23 novembre 2013

... sei nata paperina, che cosa ci vuoi far!

Perché non vorrei fare la spocchiosa, nella maniera più assoluta no. Ma senza falsa modestia, considerando tutte le foto di tattoo di papaveri che ho visto, questo è in assoluto il più bello:


e lo porto addosso con estrema fierezza.

18 novembre 2013

... e tu sei piccolina

E così è passata questa settimana, gli straordinari, il corso di tedesco che va a merda, l'apatia, la noia. Il desiderio di non fare null'altro che niente.
Avevo cominciato un libro, questo.

le mie bellissime formichine
Ma non riesco più a leggere. Ho come un mattone in testa che mi rende tutto più pesante. Lascio che la vita mi scorra addosso e non è da me, sempre presa in mille cose.
Sono molto stanca.

La vita in casa è però rallegrata da Diana, il nostro nuovo micetto. Lei e Maya sono due furie in casa, giocano lottando come dannate per poi dormire per ore.

Diana




Maya

Al lavoro la situazione è, come dire, penosa.

The Wall

Tant'è che mi sono fatta il mio muro del non pensiero. Ovvero ogni tanto ci appiccico su una canzone e me la canto mentalmente tutto il giorno tanto devo ripetere sempre sempre sempre le stesse cose.

Hanno assunto un ragazzotto nuovo, 22 anni, studente di psicologia, sveglio. Troppo sveglio; difatti dopo un mese ha dato forfait, e riprendono i colloqui.

Il corso di tedesco va male, non riesco a studiare, a impegnarmi. E già dalle prime lezioni mi rendo conto di quanto sia difficile, di quanto mi faccia sentire una cretina, ed è quella sensazione che detesto.

Domani vado a tingermi i capelli. Una mia amica mi ha chiesto se avevo voglia di farmi strapazzare il "bulbo" senza pagare, in quanto avrebbero dovuto fare un book fotografico o comunque un paio di foto di capelli fighi. Ho accettato a patto di avere capelli dal colore mattacchioso, e difatti me li faranno blu e verdi. Vedremo come sarà l'effetto finale.

Giovedì invece andrò a farmi un nuovo tatuaggio (sempre che la data mi venga confermata). La scelta è stata quella di un fiore di papavero.
Potrebbero esserci mille e uno motivi per cui ho scelto questo fiore invece della più indicata, almeno per me, pianta carnivora.
Ho viaggiato spesso in questi anni, spesso in treno, tantissimo in treno. Il papavero era il fiore che più spesso vedevo dal finestrino: dolci macchiette rosse che coloravano prati anonimi ai lati della ferrovia. Mi metteva una certa allegria vederli, era come un appuntamento atteso. I papaveri annunciavano l'estate, calzoncini corti (non per me che non scopro mai le gambe), le ferie, il caldo, il bel tempo.
Ma i papaveri sono soprattutto fiori che troppo spesso si danno per scontati, non se ne percepisce la bellezza perché sono un po' sgualciti, quasi sciupati. Eppure a vederli bene non si può non rimanerne affascinati. Crescono nel niente, fioriscono nel niente, e nessuno li guarda. Ma loro sono lì, e ci saranno anche l'anno prossimo.
Mi sento un po' papavero. Assolutamente mediocre, la mia bellezza è nascosta e passa inosservata. Magari sono un po' sgualcita ma mi sento di colorare la vita delle persone che mi circondano. Se anche fosse di poco però è importante.

Una volta scelto l'artista, questa volta non la mia tatuatrice di Torino, ma un ragazzotto di Bologna, sono andata a parlargli.

Quando ero piccola per farti un tatuaggio, almeno da quanto mi hanno raccontato, entravi nello studio di un tatuatore, sfogliavi il loro book di tattoo per lo più tribali e prendevi un appuntamento.
Da che ne so ora, invece, si parte da un'idea che si sviluppa insieme. Quindi ci va del tempo.
Il tatuatore prepara un disegno, te lo mostra, lo riaggiusta in seguito alle indicazioni. Ma in genere quando vai da un artista ci vai perché ti piace il suo stile.
Anche se con un po' di remore vi faccio vedere il disegno che mi ha inviato (me ne ha inviati due e ho scelto questo proprio perché ha i petali più sgualciti e mi rappresenta meglio):

Ho tante altre idee per i prossimi tatuaggi, così tante che forse dovrei fermarmi un attimo. Per esempio mi piacerebbe continuare la storia del teschio sul braccio destro, che non è una storia ma lo diventerà. E allora sì che ci saranno camaleonti, insetti, piante carnivore e altre bestioline. Per ora però basta, è tanto che non scrivo e alla fine le cose da scrivere diventano così tante che non me le ricordo più.


Canzone del giorno: Non portarmi via il nome Samuele Bersani