14 ottobre 2012

Londra - 1° giorno: Welcome

1/10/2012
La vacanza di quest'anno è stata un po' sofferta. Indecisione sulla meta (prima la Scozia, poi Berlino, poi le offerte non c'erano più e abbiamo ripiegato su Barcellona, finché all'ultimo momento non abbiamo deciso Londra. Deciso e prenotato), paranoie e paure, difficoltà economiche (poco dopo la prenotazione del viaggio un ramo di un albero ha deciso di staccarsi e cascare sul nostro parabrezza provocandoci ben 524 euro di danni).






Alla fine decidiamo comunque di andare. Disdire tutto vuol dire comunque perdere i soldi della prenotazione o gran parte. Ne vale la pena? No.
Facciamo un piano a tavolino, mangeremo con la mensa della mia azienda (un pasto completo costa 1 euro e per due basta perché comprende primo, secondo, contorno e frutta), per il resto mangeremo pasta che costa niente. Annulliamo le uscite e dovremmo essere a posto.

Arriva il fatidico giorno.




Londra voleva essere una mia meta qualche anno fa, e ora ce l'ho fatta. Partiti di mattina ma in ritardo, stipati come bestie (Ryanair ha pochissimo spazio tra un sedile e l'altro e Fry aveva le ginocchia in bocca porello), arrivati con le nuvole, seguite dalla pioggia battente e poi il sole, poi le nuvole, poi la pioggia leggera. La cosa buffa è che siamo arrivati, siamo usciti a cercare il bus Terravision che ci avrebbe portati in zona albergo ed era nuvoloso, siamo rientrati a chiedere informazioni, siamo usciti di nuovo e pioveva a dirotto. Prendiamo il bus, arriviamo a Londra e smette. Poi ricomincia di nuovo mentre cerchiamo l'albergo. La pioggia e il vento hanno reso difficile un compito che sarebbe estremamente semplice. Cercare il nostro hotel Easy Hotel in zona Victoria Station.

La stanza costa poco, ma è davvero un buco. Non sono mai stata in un posto tanto piccolo e claustrofobico. Non ci sono finestre, ma tre bocchettoni che fanno entrare/uscire aria. Il bagno è stile quello degli aerei, con uno spazio per la doccia. Easyhotel costa poco perché, oltre alle camere davvero piccole, non ti da' nessun servizio di cambio lenzuola. Se li vuoi li paghi a parte. Del resto chi è che cambia, a casa, le lenzuola tutti i giorni? E poi la stanza d'albergo ci serve solo per dormire.
Per farvi capire quanto è piccola la stanza (no, non guardate le foto sul sito easyhotel, quella è la loro stanza "grande") apri la porta e c'è un minuscolo corridoio lungo un passo di Fry. Poi c'è il letto. No spazio per comodini, no armadi. In questo minuscolo corridoietto ci sta a malapena il trolley e lo zaino (poggiato sopra al trolley altrimenti non ci sarebbe spazio vitale).



Messi in condizione di poter proseguire andiamo verso Hyde Park ma prima cerchiamo di comprare la Oyster Card, una carta prepagata per pagare la metro e in generale i mezzi pubblici. I mezzi pubblici londinesi costano, tanto. Ma sono efficientissimi, non abbiamo mai aspettato più di un minuto la metro. Addirittura quando era pienissima aspettavamo la successiva e anche lì, mai più di un minuto di attesa.
il vantaggio con la Oyster è che paghi meno il biglietto (anche se alla fine, in totale, di trasporti in due abbiamo speso 80£ per 4 giorni). Invece di 4£ una corsa ti costa 2£, ma la metro è così comoda che non ne puoi fare a meno.
Qui abbiamo trovato qualche difficoltà, le macchinette che danno le Oyster Card si possono usare solo con bancomat o carta di credito ma nessuno dei nostri bancomat funziona in questi apparecchi. E le macchinette coi contanti servono solo per "ricaricare" la carta. Così siamo andati in un negozio "fisico" per acquistarla, dentro il Victoria Station e ci hanno dato la carta e il portacarta (così bellino che quasi quasi lo uso per il bancomat).
La cosa bella di Londra è che nonostante i suoi 8 milioni di abitanti è tutto pulito e ordinato. Londinesi e turisti tengono diligentemente la destra sulle scale mobili affinché i frettolosi possano salire o scendere sulla sinistra senza spintonarti.




Hyde Park è stupenda. E' un parco enorme. Ma noi non siamo andati per il parco, bensì per gli scoiattoli, talmente abituati all'uomo che ti vengono anche addosso nella speranza che tu abbia qualche nocciolina/ghianda per loro. Trattasi di scoiattoli grigi, originari del nordamerica ma trapiantati qui, e che hanno praticamente fatto estinguere il loro cugino più piccolo e rosso, lo scoiattolo comune.
Anche se fa parte delle 100 specie invasive più dannose al mondo, è un vero campione di simpatia.
E si è meritato un book fotografico tutto suo.




Ma vogliamo parlare anche delle anatre? Per un attimo mi sono sentita Konrad Lorenz e ogni preoccupazione lavorativa è svanita. Londra è magica, riesce a fare anche questo.





E' impossibile stare con me senza andare a caccia di bestioline. Qui più che turista mi sono sentita a casa.
Anche i bellissimi corvi londinesi non hanno tardato a darci il benvenuto.


Dopodiché siamo andati verso il museo di scienze naturali ma era già chiuso. A Londra tutto, o quasi, chiude alle 17-18, qualche negozio del centro alle 19. Ma sono rarità. E' una città che vive per i cittadini e non per i turisti ed è una cosa che ho apprezzato molto. L'importante è adeguarsi ai nuovi orari e si riesce a fare ogni cosa.







Abbiamo quindi deciso di andare da Hamleys, il negozio di giocattoli più grande del mondo. Bello, sì, ma sono rimasta un po' delusa. 5 piani e non così tanti giochi come ci si potrebbe aspettare. Dreoni a Firenze è forse più fornito.





Usciamo e continuiamo la passeggiata per Regent St. fino alla coloratissima e illuminatissima Piccadilly Circus per poi tornare indietro a Carnaby Street e appurare che mentre la birra può costare molto poco (2,5 £ per una pinta di Beck's), il cibo costa molto di più. Dopo il pranzo al KFC stramegaavanzato (avevamo ordinato troppa roba sbagliando porzioni) che abbiamo donato a un senzatetto e al suo bellissimo Greyhound, stavolta optiamo per Wasabi Sushi & Bento, una sorta di fast food giapponese in cui vendono sushi, ramen e simili, dietro l'albergo al Victoria Station. Ah, dimenticavo. Londra sa di cibo in ogni angolo, l'odore che accompagna le strade in ogni dove è quello delle spezie di cibo etnico. Difficile mangiare locale, ma c'è una cucina locale?

2 commenti:

rompina ha detto...

un fastfood giapponese???? aaaaahhhh (detto alla Homer quando sbava pensando alle ciambelle)....mi trasferisco a Londra!!!! ;D

PS: belle foto! e belli voi! :)

Carla ha detto...

Grazie ^_^