18 ottobre 2012

Verona Reptiles

Dimenticavo: domenica 7/10, incuranti della vacanza appena fatta, siamo stati a una fiera di rettili dove ho comprato delle bellerrime camole (che ora stanno dentro un'anta del mobile della sala, in una scatolina)


Ovvio, sono cibo per formiche.
Stavano per convincermi a comprare un serpente di cui mi sono innamorata. Il giorno che ne prenderò uno sarà questo. Pensavo che una volta trasferita a Dublino potrei allevare e vendere rettili.
Lo so, sono sempre stata contraria all'acquisto di serpenti. Mangiano topolini e non ce la posso fare. Ma il serpente in questione mangia solo topi congelati che prima di essere congelati vengono uccisi col monossido di carbonio. Il ragazzo che mi parlava (che tralaltro coltiva piante carnivore) mi ha detto che ti accorgi se un topo è morto con monossido o se è stato congelato vivo. Nel secondo caso infatti i topi sono sporchi, in quanto si fanno pipì addosso.
Certo, ora a parlarne mi vengono i brividi, mi sembra tutto così orribile. Ma le nostre mucche vengono uccise in modo più crudele.
Poi però mi dico che della mucca ci cibiamo mentre il rettile lo tieni perché ti piace. Eh, insomma ho ancora tanti dubbi, però mi piace da matti.

Sono stata contenta di aver incontrato amici vecchi (con alcuni non avevo nemmeno preso accordi, ci siamo incontrati lì, per caso. E venivano da Torino!) e conosciuto amici nuovi. Ma ora bando alle ciance. Vi lascio alle foto e al prossimo appuntamento. Fiera a Cesena, il 3-4 Novembre
E ora, tornati al lavoro, alla vita normale, che dire. Il primo giorno è stato devastante. Il venerdì stavo morendo e non ce la facevo più. Questa settimana uguale, è interminabile e lavorerò anche sabato.

La cosa brutta è che ho affrontato cose ben peggiori, ma proprio questa stanchezza infinita, quest'orario terribile, non riesco a togliermelo di dosso.

Londra - 4° giorno: bye bye

4/10/2012



Sarà difficile mettere insieme dei ricordi, non ho scritto il diario dell'ultimo giorno quindi scriverò un paio di cose, quelle che ricordo.
Ricordo che siamo andati a comprare una scatola di 6 ciambelle vicino Piccadilly Circus e ne siamo rimasti nauseati, ricordo che la commessa non sapeva cosa fosse una pera (quando abbiamo chiesto del succo di pera) e che la sua amica che era lì con lei ha dovuto disegnargliela. Poi siamo andati ad Hyde Park a salutare gli scoiattoli e a Portobello Road dove c'era un mercatino bellissimo (anche qui una bancarella con macchina analogiche e una serie infinita di obiettivi che costavano l'uno 15£ - avessi avuto i soldi mi sarei fatta una scorpacciata).



Siamo tornati poi verso Carnaby Street dove abbiamo fatto pranzo (ma era più un brunch) con un hamburger hawaiano (sul serio). Abbiamo mangiato bene, l'hamburger era spettacolare, e abbiamo speso il giusto.
Ma è tardi, andiamo a al Tate Modern.



Il Tate Modern è gratuito, e dentro ha il mondo. Picasso, Bacon, Dalì, De Chirico.
E si possono fare fotografie. Incredibile!
La struttura è stupenda, è ricavata da una vecchia centrale termoelettrica. E lo spazio è immenso.



La musica elettronica è stata gentilmente offerta da un artista di strada.
All'interno, invece, sembrava esserci un flash mob ma dato il luogo poteva anche trattarsi di una installazione artistica o una scuola di teatro. O qualcosa del genere.


Vi lascio con qualche foto degli interni.







