31 dicembre 2014

La quiete e la tempesta dentro

Che poi lo so, non scrivo da tanto. Ho voluto prendermi del tempo.
Non è che l'ho fatto apposta. Ci sono delle cose che vengono da sé, e non scrivere sul blog è una cosa venuta spontanea: dopotutto, in fondo, dal 2006 non ho quasi mai smesso di scrivere.
Danza del ventre stranamente prosegue, credo però di essere arrivata al punto o prosegui o molli. Vedo che le altre ragazze sono più brave e questo mi sconforta. D'altra parte vedo che mi fa bene, soprattutto a livello muscolare e per la schiena. Non sembrerà vero ma addominali e glutei lavorano un sacco. Le spalle finalmente si rilassano, la schiena fa movimenti "diversi" e mi permette di svilupparne piano piano la muscolatura.
E poi ho cominciato ad andare a lezione di basso.
Il mio insegnate è bravo e molto paziente e riesce sempre a incastrarmi in nuovi orari per permettermi di non perdere troppe lezioni.
Per ora sto suonando Hey Joe di Jimy Hendrix e dovrò fare il saggio di fine anno (quello di danza del ventre è, per fortuna, facoltativo). Dato che Fry sta suonando chitarra nella stessa scuola possiamo fare il saggio insieme scegliendo un pezzo, io sono già in panico ma vedremo.

Qui in Svizzera e a Como c'è il sole. Adoro il sole d'inverno. Il freddo che pizzica le guance e le chiappe ma il cielo terso, sto bene qui. Ritaglio la mia dimensione con tutta la calma che posso, nonostante mi manchi il tempo per accendere il pc, ad esempio. Ormai gioco solo sul mio cellularone (OnePlus One - comprato a fine novembre online, ne scriverò qualcosa a breve se mi riesce. E' gigante, tipo 5,5" di schermo!): la sera suono un po' se riesco, poi gioco se riesco, ma in genere dormo (e in quello riesco!). Leggere è un lusso, purtroppo, e scrivere sul blog è impossibile.

Ma sono qui, sorrido, vivo e, tutto sommato, sono serena.
Ho cominciato il percorso con una psicologa che però non mi piace per cui cambierò.
I miei capelli si sono stinti ma non sto troppo male, posto una foto in cui sembro figa ma non fatevi ingannare: prima di scegliere questa ne ho fatte altre 20.


30 dicembre 2014

Sognincubi

Sono in un luogo tipo Far West, in una casa tutta di legno. C'è anche una sorta di porticato, io sono vestita con abiti tipo anni '50.
Sono a letto con un uomo, è Fry ma non ha l'aspetto di Fry.
Vedo in corridoio mia mamma, in penombra. Entra nel letto dicendo: "mi sono stancata di O. (un mio collega). È qui da diverse settimane non se ne va, per cui dormo qui"

Separiamo il letto matrimoniale in due singoli.

Il giorno dopo mi sveglio. C'è il sole. Corro incontro a Fry (ma è lui?). Ha una tuta da meccanico. Una salopette di jeans e una camicia a quadri bianca e rossa. Si gira sorridendo ma ha uno sguardo triste e mi abbraccia.
Cambio scena.
Di nuovo la stessa.
È mattina e c'è il sole. Corro sotto al porticato e vado verso Fry (ma è lui?). Si gira e ha lo sguardo triste. Qualcosa non va. Il sole sparisce, ci sono nuvole nere, un vento terribile. Mi stringe, mi dice che dobbiamo scappare. È come se i giorni che stavano scorrendo sempre uguali siano stati spazzati da una tempesta terribile. Una cosa non in programma. In effetti non è molto distante dalla realtà.

Secondo sogno. Premetto, sto giocando a un gioco abbastanza angosciante che si chiama "Alien Isolation"

Sono in un vicolo buio, ho una pistola. Sento dei passi avvicinarsi, vedo solo un'ombra. È Alien.
Sono terrorizzata e mi accuccio a terra sperando di non essere né vista né sentita.
In effetti mi supera e va via ma io sono paralizzata. Trovo dei gradini e ci striscio sopra. Piangendo rimango lì.

06 ottobre 2014

Belly Dance

Cose sparse: ho ripassato questo sabato il tatuaggio del teschio. Oltre ad averlo ripassato la tatuatrice lo ha rifinito con altre ombre e chiaroscuri. Ora è realistico e molto più bello, per quanto fosse possibile.
Lo scorso weekend sono andata alla mia visita annuale, tutto bene, sono in salute. Sono dimagrita e il medico è un po' preoccupato, ma è un periodo in cui fatico a mangiare, sono molto agitata, dormo sempre e mangio poco. Non preoccupatevi comunque, non tenderò a sparire, ci tengo alla mia salute.
Mercoledì ho la mia terza lezione di danza del ventre. Mi vergognavo ad andare da sola ma alla fine ho preso coraggio e ho fatto bene: mi diverte un sacco anche se non sono capace a muovermi.
E poi altre cose di cui non mi va di parlare.
Tante altre cose.

21 settembre 2014

Alone

Quelle volte in cui ti senti dannatamente solo.

18 settembre 2014

Il mio intervento

Sono seduta in una stanza poco illuminata, luce gialla poi, non certo quella dei neon. Quello che ritengo sia un medico spiega a me e a un'altra persona che sta con me, seduta su quel tavolo che pare una scrivania, il tipo di intervento che andremo a fare.
Si tratta di un brutto cancro all'intestino, e va subito operato. Certo il mio intervento risulterà più lungo, il cancro è più esteso e devono togliere parecchi metri del mio intestino.
Ci sono dei "ma".
L'intervento sarà in anestesia locale, tanto per cominciare. E il taglio verrà fatto lungo il fianco destro, partendo dall'ascella per arrivare alla zona lombare.

Comincia prima il mio compagno di sventure, e non siamo certo in sala operatoria. Ho la schiena scoperta e forse ho freddo, ma soprattutto ho paura. Una paura fottuta.
Penso che sei ore di intervento siano tante, che l'anestesia locale non basterà. Che subirò tutto da sveglia, che non voglio farlo. Mi chiedo se posso scappare, evitarmi quel calvario, quand'ecco che avviene.
Sento che qualcosa non quadra.
Improvvisamente si accende una lampadina nel mio cervello. E penso: "Non sono costretta a farlo, tutto questo non è reale, è solo un sogno, ne sono certa. Non ricordo di nessun medico reale che mi abbia parlato di questo cancro da operare, non ho memorie precedenti di questo momento."

E poi, il nulla.


“La mia piccina dormirà, e il signore dei sogni su di lei veglierà. Il maligno allo specchio si vedrà e allora morirà”. (Nightmare IV - Il non risveglio)

29 agosto 2014

R.I.P Birba

data indefinita primo trimestre 2000 - 28/08/2014

18 agosto 2014

La mia Birba

Birba sta di nuovo male. E' stata ricoverata il 15/8 ma non ho saputo niente fino al mio rientro dal weekend sulle Alpi Svizzere.
Come al solito mi hanno tenuto all'oscuro. Come al solito mi sono arrabbiata per questo.
Oggi sono riuscita a parlare con la dottoressa che l'ha in cura. Non penso di ricordarmi molto delle cose che mi ha detto: versamento di liquido, trombi, problemi ai reni, creatinina alta, probabilmente una nuova formazione neoplastica. Per la prima volta ho sentito la dottoressa molto realista. Potrebbe lasciarci da un momento all'altro.
L'ha sempre ritenuta una leonessa, perché così desiderosa di vivere che non ha mai voluto mollare nonostante tutti i problemi che ha, alla sua veneranda età. Ma ora sta cedendo, il suo corpo ce lo comunica in tutti i modi.
Tra le lacrime le ho chiesto se fosse il caso di parlare di eutanasia nel caso dovesse soffrire. Mi ha detto che non è sbagliato pensarlo, che se non mangia più potremmo purtroppo prendere in considerazione la dolorosa scelta.
Dolorosa ma lecita: non voglio che soffra, le voglio troppo bene.
Sabato andrò a Torino ma intanto vediamo come va questa settimana. Se non dovesse mangiare potrebbe essere l'ultima volta che la vedo.
La mia Birba.
La mia unica e dolce Birba.








12 agosto 2014

Il mio primo stipendio

Sogni strani a parte, questo mese ho lavorato e mi è arrivato il primo stipendio. Che dire: son contenta.
Tanto contenta che per festeggiare siamo andati a comprare un MacBook Air per Fry (in contanti, così, ciapa lì, senza rate) e questo weekend andremo sulle alpi svizzere a rilassarci: Wengen, vicino Lauterbrunnen, che scopro ora non essere raggiungibile dalle macchine, immaginate quante madonne ho tirato giù.
Prossime vacanze saranno a Dublino, verso fine ottobre e poi Marzo 2015 non ce lo dimentichiamo: Isole Faroe.

Questo giovedì scendo a Roma per vedere la mostra di Frida Kahlo, mostra che avrei già dovuto vedere due post fa ma che purtroppo non ce l'ho fatta.
E venerdì si parte: da una parte son contenta, dall'altra non so cosa farò in questa località minuscola. Dovremo arrivare a Lauterbrunnen in macchina e poi andare a Wengen col trenino.

Prima di arrivare a Lauterbrunnen però andremo a vedere le cascate a Trummelbach




E sabato non so, faremo un salto a Männlichen a goderci il panorama. E poi penso ci sfaremo di cibo e basta. In effetti ci son tante cose da vedere ma vorrei solo riposarmi...

06 agosto 2014

Killing the Joker

Era una ragazza, questo sapevo.
A casa sua la madre dormiva distesa sulla pancia, con una mano ciondoloni fuori dal letto. A vederla bene la mano era infilata nella sua enorme borsa forse a stringere una pistola per difendere la figlia, così ossessionata da una paura irrazionale quanto incomprensibile: la paura per Joker. 
Sì proprio lui, il personaggio nemico di Batman. Forse vi viene da sorridere, e così ho fatto anch'io quando lessi le lettere adesive appiccicate sul parabrezza.
"Killing the Joker" dicevano.
Killing era scritto in verde, forse per intonarsi con il colore dell'auto. Sta di fatto che proprio quell'auto, in cui lei si sentiva più sicura che altrove, tentò la fuga dalla sua paura, una sera, complice il buio. Col suo babbo poi, di cui lei era profondamente innamorata di un sentimento morboso e per nulla candido, pulito.
Glielo aveva appena annunciato, "Papà io ti amo", di quell'amore tutt'altro che ingenuo e non sono sicura che il padre avesse capito completamente la situazione.
Il padre era seduto al posto di guida, lei accanto, con le sue rotondità eccessivamente femminili.
"Partiamo".
Non so cosa accadde, una scintilla, qualcosa successe e l'auto si incendiò.
Entrambi furono avvolti dalle fiamme e poco prima di perdere la vista, gli occhi di lei incrociarono gli occhiali scuri di lui e lei vide quello che non avrebbe mai voluto vedere. Il suo volto sfigurato, quasi sciolto dalle fiamme, aveva deformato le sue labbra. Il suo sorriso era diventato un ghigno largo, una maschera orrenda, così simile, così troppo simile al suo nemico irrazionale: Joker.
Non potè più urlare ma quei secondi che la separarono dal vero buio furono interminabili: l'ultima immagine, l'unica sua vera paura.

