23 luglio 2014

Il mio appuntamento mancato

Sabato la sveglia ha suonato alle 4 del mattino. Alle 6 ero fuori di casa pronta per andare in stazione.
Destinazione? Roma, a vedere la mia Frida.
Dopo un lungo (ma non troppo) viaggio con un treno carico di famiglie che tornavano al sud (e che non hanno fatto silenzio un attimo) i miei amici L e S sono già arrivati a destinazione.
Vanno alle scuderie del quirinale per fare la coda e scoprono così che non c'è coda. Me lo annunciano con grande entusiasmo quando io mi sorbisco ancora le chiacchiere dei miei compagni di viaggio e la grande dormita del mio compagno di seggiola il quale non muove dito nemmeno quando vengono a portargli da mangiare o da bere e rispondo io per lui "ehm, sta dormendo".
La mia gioia è grande, entreremo a vedere Frida e non ci sarà coda!
Peccato che un nanosecondo dopo mi arriva una foto, quella degli orari di apertura. Apre dalle 16.
Bum.
Cala il buio nel mio cervello.
Il mio treno per tornare in quel di Como è alle 17.20, non ce la farò mai e poi mai.
Cerco di capire se posso cambiare treno ma nulla, la tariffa supereconomymortadifame non me lo permette. Un nuovo biglietto mi costerebbe ben 86 euro.
Insomma, comincio a sclerare di brutto.
"Dottore, chè, me la date un poco di acqua? Dai l'acqua non si nega a nessuno." starnazza un ragazzo nel vagone al tipo che porta il carrellino di bevande e cibarie.
E io sclero.
L mi dice "Non cambiare biglietto, vieni qui e si vede cosa fare"
Vado.
Da Roma Termini volo fino alle scuderie del quirinale e li trovo lì, accaldati in quella incredibile giornata estiva (se contate che ancora oggi ha ripreso a piovere), un po' basiti anche loro. Un po' basite anche le altre persone che di là passavano a guardare il cartello di apertura.
Intanto decidiamo di mangiare. Chiediamo a dei locali i quali in accento simpaticamente romano, ci dicono di andare verso Trastevere per mangiare a poco. Lì troviamo in effetti una locandina dove in tre abbiamo speso 27 euro (bibite comprese).
Ovviamente si sono intanto fatte le 14, e voliamo a prendere un caffè e poi verso Frida. Penso e rimugino, ma forse se riesco a entrare alle 16, mi faccio 45 minuti di mostra e poi volo alla stazione. Sì ce la posso fare, dai.
Peccato che alle 15 c'è già coda, riusciamo ad entrare solo alle 16.20 e per me è tardi. Non mi conviene rischiare. Tornerò, penso. Ma esco con le lacrime agli occhi perché ci tenevo così tanto.

Le lacrime però erano anche di contentezza, anche se non si sarebbe detto a prima vista. Ero contenta di avere passato qualche ora con L e S, era tanto che non li vedevo. E ci siamo divertiti nonostante la mostra mancata e il caldo soffocante.

Vi voglio bene.

In partenza!

Foto di L. Dolce Frida
Il mio collo da giraffa 
la scema del gruppo


io e S

il trio

io e L


16 luglio 2014

Qualche aggiornamento (legale?) mpf

Sono state due settimane abbastanza impegnative, la formazione più lunga che io abbia mai fatto in un lavoro.

