l'epilazione) però non mi torna. La crema all'acido glicolico me la fan pagare 22 euro. Ora vado a controllare e, mentre sul sito fitocose la crema costa 16 euro e qualcosa, da bioprofumeria (sul loro sito) la danno a 21 euro. E a me l'han fatta pagare un euro in più. Ci sta un rincaro dal costo del sito fitocose (anche se è un grande rincaro) però addirittura un rincaro dal loro sito mi pare eccessivo. Quindi fitocose sempre promossa, anche se non ho ancora provato la crema in questione (ma ho grande fiducia in loro), peccato invece per la bioprofumeria che vende un sacco di bei prodottini, anche bjobi (altra marca che mi piace parecchio), ma con questo rincaro davvero non ha senso.
Quindi stasera dopo la doccia proverò questa fantastica crema che, dato il costo, userò davvero pochissimo. E' un esfoliante molto potente e proprio perché rende la pelle più sottile e sensibile non va usata se si scoprono le gambe al sole. Della serie: sono millenni che non scopro le gambe. Le mie braccia sono bianchissime ma in confronto alle gambe sono abbronzate: potrei fare ringo boys da sola.
Comincerò stasera e poi vi dirò: purtroppo anche con la ceretta la situazione è simile. Poi la ceretta è devastante perché è un'operazione lunga. Fai scaldare lo scaldacera, fatti la ceretta e imbrattati tutta, pulisciti con l'olio, fatti anche una doccia che se no rimani unta, e mi ci vogliono due ore. Indi silk-epil a vita (è uscito il nuovo modello, è strabiliantissimo, ma costa davvero tanto).
Oggi è il secondo giorno senza facebook, mi chiedo se qualcuno mi sta contattando sul social, così per sicurezza ho mandato una e-mail a chi potrebbe avermi contattato ribadendo loro che per un mese non ci sarò.
Capì?

08 giugno 2011

Un mio compagno di corso oggi mi manda un file zip con una serie di foto di cuccioli all'interno. La mia risposta è stata "eeeee bellini".
La sua risposta, invece, è alquanto preoccupante:
"sei dolcissima:) non fraintendere non ti lunsingando come farebbe la maggioranza dei ragazzi sto solo esprimendo una verita inconfutabile...sei veramente una persona adorabile...:)
non è che mi stai stregando?"

Non so se è arrivata l'ora di smettere di rispondergli, ma la mia innata educazione me lo impedisce (è scortese non rispondere a una e-mail, a un messaggio, a una domanda in generale). Così la butto sul ridere scrivendo che per dimostrargli il contrario può guardare il video inoltratogli (che è quello del post precedente, dei ragazzotti infoiati per gesù). La sua risposta a questo è stata:
"voleva essere un complimento! continui a rimanere adorabile..."
E' possibile cambiare pianeta? Non sono affatto dolce, almeno con lui non proprio, più di una volta l'ho infamato su twitter, a volte ha un odore così forte che sembra stia marcendo dentro, e questo non fa che portarmi a chiedermi: ma davvero do' questa impressione alla gente? Magari finisce che potrei cacare bestemmie e risulterei lo stesso adorabile e dolce. Ma si può? Quanto è forte l'immagine che ci facciamo degli altri? E quanto ci impedisce di vedere realmente con che persone abbiamo a che fare? In positivo e negativo eh. Pochi giorni fa dicevo a Fry che mi spiace non sentirlo così spesso come vorrei. O meglio.
Fry è una persona dolcissima ma quando siamo distanti lo sento poco perché non è il tipo di persona che manda ennemila messaggi, o mi chiama sempre, o mi scrive mille e-mail. Eppure c'è sempre se ho bisogno. Ma l'immagine che mi ero fatta di lui era totalmente diversa e stavo rischiando di annebbiare le mie idee con cose senza senso.
O è arrivata l'ora di cambiare davvero pianeta, oppure è l'ora di impegnarmi a mostrare quella che davvero sono. Credo che la prima opzione sia impraticabile. Quindi non ho molta scelta.
p.s. aggiornamenti dell'ultimo minuto
"forse mi sto spingendo troppo in là e ti chiedo scusa per questo..ma un po' mi piaci"

Primo giorno

Ieri ho messo una password assurda al mio account facebook e mi sono mandata la famosa mail postdatata a un mese. Non ho calcolato che forse anche su facebook esiste la possibilità di recuperare la password se per caso l'hai dimenticata. Ma farò finta di non saperlo.

