30 agosto 2013

Cercolavoro

Sono in cerca di lavoro. Da più di un anno, da quando sono entrata a lavorare qui. Non ci sto dietro con gli orari.
Ho sempre creduto che il tempo fosse la cosa più importante e preziosa e me lo sto facendo rubare tutto in cambio di denaro.

Cercare un lavoro mentre stai lavorando (full time e con turni spezzati) è più complicato di quanto pensiate. Purtroppo il 90% degli annunci in cui non si richiede esperienza riguardano venditori porta a porta.
Lo si può dedurre da poche semplici informazioni:
 - richiedono gente dinamica e promettono un'azienda dinamica
 - cercano persone anche alla prima esperienza
 - in genere quando siete contattati telefonicamente chiedono di portare un curriculum con voi (cosa strana dato che glielo avete spedito)

Quando arrivate lì spesso vi fanno accomodare e compilare un foglio in cui scrivete i vostri dati, che la segretaria appunta insieme al vostro curriculum appena portato. E notate che c'è altra gente a fare il colloquio, il numero è variabile da 3 a 6 persone oltre voi.
Avete l'impressione che tutto sia raffazzonato, messo lì solo per darvi l'illusione di essere fissi in quella sede: magari c'è anche un acquario ma ha i cavi per le luci un po' volanti, sul campanello c'è il nome attaccato con lo scotch e scritto col pennarello.

Il colloquio è qualcosa di mistico. Fanno parte di una grande azienda, hanno tanti clienti, il lavoro è vario. Con queste tre cose riescono a produrre periodi più o meno lunghi pieni di niente. Dopo 15 minuti di parlare senza dire nulla mettono un freno: "Il lavoro è vario e complesso, la invito a venire domani per una giornata di prova".

Questa è la prova definitiva. Si tratta di un lavoro porta a porta, vi faranno scorrazzare per la città (se siete fortunati la vostra, altrimenti chissà dove vi portano) con uno che fa questo lavoro da anni, dice, che guadagna un botto, dice e se decidete di entrare nel loro grande mondo avrete possibilità di carriera. Dice.

Che poi, mica si può sperare di lavorare e guadagnare subito? Questo è il nuovo mondo dinamico e giovane del lavoro. Tu ti fai il culo, e qualcuno sopra di te ci guadagna. Finché non sali tu di livello, e forse lì hai qualche speranza. Ma se si chiama sistema piramidale un motivo c'è. Alla base c'è la manovalanza, e si tratta di un sacco di gente. Man mano che vai su, ce n'è sempre meno.

Per fortuna non ci sono mai cascata: non ho mai fatto la giornata di prova (benedettosiainternet) perché google mi ha messa in guardia dai vari finti nomi di aziende di facciata.

Per tornare al discorso principale, cerco lavoro.
Ma devo centellinare i miei permessi quindi mi tocca escludere qualche annuncio, sperare che non si tratti della solita fregatura (vedi sopra). Al lavoro sono impossibilitata a rispondere al telefono e quando provo a richiamare spesso trovo un numero sconosciuto, o di un centralino impossibile da richiamare. Insomma spero nella buona sorte.

Ad oggi ho ottenuto un solo colloquio che potrebbe andare. Sono andata anche al secondo appuntamento.


Il primo colloquio è stato un test attitudinale con annesso un test di logica. Quando ho riconsegnato il mio foglio ho scoperto che il tizio che ci aveva consegnato i test era di Torino (l'azienda è di Venezia) ed è stato volontario all'UGI come me.

Il secondo colloquio è stato suddiviso in due parti: colloquio di gruppo e colloquio individuale.

Il colloquio di gruppo è una sorta di gruppo di alcolisti anonimi sotto falso nome.
"Ciao, mi chiamo Carla"
in coro: "Ciao Carla"
"Sto cercando un altro lavoro"
e via discorrendo.

Dopodiché il simpatico animatore (ovvero il detentore del potere di un + o un - accanto al tuo nome) fa partire una discussione. Presa a caso da internet.
Meglio, da una app che mostra le prime notizie del giorno.
Tema della discussione: "Fisco: secondo la UIL con la Service tax si risparmieranno in media 145 euro a famiglia".

Ci guardiamo. E cominciamo a parlare a ruota. L'unico fanciullo sostiene che sembra si tratti di una scontistica. Ribatto dicendo che in effetti pare una promozione. E poi che media sarebbe? Dove prendono i dati? Chi ha 5 case risparmia? Chi ne ha una sola ci perde?

E' importante in queste cose non stare zitti. Di' una cazzata ma dilla. Il non avere opinione in merito è forse peggio che dire una stronzata. Difatti le persone che sono state zitte poi hanno dovuto giustificare il loro silenzio; "io non mi interesso di politica" non è una bella roba da dire.

