30 luglio 2015

Il matto di Cömo

Mi è successa una cosa strana, di nuovo. Mi ha fermato un vecchino che non c'era tanto con la testa. Mi ha stretto la mano e ha detto qualcosa, un complimento verso i miei tatuaggi. Nel frattempo mi teneva sempre stretta la mano (sinistra). Mi ha chiesto il nome e ha detto che si chiama Carlo. Mi ha salutata con due baci sulla guancia. Poi mi ha chiesto se sono fidanzata e da quanto. Altri due baci sulla guancia. Poi ha detto "ma va bene così eh? Mica vorrà rimanere incinta". Mi ha detto che la prossima volta apriamo un bar. E poi mi ha detto che mi vuole bene e mi ama. E poi di nuovo di non rimanere incinta. O Cömo è piena di gente strana o la trovo tutta io.

29 luglio 2015

AAA aspiranti visionari cercasi

Lunedì sono andata in posta, un avviso mi avvisava di aver qualcosa da ritirare. Ah-ah. Qualcosa da pagare temevo.
Così mi reco (sempre di corsa) alle poste, passando per il centro. Che meraviglia passare per il centro al mattino. C'è una calma surreale, come a Torino alle 5 del mattino, quando il mondo deve ancora svegliarsi. Io, la mia musica, e Como.
E qualcuno che mi parla.
Mi tolgo le cuffie.
Un ragazzone mi chiede se ascolto il punk.
"Ehm, certo, sto ascoltando ora i NOFX ("conosci i nofx? No? fx! Conosci i nofx, no? FX!" e così via)"
"Conosci i Rancid?"
"bhe di nome certo, ora se dovessi ricordare qualche pezzo magari non lo so però.."
"Ah bhe loro secondo me sono i migliori, non trovi?"
"Bhe sì sono ganzi però.."
"Ah ma sai se vengono a fare qualche data qui nei dintorni?"
"Mhm, non penso. Non ho idea"
"Qual è il loro album che ti piace di più?"
"Mha guarda, come ti ho detto prima, non è che li conosca benissimo, sicuramente li ho ascoltati... ma.."
"Eh dai loro sono proprio forti, ciao eh?"

Che dire.
A volte penso che me le cerco.
Ma dire così è come dire che una ragazza in minigonna cerca le palpate di culo, e il mio animo femminista si incazza a morte.

Canzone del giorno (Don't Fear) The Reaper Blue Oyster Cult


27 luglio 2015

I biscottini della verità


Il biscottino della fortuna mi conosce.

Canzone del giorno: Dio è morto Francesco Guccini


Grazie Lorenza, grazie signore della stazione perché la tua email mi ha commosso e spero fortemente di fare parte di una generazione più simile alla tua.

26 luglio 2015

Fry: "Perché stasera non bevi?"

Sarà dura.

25 luglio 2015

Instabilità cerebrale: lotta dura e senza paura (al pelo)

E' notte alta e sono sveglio, sei sempre tu il mio chiodo fisso; insieme a te ci stavo meglio, e più ti penso e più ti voglio cantava Eduardo De Crescenzo nel 1981, anno della mia nascita mentre io, invece, che tanto romantica ormai non sono più, ho tirato giù grandi moccoli perché a tenermi sveglia è stata la pioggia battente di questa notte.

Questo però mi ha dato tempo di riflettere, tra una bestemmia e l'altra, di quanto sia diventato noioso e triste questo blog. Serio!
Così volevo raccontarvi un po' di cose buffe, sempre che buffe siano.
Innanzitutto felicissima di sapere che molte altre persone non andranno alla festa aziendale perché, come me, trovano che non ci sia nulla da festeggiare con questi licenziamenti (fine parentesi seria).
Per quanto invece riguarda il bere di meno mi trovo in seria difficoltà perché il mio dolce Fry ha quasi sbottato quando ieri sera, dopo una birra media di accompagnamento alla pizza (avevo scritto birra di accompagnamento alla birra, va bhe ho sonno. Cercate di capire), ho scelto di non farmi il mirtino per digerire.
"Ma COME, niente mirtino?".

Penso diventerò un'alcolizzata.

Inoltre ieri ho preso una di quelle decisioni importanti della vita, quelle che si prendono quando sei davvero sicuro, quando finalmente hai chiaro cosa vuoi nella vita, quando le hai provate tutte ma capisci che quella è l'unica strada praticabile.
Se mi sposo? No, no, certo.
Se farò un figlio? Ma cazzo dite? Mi conoscete almeno un po'?

No, no, andrò per la primissima volta in vita mia dall'estetista a farmi la ceretta.
Finora i miei tentativi di vana lotta al pelo superfluo sono stati miseri e mi hanno dato come perdente almeno una volta su tre. E le ho provate tutte. Ceretta, lametta, silkepil... Una volta ho comprato persino quella roba che sembra carta vetrata molto fine, che sfreghi sulla pelle e ti porta via sì i peli, ma anche il primo strato di pelle.