Oltre alla formazione fatta nei tre giorni prima dell'assunzione, ce n'è stata un'altra di una settimana appena entrata. Due ore al mattino e due ore al pomeriggio e nelle altre ore ho fatto ascolto passivo.
Questo significa du' palle in sostanza, sonno abbestia e troppe cose non percepite.
A seguito di questa formazione a singhiozzo (fatta con skype perché il nostro responsabile sta in un'altra città e mille "ti sento a singhiozzo - riavvio la chiamata - mi sentite adesso?") abbiamo proseguito col prendere le chiamate, in doppia cuffia coi colleghi esperti accanto. Disastro e ansia totale.
Da lunedì è arrivato appunto il responsabile ad ascoltarci personalmente e domani ci sarà anche la sua responsabile. Una selezione così lunga e così ansiogena non l'avevo mai conosciuta in vita mia. Ho passato notti insonni, stomaco chiuso, intestino nonvidico, mal di testa a fine giornata, sudori caldi e sudori freddi, tremori.
Finché domenica sera mi sono detta "vaffanculo chi se ne frega" e lunedì per quanto fossi ansiosa almeno godevo di una notte di riposo niente male.
Credo sinceramente che le cose stiano andando bene e vorrei fare alcuni paragoni con il lavoro che mi sono lasciata dietro a Bologna.
Ricordate la faccenda di andare uno per volta in bagno, i pupazzetti attaccati alle porte, piantonare la scrivania perché se perdete le chiamate megalavatadicapo, ecc?
Dimenticatevi tutto.
Per quante chiamate arrivino, sono davvero poche, ma davvero pochissime rispetto a Bologna. Hai tempo di completare un discorso, spiegare delle cose, confessarti col vicino.
C'è la musica. Abbiamo una radiolina nella nostra isola: teniamo la musica di sottofondo e dato che non abbiamo telefoni ma solo auricolari attaccati al pc vi assicuro che non c'è nemmeno lo stress dello squillo dei telefoni di sottofondo (che metteva una tale ansia...).
La paga: prendo, per questo periodo di prova, comunque più di quanto prendevo a Bologna (un quarto in più). Finita la prova prenderò quasi il doppio.
Abbiamo pause obbligate di 10 minuti ogni due ore, basta che ci accordiamo tra di noi per non andare tutti insieme (ed è facile dato che siamo in 6).
Abbiamo due turni: dalle 8 alle 17 e dalle 11 alle 20. Alla fine di ogni mese organizziamo quello successivo in base alle esigenze di ognuno di noi. Su questo siamo indipendenti e non è il responsabile a pensarci (finché non ci sarà quel cagacazzo che ribalterà la situazione ma spero non capiti mai).
Sì, c'è un sabato lavorativo al mese. è vero. Ma solo di 4 ore. In realtà l'azienda è aperta due sabati al mese e per ogni sabato lavorativo tre di noi piantonano l'ufficio. Ma lo gestiamo solo ed esclusivamente noi.
Il lavoro, per come è fatto, sostanzialmente mi piace. Non ho un terminale ma un vero PC (mi fate felice con poco), offro una vera assistenza e ho imparato qualcosa di nuovo (che si sa mai, potrebbe essere utile in futuro).
In aggiunta a tutto questo ero così curiosa di fare la frontaliera che anche se impiego un'ora e mezza ad andare e un'ora e mezza a tornare son contenta. Questo finché non prenderò una macchina - mi chiedo, ma possibile che in un luogo dove il 50% della popolazione lavora oltre il confine abbia un sistema di mezzi pubblici così merdoso?

Per non parlare del fatto che con i nostri due stipendi ora siamo davvero scialli, ma sciallissimi. Tant'è che ho preso appuntamento con la mia tatuatrice di Torino per completare l'opera sul braccio destro (continuando il teschio e aggiungendo altri disegni) per il 4/10.
Dopo aver detto della nostra sciallitudine (e farmi in futuro incantare il malocchio da mia mamma, perché dicendo così attiro le "malelingue" come le chiama lei) aggiungo un acquisto di un oggetto davvero stupendo. E' un po' smartwatch, un po' bracciale, un po' figata allucinante e un po' un oggetto di design.
E' questo
Ne abbiamo ordinati due, arriveranno a gennaio. Per ora costano 188$ ma quando entreranno in commercio ne costeranno 300.

Ora vedo il Madagascar più vicino, e tante altre piccole minchiate che, perché no, mi garberebbe fare.

Altra curiosità.