Fry contempla un'opera d'arte

Fry sempre più dubbioso




Il Tate è qualcosa di grandioso. Bellissimo e coinvolgente. Ho visitato tanti musei ma quelli di Londra sono stati meravigliosi. Per il numero e la qualità delle opere d'arte. Per la pulizia e la cortesia. Per il coinvolgimento. Per la struttura in cui le opere sono state accolte.

E, ricordiamocelo, la gratuità. La mappa del Tate costa una sterlina, sì, ma non c'è una cassa per pagare. C'è una cassettina delle offerte e nessuno guarda cosa metti dentro.
Questo sistema basato sulla fiducia qui non funzionerebbe.

Le foto sono finite ma la giornata non è terminata.
Attraversiamo a piedi il Millenium Bridge per andare a guardare la St. Paul Cathedral, ma solo dall'esterno. Questa si paga.

Comincia a fare freddino e a esser tardi e ci appropinquiamo all'albergo. Dobbiamo alzarci alle 2.30 per prendere il bus per l'aeroporto alle 3. Abbiamo l'aero alle 7.15 e non ci sono altri bus che ci porteranno.

Così lasciamo Londra, di notte, alla chetichella. Un viaggio silenzioso.
Per un attimo ripenso a quando abbiamo preso, solo pochi giorni prima, il bus per andare nel senso opposto e la prima cosa che avevo visto, su un prato accanto all'autostrada, era un bellissimo coniglietto.

Londra mi mancherà, è una città stupenda. Pensavo che forse non è così impossibile andarci ad abitare ma tutta quella gente... No, a Londra tornerò da turista, per vedere quelle cose che non sono riuscita a vedere, perché è bella da camminare, per il "Sorry" che gli inglesi si dicono in continuazione, per il "Mind the gap" ripetuto fino alla nausea nella metro, per quegli odori speziati respirati agli angoli delle strade.
Dublino, invece, vorrei tanto abitarti, anche se sogno sempre Berlino. Ma c'è lo scoglio della lingua. Che poi si fa tutto. Penso ai nostri nonni, magari contadini che a malapena sapevano parlare un italiano corretto, e che sbarcati in America hanno dovuto imparare tutto da zero. E noi invece, con questo popò di laurea o diploma che abbiamo paura. Ma paura di cosa ormai?

Ieri ho letto un commento di una persona che scriveva su facebook.
Aveva chiesto a un'amica che viveva molto lontana dalla sua famiglia come faceva, e se non le mancava. E questa aveva risposto che non era mica italiana, non doveva per forza pranzare ogni domenica con la mamma. La verità è che abbiamo paura di rischiare, non ci buttiamo più in niente. Sogniamo il posto fisso e lì rimaniamo, ad ammuffire giorno per giorno sperando che un ictus ci prendi proprio in quel momento in cui ci siamo depilate le gambe, o che una morte nel sonno ci dia un po' di dignità. Lasciamo la nostra testa ad annullarsi in cose ripetitive che ci danno sicurezza perché abbiamo paura.

Mohammed, un mio grande amico, mi disse (riferendosi alla storia del possibile trasferimento a Dublino) che abbiamo sempre tanta paura ma poi alla fine quando ci buttiamo capiamo che la paura che avevamo non serviva a niente, che se vogliamo possiamo farlo.

Lascio Londra con la speranza di rivederla. Magari da più vicino, magari da Dublino, magari da Berlino. Ma sono stanca di qua. Sono stanca del belpaese. L'arte, il rinascimento, i romani.

Verrò ad ammirarla in vacanza, come si ammira un bel quadro.

E anche se questo lavoro non dovesse andare a buon fine, qualcosa si è mosso.

Canzone del giorno: Sympathy for the Devil The Rolling Stones


15 ottobre 2012

Londra - 3° giorno: Ronk

3/10/2012

Svegliati di buon'ora arriviamo a Regen's Park dove ammiriamo scoiattoli a gogò e gazze e altro. Dopo questa passeggiata mattutina ce ne andiamo alla stazione di Baker's Street per visitarla (è molto bella) e poi a King's Cross dove parte anche il TGV per Parigi.
Alla fine andiamo a Camden Town dove io vorrei comprare tutto ma non posso!