Anche se il blog è già parzialmente chiuso ribadisco che non ho voluto escludere nessuno. Vorrei, anzi, che i miei cari amici si facessero sentire ogni tanto per chiedermi come va. So che è più faticoso che leggere un blog ma qua non c'è scritto tutto, anzi. Per cui questa è la scelta di oggi, di domani, di chissàperquantotempo.

In questi giorni di diluvio universale mi è esploso il raffreddore. Il mio raffreddore ultimamente prende pieghe strane. Il mio corpo resiste fino all'ultimo all'attacco virulento con leggeri bruciori di gola. E di solito la pianta così, se agisco immediatamente con la propoli. Purtroppo non avevo propoli a Torino e quindi ho lasciato correre e ora sono disastrata. Il mio naso pare un tubo di scarico rotto e respiro come l'assassino di venerdì 13. Mi chiedo se Fry riesca a dormire.
Lui dice che stanotte ha dormito come un sasso, io invece un po' meno. Maya grattava dietro la porta per entrare, la mia gola bruciava, gli occhi mi lacrimavano e... l'ho già detto che detesto il raffreddore?

Birba, la mia bassottina, sono due giorni che non cammina. Non si sposta e non zampetta. Sono un po' preoccupata ma almeno mi rassicura il fatto che non è lo stesso problema alla schiena che Poldo aveva avuto qualche anno fa. Quindi non trascina le zampette ma semplicemente non si muove. Il veterinario dell'ospedale per bestioline in cui è andata mia mamma le ha consigliato di tenerla a riposo per due settimane. A me sembra troppo. Infatti ho chiesto a mia mamma di chiamare il *nostro* veterinario e chiedere un parere a lui. Mi fido così tanto di quel veterinario che se potessi mi farei visitare io stessa.
Ha il fare rassicurante che ci vuole per una persona ansiosa come me.
Ecco, già che ci siamo. Dovesse mai capitarvi di avere a che fare con una persona ansiosa non (e dico non) sminuite mai le sue preoccupazioni, ma prendetela per mano e stringetela forte. Che a nessuno piace sentirsi dire che le proprie preoccupazioni non sono reali. Qualsiasi preoccupazione non reale però può svanire con un bell'abbraccio.
Detto questo, vi lascio con un filmato che mi ha agghiacciato.

Gioventù bruciata... ma come si fa?


Canzone del giorno: Edera Max Gazzè

07 giugno 2011

Fry e Leela/2

Sperimentazioni

Entro domani comincerò un paio di sperimentazioni: nella prima chiuderò il blog. Lo so, pare brutto. Ma in verità non sarà più disponibile per la lettura per chiunque.
Qualche tempo fa un mio amico mi annunciò che non avrebbe letto più il mio blog, non per cattiveria, ma perché almeno quando ci si vedeva (che ci si vede poco) avrebbe potuto chiedermi di raccontagli la mia vita senza che lui la sapesse già (e dovesse far finta di non saperla). Ovviamente lascerò il blog aperto a persone come Zion che non hanno altri modi per contattarmi o con cui comunque non riusciremmo a vederci né sentirci.
Questo da domani.
La seconda cosa è stare un po' lontana da facebook. Maledetto facebook. Farò così, utilizzando un servizio chiamato futureme.org mi manderò una mail postdatata con una password impossibile che non terrò in alcun modo sul mio pc. La mail è postdatata a un mese, quindi per un mese io non lo userò, disattiverò le notifiche push sull'iPhone e le notifiche e-mail.
Lo so lo so, che cosa complicata. Non potrei invece smettere di controllarlo per un po'? Eh sarebbe facile, ogni tanto mi capita di cincischiarci per cui per evitare...
Per quello che riguarda il blog ho maturato questa cosa perché mi spiace che con questa scusa nessuno si faccia più sentire. MinchiettaUno a parte, che sento spesso nonostante legga il blog. Quindi chi mi vuole sentire ha la mia e-mail, il mio contatto Skype, il mio contatto Gtalk e ragazzi se non vi va allora ditelo! :)

Lo scrivo perché so che le cose scritte, per il famoso principio di coerenza che mi tiene legata, rendono obbligatori i miei obiettivi.

