06 giugno 2011

La notte dei desideri (etciù)

Passare questi giorni un po' distanti ci ha fatto bene, mi è mancato tanto.
La cosa buffa è che sembra che io mi sia portata dietro il maltempo. Diluviava a Torino e faceva un freddo lassù... Diluvia ora a Bologna e fa un freddo. Per questo mi sono raffreddata. Ho passato miracolosamente l'inverno senza raffreddore e un viaggetto su a Torino mi ha piegata. Colpa di diverse cose: ad esempio sul treno all'andata ero a maniche corte, e c'era aria condizionata a palla. Sono stata costretta e infilare le mani all'interno della maglia, facendo passare le braccia dalle maniche della maglietta (per intenderci: pareva fossi senza braccia), questo per evitare di congelarmi le braccine ma in ogni caso un po' di freschino c'era sempre, soprattutto al collo, mio tallone d'Achille. Sabato mattina mi vedo con RagnoB, per fare due chiacchiere e due passi. Ma quando mi sveglio sento un fortissimo scroscio e c'era praticamente un muro d'acqua. Decido di uscire lo stesso ma le mie scarpettine Puma, in vellutino chicchettoso, si inzuppano nel tempo di arrivare alla fermata e passo tutto il giorno a piedini non bagnati, ma proprio inzuppatissimi. Che camminavo facendo ciaf ciaf.
Poi non avevo con me la propoli. Con la propoli, al minimo accenno di raffreddore, passa tutto. Ma non l'avevo e quindi oggi etcì a non finire, fazzoletti, naso tappato e così via discorrendo. Ho anche un po' di tosse che andrebbe via con la bava di lumaca (ma è a Torino!).
Stasera vedrò una cosa che non ho mai visto prima. Ma vorrei anche non vedere. Io non lo posso vedere Steve Jobs. Comunque fa quello che chiama un keynote. E' una roba in cui ti presenta le ultime novità marchiate Apple e sono circondata da gente che ama Apple o comunque è incuriosita dalla cosa. Dato che Iolao ci tiene a vederlo sarò sul divano anch'io ma sicuramente mi dedicherò alla lettura di questo nuovo libro di Michael Ende (l'autore de "La Storia Infinita") intitolato "La notte dei desideri". Lo leggo e mi dico che tra le righe c'è una poesia che non vien fuori da nemmeno un volume di Harry Potter (ma io il caro Harry lo detesto per ben altri motivi).
Per il resto basta paranoie. Sono stanca dei miei autosabotaggi. E vi lascio col video di questo meraviglioso Gufetto trasformista, anche facile da allevare volendo. Mi sta tornando la scimmia della falconeria? Forse. Ma ci penso e ripenso perché tenere bestie in gabbia (e non stiamo parlando di camaleonti che stanno sempre appollaiati su un ramo muovendosi pochissimo) soprattutto bestie volanti mi provoca un non so che di rigurgito. E finché non ci sarà qualcuno in grado di spiegarmi che così non deve essere preferisco lasciar stare. Il gufo in questione si chiama Ptilopsis leucotis. Con avversari poco più grandi di lui (e qui ci mostrano un barbagianni che è proprio piccino, quindi questo gufetto deve essere proprio minuscolo) si gonfia a sembrar più grosso. Con avversari molto più grandi di lui, si assottiglia per risultare magro e poco appetibile (o solo per risultare meno visibile?).
P.s. sabato metà centro di Torino era chiuso perché pare stessero girando un film (o un cortometraggio, chissà) storico. Per cui c'era un'auto militare d'epoca più tanti finti militari dall'odore di naftalina (chissà dove li han recuperati i costumi!).
Io e RagnoB siamo passate accanto ai loro banchini dove mangiavano e non li abbiamo invidiati per nulla. Era quasi un rancio davvero. Noi invece, noi sushi.
La natura è proprio meravigliosa. A tal punto vi rimando anche a questo link.

2 commenti:

roccio ha detto...

Davvero splendidi, come il polpo!

Carla ha detto...

Eheh :)