06 giugno 2014

La mia etica da vegetariana

Mi chiedo spesso la ragione principale per la quale sono vegetariana. E' complicato da spiegare...

Da una parte l'idea che mangiare troppa carne (come noi facciamo) faccia male. Dall'altra l'idea che per soddisfare questo bisogno esagerato di carne si debba allevare le bestie in maniera intensiva.
Questo però mi costringe a fare una riflessione.

In questi giorni sono stati da noi la cugina di Fry e il suo fidanzato direttamente dalla Sardegna. Parlando di cosa mangiare e cosa no, dell'essere vegetariani o meno, ci hanno raccontato che da loro il cinghiale si mangia tantissimo in quanto si riproduce a dismisura non avendo predatori naturali, ed è un danno per il territorio.
Ne cacciano tantissimi.

E mi sono chiesta allora: mangerei la carne di cinghiale in Sardegna se fossi certa della sua provenienza?

Per quanto si possa pensare a una mancanza di coerenza la mia risposta (riflettuta e ponderata) è sì.
Contraria alla caccia come sport e/o divertimento, la caccia è stato il mezzo con cui l'uomo procacciava quella poca carne che riusciva a mangiare, in passato. Finché non è diventato stanziale e ha cominciato ad allevare gli animali per mangiarli.
Noi per nutrirci di animali realizziamo queste fabbriche di morte. E siamo d'accordo.

Ma gli animali cacciati (e non cacciati in aree di ripopolamento apposta per la caccia, ma cacciati e basta, animali in sovrannumero)?

Sono entrata in un brutto loop e allora ho deciso di non essere vegetariana. O meglio lo sono, uh che roba complicata.
Dunque posso pensare che se so da dove proviene la carne, se lo so e ne sono certa, se è come per i cinghiali in Sardegna, forse posso mangiarla. Ma non sono comunque obbligata.
Se non ne sono certa non la mangio.

E quella che vendono al supermercato sono certa di non volerla affatto mangiare!

Quindi non sono vegetariana, non mangio carne. Ma non penso di volere etichette.

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