10 giugno 2011

Frust(r)azioni

Ieri sono andata a fare un po' di spesina. Insalata, due fettine panate, due albicocche, merendine per la colazione, gelatini e i preservativi.
E' sempre imbarazzante comprare i preservativi ma non so perché. Uno dovrebbe essere contento di avere una vita sessuale attiva e regolare (o almeno fare finta in alcuni casi) però mi è preso un po' male quando la vecchina davanti a me mi ha guardata con occhi strani (il che poteva essere solamente per i miei capelli viola e nient'altro). In ogni caso infilo tutto nella mia bustina di plastica (qui a Bologna chiamata "sportina") e mi avvio verso l'uscita.
PE PE PE
Suona l'allarme.
Una signora da un gabbiotto mi richiama indietro e mi chiede se ho comprato cd. No. Allora alcolici. No.
Mi lasci la busta e provi a passare senza.
Non suona.
Torno indietro e lei mi guarda tutta fiera innalzando al cielo il pacco di preservativi e declamando a gran voce "ahhh ma era questo".
Dopodichè chiama un ragazzotto e dice "senti me lo puoi smagnetizzare questo?".
Sorrisini imbarazzati.
Il ragazzotto torna con il pacco dei preservativi (sempre in bella vista) e lei continua "eh, mi scusi sa, a volte capita".
Io rossissima la saluto e vengo via.

Sto leggendo un libro che si chiama Intelligenza emotiva. E' stupendo. Io pensavo fosse il classico libro di auto aiuto (tipo come diventare fighissimi e sicurissimi di sè in 7 giorni, aumenta la tua autostima, credi in te stesso, ecc). Invece è un testo fatto molto bene perché accompagna il profano attraverso nomenclature scientifiche e tesi neurologiche con esempi ben comprensibili e un linguaggio non troppo forbito.

Ieri mi sono di nuovo fatta prendere dallo sconforto ma se non altro ho capito cosa c'è dietro. Lo sconforto non dipende da Fry, perché le cose con lui vanno alla grande. Credo di aver buttato su di lui la frustrazione per una cosa che assolutamente non mi piace fare, ovvero questo stage, questo corso, la programmazione in generale. Ogni mattina vengo qui, mi siedo, cerco di scrivere due righe di codice ma non mi riesce, non so nemmeno cosa sto facendo. Questa cosa mi fa sentire terribilmente inetta. E a nessuno piace sentirsi incapaci.
Lo so che è la condizione naturale per qualunque persona che comincia un nuovo lavoro. Ma da che mondo e mondo io dopo un paio di settimane ero già operativa e a mio agio, ora invece sono qui a perdere tempo, mi sento totalmente inutile, in colpa perché non riesco a combinare nulla, e con mille pensieri.
Non penso proprio che quello della programmazione sia il mio percorso. Per questo ho già cominciato a cercare lavoro. Dove? Qui a Bologna, ovviamente.

Canzone del giorno: Hotblooded Roxette

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