Canzone del giorno: Preso Blu Subsonica


Ma quanta arroganza si spreca,
per quali mediocri orizzonti,
il senso di vaga impotenza,
di un giorno di pioggia,
al gusto di pioggia,
in giorni di pioggia.

Con quali blindate paure
confonde l' amaro tra i denti,
l'insipido blu polizia,
di un giorno di pioggia,
al gusto di pioggia,
in giorni di pioggia.

ma sai dirmi dove sei,
se ti chiedo dove sei,
ti nascondi dove sei.

Il vuoto delle tue certezze tra le tue pareti che ora
inchiodano il silenzio tra noi due disordine interiore
ma ordine nel paese prigioni tribunali cellulari o
forse chiese, paura della morte, paura della vita
paura che la vita sfuggendo tra le dita,
paura che diversa sarebbe anche possibile,
paura del diverso paura del possibile.

In quali silenzi riecheggia
la rabbia delle tue certezze,
perché non ci provi ad arrenderti
a un giorno di pioggia,
al gusto di pioggia,
in anni di pioggia

06 giugno 2011

La notte dei desideri (etciù)

Passare questi giorni un po' distanti ci ha fatto bene, mi è mancato tanto.
La cosa buffa è che sembra che io mi sia portata dietro il maltempo. Diluviava a Torino e faceva un freddo lassù... Diluvia ora a Bologna e fa un freddo. Per questo mi sono raffreddata. Ho passato miracolosamente l'inverno senza raffreddore e un viaggetto su a Torino mi ha piegata. Colpa di diverse cose: ad esempio sul treno all'andata ero a maniche corte, e c'era aria condizionata a palla. Sono stata costretta e infilare le mani all'interno della maglia, facendo passare le braccia dalle maniche della maglietta (per intenderci: pareva fossi senza braccia), questo per evitare di congelarmi le braccine ma in ogni caso un po' di freschino c'era sempre, soprattutto al collo, mio tallone d'Achille. Sabato mattina mi vedo con RagnoB, per fare due chiacchiere e due passi. Ma quando mi sveglio sento un fortissimo scroscio e c'era praticamente un muro d'acqua. Decido di uscire lo stesso ma le mie scarpettine Puma, in vellutino chicchettoso, si inzuppano nel tempo di arrivare alla fermata e passo tutto il giorno a piedini non bagnati, ma proprio inzuppatissimi. Che camminavo facendo ciaf ciaf.
Poi non avevo con me la propoli. Con la propoli, al minimo accenno di raffreddore, passa tutto. Ma non l'avevo e quindi oggi etcì a non finire, fazzoletti, naso tappato e così via discorrendo. Ho anche un po' di tosse che andrebbe via con la bava di lumaca (ma è a Torino!).
Stasera vedrò una cosa che non ho mai visto prima. Ma vorrei anche non vedere. Io non lo posso vedere Steve Jobs. Comunque fa quello che chiama un keynote. E' una roba in cui ti presenta le ultime novità marchiate Apple e sono circondata da gente che ama Apple o comunque è incuriosita dalla cosa. Dato che Iolao ci tiene a vederlo sarò sul divano anch'io ma sicuramente mi dedicherò alla lettura di questo nuovo libro di Michael Ende (l'autore de "La Storia Infinita") intitolato "La notte dei desideri". Lo leggo e mi dico che tra le righe c'è una poesia che non vien fuori da nemmeno un volume di Harry Potter (ma io il caro Harry lo detesto per ben altri motivi).
Per il resto basta paranoie. Sono stanca dei miei autosabotaggi. E vi lascio col video di questo meraviglioso Gufetto trasformista, anche facile da allevare volendo. Mi sta tornando la scimmia della falconeria? Forse. Ma ci penso e ripenso perché tenere bestie in gabbia (e non stiamo parlando di camaleonti che stanno sempre appollaiati su un ramo muovendosi pochissimo) soprattutto bestie volanti mi provoca un non so che di rigurgito. E finché non ci sarà qualcuno in grado di spiegarmi che così non deve essere preferisco lasciar stare. Il gufo in questione si chiama Ptilopsis leucotis. Con avversari poco più grandi di lui (e qui ci mostrano un barbagianni che è proprio piccino, quindi questo gufetto deve essere proprio minuscolo) si gonfia a sembrar più grosso. Con avversari molto più grandi di lui, si assottiglia per risultare magro e poco appetibile (o solo per risultare meno visibile?).
P.s. sabato metà centro di Torino era chiuso perché pare stessero girando un film (o un cortometraggio, chissà) storico. Per cui c'era un'auto militare d'epoca più tanti finti militari dall'odore di naftalina (chissà dove li han recuperati i costumi!).
Io e RagnoB siamo passate accanto ai loro banchini dove mangiavano e non li abbiamo invidiati per nulla. Era quasi un rancio davvero. Noi invece, noi sushi.
La natura è proprio meravigliosa. A tal punto vi rimando anche a questo link.

