18 aprile 2012

The Last Revision and the big delusion

Oggi ho fatto la mia visita ultima, quella riassuntiva, quella che decide, insomma, quella.

Sono arrivata a Torino alle 14.30, carica come un mulo (prossimo acquisto il trolley. Li ho sempre odiati ma cominciano a essere necessari) e sono andata di corsa a casa di mia mamma. Da mia mamma, che ho incrociato sotto casa con Poldino che mi è corso incontro scodinzolando, abbiamo chiamato un taxi per correre in ospedale e arrivare per tempo (erano già le 15.30 e la mia visita era alle 16.30).
Ho preso tanti taxi in vita mia e sono d'accordo nel dire che sono cari, ma finora hanno sempre "corso" e non hanno mai cercato di fregarmi in modo plateale. Ho anche una certa propensione alla fiducia negli esseri umani quindi difficilmente mi metto a giudicare in male l'operato degli altri. Ma questo tassista ha fatto un giro talmente lungo che non posso nemmeno descriverlo. Per chi conosce Torino, da casa mia agli ospedali basta prendere via Bologna e andare sempre dritto. Ci si mette un po' ma nemmen troppo in un pomeriggio lavorativo come oggi. Lui invece è passato dietro al cimitero monumentale, poi per qualche strana ragione è riuscito ad arrivare in piazza Vittorio, da lì ha preso una viuzza minuscola ed è arrivato, alla fine, in corso Massimo, poi sempre dritto fino al Regina Margherita e poi in via Cherasco...

Questa è la strada che avrebbe dovuto fare (che ha anche la preferenziale, quindi...):



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Mi dispiace non riuscire a farvi vedere il percorso che ha fatto lui perché è talmente assurdo che non posso ricordarlo.
Comunque non dico niente, ho altro a cui pensare. Arrivati al C.O.E.S ovvero Centro Onco Ematologico Subalpino mi registro per la mia visita. Il mio medico è un endocrinologo. Ormai vado da lui almeno una volta l'anno da 13 anni. Posso dire che è più amico lui di molte persone che conosco da meno tempo e con cui parlo poco. Lui sa come sto, che lavoro faccio, in che città vivo, il mio passato nei minimi dettagli. Lavora in un settore particolare di quell'ospedale, che si occupa delle persone che hanno subito un trattamento radio o chemioterapico in età evolutiva. Le controlla sotto ogni aspetto.

Il medico di ruolo, in casi come il mio, prescriverebbe una radiografia al torace ogni tanto, delle analisi del sangue, forse delle urine. E poi si limiterebbe a guardare. Quello che fa la struttura in cui lavora il mio medico è prendere in esame l'insieme. Carla ha subito due trattamenti chemioterapici e due trattamenti radioterapici? Bene. la chemioterapia che ha fatto è cardiotossica, teniamo d'occhio il cuore con delle ecodoppler ogni tanto. Radioterapia a mantellina in età evolutiva? Facciamo una mammografia che non si sa mai (grazia a questa precoce radioterapia hanno trovato il mio tumorino al seno, e hanno potuto asportarlo senza fare terapie aggiuntive). Teniamo sotto controllo i nei della cute irradiata e controlliamo la tiroide che è ipofunzionale.

Esistono, mi ha detto, pochissime strutture in Italia che fanno una cosa come la loro. E non me ne stupisco.

Comunque quando mi chiama entro con la mia bella cartellina di roba. Dentro ci sono i miei esami del sangue e delle urine, l'esame dei nei, l'ecodoppler, la mammografia e l'ecografia alla tiroide.

Il dottore, insieme a uno studentello della scuola di specializzazione, controlla i miei referti. Guarda il mio esame delle urine e mi chiede "Beve poco, vero? Molto poco. Dovrebbe bere di più". Annuisco perché bevo troppo poco in effetti. Poi controlla gli esami del sangue e mi chiede se sono ingrassata ultimamente. E badate bene, non mi ha squadrata da capo a piedi, ha solo guardato i miei esami del sangue. Rispondo che non dovrei essere ingrassata ma faccio effettivamente fatica a non ingrassare.

Controlla l'ecografia e la scruta, dopodiché l'assistente va a fotografare tutti i referti. Nel frattempo il mio endocrinologo mi visita. Pressione bassa, niente di nuovo. Fegato palpabile "beve?"
"un bicchiere di vino a cena e un po' di birra prima di dormire".
"Allora non è per quello sicuramente, sarà che è così magrina che in lei si sentirebbe anche la colonna vertebrale dalla pancia."

Controlla il collo, controlla i linfonodi.