Ciao sono un altro scoiattolo!

Perché mi fate arrampicare se non avete cibo per me?



C'è un cielo meraviglioso e le foto non rendono giustizia

Passeggiata mattutina

Incontri ravvicinati


King's Cross Station



La bellissima Camden Town

Trovo le scarpezombie che volevo comprarmi a sole 40£. Trovo un cappotto bellissimo a sole 30£, trovo una maschera antigas stle SteamPunk a sole 20£. Se fossi ricca spendere ogni centesimo qui dentro.

Mangiamo al volo un taco e un burrito (insieme a dei tordi) e proseguiamo.




Troviamo una bancarella di macchina fotografiche vintage e un tizio si avvicina per chiederci quanto costa la nostra 7D e si meraviglia del prezzo. Dice che con con quello che è costata la nostra macchina potevamo comprarci tutto quel banchetto di macchine fotografiche.
Trovo il mio mondo ideale dentro Cyber Dog dove cercano anche personale (un po' ci ho pensato, sono  sincera). Commessi tatuati con capelli mitici ti camminano accanto, tra trucchi sugarpill, tinte stargazer e  vestiti stravaganti. Penso che se vivessi a Londra, Camden Town sarebbe il posto dove passerei la maggior parte del mio tempo. Tra mercatini di robe bizzarre e tra bancarelle di cibo etnico.

Andiamo verso Highgate perché volevo vedere un cimitero vittoriano (le mie solite fisse) ma non lo troviamo. Ci perdiamo in un parchetto, anche perché c'era da camminare parecchio dalla fermata della metro al cimitero. Inoltre Iolao è distratto, sta sempre a cosàre al cellulare, finché non si scopre l'arcano.

Ha ricevuto un'offerta di lavoro.
A Dublino.
Confesso, sono già con le valigie pronte. Ma questa è un'altra storia e prossimamente vi racconterò cosa abbiamo scoperto di Dublino cercando su web e leggendo di persone che si sono trasferite.
Intanto approfitto dei bagni del parco (pulitissimi, nemmeno il bagno di casa nostra è tanto pulito) per fare pipì e ci avviciniamo al British Museum, perché si sta facendo tardi e come ben sapete, Londra chiude presto.

Il British è un vero capolavoro di architettura e contenuti. Abbiamo visto la celebrissima Stele di Rosetta. Ah, e anche questo museo è gratuito. Avessi un posto del genere qui probabilmente lo userei per rilassarmi invece di passeggiare per il centro a vedere le solite vetrine dei soliti negozi.










Da lì facciamo un salto ad Harrod's dove compriamo del the inglese per Aga, un mio amico, e appuriamo che Harrod's non è niente di meno che una Rinascente per i ricchi.

Dopo Harrod's ci approprinquiamo in hotel (buffo, nel diario ho scritto "a casa") per un riposo veloce.

Per cena vogliamo il meglio. Andiamo a Carnaby Street nel pub Sherlock's Head a mangiare Fish & Chips accompagnati da una pinta di birra ghiacciata. La serata finisce con un vecchietto ubriaco che viene a chiacchierare con noi e fa headbanging cantando "like a rolling stones" e mangiandoci le patatine e il pollo dai piatti (Fry aveva preso un mezzo polletto). Alle 23 suonano le campane. Tra poco il locale chiude.

14 ottobre 2012

Londra - 2° giorno: Mind The Gap

2/10/2012

Svegliarsi è dura se non hai aggiornato il cellulare con l'orario inglese. E fu così che alle 6.30 la sveglia suonò. Dopo le giuste lamentele del consorte ci rimettiamo dormire un'altra oretta prima di passeggiare alla volta di Covent Garden.