Nel palazzo in cui lavoro ogni tanto vedo ragazzini entrare con strumenti musicali. Quando ho beccato un signore con due custodie rigide, una marcata Fender e l'altra Gibson, l'ho fermato chiedendo se ci fosse uno studio di musica.
"Vieni vieni, nello scantinato".
Senza pensare che quell'uomo potesse essere un rapitore di finte bionde, ho preso una delle due custodie e l'ho seguito finché mi ha portato in questo corridoio nello scantinato, pieno di porte (stile camerini dei divi). Bussa a una e apre un ragazzotto, e sì, c'è uno studio di registrazione, e questo ragazzo dà anche lezioni di chitarra elettrica (dietro mia specifica richiesta anche di basso, volendo).
Immaginate che figo? Quando esco da lavoro alle 17 scendo al piano di sotto e mi faccio la mia ora di basso. A quel punto Fry sarà uscito (lavora a 15 minuti di distanza di macchina da lì) mi passa a prendere e torniamo a casa. Mi ha lasciato un biglietto da visita ma lo vedo spesso e credo che chiederò i costi delle sue lezioni anche se, essendo un artista internazionale - come l'ha chiamato il signore delle chitarre, senza contare che bastano pochi chilometri per passare da una nazione all'altra - potrebbe avere costi altissimi.

Quindi ho quell'entusiasmo di chi comincia (ed è già a metà dell'opera), quell'entusiasmo che a Bologna mi era mancato sin dall'inizio perché mi spossava stare lì, avere quelle restrizioni, essere ripresa senza motivo, o per motivi futili e non poter nemmeno andare in bagno. Ah dimenticavo, qui usano tutti i cellulari, nessuno se ne lamenta, possiamo persino tenerli sulla scrivania. Se vi sembra una cosa normale non avete mai lavorato dove stavo prima.
Mi piacerebbe mandare una email alla mia ex responsabile per parlarle di come si sta qui, e che si lavora comunque, e si ha voglia di dare il massimo (nelle proprie 8 ore) e che quel fucile che tanto tiene puntato alle sue sottoposte, piccole api operaie al cospetto della regina, prima o poi cambierà bersaglio e si rivelerà un'arma esplosiva in mani improprie. Un'arma che esploderà addosso a lei.

Detto questo, vi comunico che anche se lavoro e ho poco tempo per fare tutto, faccio di più che nella noia di stare a casa (anche se stare a casa non mi dispiaceva affatto). Sabato sarò a Roma in giornata a vedere Frida Kahlo insieme ai miei amici di Bologna e sono contentissima, non vedo l'ora).

Fry a fine mese andrà in Belgio per lavoro, mi spiace tantissimo non poter andare...

Canzone del giorno: Valse di Frida Chichimeca

15 luglio 2014

I bambini

In attesa di parlarvi meglio del lavoro (ho pochissimo tempo perché impiego almeno 3 ore della mia vita per andare e tornare dal lavoro), in merito a questo post, mia sorella mi ha riferito che il giorno dopo, la sera, suo figlio ha detto (senza che lei avesse nominato il nostro babbo): "Peccato non avere conosciuto nonno Angelo" e poi lo ha disegnato dietro uno scontrino.

Dice che spesso lo disegna.

07 luglio 2014

Dopodomani

Una mammografia nel nulla, con bus che passano ogni ora. Basta, ora cambio tutte le visite in luoghi più comodi: sto diventando scema. Più del solito.




Como è in basso a sinistra. Sigh

Ancora 38 anni

Stanotte (o stamani) ho sognato il mio babbo.
Sta male ed è in ospedale, ma non per la malattia che ha avuto, bensì perché ha avuto un incidente o qualcosa di simile.
La mia dottoressa (la dottoressa di famiglia) che ha i referti mi dice, al telefono, che pensava che la situazione fosse più grave. Che se davvero sta così come c'è scritto sul referto può vivere ben altri 38 anni. Consiglia però un triplo bypass coronarico.

Mio padre è sveglio, mi guarda e mi parla. Ma non ricordo cosa mi dice. So solo che devo fare la spesa perché a casa non c'è niente, e in una specie di market cerco di comprare qualcosa da sgranocchiare e trovo "il pane del sorriso", una forma di pane allungata che assomiglia al comasco "Pan tranvai". C'è però qualcosa che non va, mi sento addosso gli occhi accusatori di mio padre.

Papà cosa vuoi dirmi? Cosa sto sbagliando?