Le fiamme avvolsero ogni cosa, e tutto ciò che rimase fu polvere.
E quella strana scritta attaccata al parabrezza.

23 luglio 2014

Il mio appuntamento mancato

Sabato la sveglia ha suonato alle 4 del mattino. Alle 6 ero fuori di casa pronta per andare in stazione.
Destinazione? Roma, a vedere la mia Frida.
Dopo un lungo (ma non troppo) viaggio con un treno carico di famiglie che tornavano al sud (e che non hanno fatto silenzio un attimo) i miei amici L e S sono già arrivati a destinazione.
Vanno alle scuderie del quirinale per fare la coda e scoprono così che non c'è coda. Me lo annunciano con grande entusiasmo quando io mi sorbisco ancora le chiacchiere dei miei compagni di viaggio e la grande dormita del mio compagno di seggiola il quale non muove dito nemmeno quando vengono a portargli da mangiare o da bere e rispondo io per lui "ehm, sta dormendo".
La mia gioia è grande, entreremo a vedere Frida e non ci sarà coda!
Peccato che un nanosecondo dopo mi arriva una foto, quella degli orari di apertura. Apre dalle 16.
Bum.
Cala il buio nel mio cervello.
Il mio treno per tornare in quel di Como è alle 17.20, non ce la farò mai e poi mai.
Cerco di capire se posso cambiare treno ma nulla, la tariffa supereconomymortadifame non me lo permette. Un nuovo biglietto mi costerebbe ben 86 euro.
Insomma, comincio a sclerare di brutto.
"Dottore, chè, me la date un poco di acqua? Dai l'acqua non si nega a nessuno." starnazza un ragazzo nel vagone al tipo che porta il carrellino di bevande e cibarie.
E io sclero.
L mi dice "Non cambiare biglietto, vieni qui e si vede cosa fare"
Vado.
Da Roma Termini volo fino alle scuderie del quirinale e li trovo lì, accaldati in quella incredibile giornata estiva (se contate che ancora oggi ha ripreso a piovere), un po' basiti anche loro. Un po' basite anche le altre persone che di là passavano a guardare il cartello di apertura.
Intanto decidiamo di mangiare. Chiediamo a dei locali i quali in accento simpaticamente romano, ci dicono di andare verso Trastevere per mangiare a poco. Lì troviamo in effetti una locandina dove in tre abbiamo speso 27 euro (bibite comprese).
Ovviamente si sono intanto fatte le 14, e voliamo a prendere un caffè e poi verso Frida. Penso e rimugino, ma forse se riesco a entrare alle 16, mi faccio 45 minuti di mostra e poi volo alla stazione. Sì ce la posso fare, dai.
Peccato che alle 15 c'è già coda, riusciamo ad entrare solo alle 16.20 e per me è tardi. Non mi conviene rischiare. Tornerò, penso. Ma esco con le lacrime agli occhi perché ci tenevo così tanto.

Le lacrime però erano anche di contentezza, anche se non si sarebbe detto a prima vista. Ero contenta di avere passato qualche ora con L e S, era tanto che non li vedevo. E ci siamo divertiti nonostante la mostra mancata e il caldo soffocante.

Vi voglio bene.

In partenza!

Foto di L. Dolce Frida
Il mio collo da giraffa 
la scema del gruppo


io e S

il trio

io e L


16 luglio 2014

Qualche aggiornamento (legale?) mpf

Sono state due settimane abbastanza impegnative, la formazione più lunga che io abbia mai fatto in un lavoro.

Oltre alla formazione fatta nei tre giorni prima dell'assunzione, ce n'è stata un'altra di una settimana appena entrata. Due ore al mattino e due ore al pomeriggio e nelle altre ore ho fatto ascolto passivo.
Questo significa du' palle in sostanza, sonno abbestia e troppe cose non percepite.
A seguito di questa formazione a singhiozzo (fatta con skype perché il nostro responsabile sta in un'altra città e mille "ti sento a singhiozzo - riavvio la chiamata - mi sentite adesso?") abbiamo proseguito col prendere le chiamate, in doppia cuffia coi colleghi esperti accanto. Disastro e ansia totale.
Da lunedì è arrivato appunto il responsabile ad ascoltarci personalmente e domani ci sarà anche la sua responsabile. Una selezione così lunga e così ansiogena non l'avevo mai conosciuta in vita mia. Ho passato notti insonni, stomaco chiuso, intestino nonvidico, mal di testa a fine giornata, sudori caldi e sudori freddi, tremori.
Finché domenica sera mi sono detta "vaffanculo chi se ne frega" e lunedì per quanto fossi ansiosa almeno godevo di una notte di riposo niente male.
Credo sinceramente che le cose stiano andando bene e vorrei fare alcuni paragoni con il lavoro che mi sono lasciata dietro a Bologna.
Ricordate la faccenda di andare uno per volta in bagno, i pupazzetti attaccati alle porte, piantonare la scrivania perché se perdete le chiamate megalavatadicapo, ecc?
Dimenticatevi tutto.
Per quante chiamate arrivino, sono davvero poche, ma davvero pochissime rispetto a Bologna. Hai tempo di completare un discorso, spiegare delle cose, confessarti col vicino.
C'è la musica. Abbiamo una radiolina nella nostra isola: teniamo la musica di sottofondo e dato che non abbiamo telefoni ma solo auricolari attaccati al pc vi assicuro che non c'è nemmeno lo stress dello squillo dei telefoni di sottofondo (che metteva una tale ansia...).
La paga: prendo, per questo periodo di prova, comunque più di quanto prendevo a Bologna (un quarto in più). Finita la prova prenderò quasi il doppio.
Abbiamo pause obbligate di 10 minuti ogni due ore, basta che ci accordiamo tra di noi per non andare tutti insieme (ed è facile dato che siamo in 6).
Abbiamo due turni: dalle 8 alle 17 e dalle 11 alle 20. Alla fine di ogni mese organizziamo quello successivo in base alle esigenze di ognuno di noi. Su questo siamo indipendenti e non è il responsabile a pensarci (finché non ci sarà quel cagacazzo che ribalterà la situazione ma spero non capiti mai).
Sì, c'è un sabato lavorativo al mese. è vero. Ma solo di 4 ore. In realtà l'azienda è aperta due sabati al mese e per ogni sabato lavorativo tre di noi piantonano l'ufficio. Ma lo gestiamo solo ed esclusivamente noi.
Il lavoro, per come è fatto, sostanzialmente mi piace. Non ho un terminale ma un vero PC (mi fate felice con poco), offro una vera assistenza e ho imparato qualcosa di nuovo (che si sa mai, potrebbe essere utile in futuro).
In aggiunta a tutto questo ero così curiosa di fare la frontaliera che anche se impiego un'ora e mezza ad andare e un'ora e mezza a tornare son contenta. Questo finché non prenderò una macchina - mi chiedo, ma possibile che in un luogo dove il 50% della popolazione lavora oltre il confine abbia un sistema di mezzi pubblici così merdoso?

Per non parlare del fatto che con i nostri due stipendi ora siamo davvero scialli, ma sciallissimi. Tant'è che ho preso appuntamento con la mia tatuatrice di Torino per completare l'opera sul braccio destro (continuando il teschio e aggiungendo altri disegni) per il 4/10.
Dopo aver detto della nostra sciallitudine (e farmi in futuro incantare il malocchio da mia mamma, perché dicendo così attiro le "malelingue" come le chiama lei) aggiungo un acquisto di un oggetto davvero stupendo. E' un po' smartwatch, un po' bracciale, un po' figata allucinante e un po' un oggetto di design.
E' questo
Ne abbiamo ordinati due, arriveranno a gennaio. Per ora costano 188$ ma quando entreranno in commercio ne costeranno 300.

Ora vedo il Madagascar più vicino, e tante altre piccole minchiate che, perché no, mi garberebbe fare.

Altra curiosità.

Nel palazzo in cui lavoro ogni tanto vedo ragazzini entrare con strumenti musicali. Quando ho beccato un signore con due custodie rigide, una marcata Fender e l'altra Gibson, l'ho fermato chiedendo se ci fosse uno studio di musica.
"Vieni vieni, nello scantinato".
Senza pensare che quell'uomo potesse essere un rapitore di finte bionde, ho preso una delle due custodie e l'ho seguito finché mi ha portato in questo corridoio nello scantinato, pieno di porte (stile camerini dei divi). Bussa a una e apre un ragazzotto, e sì, c'è uno studio di registrazione, e questo ragazzo dà anche lezioni di chitarra elettrica (dietro mia specifica richiesta anche di basso, volendo).
Immaginate che figo? Quando esco da lavoro alle 17 scendo al piano di sotto e mi faccio la mia ora di basso. A quel punto Fry sarà uscito (lavora a 15 minuti di distanza di macchina da lì) mi passa a prendere e torniamo a casa. Mi ha lasciato un biglietto da visita ma lo vedo spesso e credo che chiederò i costi delle sue lezioni anche se, essendo un artista internazionale - come l'ha chiamato il signore delle chitarre, senza contare che bastano pochi chilometri per passare da una nazione all'altra - potrebbe avere costi altissimi.

Quindi ho quell'entusiasmo di chi comincia (ed è già a metà dell'opera), quell'entusiasmo che a Bologna mi era mancato sin dall'inizio perché mi spossava stare lì, avere quelle restrizioni, essere ripresa senza motivo, o per motivi futili e non poter nemmeno andare in bagno. Ah dimenticavo, qui usano tutti i cellulari, nessuno se ne lamenta, possiamo persino tenerli sulla scrivania. Se vi sembra una cosa normale non avete mai lavorato dove stavo prima.
Mi piacerebbe mandare una email alla mia ex responsabile per parlarle di come si sta qui, e che si lavora comunque, e si ha voglia di dare il massimo (nelle proprie 8 ore) e che quel fucile che tanto tiene puntato alle sue sottoposte, piccole api operaie al cospetto della regina, prima o poi cambierà bersaglio e si rivelerà un'arma esplosiva in mani improprie. Un'arma che esploderà addosso a lei.