Comunque sono in attesa di una risposta. Con questo lavoro ci andrei a perdere in fatto di soldi, ma a guadagnare col tempo. Trattasi infatti di un lavoro 16-22 da lunedì a venerdì + un sabato a rotazione al mese. E avrei tempo. Per un corso, per cercare altro, per qualsiasi cosa.

Poi diciamocelo, sto parecchio male qui. Quasi ogni mattina ho il magone ad entrare in quel posto.
Per dirvene una: sabato sera stiamo organizzando per una cena coi colleghi. Fry mi dice "Ma non li vedi già abbastanza?" - domani infatti lavoriamo 10 ore.

"Sì" rispondo "ma non ci parlo quasi mai, non posso parlarci, non so quasi niente di loro. E' un lavoro alienante che mi impedisce di socializzare e sono ben contenta di scoprire cosa fanno oltre a lavorare lì".

Pensateci.

P.s. Ho ricevuto frasi di stima per la discussione avuta su facebook che potete vedere un paio di post in là. Sono contenta, per me è un enorme passo.

E una notizia strepitosa. Un amico (di sventure, come si suol dire) scrive un libro e mi ha chiesto se posso leggergli le bozze. Mi sono emozionata a leggere la mail, so che probabilmente è una cosa stupida ma per un attimo mi sono sentita importante.

21 agosto 2013

Il dilemma dell'(ex)onnivoro

E' un bel po' che non scrivo. Vorrei raccontarvi delle cose viste in Provenza ma confesso di non avere ancora sistemato le foto e non ho nemmeno fatto ordine nella testa, per ricordarmi e descrivervi i posti in cui ho mangiato.

Per la prima volta ho trovato serie difficoltà a trovare cibo senza carne. In alcuni posti avrei potuto mangiare solo insalatine e all'estero la pasta è quasi tutta con carne. Sono riuscita a trovare però qualche posto che mi ha accontentata parecchio. Che poi si fa difficoltà, ma penso sia una cosa dell'inizio. Quando pensi "ma io questo non lo posso mangiare" - e piano piano sostituisci il "posso" con "voglio" così la frase assume tutt'altro significato.

Per dirvene una, i miei colleghi stanno organizzando una cena e stavano decidendo per un posto dove fanno solo grigliate. Solo grigliate di carne.

Forse potevo stare zitta, non lo so, ma m'è venuto spontaneo dire "il posto giusto per me!", in tono ironico.
Così ho dovuto confessare di non mangiare più carne, e alla fine mi chiedono anche di suggerire un posto in cui mangiare.
Detto tra noi a questo punto vorrei anche evitare di andare, ma è un cane che si morde la coda. Più io dico che non fa niente se manco una volta, più insistono. E non che non mi faccia piacere. Solo che se non l'avessi detto forse come l'altra volta mi sarei arrangiata. Di sicuro un po' di insalata d'accompagnamento ce l'avranno per la carne, no?

Io e Fry siamo andati a mangiare alla festa dell'unità. Gli unici due piatti che ho trovato senza carne sono state le patatine fritte e il friggione.
Forse dobbiamo interrogarci se davvero serve mangiare tutta questa carne.

Ovvio che finché ti dici "io mangio poca carne" non ti rendi conto di quanta ne mangi, e di quanta te ne propongono. Facciamo un esempio:

Mi invitano a cena e io sto cercando di mangiare meno carne. Come primo piatto mi presentano tagliatelle al ragù (tipiche del resto) e poi tigelle e crescentine con affettati. Io mangio meno carne ma non ho smesso, quindi come posso centellinarla? La mangio, ma domani andrà meglio.
Ordino il pasto alla mensa dell'azienda. Come primo prendo una carbonara con panna, come secondo una fettina di maiale e un contorno di verdure. Ok c'è anche qui la carne ma non me la sono mica vietata.

Facciamo un esempio diverso: mi invitano a cena e mi chiedono se c'è qualcosa che non posso mangiare. Dico che sono vegetariana. Sono sicura che ci sarà almeno un piatto per me (dopo la domanda che, a quanto pare è un must "ma il pesce lo mangi?").
Decido quindi di non mangiare più carne e quando ordino alla mensa faccio molta attenzione che almeno il primo non abbia carne. Il secondo in genere lo mangia Fry.

Nel primo caso io ho mangiato tanta carne (ed è quello che facevo notare a Fry in quanto lui era convinto che mangiassimo pochissima carne, però si è accorto che la mangiamo in realtà tutti i giorni), nel secondo nisba.

E difficile, almeno per me, abituata a tutti i sapori, passare accanto a una trattoria da cui fuoriesce odore di frittura di pesce, ma proprio per questo è una scelta consapevole anche se non sempre facile.

Canzone del giorno (e del periodo): Madness Muse




Sì, a settembre andrò a Torino. Sì, ci sarà una tatto convention. Sì, penso proprio che mi farò disegnare qualcosa di indelebile sulla pelle. Sì, non so ancora cosa :)