06 luglio 2014

Il mio scivolone
I miei primi giorni di lavoro

Il 2/7 sono andata a fare una visita medica: nello specifico un'ecocardio a Bregnano.
Dov'è Bregnano? Un posto inculatissimo dove passa un solo autobus all'ora.

Quindi per arrivare lì ho dovuto progettare la mia partenza in modo da arrivare con un discretissimo anticipo, tipo 50 minuti di anticipo.
Sono partita da casa alle 7:20.

La stazione dei bus è a 15 minuti di distanza da casa, ma sono partita che già un po' piovigginava. Mentre ero intenta a cambiare canzone sullo smartphone dal mio smartwatch (minchia che tecnologica!) la suola delle mie scarpe demmerda costate pochissimo, scivola su un tombino demmerda e mi ritrovo in posa plasticissima per terra. Ginocchio destro sbattuto abbestia, gamba sinistra tirata, jeans sporco di ogni cosa e rotto. Ginocchio sbucciato.
Madonne che volano.

Non potevo tornare a casa, avrei perso il bus, quindi così conciata e mezza zoppicante vado a prendere il bus.

Arrivata a Bregnano, dalla fermata del bus ho ben 20 minuti di felice camminata a piedi in luoghi dove i marciapiedi non esistono e dove già smadonno per aver scelto un posto così.

Arrivo, mi metto in coda per l'accettazione, ma la mia prenotazione non risulta.
Santi che volano.

Non è una cosa così infrequente, tanto che un altro ragazzo nello sportello accanto al mio ha lo stesso problema. Mi dice la segretaria che può comunque mettermi in coda e quando il dottore ha tempo, mi visita.
Avevo la visita alle 9:40, mi metto in attesa.

Alla fine per mia fortuna il dottore ha uno spazio poco prima delle 10, quindi mi fa entrare, mi fa velocemente la visita, ed esco. Sono le 10:10 circa.
Il bus per tornare è alle 10:26, se corro posso fare in tempo forse, ma puta caso lo perdessi dovrei aspettare nel nulla fino alle 11:47. Così decido di sedermi nella struttura, in un angolino, a leggere.
Alle 11 circa viene giù il diluvio universale.
Pioggia fortissima e vento e io nell'angolino a leggere e a sperare che smetta.
Che ve lo dico a fare? Non smette!

Esco col mio ombrellino piccolissimo che però nulla può con la pioggia che mi viene addosso e riesco a bagnarmi (ero davvero da strizzare) da metà coscia in giù. Le scarpe erano così messe male che anche i calzini erano bagnati.
Arrivo alla fermata che sono in condizioni pietose. Quando salgo sul bus persino l'autista mi lancia uno sguardo impietosito, io faccio un mezzo sorrisino come a dire "sì lo so, son messa male, non guardarmi così".
Ed ecco finita la mia giornata.

Il giorno dopo invece sono cominciati i miei due meravigliosi primi giorni di lavoro, in cui ho passato momenti di panico per non aver capito nulla, momenti di gioia per aver visualizzato una sorta di piccolo bagliore alla fine del tunnel, momenti di scazzo perché alla fin del salmo torno a casa alle 19:30.
Per fortuna ho una collega ganza con cui faccio la strada e con cui mi trovo bene. Ho una paura boia di cominciare, temo di fare grandi cagate e di essere giudicata. Ma non vedo l'ora di prendere il mio primo stipendio e levarmi qualche sfizio...


02 luglio 2014

Domani comincio a lavorare - la mia lunga selezione

Per essere assunta ho passato ben tre selezioni (per un centralino inbound, non oso immaginare cosa possa accadere per un persona megaspecializzata).
La prima selezione era telefonica: desideravano solo vedere come parlavo al telefono;
la seconda selezione è stata via skype, doveva essere un colloquio vis-a-vis ma non è stato possibile così me lo hanno proposto via skype, ed è andato di merda: tanto che non credevo mi avrebbero mai preso.
La terza selezione è stata al corso di formazione.