Detto questo, vi comunico che anche se lavoro e ho poco tempo per fare tutto, faccio di più che nella noia di stare a casa (anche se stare a casa non mi dispiaceva affatto). Sabato sarò a Roma in giornata a vedere Frida Kahlo insieme ai miei amici di Bologna e sono contentissima, non vedo l'ora).

Fry a fine mese andrà in Belgio per lavoro, mi spiace tantissimo non poter andare...

Canzone del giorno: Valse di Frida Chichimeca

15 luglio 2014

I bambini

In attesa di parlarvi meglio del lavoro (ho pochissimo tempo perché impiego almeno 3 ore della mia vita per andare e tornare dal lavoro), in merito a questo post, mia sorella mi ha riferito che il giorno dopo, la sera, suo figlio ha detto (senza che lei avesse nominato il nostro babbo): "Peccato non avere conosciuto nonno Angelo" e poi lo ha disegnato dietro uno scontrino.

Dice che spesso lo disegna.

07 luglio 2014

Dopodomani

Una mammografia nel nulla, con bus che passano ogni ora. Basta, ora cambio tutte le visite in luoghi più comodi: sto diventando scema. Più del solito.




Como è in basso a sinistra. Sigh

Ancora 38 anni

Stanotte (o stamani) ho sognato il mio babbo.
Sta male ed è in ospedale, ma non per la malattia che ha avuto, bensì perché ha avuto un incidente o qualcosa di simile.
La mia dottoressa (la dottoressa di famiglia) che ha i referti mi dice, al telefono, che pensava che la situazione fosse più grave. Che se davvero sta così come c'è scritto sul referto può vivere ben altri 38 anni. Consiglia però un triplo bypass coronarico.

Mio padre è sveglio, mi guarda e mi parla. Ma non ricordo cosa mi dice. So solo che devo fare la spesa perché a casa non c'è niente, e in una specie di market cerco di comprare qualcosa da sgranocchiare e trovo "il pane del sorriso", una forma di pane allungata che assomiglia al comasco "Pan tranvai". C'è però qualcosa che non va, mi sento addosso gli occhi accusatori di mio padre.

Papà cosa vuoi dirmi? Cosa sto sbagliando?

06 luglio 2014

Il mio scivolone
I miei primi giorni di lavoro

Il 2/7 sono andata a fare una visita medica: nello specifico un'ecocardio a Bregnano.
Dov'è Bregnano? Un posto inculatissimo dove passa un solo autobus all'ora.

Quindi per arrivare lì ho dovuto progettare la mia partenza in modo da arrivare con un discretissimo anticipo, tipo 50 minuti di anticipo.
Sono partita da casa alle 7:20.

La stazione dei bus è a 15 minuti di distanza da casa, ma sono partita che già un po' piovigginava. Mentre ero intenta a cambiare canzone sullo smartphone dal mio smartwatch (minchia che tecnologica!) la suola delle mie scarpe demmerda costate pochissimo, scivola su un tombino demmerda e mi ritrovo in posa plasticissima per terra. Ginocchio destro sbattuto abbestia, gamba sinistra tirata, jeans sporco di ogni cosa e rotto. Ginocchio sbucciato.
Madonne che volano.

Non potevo tornare a casa, avrei perso il bus, quindi così conciata e mezza zoppicante vado a prendere il bus.

Arrivata a Bregnano, dalla fermata del bus ho ben 20 minuti di felice camminata a piedi in luoghi dove i marciapiedi non esistono e dove già smadonno per aver scelto un posto così.

Arrivo, mi metto in coda per l'accettazione, ma la mia prenotazione non risulta.
Santi che volano.

Non è una cosa così infrequente, tanto che un altro ragazzo nello sportello accanto al mio ha lo stesso problema. Mi dice la segretaria che può comunque mettermi in coda e quando il dottore ha tempo, mi visita.
Avevo la visita alle 9:40, mi metto in attesa.

Alla fine per mia fortuna il dottore ha uno spazio poco prima delle 10, quindi mi fa entrare, mi fa velocemente la visita, ed esco. Sono le 10:10 circa.
Il bus per tornare è alle 10:26, se corro posso fare in tempo forse, ma puta caso lo perdessi dovrei aspettare nel nulla fino alle 11:47. Così decido di sedermi nella struttura, in un angolino, a leggere.
Alle 11 circa viene giù il diluvio universale.
Pioggia fortissima e vento e io nell'angolino a leggere e a sperare che smetta.
Che ve lo dico a fare? Non smette!

Esco col mio ombrellino piccolissimo che però nulla può con la pioggia che mi viene addosso e riesco a bagnarmi (ero davvero da strizzare) da metà coscia in giù. Le scarpe erano così messe male che anche i calzini erano bagnati.
Arrivo alla fermata che sono in condizioni pietose. Quando salgo sul bus persino l'autista mi lancia uno sguardo impietosito, io faccio un mezzo sorrisino come a dire "sì lo so, son messa male, non guardarmi così".
Ed ecco finita la mia giornata.

Il giorno dopo invece sono cominciati i miei due meravigliosi primi giorni di lavoro, in cui ho passato momenti di panico per non aver capito nulla, momenti di gioia per aver visualizzato una sorta di piccolo bagliore alla fine del tunnel, momenti di scazzo perché alla fin del salmo torno a casa alle 19:30.
Per fortuna ho una collega ganza con cui faccio la strada e con cui mi trovo bene. Ho una paura boia di cominciare, temo di fare grandi cagate e di essere giudicata. Ma non vedo l'ora di prendere il mio primo stipendio e levarmi qualche sfizio...


02 luglio 2014

Domani comincio a lavorare - la mia lunga selezione

Per essere assunta ho passato ben tre selezioni (per un centralino inbound, non oso immaginare cosa possa accadere per un persona megaspecializzata).
La prima selezione era telefonica: desideravano solo vedere come parlavo al telefono;
la seconda selezione è stata via skype, doveva essere un colloquio vis-a-vis ma non è stato possibile così me lo hanno proposto via skype, ed è andato di merda: tanto che non credevo mi avrebbero mai preso.
La terza selezione è stata al corso di formazione.

Premetto che in questa azienda c'è un po' di confusione.
"Riguardo a cosa?" mi direte. Bhe riguardo a tutto.
Innanzitutto per fare il corso di formazione mi era stato detto di tenermi libera mercoledì e giovedì. Ovviamente l'ora di inizio mi era stata detta solo il giorno prima al telefono (in questa azienda funziona così, ti comunicano cosa fare per tempo, ma le modalità vengono comunicate solo il giorno prima e solo nel pomeriggio).
Così mi presento alle 11 a fare il corso: uscita dalla stazione incontro una ragazza che mi chiede se conosco il luogo, le faccio qualche domanda e mi dice l'indirizzo in cui deve andare, che coincide col mio. Scopro così che anche lei deve fare formazione e facciamo quattro chiacchiere.

Arriviamo lì e tra una cosa e l'altra passa del tempo.
Ci formano sulla comunicazione: "chi conosce la PNL?" (oh no, ancora - penso)
Ci formano sulla parte legale (perché oltre alle tre ragazze back office ci sono una serie di neoavvocati)
Si fanno le 18 passate, io e l'altra ragazza "voliamo" letteralmente alla stazione.
Per il giorno dopo è richiesta la presenza dalle 8, veniamo separate dalle future colleghe legali per fare una formazione più specifica. Ci dicono che dobbiamo esserci anche il giorno successivo per una telefonata simulata.
Mentre le legali scelgono un range orario per farla, noi siamo convocate di nuovo dalle 8, perché facciamo un breve corso e poi questa maledetta prova che nel mio caso è andata talmente male che stavo tornandomene a casa.

Ma dev'essere l'esaminatore (nello specifico è anche quello che mi ha fatto il colloquio) che ha una mimica che mi spiazza. Mi pare di essere sempre merda quando poi tanto male non sono andata.

Ci comunica quindi in via ufficiosa che siamo state prese tutte e tre e che il pomeriggio ci avrebbero contattato per dirci meglio quando sarebbe stato il primo giorno.

Io ne pomeriggio tralaltro avevo un altro colloquio, che detta al telefono doveva essere una figata ma quando sono andata lì ho capito che proprio non doveva esserlo.

Il lavoro spiegatomi al telefono era una sorta di receptionist che avrebbe accolto i clienti di una specie di centro benessere in cui si davano diete personalizzate e anche esercizi da fare a casa per stare in forma. Yeah, penso, potrebbe essere bello. Vado ed entro in questo fondo pieno di foto attaccate alle pareti (piene di errori grammaticali, ma non ci bado, potrebbe essere l'occasione di un lavoro diverso).
Mi fanno compilare un modulo e poi sono libera di bighellonare in questo spazio, mi leggo tutti i consigli di alimentazione attaccati alle pareti finché non vedo una cosa che mi fa sorridere da una parte e incazzare dall'altra.

Pochi giorni prima per ridere dicevo a Fry "Figo sto lavoro, pensa se invece alla fine è nomeditta?"

Per farvela breve, c'era la scritta Herbalife sui poster. Inutile dirvi che sarei voluta scappare a gambe levate ma ormai ero lì e mi sono sorbita tutta la presentazione con un video (c'eravamo io e un altro ragazzotto) e il colloquio privato. Quando direttamente ho chiesto se si fosse trattato di un sistema piramidale il mio intervistatore si è irrigidito: "No! Assolutamente! Sarebbe illegale!"

Peccato che la spiegazione era proprio quella.
Ho dato mille scuse: sabato non ci sarei stata perché, ehm, perché non c'ero, avevo da fare, la nonna sta male, devo partorire, ho dimenticato il gatto nel frigo e via dicendo.

Infine finalmente, ieri, la firma del contratto. Peccato che nel contratto ci fossero, al lordo, 300 franchi in meno, ma mi hanno promesso che nel rinnovo ci sarebbe stato lo stipendio già concordato (per ben 3-4 volte) al telefono. Così, dopo, vado all'ufficio immigrati a registrarmi.
Ebbene sì sono una frontaliera, almeno per questo mese. Poi si vedrà, mi prendo la briga di pensarci per bene.

E domani, se mi riesce, vi racconto della mia visita odierna, fatta di scivolate, sbucciature, visite non registrate, ecc ecc

Canzone del giorno: Mammagamma The Alan Parson Project

30 giugno 2014

R.I.P.

