03 gennaio 2015

La mia visita ad Auschwitz

Ehi com'è che non ve ne ho parlato?
Forse per scaramanzia, dato che dal 2009 ad ora qualsiasi mio progetto per andare ad Auschwitz è stato ampiamente smontato da un complotto internazionale che mi ha fatto perdere il lavoro prima di prenotare il viaggio, mi ha fatto litigare col fidanzato e rompere il rapporto, mi ha impedito di trovare il coraggio di andare da sola...
Ma alla fine è successo.
Ho prenotato.
Ho pensato che se avessi aspettato ancora un po' non ci sarei mai più andata e sarebbe finita come col Madagascar, un piccolo sogno accantonato nel cassetto.
Ed è successo, ho deciso di prenotare. Alché Pulcetta, mia cara amica, ha detto "Vengo anche io!"
E siamo in due. Fino a che poco dopo anche un amico ha deciso di unirsi e così da sola che dovevo andare ora siamo in tre. Molto meglio.
Fry non se la sente e lo capisco, è un viaggio interiore quello ad Auschwitz che bisogna maturare nel tempo e per il quale bisogna essere preparati.
Leggo libri sull'olocausto, sul nazismo da tanto tempo, ma quello non ti prepara molto.
Cioè a livello storico sì.
Ma la preparazione interiore è una cosa diversa, data dall'empatia per le situazioni, le persone, l'immedesimazione in situazioni non solo spiacevoli, bensì terrificanti.
E così l'11/11 ho prenotato. Per il 24-25-26-27-28 gennaio.
E scoprendo solo ora che quei giorni sarà un casino visitare Auschwitz, ma per fortuna oggi, proprio oggi ho controllato il sito e sì, ho prenotato la visita gratuita e anche una visita con guida in caso di ripensamenti.

Di alberghi ne ho prenotati tre, con possibilità di disdetta il giorno prima (così decidiamo anche all'ultimo) e ora sono in fase preparatoria del viaggio - nonché in pigiama perché la mia azienda è chiusa fino al 6 gennaio compreso.

Cosa voglio dal nuovo anno? Possibilmente più tempo per viaggiare, thanks.