Premetto che in questa azienda c'è un po' di confusione.
"Riguardo a cosa?" mi direte. Bhe riguardo a tutto.
Innanzitutto per fare il corso di formazione mi era stato detto di tenermi libera mercoledì e giovedì. Ovviamente l'ora di inizio mi era stata detta solo il giorno prima al telefono (in questa azienda funziona così, ti comunicano cosa fare per tempo, ma le modalità vengono comunicate solo il giorno prima e solo nel pomeriggio).
Così mi presento alle 11 a fare il corso: uscita dalla stazione incontro una ragazza che mi chiede se conosco il luogo, le faccio qualche domanda e mi dice l'indirizzo in cui deve andare, che coincide col mio. Scopro così che anche lei deve fare formazione e facciamo quattro chiacchiere.

Arriviamo lì e tra una cosa e l'altra passa del tempo.
Ci formano sulla comunicazione: "chi conosce la PNL?" (oh no, ancora - penso)
Ci formano sulla parte legale (perché oltre alle tre ragazze back office ci sono una serie di neoavvocati)
Si fanno le 18 passate, io e l'altra ragazza "voliamo" letteralmente alla stazione.
Per il giorno dopo è richiesta la presenza dalle 8, veniamo separate dalle future colleghe legali per fare una formazione più specifica. Ci dicono che dobbiamo esserci anche il giorno successivo per una telefonata simulata.
Mentre le legali scelgono un range orario per farla, noi siamo convocate di nuovo dalle 8, perché facciamo un breve corso e poi questa maledetta prova che nel mio caso è andata talmente male che stavo tornandomene a casa.

Ma dev'essere l'esaminatore (nello specifico è anche quello che mi ha fatto il colloquio) che ha una mimica che mi spiazza. Mi pare di essere sempre merda quando poi tanto male non sono andata.

Ci comunica quindi in via ufficiosa che siamo state prese tutte e tre e che il pomeriggio ci avrebbero contattato per dirci meglio quando sarebbe stato il primo giorno.

Io ne pomeriggio tralaltro avevo un altro colloquio, che detta al telefono doveva essere una figata ma quando sono andata lì ho capito che proprio non doveva esserlo.

Il lavoro spiegatomi al telefono era una sorta di receptionist che avrebbe accolto i clienti di una specie di centro benessere in cui si davano diete personalizzate e anche esercizi da fare a casa per stare in forma. Yeah, penso, potrebbe essere bello. Vado ed entro in questo fondo pieno di foto attaccate alle pareti (piene di errori grammaticali, ma non ci bado, potrebbe essere l'occasione di un lavoro diverso).
Mi fanno compilare un modulo e poi sono libera di bighellonare in questo spazio, mi leggo tutti i consigli di alimentazione attaccati alle pareti finché non vedo una cosa che mi fa sorridere da una parte e incazzare dall'altra.

Pochi giorni prima per ridere dicevo a Fry "Figo sto lavoro, pensa se invece alla fine è nomeditta?"

Per farvela breve, c'era la scritta Herbalife sui poster. Inutile dirvi che sarei voluta scappare a gambe levate ma ormai ero lì e mi sono sorbita tutta la presentazione con un video (c'eravamo io e un altro ragazzotto) e il colloquio privato. Quando direttamente ho chiesto se si fosse trattato di un sistema piramidale il mio intervistatore si è irrigidito: "No! Assolutamente! Sarebbe illegale!"

Peccato che la spiegazione era proprio quella.
Ho dato mille scuse: sabato non ci sarei stata perché, ehm, perché non c'ero, avevo da fare, la nonna sta male, devo partorire, ho dimenticato il gatto nel frigo e via dicendo.

Infine finalmente, ieri, la firma del contratto. Peccato che nel contratto ci fossero, al lordo, 300 franchi in meno, ma mi hanno promesso che nel rinnovo ci sarebbe stato lo stipendio già concordato (per ben 3-4 volte) al telefono. Così, dopo, vado all'ufficio immigrati a registrarmi.
Ebbene sì sono una frontaliera, almeno per questo mese. Poi si vedrà, mi prendo la briga di pensarci per bene.

E domani, se mi riesce, vi racconto della mia visita odierna, fatta di scivolate, sbucciature, visite non registrate, ecc ecc

Canzone del giorno: Mammagamma The Alan Parson Project