Stanotte ho sognato che Roccio era morto, e che andavo al funerale alla sua tomba con Fry e c'era anche la sorella di Roccio che ovviamente non mi rivolgeva parola.
La foto per la lapide era la stessa che un suo amico aveva usato in un fotomontaggio sul sito bottomap.

proprietà di www.bottomap.com
La cosa mi fece sorridere, pensavo che anche in quel caso Roccio aveva voluto farsi una bella risata alle spalle degli altri, in questo caso di noi vivi. Però confesso, mi sentivo molto triste.
Sapevo che c'era stato un incidente e che lui aveva respirato vapori tossici, ed ecco come era successo.

Canzone del giorno: Lori Meyers NOFX



Per quel che riguarda il mio NUOVO lavoro, è ufficiale, vi invito a leggere il mio NUOVISSIMO blog, per ora vuoto. Più che altro domani se ho voglia vi racconto un paio di cose del minicorso fatto, e domani vado a firmare le cartacce per fare la frontaliera.

24 giugno 2014

ahm...

Eh-ehm. Ve l'ho detto che domani e dopodomani ho formazione più selezione (un'altra) per questo posto di lavoro di cui vi ho parlato nei post precedenti? E che venerdì ho un colloquio per un posto che tratta di consigli alimentari e esercizi fisici (dice che ci vanno anche atleti).
Venerdì mi hanno chiamata, ero a Torino, per dirmi del corso. Speriamo non sia la solita perdita di tempo. Che poi se non mi prendono non importa: ripeto non ho tutta questa voglia di lavorare. Però sono motivata dal fatto che voglio viaggiare e ho bisogno di soldi.
Ma questo ve l'ho già scritto mille volte.

Canzone del giorno: Lieve Marlene Kuntz

22 giugno 2014

Il museo più bello a Torino

Le cose più belle sono spessissimo nascoste alla vista degli occhi di tutti. Il che le rende ancora più belle, perché al loro fascino si aggiunge quell'alone di mistero che le rende più preziose.

Cosa consigliare alle persone che vengono in visita a Torino? Finora i miei consigli sono sempre stati i soliti: la passeggiata sotto i lunghi portici fino al Po, la scalinata di Palazzo Madama, il museo egizio che vanta il primato di essere il secondo al mondo dopo quello de Il Cairo, la Mole Antonelliana col suo museo del cinema e il suo ascensore trasparente, il santuario de La Consolata, di fronte al quale potrete assaggiare il vero Bicerin, se ancora vi avanza tempo la Gran Madre di Dio, chiesa a pianta circolare, e il bellissimo Parco del Valentino col suo Borgo Medioevale (ricostruito ma pur sempre caratteristico).

Ovviamente a questo si possono aggiungere altri musei famosi, come la GAM (galleria d'arte moderna), Il MAO (museo di arte orientale, ancora mai visitato) e se avete i mezzi la Palazzina di Caccia di Stupinigi e la Reggia di Venaria Reale.

Torino ha tante cose da offrire ma nessuno lo sa perché molti hanno in mente l'idea di una città triste e grigia, un'accozzaglia di fabbriche che poco ha da mostrare al turista curioso.
Torino ha però un museo che vale la pena vedere se avete tre ore del vostro preziosissimo tempo, e vi assicuro è una cosa che non vi deluderà.

Giovedì mattina siamo partiti alla volta di Torino e siamo tornati a casa solo oggi... Mi piace quando posso fare la turista a Torino, mi godo le cose che da lavoratrice non mi sono mai goduta e riesco a non dare per scontato nulla. Così pian pianino mi sono salvata tra i preferiti del browser i siti dei luoghi che mi piacerebbe visitare a Torino. Nella sera tra giovedì e venerdì sono andata a riguardarmeli e ho trovato questo sito. Ma, cosa ancor più interessante, ho trovato questo.

Date le mie attuali letture sulle istituzioni totali, l'idea di visitare un ex-carcere era un'idea troppo allettante. Così l'ho proposto a Fry che non sembrava molto entusiasta, ho poi scoperto perché: era convinto che nulla potesse essere più interessante delle prigioni delle Stasi, visitate a Berlino, ma si è presto dovuto ricredere.

Due parole sul museo "Le Nuove".
Il carcere (appunto "Le nuove") si trova a poco più di un chilometro di distanza dalla stazione di Torino Porta Nuova, ed è praticamente di fronte al palazzo di giustizia: quindi facilissimo da raggiungere per eventuali turisti. Per altre informazioni dettagliate vi consiglio di dare un occhio al loro sito, ma intanto vi posso dire che nel museo ci sono due percorsi. Quello relativo al carcere vero e proprio e quello relativo al ricovero antiaereo. I percorsi costano 6 euro l'uno e non c'è possibilità di un biglietto cumulativo. Esiste una sola visita guidata, al giorno, per il carcere da lunedì a sabato alle 15, mentre la domenica si aggiunge anche una visita alle 17. Per il ricovero antiaereo ci sono visite guidate solo sabato e domenica alle 17.15 ed è necessario prenotare (dato che il numero massimo di partecipanti, per motivi di sicurezza, è di 15 persone). La visita al carcere dura circa due ore, quindi sabato è possibile (come abbiamo fatto noi) combinare entrambe le visite.
Il museo è gestito da volontari ed è quasi sconosciuto. La cosa stupefacente è che la struttura, anche se dedicata ad essere museo, è fatiscente e assolutamente genuina. A differenza di altre strutture di internamento (ad esempio i campi di concentramento, ormai divenuti dei musei con installazioni artistiche e vetrinette contenenti oggetti vari) le celle sono celle, le gabbie sono gabbie, i portelloni di metallo sono portelloni di metallo. La guida è eccellente e saprà spiegarvi la storia del carcere senza mai annoiarvi, arricchendo il tutto con aneddoti (anche ascoltati in prima persona da visitatori anziani che un tempo erano stati internati nella struttura).

Poche cose al riguardo:
purtroppo non si possono fare foto, ed è un peccato perché per me raccontare emozioni senza le foto è difficile. Sappiate che in più di un'occasione vi si stringerà il cuore e vi verrà voglia di piangere a dirotto.
Il carcere è stato costruito intorno al 1860 ed è diventato operativo nel 1867-69. E' rimasto attivo fino al 2003: ha passato due guerre mondiali e periodi di terrorismo.

Uno dei bracci era sotto gestione dei nazisti durante la seconda guerra mondiale. Occhio, partigiani, ebrei e "nemici politici" sono partiti da qui per luoghi meno simpatici (campi di concentamento, i treni partivano dal binario 17 della stazione Torino Porta Nuova) o per una sofferenza più breve, verso il Martinetto, per essere fucilati.

Molti dei partigiani fucilati avevano 20-22-24 anni. Ragazzi. Fucilati. Per la libertà, per il futuro.
E noi?
Stiamo a guardare.
Non dobbiamo dimenticare che durante la seconda guerra mondiale noi ci siamo sporcati le mani di sangue esattamente come i tedeschi.
Mi piacerebbe andare a visitare i campi di concentramento italiani, primo fra tutti la risiera di san sabba.

14 giugno 2014

My new hair



Col flash sembrano bianchi, in realtà sono biondo molto chiaro ma sono molto soddisfatta. La frangia è storta anche se non si vede molto. S'è pagato tanto ma ne è valsa la pena!

13 giugno 2014

Pensieri cattivi

Vi ricordate il mio colloquio demmerda su Skype?
Bhe sono stata ricontattata. Evidentemente non hanno candidati migliori (che allegria). Ho passato questa selezione ma non facciamoci illusioni: mi propongono una formazione che sarà un'ulteriore selezione.
Pensandoci bene la cosa mi ruga: ho passato una prima selezione telefonica, una seconda selezione col colloquio, e mo' anche una terza?
Forse non lo so ma lavorerò a un progetto segreto, una roba per la NASA. Forse a un esperimento di psicologia sociale come in "das experiment". Sta di fatto che mi devono richiamare per farmi sapere la data.
Eh sì, funziona così. La prima volta sono stata contattata e il feedback è stato positivo. E alla fine mi hanno detto "la richiamiamo per farle sapere la data del colloquio".
Ok.
La seconda volta mi hanno chiamata per la data del colloquio e per dirmi che lo avremmo fatto su Skype perché non ero nei paraggi (se se).
Ok.
La terza volta mi hanno chiamata proprio prima del colloquio per dirmi che ci sarebbe stata un'altra persona a farmi il colloquio.
Ok.
Al colloquio mi han detto che mi avrebbero ricontattata sia in caso di esito positivo che negativo.
Ok.
Mi hanno ricontattata qualche giorno dopo per dirmi che era ok, e che mi avrebbero ricontattata per farmi sapere la data della formazione.
Ok.

Sento più loro del mio Fry, giuro!

Dovrei essere entusiasta? Forse. Ma non sono così sicura di voler lavorare. Però ho bisogno di soldi per il viaggio in Madagascar, per quello a Buenos Aires, per altri che ci verranno in mente.

Se sono viziata? Forse. Però ho cominciato a lavorare proprio perché mi era stato proposto un viaggio "Se ti paghi il biglietto aereo vieni con me" ed è così che ho cominciato a lavorare, per visitare il luogo dei miei sogni. E posso confermare lo è stato, e ne è valsa la pena spalare merda per andare via due settimane e dimenticarmi del resto del mondo. E lo rifarei altre mille volte.

Dunque mi chiedo, finché sono a casa forse non sento la necessità di andare troppo in giro (posso confermare che ora però mi pesa un po'): ma quando comincio a lavorare ho bisogno di staccare. E stancarmi camminando in luoghi che non conosco, sentire lingue che non capisco, vedere posti e musei e quadri che solo nei libri o su google posso.

Ho inoltre cominciato il mio piano di messa in forma.
Ieri.
Seguendo dei video su youtube mi sto rompendo i muscoli per tenermi in forma, e mangio insalata e bevo poca birra.
Tra ieri e oggi è un miracolo se riesco a stare ancora in piedi e camminare: ho male ovunque.

Come fa la gente normale ad andare in palestra? E a uscire dopo magari?
Inoltre ho un problemuccio al collo che ho sempre avuto da che ricordo. Cioè se mi sdraio per terra, con gli addominali riesco a mettermi seduta, ma la testa sale su a ciondoloni come se non avessi abbastanza muscoli del collo per tirarmi su.
Come se la mia testa fosse un sasso pesantissimo.
Infatti non riesco a fare tutti gli esercizi perché finché faccio addominali con le mani dietro la nuca va bene, ma senza mi è praticamente impossibile sollevarmi.

Cioè è sempre più o meno stato così ma una volta un po' ce la facevo. Ora invece nulla. Mi sa che mi tocca farmi vedere.