Prima di ogni cosa, caffè. Cerchiamo sempre di specificare "molto ristretto" e a volte ce la facciamo. Il caffè costa abbastanza, 1,45 £ ma senza di quello non si carbura. Prendiamo la metro fino a Covent garden con l'intento di comprare un paio di enormi biscotti da Ben's Cookies.
Sono dei biscottoni enormi del diametro di circa 10 cm. Appena arriviamo alla stazione Victoria ci rendiamo conto che qualcosa non va, suona un allarme e una scritta lampeggiante invita i passeggeri della metro a non addentrarsi.
Le facce delle persone non paiono preoccupate, anzi, dev'essere cosa comune. Ci chiediamo cosa sia successo e quanto ci sia da aspettare.



Non ci scoraggiamo e decidiamo di prendere un classico bus londinese a due piani. Questo ci permetterà di vedere la città in superficie visto che con la metro non vediamo altro che il sottosuolo londinese. Prendiamo il bus numero 38 che ci porterà lì vicino e poi dovremo fare un piccolo tratto a piedi.



Una volta arrivati ci rendiamo conto che il mondo londinese comincia alle 10. Tutti i negozi, compreso Ben's Cookies sono chiusi. Persino il mercatino in piazza non si sveglia prima delle 10. Facciamo quindi una piccola colazione da Starbuck's e poi compriamo un paio di biscotti (mangiati solo alla sera) e cominciamo a passeggiare a Chinatown, passando poi dentro Green Park per arrivare a Buckingham Palace. Senza volerlo ci troviamo proprio nel mezzo alla famosa cerimonia del cambio guardia.














Dimenticavo. Londra è anche la città dei musical. Ce n'è di ogni tipo, per ogni cosa. Se Londra fosse Livorno ci sarebbe anche il teatro del Budello Di tu' Mà, per intenderci.
Andando più avanti e passando per un altro mezzo parchetto (con relativi scoiattoli) siamo arrivati a una piazzona in cui c'era un'altra cerimonia ma a cavallo. Le tradizioni!







Camminando camminando arriviamo a Trafalgar Square dove, oltre a godere della vista del Big Ben, troviamo ad aspettarci la National Gallery.








Non si può capire cosa sia la National Gallery (che tralaltro è gratuito, o meglio, a offerta libera) finché non ci finisci dentro. I famosi Girasoli di Van Gogh, dipinti per l'amico Gauguin, quadri di gauguin, Seurat, Monet, Mantegna, Botticelli. Nelle stanze era pieno di persone che disegnavano le opere. Non so se qui in Italia te lo farebbero fare.
Il giro è più veloce del previsto, le opere sono tante, il tempo poco. Siamo stanchi anche perché ci siamo svegliati male e all'orario sbagliato. Torniamo al Victoria Station per uno spuntino al Wasabi Sushi & Bento e andiamo a fare un pisolino. Non è da me, infatti ero abbastanza sfavata, ma eravamo stanchi e non saremmo riusciti a proseguire in queste condizioni.
Alle 16.30 ci svegliamo e dato che alle 17 chiudono tutti i musei, propongo di vedere qualcosa che non comporta chiusura. Andiamo quindi alla Tower of London (in verità un vero e proprio castello), poi passando per il Tower Bridge andiamo verso l'incrociatore ormeggiato sul Tamigi.










Mia riuscitissima imitazione di una gabbianella.





Da lì prendiamo di nuovo la metro per andare sotto al Big Ben e, dopo mia insistenza e vista l'improvvisa pioggia battente, andiamo a rifornirci di birra in un pub, il Red Lion, lì accanto.
Con mio grande stupore non troviamo turisti, ma solo londinesi. Evidentemente escono da lavoro, si fanno una birretta e vanno a casa (sono circa le 19, massimo le 20). Pertanto dopo cena si troveranno qui più turisti che altro.




Dopo la birra facciamo una pazzia e andiamo a Camden Town dove negozi chiusi ma molto pittoreschi mi mettono curiosità, mangiamo ottimi Taco sotto la pioggia e chiacchieriamo con un tizio ubriaco.
Questa sarà la nostra meta dell'indomani, ovviamente!