06 luglio 2014

Il mio scivolone
I miei primi giorni di lavoro

Il 2/7 sono andata a fare una visita medica: nello specifico un'ecocardio a Bregnano.
Dov'è Bregnano? Un posto inculatissimo dove passa un solo autobus all'ora.

Quindi per arrivare lì ho dovuto progettare la mia partenza in modo da arrivare con un discretissimo anticipo, tipo 50 minuti di anticipo.
Sono partita da casa alle 7:20.

La stazione dei bus è a 15 minuti di distanza da casa, ma sono partita che già un po' piovigginava. Mentre ero intenta a cambiare canzone sullo smartphone dal mio smartwatch (minchia che tecnologica!) la suola delle mie scarpe demmerda costate pochissimo, scivola su un tombino demmerda e mi ritrovo in posa plasticissima per terra. Ginocchio destro sbattuto abbestia, gamba sinistra tirata, jeans sporco di ogni cosa e rotto. Ginocchio sbucciato.
Madonne che volano.

Non potevo tornare a casa, avrei perso il bus, quindi così conciata e mezza zoppicante vado a prendere il bus.

Arrivata a Bregnano, dalla fermata del bus ho ben 20 minuti di felice camminata a piedi in luoghi dove i marciapiedi non esistono e dove già smadonno per aver scelto un posto così.

Arrivo, mi metto in coda per l'accettazione, ma la mia prenotazione non risulta.
Santi che volano.

Non è una cosa così infrequente, tanto che un altro ragazzo nello sportello accanto al mio ha lo stesso problema. Mi dice la segretaria che può comunque mettermi in coda e quando il dottore ha tempo, mi visita.
Avevo la visita alle 9:40, mi metto in attesa.

Alla fine per mia fortuna il dottore ha uno spazio poco prima delle 10, quindi mi fa entrare, mi fa velocemente la visita, ed esco. Sono le 10:10 circa.
Il bus per tornare è alle 10:26, se corro posso fare in tempo forse, ma puta caso lo perdessi dovrei aspettare nel nulla fino alle 11:47. Così decido di sedermi nella struttura, in un angolino, a leggere.
Alle 11 circa viene giù il diluvio universale.
Pioggia fortissima e vento e io nell'angolino a leggere e a sperare che smetta.
Che ve lo dico a fare? Non smette!

Esco col mio ombrellino piccolissimo che però nulla può con la pioggia che mi viene addosso e riesco a bagnarmi (ero davvero da strizzare) da metà coscia in giù. Le scarpe erano così messe male che anche i calzini erano bagnati.
Arrivo alla fermata che sono in condizioni pietose. Quando salgo sul bus persino l'autista mi lancia uno sguardo impietosito, io faccio un mezzo sorrisino come a dire "sì lo so, son messa male, non guardarmi così".
Ed ecco finita la mia giornata.

Il giorno dopo invece sono cominciati i miei due meravigliosi primi giorni di lavoro, in cui ho passato momenti di panico per non aver capito nulla, momenti di gioia per aver visualizzato una sorta di piccolo bagliore alla fine del tunnel, momenti di scazzo perché alla fin del salmo torno a casa alle 19:30.
Per fortuna ho una collega ganza con cui faccio la strada e con cui mi trovo bene. Ho una paura boia di cominciare, temo di fare grandi cagate e di essere giudicata. Ma non vedo l'ora di prendere il mio primo stipendio e levarmi qualche sfizio...


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