Ora vado a godermi un altro po' di cazzeggio che se mi tocca lavorare, questi saranno momenti preziosi.

P.s. Ma oggi non doveva piovere?
P.p.s. domani taglio di capelli

Canzone del giorno (ho ricominciato a vedere True Blood): Bad Things Jace Everett (sigla di true Blood)

10 giugno 2014

Il paradosso

Ieri ho avuto due colloqui.
Uno poco fuori Como ma abbastanza irraggiungibile senza macchina, in cui mi proponevano un part time, per presa appuntamenti, con fisso più provvigioni (mi pare comunque non avessero nessuna intenzione di prendermi perché scartano a priori chi è senza macchina) e uno a Como centro, raggiungibile a piedi in 20 minuti come impiegata front office per un'assicurazione.

Il primo sarebbe andato anche bene, se non fosse stato per la sua esclusione a priori per i demacchinati.

Il secondo è stato una barzelletta. Mi chiedo se sto davvero cercando lavoro o il mio cervello si sta rifiutando deliberatamente facendomi fare figure di merda.
Entro in questo posto (un'assicurazione) enorme, stile anni '70 per cui non bellissima l'architettura. Piena di gente strafiga e in tacchettini o giacca e cravatta e mi sento fuori posto come fossi stata un ippopotamo della Disney mentre balla con gli struzzi.
Mi accoglie una tipa con due occhi verdi come smeraldi e mi fa accomodare chiedendomi di compilare un loro foglio e inserire all'interno il mio curriculum stampato, con la fototessera.
Panico.
Non ho il curriculum, le dico, non mi è stato detto di portarlo.
Va bene, mi risponde, cercheremo di stamparlo noi...

Intanto mi lasciano da sola col mio robo da compilare che, tralaltro, chiede quali sono le mie ultime esperienze lavorative e i miei studi: insomma un curriculum compilato a mano. Mi chiedo a cosa serva questa ridondanza dato che mi hanno chiesto due volte il curriculum via email, più quello stampato più quello compilato a mano.

Controllo sul calendario di Google, ecco spiegato l'arcano. Dato che io ho una memoria di merda e quindi mi segno sempre tutto, mi pareva strano che mi fosse sfuggita questa cosa. Me l'ero segnato nel calendario di Google ma tra le famigerate NOTE, che non vedi quando apri l'anteprima di un evento. Nell'anteprima vedi solo il titolo dell'evento, l'indirizzo se inserito, e l'ora. 'Fanculo.

Mi lasciano sola mezz'ora e poi tornano e mi fanno accomodare in un'altra stanza. E rimango di nuovo da sola. Mentre mi portano nella stanzetta del colloquio mi scuso ancora per il curriculum non portato, me l'ero segnato ma il calendario non mi mostrava le note in cui lo avevo segnato.
Rimango sola ad aspettare.

Arrivano, in due. Occhiverdesmeraldo e una ragazza che mi ricorda Antonella Ruggiero anche se non le somiglia. Forse per i capelli scuri e la carnagione chiara.

Mi fanno le solite domande. Perché ho mandato un curriculum a loro, quali sono i miei punti di forza, se ho domande. Apprendo che mi faranno sapere entro due settimane qualcosa, sia in positivo he in negativo. Bene, penso.

Me ne vado via un po' così, pensierosa. Col mio aspetto e il mio essere difficilmente mi richiameranno. Mi chiedo se davvero lo voglio questo posto, se davvero in generale voglio lavorare. Mi rispondo che certo che no, però si deve lavorare. E perché si deve lavorare? Allora penso ai viaggi che vorrei fare e mi sento frustrata perché anche se così stiamo bene, difficilmente posso fare ciò che voglio. E se trovassi lavoro non potrei prendermi le ferie che voglio per andare dove voglio. Non c'è soluzione a questo paradosso.

Per confermare il mio desiderio di non lavorare ho rifiutato il lavoro delle interviste, quello nuovo che mi era stato proposto. A mio parere era pagato poco, e forse ho fatto l'errore di dirglielo così da essere sicuri di non farmi più chiamare per altri lavori. Che fessa. Me lo ha fatto notare Fry. Secondo me anche lui è in parte frustrato perché non lavoro e quando succedono queste cose, come lo scrivere a questo tizio che il lavoro è pagato poco invece di inventarmi una qualsiasi scusa (tipo di essere impegnata in quel periodo) oppure faccio delle figure di merda ai colloqui mi dice ciò che è ovvio e scontato, ovvero che dovevo fare così invece di cosà. Allora mi chiedo se davvero voglio dei soldi in più oppure voglio dimostrare a qualcuno di potercela fare.
Per ora non ci voglio nemmeno pensare.
Per ora.

Canzone del giorno: Fuck You Archive


06 giugno 2014

Il mio colloquio (demmerda) su Skype

Avevo un altro colloquio in Svizzera, ma non essendo nei paraggi questi giorni (per dettagli scrivetemi in privato) mi hanno dato l'opportunità di farlo su Skype, oggi.

Non sto qui a descrivervi per bene anche perché non mi va. Colpa mia che non mi sono informata sull'azienda prima del colloquio, che non mi sono preparata domande da fare (vi prego non ripetetemi queste cose ovvie) comunque ho avuto la sensazione di aver fatto una figuraccia.

Istruzioni per l'uso: se a qualcuno è andata così male è inutile rimproverarla per queste cose così ovvie. Basta solo stare zitti e ascoltare. Grazie mille.

Canzone del giorno: Rimedio Giacomo Voli

La mia etica da vegetariana

Mi chiedo spesso la ragione principale per la quale sono vegetariana. E' complicato da spiegare...

Da una parte l'idea che mangiare troppa carne (come noi facciamo) faccia male. Dall'altra l'idea che per soddisfare questo bisogno esagerato di carne si debba allevare le bestie in maniera intensiva.
Questo però mi costringe a fare una riflessione.

In questi giorni sono stati da noi la cugina di Fry e il suo fidanzato direttamente dalla Sardegna. Parlando di cosa mangiare e cosa no, dell'essere vegetariani o meno, ci hanno raccontato che da loro il cinghiale si mangia tantissimo in quanto si riproduce a dismisura non avendo predatori naturali, ed è un danno per il territorio.
Ne cacciano tantissimi.

E mi sono chiesta allora: mangerei la carne di cinghiale in Sardegna se fossi certa della sua provenienza?

Per quanto si possa pensare a una mancanza di coerenza la mia risposta (riflettuta e ponderata) è sì.
Contraria alla caccia come sport e/o divertimento, la caccia è stato il mezzo con cui l'uomo procacciava quella poca carne che riusciva a mangiare, in passato. Finché non è diventato stanziale e ha cominciato ad allevare gli animali per mangiarli.
Noi per nutrirci di animali realizziamo queste fabbriche di morte. E siamo d'accordo.

Ma gli animali cacciati (e non cacciati in aree di ripopolamento apposta per la caccia, ma cacciati e basta, animali in sovrannumero)?

Sono entrata in un brutto loop e allora ho deciso di non essere vegetariana. O meglio lo sono, uh che roba complicata.
Dunque posso pensare che se so da dove proviene la carne, se lo so e ne sono certa, se è come per i cinghiali in Sardegna, forse posso mangiarla. Ma non sono comunque obbligata.
Se non ne sono certa non la mangio.

E quella che vendono al supermercato sono certa di non volerla affatto mangiare!

Quindi non sono vegetariana, non mangio carne. Ma non penso di volere etichette.

05 giugno 2014

La mia grossa fregatura

Ieri pomeriggio, prima di recarmi a Lugano per l'ennesima prova, mi chiamano per un colloquio per questo venerdì, quindi domani, sempre in Svizzera per un'altra azienda. Ma sono stanca, ho puntato tutte le mie energie su questo posto in cui sto facendo le prove e dico che purtroppo non ci sono questa settimana ma solo la prossima. Mi dicono che la responsabile, che solitamente è a Roma, sarà in quel della Svizzera solo venerdì e che ci saranno state altre ondate di colloqui ma non sapeva dirmi quando, ma sicuramente mi avrebbe contattata. La ringrazio, ci salutiamo e attacco. Nel frattempo ve l'ho detto che ho un altro colloquio qui a Como in un posto a 15 minuti a piedi da casa?

Passeggio per Como coi miei ospiti, in verità per poco ancora, devo andare in stazione a prendere l'ennesimo treno per tornare a Lugano, quindi mi avvio in stazione e prendo il mio treno.

Sul treno mi richiamano quelli di questo nuovo colloquio Svizzero. Per non farmi perdere questa opportunità e dato che non sanno quando sarà la prossima ondata di colloqui, sono d'accordo nel farmi un colloquio su Skype.
E' stato illuminante: primo mi sono sentita abbastanza importante da far scomodare questa gente all'accendere un pc e finalmente non farmi andare da una parte all'altra dello stato, e secondo mi hanno dato un'altra opportunità quando in situazioni simili non ce ne sarebbe stato impegno né voglia.

Ho ringraziato e ho salutato. E' stata una bella sensazione.

Arrivo finalmente a Lugano in questa azienda. La futura responsabile decide di farmi parlare prima col megacapo per la questione contrattuale.
Quindi è fatta! - penso - Ho un lavoro! E pure ben pagato per ore che devo fare!

Il megacapo si siede e armeggia con carta e penna. Sono turbata, perché non ha un contratto da farmi firmare?
Comincia a dire, nel suo purtroppo pessimo italiano, che ci sono tre tipologie di paga. Una con un rimborso spese fisso e le provvigioni (cominciano a sanguinarmi gli occhi, sin dal primo colloquio non aveva mai parlato di provvigioni ma di paga diversa a seconda della persona, delle competenze e dell'esperienza).
Il rimborso spese è talmente esiguo che se ci togliessi solo l'abbonamento del treno svizzero (senza contare che dovrei fare anche l'abbonamento da Como a Chiasso che è a parte e l'abbonamento del bus per andare in stazione) mi rimarrebbero poco più di 300 euro. E anche con le provvigioni, raggiungendo il target datomi, non arriverei a 1100 franchi che sono la bellezza di 900 euro.
Non so se mettermi a piangere o tirargli un pugno.

Le altre due proposte non hanno addirittura un fisso ma una base che può anche non esserti data tutta se non raggiungi il target, il quale è ovviamente più alto.

Presa totalmente alla sprovvista e decidendo di farmi i calcoli con calma scelgo la prima opzione che, a detta sua, è quella scelta da tutti: inoltre penso che lì almeno un fisso ce l'ho.