Torna l'assistente e quel punto mi chiede quanto peso e quanto sono alta. Se glielo so dire per certo. Ma non lo so, sono mesi che non mi peso. Così mi invita sulla bilancia, promettendomi di non farmi guardare il peso. Ovvio che alla fine non è così. Insomma era meglio se non mi pesavo. Ho preso 5 kg (e il primo che dice che è un bene incontrerà presto il mio pugno).
Quindi alla domanda iniziale, ovvero se ero ingrassata, la risposta è sì.

Mi dice anche che sarebbe bene fare un'altra ecografia, magari a fine anno, e mi dice che i valori della tiroide sono un po' altini (forse per quello era interessato a sapere la mia tendenza a ingrassare). COsì mi propone questo gioco. Un giorno eutirox 50 μg e un giorno 75 μg. Come fare a ricordarmelo? Me lo suggerisce lui: nei giorni dispari 75 μg e nei giorni pari 50 μg. Più facile di così!


Mentre appunto mi parla dell'ecografia da fare entra l'ecografo? Ve lo ricordate? Ne parlavo qui, e poi anche qui. Ora non è più così bello, ma ha sempre il suo fascino da dottore. In sintesi ve lo dico senza i giri di parola del dottore. Non è che non si fidano dell'ecografo, ma loro conoscono bene il mio passato e grazie a questa conoscenza hanno scovato per tempo il tumorino alla mammella. Molto probabilmente l'ecografo non ha preso bene le misure o nelle immagini c'è qualcosa che non li convince così a fine anno dovrò fare l'ecografia. Per decidere se propormi un agoaspirato.


A quel punto dico loro "bhe se me lo proponete, no grazie!" - risata.
Però hanno ragione: meglio adesso che tra 10 anni. Se è un minimo sospetto è bene che levino tutto invece che aspettare e poi trovarsi costretti e riprendere una terapia, in caso di "recidiva" (parola che purtroppo oggi ho sentito mentre parlavano tra loro) o di "una cosa nuova".


Il 30/11 sarò di nuovo qui, porterò le analisi del sangue ma solo per gli ormoni tiroidei e farò un'ecografia direttamente al C.O.E.S. per poi parlare di questo eventuale agoaspirato. E' incredibile e l'ho già scritto. Entri una volta in ospedale a 13 anni per un collo un po' gonfio e non ne esci più.




Altro spezzone. Qualcuno sarà curioso di sapere com'è finita la storia del lavoro.
Ho accettato il lavoro a Firenze e la mia responsabile ha già sparso la voce (prima però di rispondere a qualche mia richiesta, cosa che mi ha lasciata un po' basita).
La mia iniziale richiesta di un part-time non è stata accettata, ma va bhe, c'è crisi (è una frase che in questi giorni va un sacco e sta sempre bene). Chiedo almeno un rimborso spese, c'è crisi (vedi sopra) ma ciccia. Nessun rimborso spese per me e il mio costosissimo abbonamento del treno.
Allora tiro fuori la carta fondamentale. Il contratto fino a fine settembre non mi sta bene. Se me lo fanno fino a fine dicembre io poi posso richiedere almeno l'indennità di disoccupazione in caso di mancato rinnovo. Del resto si sa, c'è crisi.
Così oggi la responsabile mi chiama dicendomi che non è possibile nemmeno quello perché c'è crisi per tutti, ora il mio contratto sarebbe di sostituzione maternità e quindi ha degli sgravi fiscali (quindi puoi darmi il rimborso spese? no? nemmeno?) e possono farmelo fino al 21 settembre. Lo ammetto, ci sono rimasta un po' male. Ma mi sono fatta un paio di calcoli e in ogni caso mi conviene andare a lavorare.


E poi oggi pomeriggio passeggiata in centro con mia mamma. Non era mai stata dentro palazzo madama, non aveva mai visto lo scalone di marmo, non aveva mai visto l'entrata del teatro regio "guarda mamma, questo è il teatro regio, qui ci lavora un mio amico, O". Poi abbiamo fatto due passi e siamo tornate a casa mentre stasera siamo andate a mangiare in un allyoucaneat e ci siamo sfondate. Ma per questo racconto vi rimando a domani che ora sono cotta e avendo mangiato come una disgraziata ho una sete della madonna (nel senso che solo la madonna può avere una sete così).

3 commenti:

Mika ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Mika ha detto...

Vorrei commentare ma mi trovo come quando apri la bocca per dire qualcosa e poi rimani lì bloccata, boccheggiando come un pesce.
Facciamo che ti mando un abbraccio forte e che poi, quando ci vedremo, ti dirò a voce. Che per iscritto mi sembra tutto vuoto quello che (forse) riuscirei a dirti...E insomma, uffa, non ce la fò :(

Carla ha detto...

Sì lo so, questa cosa del lavoro è una gran scocciatura. Se ti riferisci alla salute, no problem. Ci ho fatto il callo, ho metabolizzato e sono diventata pragmatica. Spacco le palle ma se una cosa si deve fare, la faccio. ;)