04 giugno 2011

Il mio blog

Mi scordo sempre che il mio è un blog pubblico. Mi scordo sempre che ci si arriva da Google. Mi scordo sempre.
Oggi mi chiama Ciava. Se cercate in questo blog l'ho nominato almeno un paio di volte. Era uno dei miei più cari amici quando pattinavo. Mi ha tenuto compagnia durante la notte di un lontano capodanno quando tutti festeggiavano ed io ero a fare la chemioterapia in ospedale. Insomma, è stato un vero amico.
Ciava qualche mese fa lo ribecco su facebook. Ci scambiamo i numeri con la promessa di rivederci. Oggi mi chiama, per chiedermi quando davvero ci rivedremo ma io sono a Bologna. Per cui, ci vedremo a metà luglio, quando torno a Torino per l'esame. A lui sta bene ma mi dice che ha letto "il mio foglio su Google". Rimango interdetta perché non so cosa voglia dire. Mi ripete che ha letto il mio foglio su Google dove parlo del Ruffini. Non capisco.
Poi faccio duepiùdue. Avrà trovato il mio blog, e c'era sicuramente un post dove parlo di lui. Dice che si è commosso a rileggere di quel periodo (che in effetti era un bel periodo spensierato, io avevo tipo 15 anni), che gli sono venuti i lacrimoni aggiungendo che scrivo davvero bene e dovrei scrivere un libro. Mi fa piacere ma non so se è il caso. Un conto è raccontare a sprazzi la propria vita, un conto è trovare una storia di fantasia che riesca minimamente a interessare la gente.
In ogni caso mi ha fatto piacere perché queste cose che scrivo non sono inutili, a volte mi fanno riflettere, ma a volte fanno anche sorridere e commuovere terze parti.

Sono contenta e ho pensato parecchio.
Ho pensato che ogni nuova casa va costruita su nuove fondamenta. Non si possono costruire case nuova su vecchie fondamenta perché possono avere falle o crepe. Devo buttare giù ogni cosa e pensare a questo momento. E smetterla di piangermi addosso. Sono solo una donna fortunata. Nessuno, e dico davvero, nessuno ha ciò che ho io.
E combatterò, schiena contro schiena, per la nostra felicità.

E stasera ho portato mia mamma a cena fuori. Il più delle volte mia mamma mi fa imbestialire, come tutte le mamme. Stasera mi ha fatto una gran tenerezza. Non va mai a cena fuori, o quasi mai, e si era messa tutta in tiro, col trucco e tutto il resto, persino una maglietta tutta scollatella. Queste cose mi fanno un bel po' tenerezza, il segno del tempo che non vuole passare e di un orgoglio femminile duro a morire. E' giusto. Bisogna sentirsi sempre belle. Bisogna diventare belle. Non c'è limite d'età per questo.

E ovviamente: andate a votare per il referendum. Siamo tutti indispensabili.