Ma sono comunque molto sfavata, mi sento ingannata. Se mi avessero detto subito delle provvigioni non sarei nemmeno andata, e considerate che era una domanda che avevo fatto immediatamente. Tutti quei discorsi sullo stipendio così alto, è stata una cosa davvero meschina. E da una parte mi dispiace perché il posto mi garbava, la responsabile era tosta, avevo quasi già socializzato con una collega. Rimango ancora per qualche chiamata ma vado via non molto tempo dopo, aspettando che Fry mi venisse a prendere. E oggi scriverò dicendo di aver pensato alla loro offerta ma non sono interessata.
Che gran fregatura...

04 giugno 2014

E piove...

Ok, comincio a essere stanca.
In questi giorni si accavallano diverse cose: sono venuti a trovarci la cugina di Fry e il fidanzato dalla Sardegna. Ovviamente ho avuto anche un colloquio e un'altra prova a Lugano, cosicché ieri li ho lasciati praticamente soli per il mattino (in quanto ero a Varese per questo colloquio) e nel pomeriggio siamo andati tutti insieme a Lugano ma sono dovuta scappare presto per andare a fare altre tre ore di prova e li ho lasciati soli a Lugano per diverse ore. E' brutto e sicuramente se avessi potuto evitare non lo avrei fatto. Ma è in gioco un lavoro (anzi per quel che riguarda nello specifico ieri, ben due) e mi sono sentita combattuta.

Partiamo con ordine: Varese, colloquio alle 10.30.

Innanzitutto non capivo da dove dovevo prendere il bus per andare lì, ma chiedo alla stazione dei bus che mi rimanda alla stazione dei treni. Fuori dalla stazione dei treni sono parcheggiati diversi bus senza scritta alcuna, seguo la massa quando capisco che sta andando a Varese (ma giuro che se fossi stata una turista straniera mi sarei sentita in grande difficoltà perché non si capisce una ceppa di minchia).

Dopo un'ora e venti di viaggio arrivo a Varese, che purtroppo ho trovato alquanto triste e corro all'agenzia interinale, la quale, come TUTTE le agenzie interinali, mi tiene lì solo dieci minuti per chiedermi cose che già sono scritte nel curriculum. Ok, mi vuoi vedere, allora perché non ci organizziamo con Skype? A volte mi pare siamo tutti dei trogloditi informatici.
In ogni caso...
Corro a riprendere il bus e perdo per un pelo quello delle 11. Ciapo quello delle 11.30 e sono a como intorno alle 12.30, me la faccio a piedi per la stazione dove ci sono già M. e F. ad aspettarmi (cugina di Fry e fidanzato).

Mangiamo qualcosa al tristo bar della stazione e prendiamo il treno.

Siamo a Lugano verso le 14.30, ma il tempo vola e giusto riusciamo a fare due passi insieme (sotto la pioggia perché sta anche piovendo (col sole!) che devo scappare. La prova è dalle 16 alle 19.

Chiamate a tutto spiano, mi favorisce il fatto di essere veloce e di fare molte più chiamate del mio futuro collega ma lui riesce a prendere un appuntamento e io no così alle 19 ci chiede di fare per l'indomani, ovvero oggi, un'altra prova.
Giuro ero stressatissima, due prove, avanti e indietro col treno, spese per spostarsi e ancora non sappiamo nulla. Così mentre l'altro ragazzotto si farà tre ore, io sono riuscita a spuntare un'ora e mezza. Però la futura responsabile mi ha dato un feedback positivo, dicendo che le piace molto la mia dialettica, ho un ottimo timbro e a volte prendere appuntamenti è solo questione di fortuna. Che le piaccio e sono capace e domani (cioè oggi) mi starà dietro per darmi dei suggerimenti per poter prendere l'appuntamento e che poi parlerò col megacapo: perché per lei vado bene ma temo che lui da me voglia proprio almeno un appuntamento.

Quindi oggi di nuovo a Lugano, di nuovo i miei ospiti da soli per il pomeriggio, mi sento così maleducata...

Inoltre quando esco e attivo il roaming dati (intano Fry era passato a prenderci perché così si fa prima piuttosto che andare a riprendere il treno) mi arriva una email dell'azienda con cui ho collaborato per le interviste alle fermate dei bus per un altro lavoro di 12 giorni e un'agenzia assicurativa che mi chiede il curriculum con foto.

Se da una parte son felice dall'altra confesso amavo la tranquillità del mio librino e passeggiatina quotidiana. Il lavoro se ci sarà, porterà diversi soldi in più ma al tempo stesso meno tempo per fare le cose che vorrei fare con quei soldi. Stay tuned, vi terrò aggiornati...

29 maggio 2014

Rimando il pazzo schizofrenico a un altro post per questa emergenza!

Per tutti quanti siano curiosi di sapere com'è andata ieri la mia prova.
Innanzitutto ero agitatissima. In un momento ho avuto il terrore mi si vedessero le ascelle gocciolare (ero a maniche corte) perché stavo sudando a più non posso, e in un altro momento sentivo fortissimo solo il rumore del battito del mio cuore e anche lì ho temuto si sentisse solo quello mentre i tizi spiegavano cosa dovevo fare. Ma andiamo con ordine.

Arrivo con qualche minuto di anticipo vista la brutta roba fatta il giorno prima di essere arrivata con mezz'ora di ritardo.
E trovo una ragazza che sale con me, anche lei lì per la prova. Nell'ufficione c'era già un altro ragazzo che attendeva sui divani rossi. Cominciamo a parlare perché a quanto pare a tutti hanno dato un pezzo del puzzle per capire di che tipo di lavoro si tratta. Chi sa qualcosa dello stipendio, chi degli orari, chi del tipo di contratto e ci facciamo una mezza idea.

Ci portano nella sala riunioni dove il giorno prima avevo fatto il colloquio. Ci sediamo e ognuno nella sua postazione ha un foglio stampato (con le robe da leggere per la chiamata). La ragazza che il giorno prima avevo giudicato male sembra in realtà più affabile e il megacapo tedesco che il giorno prima mi era sembrato un simpaticone continua a fare il simpaticone ma mi da' l'aria di essere lui a decidere.

Il gioco è questo: abbiamo un telefono cordless che ci passiamo (intanto il numero delle persone è aumentato e coi ritardatari arriviamo a 5) e un foglio con nomi, indirizzi e numeri di telefono da chiamare. Lo scopo è leggere il foglio. Non modificare nessuna parola.
Leggere e basta.

Se chiedono spiegazioni, leggere l'ultima riga.

Se chiedono ancora, rileggere l'ultima riga.
E cercare di fissare un appuntamento col consulente.

Io stavo già morendo. Chiamare? Davanti a tutti? Con lei che stava dietro ad ascoltare? Col megacapo a due sedie di distanza?

E lì ho cominciato a tremare spero non vistosamente, e a sudare copiosamente...

Piano piano mi sono quasi calmata, ma solo quasi, e ho cominciato a fare qualche chiamata anche io. Intanto tra la spiegazione e le prime chiamate era passata un'ora, la sala riunioni doveva essere occupata dai consulenti per una riunione. Per cui ci fanno spostare nell'open space (chiamarlo open space, un ufficio con 3-4 scrivanie). Poi però uno doveva andare via, una (l'unica svizzera) non era interessata, un'altra doveva andare a prendere la figliola e rimaniamo solo io e la ragazza che era salita con me, che credo romana in realtà scopro dopo, essere pugliese.

Ci danno due smartphone e continuiamo le chiamate. Ovviamente ora la ragazza che ci segue da' qualche dritta in più ma il risultato è sempre quello, nessun appuntamento. Prima di fare le chiamate però ci annunciano che faremo una seconda prova, e da' appuntamento a tutti e cinque.

La ragazza, faccia di bronzo, pugliese verace (mi piace perché fa quelle domande che io, intimidita dal nuovo posto, non riesco a fare) mi dice "Eh va bhe, dato che noi ci fermiamo già oggi vuol dire che martedì veniamo a lavorare!".

E difatti alle 19 lo chiede al supercapo in maniera abbastanza diretta.

Questo però ci da' modo, oltre di capire che sarà in effetti una prova, di avere un feedback positivo. Ci dicono infatti entrambi che questa seconda prova servirà per capire se siamo in grado "ma" dice lui "per me siete già in grado" e lei in aggiunta "sì anche secondo me". Questo mi rincuora.

E la pugliese verace, continuando "Poi bhe, parliamoci chiaro, io ho già un lavoro e prendo bene quindi volevo sapere anche che tipo di paga offrite qui"

Il tedesco svizzero o svizzero tedesco chiede "quanto prendi ora?"
"800 di fisso più le provvigioni"

"Ah, io per 800 euro nemmeno ti voglio a lavorare qui, siamo sui 1700-2000"

E l'altra tipa aggiunge "Bhe saranno diversi i compensi perché variano in base alla persona"

Io sbianco di nuovo. Martedì sarà un delirio perché al mattino sarò a Varese per un colloquio e quello stesso pomeriggio avrò questa prova. In più sono stata contattata da un'altra azienda in Svizzera che mi ha fatto un colloquio telefonico e mi ricontatterà per un colloquio in sede, e questo sarebbe un customer care. Anche lì come stipendio non è male, ma le ore sono di più e mi toccherebbero due sabati al mese anche se solo per 4 ore. E' più vicino ma volete mettere lavorare per 5 ore al giorno con un compenso maggiore? Speriamo. E vi tengo aggiornati!

27 maggio 2014

Il mio colloquio schfizzero (e il pazzo schizofrenico sul treno nella prossima puntata)

Lugano è perfetta. Non una virgola fuori posto.

Sarà per quello che per la prima volta in vita mia a un colloquio, decidendo incosciamente di aumentare l'entropia di quel luogo, sono arrivata con mezz'ora di ritardo.
Ma ora vi racconto.

Sono arrivata lì stamattina per fare un giro a Lugano (il colloquio era alle 15 e io sono arrivata alle 11-12 non ricordo).
Bella Lugano, somiglia a Como ma tenuta meglio e con un sacchissimo di negozi, quindi me la sono spassata. Dovevo andare in via dei xxxxx 9... Google Maps mi diceva che era a mezz'ora dalla stazione quindi parto con notevole anticipo, un'ora prima, in modo da andare con calma, anche perché dalla mappa si capiva che era in salita e non volevo arrivare sudatissima.
Perché essendo partita col freddo stamattina avevo la maglia a maniche lunghe e poi indovinate? Il sole! Il caldo! Ma uff insomma comincio a camminare, la strada presto diventa in salita: penso di aver camminato più di 20 minuti in salita, ma salita pesa, perdendomi più volte e riprendendo la strada. Chiedevo in giro e nessuno conosceva sta cazzo di via, e poi era tutta residenziale, ma sai quello non vuol dire.
Almeno in italia tanti uffici sono nei palazzi quindi boh! Dopo un po' che girovagavo, ormai madida di sudore e puzza (meno male che prima ero entrata in profumeria e mi ero spruzzata il profumo di kenzo che mi piace un sacco), controllo su internet dove si trova quest'assicurazione in cui dovevo fare il colloquio.. e si trova in VIALE dei xxxxx - non via dei xxxxx, a 48 minuti di distanza da dove mi trovo.
Mancano ormai 10 minuti alle 15, mi sento morire: io che odio arrivare tardi. Li chiamo e spiego la situazione, che sono a piedi e mi trovo dall'altra parte della città e che ci metterò mezzora ad andare da loro, mi scuso ma "il navigatore" mi aveva portato in via dei xxxxx.. Dice che fa niente e di arrivare quando riesco.

