29 febbraio 2012

L'insostenibile distrazione dell'essere (me)

Si dice che dimentichiamo solo le cose che vogliamo dimenticare. Bhe è ora che io cominci a desiderare di ricordare qualcosa perché, nel mio caso, è tutto un "oddio, mi sono scordata..." e a seguire, a scelta, di fare la spesa, di dare da mangiare al gatto, di prendere le pastiglie, di fare l'ordine, di fare la visita (una volta mi chiamarono dall'ospedale mentre stavo facendo spesa con mia mamma, mi ero scordata, ovviamente), dell'appuntamento (una volta venne da me un ragazzotto per una pianta carnivora e, non volendo dirgli dove abitavo, mi ha aspettato pazientemente in un posto dove io non sono mai arrivata), di andare al colloquio, ecc ecc.
Essendo sostanzialmente quella che si potrebbe definire una distratta, o distrattona, a seconda della distrazione, faccio sempre le cose con largo anticipo, dandomi enormi margini di tempo per poter rimediare in caso di emergenza. Oggi avevo la mammografia alle 11.30. Facile no? A Vergato, dall'altra parte del mondo (anche se è un paesello che non mi è dispiaciuto e poi vedrete perché). Esco di casa alle 8.30, presto, direte voi. Ma calcolo circa 30 minuti di bus per arrivare in centro, 15 minuti per arrivare alla stazione a piedi, il tempo per fare i biglietti in caso di rottura delle macchinette (una volta mi è capitato) e di prendere il treno delle 10 per Vergato. Esco di casa un po' in ritardo quindi già il tempo si riduce, inoltre devo andare dal tabaccaio a comprare i biglietti del bus. Ma la fortuna sembra essere dalla mia parte, il bus è in ritardo quindi riesco a fare tutto. Arrivo in centro e mi incammino verso la stazione. Mentre passeggio sotto ai portici faccio il check delle cose. Dunque, esami passati, ok, tesserino sanitario, ok, biglietti del bus comprati. Treno alle... mhm, 10? Ok.
No, cazzo. Mi sono scordata l'impegnativa.

Dicasi impegnativa quel fogliettino rosso su cui c'è scritto l'esame che devi fare e senza il quale nemmeno un'apparizione della madonna può fartelo eseguire. Mi sono fermata di colpo e ho cominciato a ricordare che poco dopo essere uscita dal bagno (no, niente cacca mattutina stamane) mi ero detta "mi raccomando, l'impegnativa!".
Proprio come quando ho preso la patente e ho fatto l'esame pratico di guida. "Ricordati il freno a mano, ricordati il freno a mano", tolgo il freno a mano e parto senza la cintura di sicurezza.

In un attimo penso a cosa fare ma non posso rimandare questa visita. Già è in culo al mondo, per Bologna volevano farmi attendere un anno, non posso permettermi di rimandarla.
Decido di chiamare l'ospedale di Vergato.
"Pronto? Buongiorno mi scusi, la chiamo per un'informazione. Vede io arrivo da Bologna, devo fare una visita senologica, sono quasi in stazione ma mi sono scordata a casa l'impegnativa..."
"Visita senologica il mercoledì? Ma è sicura?"
"Forse mammografia, sull'impegnativa è scritto visita senologica"
"Ahhh allora devo passarle radiologia, è difficile che facciano qualcosa senza impegnativa"
"Va bene..."
tuu-tuuu
"Pronto?"
"Pronto, buongiorno mi scusi, devo chiederle un'informazione. Io devo fare una mammografia oggi alle 11.30 e..."
"Sìsì non si preoccupi, non fa niente se arriva in ritardo"
"No, non sono in ritardo è che io arrivo da Bologna e sono quasi in stazione ma mi sono scordata l'impegnativa a casa"
"Eh no, senza impegnativa non si può fare..."
"Posso spostare la visita?"
"Sì ma deve chiamare il CUP"
"No, non mi conviene..."
"Senta, provi a tornare a casa a prendere l'impegnativa. Noi siamo qui fino alle 13, va bene anche se arriva un po' in ritardo"
"Va bene, ci provo, arriverò in ritardo allora"

Cammino velocissimamente verso la stazione, ormai ci sono, così faccio i biglietti per non pensarci dopo. Mentre faccio i biglietti (il treno successivo sarebbe stato alle 11) penso che forse se prendo un taxi riesco non solo ad andare a casa, ma a prendere lo stesso treno delle 10 invece che da bologna centrale, da borgo panigale, una stazioncina dietro casa mia da arrivarci a piedi. Esco dalla stazione ma c'è la fila per prendere il taxi. Rinuncio immediatamente e cammino velocissima alla fermata dell'autostazione. Da lì passano alcuni bus che mi portano all'Ospedale Maggiore. Da lì posso cambiare e prendere un bus che mi porti a casa. Culo vuole che stia passando il 92.
Arrivo a casa che sono le 10 e qualcosa. E' un peccato ma non ce la faccio proprio a prendere il treno delle 10.11 così mi rilasso una mezzoretta e poi esco di nuovo, trotto con calma fino alla stazioncina di borgo panigale e prendo il mio trenino.
Vergato si trova circa 42 km a sud di Bologna, a metà tra Bologna e il confine toscano, per arrivarci si passa accanto a un parco naturale in mezzo alle montagne. Il panorama deve essere ancora più bello in primavera, quando è tutto verde e in fiore.
Col trenino ci vanno circa 40 minuti per arrivarci.

