06 marzo 2012

Il mio francese

Un paio di anni fa mi sono cimentata nello studio di questa astrusa lingua e la motivazione di ciò - dato che essenzialmente non sono assolutamente portata per le lingue, e non parlo nemmeno un po' di inglese - era una e una sola. In Madagascar, oltre al malgascio, parlano il francese.
Ora, non so se mai voi vi siete appropinquati a questa lingua, ma temo che l'unico modo che esista per pronunciare bene il francese sia tenere le labbrucce strette come il buchin del sederin o meglio, come dico io, nella stessa posizione in cui le terreste dopo aver addentato una bella fetta di asprissimo limone.
La cosa stranissima è che mi imbarazza pronunciarla, anche a casa, da sola. Questo dovrebbe fare intendere che tipo di paranoia ho nel parlare un'altra lingua, e quindi che più che non saperla, sono bloccata nell'esprimerla.

Stay tuned, se riesco ad arrivare a fondo a questa cosa dovrò anche cercare un essere umano con cui ciaciare di questa roba.

Stanotte invece altro sogno strano di cui ricordo solo poche scene. Devo fare il prelievo del sangue. Mi infilano al dito quella pinza per prendere la pressione. Dopo aver visto che la mia pressione è ok, decidono di non farmi il prelievo perché sono "in perfetta salute". Comincio a litigare con loro: non devo fare i prelievi per un mio capriccio personale, anzi eviterei volentieri, ma sono i miei controlli e devono prelevarmi il sangue. Ma non riesco a convincerli, per loro il prelievo non è assolutamente necessario.

Altra scena: sono alla cassa e sto pagando qualcosa, devo pagare sui 5 euro ma la commessa invece di dirmi 4.43 euro, mi dice quattrocentotrèdieci. Io non capisco così le chiedo di ripetere diverse volte finché non mi spiegano che quattrocentotrèdieci significa 443, ovvero 4,43. Mi dicono che in Emilia Romagna si usa dire così.

La prima parte bhe, allora. Quando avevo tipo 14 anni sono andata a una mostra di roba multimediale interattiva. Una installazione in particolare mi aveva colpito. Si trattava di una sorta di trono dove bisognava attaccarsi all'indice sinistro una di quelle pinzette per la pressione e in base al tuo battito e alla pressione, sul monitor di fronte avevi scene diverse. Era una sorta di viaggio all'interno del cuore alla fine del quale io avevo sentito un boato di ovazioni, come un pubblico che mi acclama, mentre la mia migliore amica per esempio, aveva trovato la formula della relatività.
Questo è il mio ricordo di questa sorta di pinza che altre volte non ho mai usato - no aspetta - ora che ci penso tutti i miei interventi con anestesia totale presentavano questo aggeggio, giustamente.
Inoltre quando devo andare a fare una visita mi capita spesso di dover discutere sul perché faccia determinate analisi. Del tipo: "Ma perché fa la mammografia? E' giovane!". Oppure "A cosa le serve un'ecodoppler cardiaca? Non mi pare abbia problemi di cuore". Ecco.

La seconda parte penso che sia in parte dovuta alle mie precedenti difficoltà di capire il dialetto (modenese per lo più) che i vecchietti mi parlavano allo sportello, e in parte dovuta al fatto che il mio amico Malconcio, tornato ora da Monaco - dove vive adesso - per un weekend a Bologna mi spiegava che in tedesco i numeri si dicono al contrario. Ovvero per dire 4 euro e 10 (se non ricordo male) si dice 10 e 4. Qualcosa del genere.

Ora mi preparo un bel colapranzo e vi lascio con la canzone del giorno (gentilmente offerta da Fry, quest'oggi).


Canzone del giorno: Up Patriots To Arms Subsonica/Battiato

2 commenti:

Zion ha detto...

per il tedesco si inverte l'ordine delle cifre tipo se dici 24, perchè sarebbe vierundzwanzig (quattro-e-venti, cioè 24) ma sempre meglio del francese in cui non sono capaci di avere un numero per l'ottanta (a salire), ma devono per forza fare un conto matematico (ma come stanno?).

Carla ha detto...

stanno male, stanno :D