Sapete cosa significa volare senza staccare i piedi da terra? Cioè ho volato! In mezz'ora sono lì, tutto a piedi, ho male ovunque!

Mi fanno compilare un foglio dove devo indicare le mie esperienze lavorative (ma hanno il mio CV, vabbhe, zitta e compilo).
Entro e sono in due, una donna (che sarà la futura responsabile del call center, che mi guarda in cagnesco, svizzera tedesca con un accento marcato) e un uomo, svizzero tedesco anche lui però un po' più sciolto, infatti abbiamo anche riso e scherzato.
Praticamente aprono un call center per prendere appuntamenti, è tipo vendita ma non fai il contratto, gli mandi solo il tipo che poi gli farà il contratto. Quindi devi convincere chi ti risponde a prendere appuntamento "senza impegno".
Mi dice che sono 5 ore di lavoro da lunedì a venerdì e poi mi fa: "Cosa ti aspetti come stipendio?"
Io, facendo un po' la gnorri, pompo un po' lo stipendio part time italiano e dico: "Mha 700-800 euro, non so bene quanto siano poi gli stipendi svizzeri"
Lui mi guarda e fa "e se ti dicessi 2000?"

Sbianco:  "Ci metterei la firma!" esclamo e si mette a ridere. La donna no, sempre di ghiaccio;  mi chiedono di fare una prova venerdì, dico che devo andare dalla suocera: "impegni familiari", dico.

Lui mi fa "Bhe manda solo lui (ride)"

"Non posso, è un impegno preso da tempo"

"Va bene, allora domani alle 16, facciamo due o tre ore di prova e vediamo come va"

Insomma per 5 ore di lavoro così ben pagato posso anche farlo un lavoro di merda no? Vediamo domani, ora stasera, voglio solo riposarmi, sono distrutta...

26 maggio 2014

Polleg(aroid)

Nel giorno in cui tutti parlano di elezioni io parlerò di cose futili (tanto per le cose importanti ci sono mille siti cui fare riferimento).

Sabato abbiamo comprato due paia di occhiali da sole. Per me i primi occhiali da sole in assoluto, mai avuti e mai messi, per cui ero tutta contenta come quando un bambino compra un giocattolo nuovo. Puntavo i Ray-Ban, modello Aviator con lenti polarizzate. Ma indovina indovinello? Un solo paio di occhiali di quel tipo mi sarebbe venuto a costare circa 200 euro (euro più, euro meno).
Così siamo andati da un altro ottico, un ottico storico, piccino, tenuto da due fratelli e che è in attività da qualcosa come cinquant'anni. L'accoglienza è molto diversa. Da Salmoiraghi e Viganò è pieno di gente e i pochi ottici (o "commessi" in quel caso?) fanno fatica a starti dietro. Inoltre sgomiti tra gente che prova occhiali messi alla portata di tutti e che cerca di specchiarsi negli angolini di specchio rimasti liberi dalla folla.
Dall'ottico piccino gli occhiali non sono alla portata di tutti, perché dietro a una vetrina. Ma lui ha la pazienza di estrarre tutti i modelli che vuoi provare.
La differenza? Qui hanno pressoché solo Polaroid (che hanno commercializzato, e forse anche inventato, le lenti polarizzate). Ho trovato un modello simile agli Aviator e Fry ha trovato un modello simile ai Mayfair. E' vero, le lenti sono di plastica e non di vetro, ma con 99 euro (la metà di un paio di occhiali Ray-Ban) ci siamo portati via ben due paia di occhiali. Nello specifico i miei, essendo per ragazzini (dato che ho la testa piccina) son costati 35 euro.

Più di così.
Ora mi devo solo abituare!




Canzone del giorno: Back to Black Amy Winehouse

25 maggio 2014

La caviglia

Stanotte ho sognato di essere all'aeroporto, e controllavano ai passeggeri la circonferenza delle caviglie. Non so come mai, ma proprio ai controlli c'era il poliziotto che tirava su i pantaloni, misurava la caviglia e la controllava e poi ti lasciava andare. Prima però bisognava passare al reparto depilazione, dove passavano il silk epil sulle caviglie. Ed è lì che si accorgono che ho una matita conficcata nella caviglia, che mi provoca un po' di male ma nulla di trascendentale, per quello non avevo mai detto niente. Me la sfilano e la ferita non sanguina, e ricordo che era capitato la stessa cosa un mese prima, ma con una piccola pennellessa.

Canzone del giorno: Gente tranquilla Subsonica


23 maggio 2014

Sono di ogni cosa, sono nel vento, sono ovunque.

Quando la ascolto chiudo gli occhi. E sono ovunque.


Del Karma

E finalmente è finita quest'avventura del lavoro. Oggi ho trovato della concorrenza alle fermate. Ragazzotti assunti da un'altra ditta che facevano un questionario simile al mio, ma sulla carta. La cosa figa è che per loro se fanno un'intervista a metà possono considerarla valida mentre noi no, sul tablet non puoi mandare via le interviste a metà.

Stamani, mentre aspettavo il bus che mi avrebbe portato a Erba, mi sono fatta intervistare da una ragazza che era lì alla stazione dei bus. E poco dopo mi è arrivata una chiamata da un'azienda di Lugano per fare un colloquio. Prima però (o forse dopo? non ricordo, mi piace pensare che fosse prima) ho visto che un ragazzotto stava facendo i biglietti ma gli mancavano 10 centesimi per comprarlo, allora glieli ho dati io. Mi piace pensare che il karma esista. E infatti.

O magari non esiste ed è stato culo, non mai detto che mi prendano, però mi sto dando da fare. E da una parte, evviva evviva, dall'altra, oh cazzo, ora che me la potevo spassare alla grande...

Sono felice di aver terminato quest'avventura per questo lavoro. Stare in piedi non è affatto bello e la mia schiena ne sta soffrendo parecchio.

Per quanto riguarda il mio look ho deciso di comprarmi dei pantaloni alla turca, quelli larghi larghi col cavallo basso. Li ho sempre presi per il culo ma ho sempre preso per il culo anche le ballerine alla fine le ho comprate (sì sono di decathlon e non sono cessi come le ballerina normali però sempre ballerine sono). In più una bella gonna lunga non sarebbe male. Da Tiger ho comprato una bandana da legarmi intorno ai capelli a mo' di fascia da Pin-Up. Quando riuscirò finalmente a tagliarmi i capelli alla Quorra e a farmeli turchese sarò ben contenta.

Canzone del giorno: Abbandonati Il Grande Omi


20 maggio 2014

Ma se vi dicessi che...

Mi piace il lavoro a contatto con la gente, non lo nego.
Anche se in questi giorni ho scoperto che:

 - molte persone con problemi d'udito rispondono in ogni caso anche se non sentono una mazza.
io: "Che voto da' alla frequenza delle corse dell'autobus?"
vecchietta 80enne sprint: "Ah no guardi, io frequento poca gente, solo le mie amiche"
io "..., bhe sì, allora l'orario di inizio e fine del servizio?"
vecchietta: "non do' confidenza a nessuno io, sa? buongiorno e buonasera e basta"

- i ragazzini non hanno nozione di significato di terminologie semplici, ad esempio molti non sanno cosa significhi "comfort" o "frequenza delle corse"

- alcuni vecchietti considerano la Lombardia come il centro del mondo.
vecchietto: "ah io ho l'abbonamento per tutta la Lombardia, vado anche in Piemonte"
io: "Bhe, no, l'abbonamento per la Lombardia non le permette di andare anche in Piemonte"
vecchietto, con fare saccente: "bhe perché il Piemonte dov'è scusi? Non è in Lombardia?"

Oggi ho la schiena a pezzi, mi concederò ora della sana lettura, lasciandovi con un dilemma esistenziale. Perché i maschi di ogni età e generazione amano le bionde?

Canzone del giorno: Starman David Bowie

19 maggio 2014

Così non si fa, però.

Non so se mi miei datori di lavoro si sono resi conto che mi hanno affidato una fermata del bus deserta, in cui è impossibile in 7-8 ore concesse, fare 30 interviste. Inoltre i vecchi, che hanno tutto il tempo del mondo, finiscono anche per dirti "non mi interessa" quando non vuoi vendere niente, anzi! Dai loro la possibilità di lamentarsi di cosa non va per migliorare il servizio di mezzi pubblici. Oggi è stato un disastro, ma cosa posso farci?

Se non dovessi fare il numero di interviste richiesto temo anche che si azzardino a non pagarmi. Ecco, quello mi scazza parecchio.

C'è una notizia positiva però: mi è arrivata una palette MUA che deve essere uno spettacolo: colori metallici e neutri, e in più una matita nera (pare morbida), domani la provo.

Qui alcune foto prese da google images: http://goo.gl/72VUG4

Il libro che sto leggendo mi ricorda sempre più il mio ex posto di lavoro. Ahah, no scherzo (ma nemmeno tanto). Penso sempre ai miei ex colleghi e sono spiaciuta per loro, per le potenzialità che hanno, per come sono rimasti chiusi lì, a ripetere ogni giorno la stessa solfa. Non mi ritengo più fortunata, in fondo sto lavorando per un contratto di collaborazione di due settimane e vado in giro a rompere le palle alla gente.

In più la schiena si fa sentire. Dai, lunedì è passato e manca poco alla fine di ogni cosa. Ora voglio solo mettermi a leggere con calma e spegnermi fino a domattina.

Canzone del giorno: Goodbye Blue Sky Pink Floyd

18 maggio 2014

Ok, siamo più sociali che a Bologna

E' paradossale, lo so, siamo lontani da tutto ma quando qualcuno si trova da queste parti passa a trovarci, e così mentre a Bologna passavamo mesi senza vedere nessuno, ieri è passato un ex collega di Fry, e i primi di giugno viene sua cugina a trovarci, e insomma, ogni tanto ci troviamo immersi con gente conosciuta o meno. Mi fa felice.

