22 settembre 2012

Entomodena 2012

Aspettavo questo evento dallo scorso Aprile, quando non abbiamo potuto partecipare per via della mancanza della macchina, della pioggia battente, della difficoltà di arrivare a Campogalliano.
Entomodena è un'importantissima fiera di insetti e ragni, e sono fortunata perché questa è una regione ricca di fiere di rettili e insetti.
Comunque stamani sveglia presto perché alle 11 c'è un'interessantissima conferenza sull'entomofagia, correlata da assaggio di insetti.
Devo dire che non mi hanno nauseata più di tanto. Se non fosse solo che molti insetti erano molto speziati e quindi sapevano di spezie e nient'altro, potrei dire che non erano troppo male. I grilli erano buoni. Le locuste devono essere mangiate senza zampe e elitre, le camole sono mollicce, i caimani non sanno di niente, i grilli sono salatini e dolciastri, ma vuoi anche per il mio raffreddore è stato complicato sentire i sapori.
Sono però contentissima. Ho portato via una piccola colonia di formiche (Formica cunicularia) a cui dovremo ora costruire un formicario e delle uova di Extatosoma tiaratum (di cui ora posterò le foto, ma lo avevo diversi anni fa). Le uova schiuderanno tra 10-12 mesi. Un tempo infinito. Però che soddisfazione!

Ecco le foto della giornata: ho anche incontrato due amici del mio gruppetto di appassionati di piante carnivore con cui ho condiviso la magnata di insetti e qualche chiacchierata carnivora (uno dei due ha portato via, come me, colonia di formiche e uova di Extatosoma). Fry è stato bravissimo. Nonostante non ami gli insetti ha voluto provare e li ha anche assaggiati. Una prova di coraggio: l'idea per i più è schifosissima e non viene nemmeno fatta una prova.

La mia colonia di formiche
 







uova di Extatosoma


Cacca di dinosauro
ecco qui tutte le altre foto. Buona visione!

14 settembre 2012

Il mio grande fratello

Non so da quanto tempo non scrivo. Il mio poco tempo libero è stato assorbito dal nulla. Quando torno a casa sono così stanca che non voglio fare altro che niente. Cazzeggiare sui social, guardare un documentario, forse un film, una birra, patatine e via a letto.

La mia vita è stata rubata perché il mio tempo è stato rubato. Mi alzo stanca, torno a letto stanca e nel mezzo c'è il nulla. Una pausa lunghissima che, tolto il tempo per mangiare e per fare avanti e indietro, alla fine è di una sola ora, e la sera in cui muoio cerebralmente.

Ma soprattutto è accaduto un fatto spiacevole che ora vi narrerò.

Una settimana e mezza fa, verso le 19.30 (quindi in fase di uscita) mi arriva una chiamata. Una farmacia aveva bisogno di un farmaco urgente per un ragazzo che stava male (tumore alle ossa) e, indovinate? Si trattava di un composto della morfina.
Per essere sicura che il pacco gli arrivasse l'indomani ho chiamato il magazzino apposito, mi sono accertata che prendessero con le proprie manine i farmaci e sono andata a nanna tranquilla.
Indovinate?
Ebbene sì, il pacco non è arrivato.
La mattina dopo una mia collega (piccola e tostissima) riceve la chiamata di questa farmacia tutta incazzata perché non aveva ricevuto la merce. Essendo prodotti un po' particolari lei non poteva vedere chi aveva fatto la bolla, ma in ogni caso stava seguendo la procedura standard in questi casi. In effetti non si sa esattamente cosa sia successo. Sta di fatto che la farmacia ha chiesto i suoi dati e li ha riferiti alla nostra responsabile la quale ha ripreso la mia collega (in modo molto brusco, come fa con tutti), ma purtroppo questa volta la faccenda non è finita qui.
L'ha esonerata dalla risposta al telefono, e le sta facendo fare tutte cose che non sarebbero di nostra competenza. Accrediti, pinzare circolari, allestire roba nel magazzino.
A fine settembre le scade il contratto, e le prospettive non sono rosee.
Lei in compenso fa tutto quello che le viene chiesto perché, come noi, ha bisogno di lavorare e le piacerebbe davvero rimanere. Ci guardiamo intorno e capiamo che poteva capitare a qualunque di noi e quest'atmosfera tesa che già esisteva prima, ora è pesante e la puoi tagliare col coltello. Ti senti osservato, i passi dietro di te, non ti fidi di nessuno, odi bisbigliare, cominci a chiuderti, a stare lì per portare il pane a casa.
Il grande fratello dell'ufficio ti guarda, ti scruta, una mezza occhiata di solidarietà alla collega che annaspa, ma non puoi fermarti per tirarla su, rischi di annegare anche tu. E via così.

02 settembre 2012

Sculi lessi e culi molli

Giovedì pomeriggio arrivo abbastanza presto al lavoro così vado a lavarmi le zampette in bagno e, per andarci, mi incammino nel lungo corridoio dal quale vedo l'interno del call center. Vedo anche che la mia responsabile sta parlando con una ragazza e mi sorride (ah, andremo in vacanza, i primi 5 giorni di ottobre a Londra). Ho pensato che fosse in buona, le sorrido e vado per la mia strada. Alle 16, appena entro, mi collego al terminale e la vedo nella sua postazione sempre con questa donna. Pochi secondi dopo sento spostarsi delle sedie alle mie spalle. "Noi ci mettiamo un po' qua dietro a sentire come lavori". Non so come ha fatto l'intestino a reggermi, le mani hanno cominciato a sudare copiosamente. In un certo senso (anche se l'ho trovato molto maleducato) è stato meglio che non mi abbia presentato la tizia, perché stringere una mano sudaticcia non è piacevole e indica diverse cose.
Non so perché sono rimaste mezzora là dietro, con me agitatissima che ogni tanto mi giravo per comunicare loro quanto fossi agitata, sentivo che parlavano del fatto che si perdevano tante chiamate, che noi ci alzavamo spesso, e il telefono squillava in continuazione. Ma boh, frasi a metà, io molto spesso ero al telefono e con quelle cuffie sento poco e male.
Dall'altra parte dell'ufficio le colleghe mi guardavano con un mix di compassione e solidarietà, mentre io continuavo a farmela sotto, finché sono sono andate via. E appena dopo, molti mi hanno chiamata per chiedermi come mai, ma chi è la tizia, e la mia risposta a tutte le domande è stata "non lo so".

Comunque a parte questa cosa ieri siamo andati a fare una passeggiata in centro a goderci finalmente fresco e pioggia e quando siamo tornati a prendere una macchina, un allegro ramo si era staccato dall'allegro albero sotto cui avevamo parcheggiato, bucando allegramente il parabrezza, Abbiamo chiamato i vigili urbani e sono arrivati i vigili del fuoco dicendo che non dovevamo chiamare loro (bhe infatti, io avevo chiamato i vigili urbani). Dopo un po', noi stavamo sotto la pioggia ad aspettare, arrivano i vigili urbani a fare il verbale e a spiegarci come ottenere il rimborso.
Sempre che decidano di darcelo. Ho in mente il verbale che avevano fatto a Roccio perché era senza cintura (lui mai stato senza cintura, mai mai mai) e com'è andata a finire...