La stazione di Vergato è l'unica al mondo, credo, dove sia vietato attraversare i binari ma attraversarli è l'unico modo di cambiare binario. Niente sotto o soprapassaggi. L'ospedale si trova a 5 minuti a piedi dalla stazione. Presto mi rendo conto che gli abitanti di Vergato possono non aver mai visto dei capelli colorati e mi domando che cosa pensano quando attraverso il loro campo visivo.
Arrivo in ospedale, è nuovissimo e il personale è molto gentile.
Dovrebbe esistere, per la sanità, un sito simile a quello di 2spaghi, dove è possibile recensire le strutture e i reparti, e volendo anche il personale.
Il signore all'accettazione mi fa sedere e mi dice che mi farà chiamare.
Esce una signora da un portoncino su cui è scritto, in caratteri forse usati al tempo del fascismo, "Mammografia" e mi chiede se ho portato altri esami, di quando sono, ecc. Poi, forse rendendosi conto che in sala ci sono altre persone, seppur poche, mi dice "Va bene, entri pure, così le faccio qualche domanda."

Le solite, insomma. Qual è la mia storia, come mai l'intervento, il mio passato da (come mi piace chiamarmi) tumorata di dio.
Quando sa che il mio tumore al seno è probabilmente dovuto alla radioterapia mi dice "Ora l'unica cosa che posso fare è schermarti il ventre" e mi porta un grembiulino pesantissimo da legare in vita.
Mentre mi sistema il seno sulla macchina dice "E poi dicono che la radiazioni non fanno male. Anch'io ho il mio bel segno" e si tocca il collo. Allora, e solo allora, vedo che ha una cicatrice (non molto vecchia) alla base del collo.
"Hai tolto la tiroide?"
"Sì, e ho fatto bene, perché i noduli che avevo sono risultati positivi"
Ci scambiamo un'occhiata silenziosa come a dire che ci siamo intese e poi le dico che anch'io ho dei noduli e forse devo togliere la tiroide. Ma si vedrà.
Eseguo le altre 3 proiezioni e attendo in saletta i risultati, dopodiché faccio un'immensa pipì e cerco un posto dove mangiare. Ho ormai perso il treno delle 12.41 e dovrò prendere quello delle 13.41. Così trovo un bar, di quelli davvero pesi, ma abbastanza grandino secondo i miei standard, confido quindi sul fatto che abbiano del cibo.
Entro e la signora che stava leggendo il giornale sbotta "Dica..."
"Buongiorno, mi scusi - è la mia formula - avete qualcosa da mangiare, panini o tramezzini?"
"Sì, quelli" e indica una triste vetrinetta dove è presente un micropanino dimensione 10*5 cm ripieno di mortadella, due pezzi di pizza, due pizzette ripiene, probabilmente rimasti lì dai tempi della guerra.
"Ah... - mostrando la mia cocente delusione - non ha nient'altro?"
"Bhe se vuole posso farle un panino con questi" indicandomi un pezzo di mortadella, un tristissimo mezzo prosciutto rinseccolito, del formaggio e tre barattoli di salse ambigue.
Prendo un panino col prosciutto crudo rinseccolito e salsa "capricciosa" e un altro panino con mortadella e salsa ai funghi. Ovviamente i panini erano strasecchissimi, e stanno ancora vagando nel tratto di strada tra esofago e stomaco ma almeno ho addentato qualcosa. Vado in stazione a prendere il trenino e sì, sono abbastanza stanchina. Voglio dire stamani mi sono svegliata tutto sommato presto, ho corso come una mattarella, tornata a casa ho Maya in calore che non mi da' tregua strusciandosi su ogni cosa le capiti a tiro e miagolando come una disperata (sì è in calore). Ho fatto anche alcune fotine, vediamo se riesco a caricarle in qualche modo. Eccole!





















Meno male faccio sempre le cose col dovuto anticipo.
Ho la mia mammografia su cd, se mi sconfinfera metto le immagini. Perché sono bella "dentro".

Canzone del giorno: Superman Lazlo Bane



4 commenti:

Anonimo ha detto...

ammazza che giornata!!!almeno hai trovato un paninetto secco, x i vegan non c'è mai niente!

posso farti una domanda? come mai hai fatto la radio? se non vuoi non rispondere...

Carla ha detto...

Tranqui, non è un segreto e sul blog ne ho parlato spesso. A 13 anni ho avuto un Linfoma di Hodgkin (ho fatto radioterapia a mantellina e chemioterapia) e a 15 anni ho avuto una recidiva (e ho rifatto radioterapia, locale questa volta, e chemioterapia. Ora ciò che mi ha portato sono stati un piccolo tumore al seno, ma davvero minuscolo, e un ipotiroidismo. :)

Anonimo ha detto...

grazie della risposta.
Ne parli con molta serenità!

Carla ha detto...

Sì, è passato tanto tempo. Diciamo che più che altro ha modificato tanto il mio modo di pensare, di vedere il futuro e il presente.