16 luglio 2014

Qualche aggiornamento (legale?) mpf

Sono state due settimane abbastanza impegnative, la formazione più lunga che io abbia mai fatto in un lavoro.

Oltre alla formazione fatta nei tre giorni prima dell'assunzione, ce n'è stata un'altra di una settimana appena entrata. Due ore al mattino e due ore al pomeriggio e nelle altre ore ho fatto ascolto passivo.
Questo significa du' palle in sostanza, sonno abbestia e troppe cose non percepite.
A seguito di questa formazione a singhiozzo (fatta con skype perché il nostro responsabile sta in un'altra città e mille "ti sento a singhiozzo - riavvio la chiamata - mi sentite adesso?") abbiamo proseguito col prendere le chiamate, in doppia cuffia coi colleghi esperti accanto. Disastro e ansia totale.
Da lunedì è arrivato appunto il responsabile ad ascoltarci personalmente e domani ci sarà anche la sua responsabile. Una selezione così lunga e così ansiogena non l'avevo mai conosciuta in vita mia. Ho passato notti insonni, stomaco chiuso, intestino nonvidico, mal di testa a fine giornata, sudori caldi e sudori freddi, tremori.
Finché domenica sera mi sono detta "vaffanculo chi se ne frega" e lunedì per quanto fossi ansiosa almeno godevo di una notte di riposo niente male.
Credo sinceramente che le cose stiano andando bene e vorrei fare alcuni paragoni con il lavoro che mi sono lasciata dietro a Bologna.
Ricordate la faccenda di andare uno per volta in bagno, i pupazzetti attaccati alle porte, piantonare la scrivania perché se perdete le chiamate megalavatadicapo, ecc?
Dimenticatevi tutto.
Per quante chiamate arrivino, sono davvero poche, ma davvero pochissime rispetto a Bologna. Hai tempo di completare un discorso, spiegare delle cose, confessarti col vicino.
C'è la musica. Abbiamo una radiolina nella nostra isola: teniamo la musica di sottofondo e dato che non abbiamo telefoni ma solo auricolari attaccati al pc vi assicuro che non c'è nemmeno lo stress dello squillo dei telefoni di sottofondo (che metteva una tale ansia...).
La paga: prendo, per questo periodo di prova, comunque più di quanto prendevo a Bologna (un quarto in più). Finita la prova prenderò quasi il doppio.
Abbiamo pause obbligate di 10 minuti ogni due ore, basta che ci accordiamo tra di noi per non andare tutti insieme (ed è facile dato che siamo in 6).
Abbiamo due turni: dalle 8 alle 17 e dalle 11 alle 20. Alla fine di ogni mese organizziamo quello successivo in base alle esigenze di ognuno di noi. Su questo siamo indipendenti e non è il responsabile a pensarci (finché non ci sarà quel cagacazzo che ribalterà la situazione ma spero non capiti mai).
Sì, c'è un sabato lavorativo al mese. è vero. Ma solo di 4 ore. In realtà l'azienda è aperta due sabati al mese e per ogni sabato lavorativo tre di noi piantonano l'ufficio. Ma lo gestiamo solo ed esclusivamente noi.
Il lavoro, per come è fatto, sostanzialmente mi piace. Non ho un terminale ma un vero PC (mi fate felice con poco), offro una vera assistenza e ho imparato qualcosa di nuovo (che si sa mai, potrebbe essere utile in futuro).
In aggiunta a tutto questo ero così curiosa di fare la frontaliera che anche se impiego un'ora e mezza ad andare e un'ora e mezza a tornare son contenta. Questo finché non prenderò una macchina - mi chiedo, ma possibile che in un luogo dove il 50% della popolazione lavora oltre il confine abbia un sistema di mezzi pubblici così merdoso?

Per non parlare del fatto che con i nostri due stipendi ora siamo davvero scialli, ma sciallissimi. Tant'è che ho preso appuntamento con la mia tatuatrice di Torino per completare l'opera sul braccio destro (continuando il teschio e aggiungendo altri disegni) per il 4/10.
Dopo aver detto della nostra sciallitudine (e farmi in futuro incantare il malocchio da mia mamma, perché dicendo così attiro le "malelingue" come le chiama lei) aggiungo un acquisto di un oggetto davvero stupendo. E' un po' smartwatch, un po' bracciale, un po' figata allucinante e un po' un oggetto di design.
E' questo
Ne abbiamo ordinati due, arriveranno a gennaio. Per ora costano 188$ ma quando entreranno in commercio ne costeranno 300.

Ora vedo il Madagascar più vicino, e tante altre piccole minchiate che, perché no, mi garberebbe fare.

Altra curiosità.

Nel palazzo in cui lavoro ogni tanto vedo ragazzini entrare con strumenti musicali. Quando ho beccato un signore con due custodie rigide, una marcata Fender e l'altra Gibson, l'ho fermato chiedendo se ci fosse uno studio di musica.
"Vieni vieni, nello scantinato".
Senza pensare che quell'uomo potesse essere un rapitore di finte bionde, ho preso una delle due custodie e l'ho seguito finché mi ha portato in questo corridoio nello scantinato, pieno di porte (stile camerini dei divi). Bussa a una e apre un ragazzotto, e sì, c'è uno studio di registrazione, e questo ragazzo dà anche lezioni di chitarra elettrica (dietro mia specifica richiesta anche di basso, volendo).
Immaginate che figo? Quando esco da lavoro alle 17 scendo al piano di sotto e mi faccio la mia ora di basso. A quel punto Fry sarà uscito (lavora a 15 minuti di distanza di macchina da lì) mi passa a prendere e torniamo a casa. Mi ha lasciato un biglietto da visita ma lo vedo spesso e credo che chiederò i costi delle sue lezioni anche se, essendo un artista internazionale - come l'ha chiamato il signore delle chitarre, senza contare che bastano pochi chilometri per passare da una nazione all'altra - potrebbe avere costi altissimi.

Quindi ho quell'entusiasmo di chi comincia (ed è già a metà dell'opera), quell'entusiasmo che a Bologna mi era mancato sin dall'inizio perché mi spossava stare lì, avere quelle restrizioni, essere ripresa senza motivo, o per motivi futili e non poter nemmeno andare in bagno. Ah dimenticavo, qui usano tutti i cellulari, nessuno se ne lamenta, possiamo persino tenerli sulla scrivania. Se vi sembra una cosa normale non avete mai lavorato dove stavo prima.
Mi piacerebbe mandare una email alla mia ex responsabile per parlarle di come si sta qui, e che si lavora comunque, e si ha voglia di dare il massimo (nelle proprie 8 ore) e che quel fucile che tanto tiene puntato alle sue sottoposte, piccole api operaie al cospetto della regina, prima o poi cambierà bersaglio e si rivelerà un'arma esplosiva in mani improprie. Un'arma che esploderà addosso a lei.

Detto questo, vi comunico che anche se lavoro e ho poco tempo per fare tutto, faccio di più che nella noia di stare a casa (anche se stare a casa non mi dispiaceva affatto). Sabato sarò a Roma in giornata a vedere Frida Kahlo insieme ai miei amici di Bologna e sono contentissima, non vedo l'ora).

Fry a fine mese andrà in Belgio per lavoro, mi spiace tantissimo non poter andare...

Canzone del giorno: Valse di Frida Chichimeca

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