Per cui ieri passeggiata, birrino al solito chioschetto, chiacchieratina, e il pensiero di tornare al lavoro domani.

Però sono contenta, mi sto guadagnando il mio meeting di piante carnivore a Padova, per quanto mi stanchi a fare questo lavoro non mi interessa, va benone così. Si tratta di altri soli cinque giorni e via.

Sto leggendo un libro pesissimo ma altamente interessante: chissà come mai ci rivedo la mia ex vita lavorativa in quel di Bologna, ve lo consiglio caldamente...


Più riguardo a Asylums

15 maggio 2014

Il mio colloquio in Schfizzera, il mio nuovo lavoro temporaneo e la mia inarrestabile fame di libri

Non ricordo più da quanto io non scriva. Ed è ingiustificabile visto che avrei tutto il tempo del mondo, ma non capisco se questo blog sta andando a morire o lo sto lasciando morire. Mi sembra di non avere niente da raccontare, alla fine è la mia vita, a chi interessa leggerla? A me.
A volte mi torna utile per ricordarmi alcune date ("quand'è che ho cominciato a prendere il tamoxifene? famme guardà nel blogghe" - ma l'avevo scritto che l'incubo del tamoxifene è finalmente finito?), a volte è uno sfogo personale, a volte è un impegno preso ormai 8 anni fa e che si trascina a fatica giorno dopo giorno, settimana dopo settimana e ora mi sento ganza se riesco a scrivere una volta al mese.

In questi mesi Birba ha continuato a fare avanti e indietro dalla clinica, finché la veterinaria non le ha prescritto delle iniezioni. Quando ho sentito mia mamma al telefono non ha fatto che lodarsi per avere imparato a fare le iniezioni. Era così contenta che quasi si scordava di dirmi come stava Birba. In una delle ultime chiamate stava per riattaccare bottone: "Te l'ho detto che ho imparato a fare le iniezioni?"

Vinta dal tedio che ultimamente mi accompagna ma soprattutto desiderosa di una minima indipendenza che mi possa permettere di accumulare qualche euro per il Madagascar, piuttosto che per un nuovo tatuaggio, piuttosto che per qualsiasi altra minchiata che mi viene in mente, mi sono messa a cercare lavoro.

Così, durante il ponte del primo maggio, mentre io e Fry eravamo in beata vacanza in Val D'Aosta con Marco e Giada (che piacere immenso rivederli e passare qualche giorno con loro) ricevo una chiamata da un call center di Chiasso. Per un colloquio, dicono. Io sono megaentusiasta, convinta che la paga figa del posto mi faccia dimenticare del lavoro di merda che mi accingerei a fare.
Quanto di più sbagliato.

Innanzitutto per il colloquio di cui sopra mi decoloro i capelli, rovinandoli definitivamente. Ora sono biondo platino in attesa di farli turchese, non appena finisco queste due settimane di lavoro di cui parlerò tra poco (ho comprato turchese e verde, vediamo come diventerò), eccomi:



Vado speranzosa al colloquio e vi trovo altri tre giovanotti, due ragazze e un ragazzotto (che, parlottando, mi dice di fare il falconiere presso lo zoo safari di Pombia. Mi ha lasciato il numero perché a breve partono dei corsi di falconeria, e si sa mai!). Di questi tre giovanotti rimane solo una ragazzotta che fa il colloquio e poi passa alla giornata di prova. Sì avete capito, due ore di affiancamento e poi via, ci mettono al telefono. La gara è spietata, chi fa un contratto vince.  io non l'ho fatto: non ho nessun coraggio di mentire, non ce la faccio per cose importanti, figurarsi per uno stupido contratto. Inoltre sono riuscita ad avere delle informazioni dettagliate su come si sviluppa la paga e l'orario di lavoro e no, non conviene. Sono stata felice di non essere presa. Tempo prima avevo fatto un altro colloquio per un lavoro che poteva piacermi, ma ormai è partito (era da metà maggio) e mi è spiaciuto perché sarei stata perfetta.
Non vi sto nemmeno a raccontare!

Oggi è giovedì, venerdì scorso mi chiamano da Milano per un curriculum che avevo inviato. Cercavano persone per fare delle interviste sulla qualità dei mezzi di trasporto. Hanno bisogno urgentemente di qualcuno a Como e a Erba, da lunedì. Dico che sono disponibile: la paga è 55 euro lorde al giorno, per 9 giorni di lavoro dato che sarei partita martedì.

Ah traparentesi, venerdì sono stata a Orticola, una fiera di piante a Milano. Speravo di non comprare niente e invece sono tornata con due papaveri (molto particolari, uno arancione e uno rosso a macchie nere), due lithops (che io chiamo pianteculo - se cercate le foto su google capirete perché), una Sarracenia flava var rugelii, e un tubero di Amorphophallus bulbifer. Per di più sabato siamo andati a comprare un'allegra lavanda, che mi mancava!)

Lunedì sono andata a ritirare il tablet con cui fare le interviste e a sentire cosa devo fare: 246 interviste in 9 giorni suddivise in una location a Erba e due locations a Como.
Sono al terzo giorni di lavoro e mi sto quasi arrendendo. A parte il freddo e il vento del mattino di questi giorni e il caldo tremendo del pomeriggio, l'indisponibilità dei vecchi mi manda su di giri. I ragazzi sono sempre ben disposti, i vecchi pare gli stai levando via 5 minuti di vita. Suvvia 5 minuti, proprio ora che hai tutto il tempo del mondo, che saranno mai?

Sto però tenendo il ritmo, forte del fatto che questi soldini mi serviranno per il meeting europeo di piante carnivore a settembre in quel di Padova (e arriveranno bene in tempo dato che mi pagheranno a 90 giorni!)

Infine ho ripreso a pieno ritmo a leggere. Sono felice perché oltre ai miei adorati saggi ho preso in mano anche qualche romanzo e trovo che non siano così orribili come pensavo. Alcuni mi portano in mondi lontani, alcuni sembrano parlare di me e della mia famiglia, in generale è una cosa che mi piace fare, allena il mio testone e ora scusatemi ma mi tocca cucinare.

Di solito mi piace ma in questi giorni in cui torno a casa stravolta dalla stanchezza per avere passo 7 ore in piedi, sul bus con la testa che mi ciondola dal sonno, arrivo a casa e l'ultima cosa che voglio è fare qualcosa. Vorrei immergermi fino a tarda sera in un libro e lasciarmi andare così. E invece...

17 aprile 2014

Sarò breve

Non ho ancora sistemato le foto di Bruxelles.

Birba è stata purtroppo ricoverata altre 3 volte. Il cuore fa fatica e la dottoressa mi ha detto che probabilmente sputa le medicine, ecco perché non fanno effetto. Così ora fa le iniezioni, speriamo vada meglio. L'ultimo ricovero non mi è stato comunicato per non farmi preoccupare. Questa cosa mi ha fatto preoccupare di più quando l'ho saputo e mi ha fatto smodatamente incazzare, perché è il tipo di segreto che detesto. Ditemele le cose, poi la reazione è un problema tutto mio.

Sto studiando inglese con babbel. Ma non vedo grossi miglioramenti. Probabilmente devo avere pazienza, cosa che mi manca.

Leggo leggo e poi ancora leggo. Ci sono belle giornate ma non esco a passeggiare. Ho ripreso ritmi serrati di lettura e ne sono felice.

Questo weekend verranno i miei a trovarmi, cosa che mi agita non poco.

A inizio maggio abbiamo prenotato una vacanza con amici in Val d'Aosta, abbastanza itinerante, saranno 4 giorni di fuoco. Ma sono contenta perché sono amici in comune con Roccio e sono molto affezionata a loro.

Cerco disperatamente qualcuno che voglia venire con me a Cracovia verso fine maggio. Ho trovato offerte a 47-50 euro A/R da Malpensa o Bergamo Orio al Serio. Si tratta di pochi giorni, da mercoledì a domenica, visita ad Auschwitz e sopportarmi. Poca roba insomma.

A luglio, il 19, andrò a Roma a vedere la mostra di Frida Kahlo. Mi sono pisciata quasi addosso quando ho comprato i biglietti del treno. Per me è come andare a vedere una mostra di Dalì, anche se le loro storie sono diametralmente opposte.

Lo scorso weekend sono stata a Entomodena e sono venuta via con una regina e due operaie di Messor minor e caimani da dare in pasto alle Lasius emarginatus. Avrei voluto dei miriapodi ma non ne avevano. Sono venuti amici da Bolzano, da Milano, da Modena e da Bologna. E' stata una giornata molto bella e spero si possa replicare al Reptiles day a Longarone.

I primi di settembre c'è anche il meeting europeo di piane carnivore a Padova che non vorrei perdermi. Anche solo per la compagnia.

01 aprile 2014

Il mio cuore pesante

Ieri in tarda mattinata ho saputo che Birba, uno dei miei bassotti che sta da mia mamma su a Torino, ha avuto una crisi respiratoria nella notte, ed è stata portata ieri mattina presto il clinica dove l'hanno messa in cuccia a ossigeno.

Purtroppo mia mamma era abbastanza sconvolta e non sono riuscita a capire cosa abbia avuto realmente, solo che non riusciva a respirare, che poi si è ripresa, e poi ha avuto un'altra crisi.

Meno male i dottori in quella clinica conoscono bene Birba, tanto che tre persone erano lì solo per lei.
La dottoressa che la segue (una cardiologa) poi ogni tanto mi chiama per spiegarmi bene cosa succede. E' molto gentile e molto precisa.

Pare che abbia avuto delle crisi convulsive dovute molto probabilmente a un piccolo ictus (data la sua età è probabile) ma non possono escludere del tutto anche l'ipotesi di metastasi al cervello del tumore che aveva all'orecchio, anche se due mesi fa non c'era nulla.
Queste crisi convulsive le hanno stressato i polmoni, già provati da una bronchite cronica (e meno male che ha sempre vissuto in casa al caldo) e le hanno provocato un edema polmonare. Da qui la crisi respiratoria.
Non vi dico come stavo ieri. Ho passato il pomeriggio a piangere, non avevo soldi in banca per partire per Torino, se no sarei partita immediatamente.

Comunque ieri sera si era già ripresa. Aveva mangiato e dovrà seguire a casa una terapia (oltre a tutte le altre medicine che prende, povera) anticonvulsivante, per prevenire possibili futuri attacchi a lei, e semiattacchi di cuore a mia mamma.

Oggi probabilmente la dimettono. Aspetto notizie da mia mamma. E una volta passato tutto, vi racconterò di Bruxelles.