Confrontandomi tra colleghe ho scoperto che fanno la ceretta davvero ovunque (bhe alla patonza lo sapevo!) e questo è un bene dato che quando la mia tatuatrice non voleva credere alla mia pelosità e le ho mostrato la pancia, si è fatta seria e ha detto a labbra serrate: "Ma una ceretta?"
L'ho scritto anche varie volte in questo blog ma ora ho deciso di cercare di non vergognarmi e ad andare dall'estetista. Daje di estetista.

La ricerca è stata dura, quando lavori da frontaliere e non hai la macchina e i tuoi collehi vengono da paesini di cui fai anche fatica a pronunciare il nome (Maslianico.. che cazzo di nome è?) e l'unica collega che abita vicino a te ti dice "Io non faccio la cera" ti piglia un po' male.
Ma google risolve ogni problema.
Ah non riesco a ricordare la vita senza Google, non ricordo nemmeno che cazzo di motore di ricerca usavo.
Questa cosa un po' mi solleva (e mi inquieta perché Fry sa più cose sulla ceretta di me), anche perché anni fa la facevo in casa ed era una cosa lunghisssssiiiimaaaaa.

Per prima cosa scaldi la cera, dai 20 ai 30 minuti di attesa (io usavo quella a rullo).
Poi ti spalmavi una striscia e la strappavi, e così via.
Presto la cera si raffreddava e dovevi rimetterla sotto corrente. Ti accorgevi di questo perché il roll non scorreva più bene e ti trovavi dei pezzi di cera semisolida sulle gambe che non si staccava in nessun modo. A fine ceretta le mie gambe erano così appiccicose che qualsiasi cosa incontrassero, vi si attaccava. L'unico modo per eliminare la cera è usare l'olio.
Così dopo essere stato appiccicoso per un po' diventavi anche unto, pronto per la frittura. Ma non tutta la cera andava via, quindi unto e in parte appiccicoso.
A tutta l'operazione seguiva una rinvigorente doccia.

Tempo totale dell'operazione? Difficile stabilirlo, praticamente impossibile.

Ieri sera, uscita da lavoro, Fry si offre di darmi un passaggio a casa a patto di raggiungerlo al Pura Vida, locale aperto solo d'estate (praticamente un chioschetto) dove fanno aperitivi.
Questo per evitarmi la salita micidiale che dovrei fare a piedi per tornare a casa dalla fermata dell'autobus.

Lo raggiungo e lo trovo bellamente seduto al tavolino col suo fidanzato (di cui io sono la copertura). "Ma come? Non andiamo subito a casa?" - non avevo voglia di stare fuori e pensavo andassimo subito a casa anche perché nubi nere minacciavano il nostro domani odierno (semicit).

"Ma no, le nubi sono lontane, il vento tira dall'altra parte, mi prendo una birra piccola e andiamo"
Il fidanzato completa l'opera dicendo "Sì tanto massimo mezz'ora e vado via anche io"

Sbuffo un attimo, mi siedo.
SBRAUMMM
Tuono
SBADASBRAUMMMM
Tuono
"Amò, io non ti voglio dire niente ma qui tra poco viene a piovere e speravo mi dessi un passaggio proprio per evitare la pioggia. Ho il libro nello zaino (non impermeabile) e sai quanto ci tengo ai libri"

"Massì stai tranquilla"

Respiro
SBRAUMMMM
Pioggia.

A volte adoro avere ragione. Non in questo caso. Difatti non mi sono nemmeno esibita nel mio conosciutissimo ballo "Avevo ragione".

P.s. Mio nipote di quasi 8 anni ha una spiegazione scientifica per la mia quasi totale mancanza di memoria.
Sono vegetariana e non mangio pesce.
Teek.
I fanciulli la sanno lunga.

Ieri nuova dimostrazione: osservando una mia collega arrivata al lavoro con un vestitino e pensandoci un attimo, comunico alle mie colleghe che mi piacerebbe un sacco battermene la ciolla e andare anche io al lavoro con un vestitino e chissenefrega.
Silenzio generale.
Due settimane fa ero andata al lavoro con un vestitino.
Non ho speranze.

Canzone del giorno: Pensieri e Parole Lucio Battisti

24 luglio 2015

Anoressia mentale

Mia zia domani comincerà a mangiare. Chiede di me, dice che ha bisogno della mia positività, di me.
Non ricordo la responsabilità di qualcuno che ha bisogno di me.
Dovrò ricordarmelo, entro domani. Mattina.

Canzone del giorno: Sospesi Nell'Incredibile Le Orme

Auguri Babbo

Nella mia vita non sono mai stata così tanto fuori casa. Ogni sera appuntamento fisso al Pura Vida, sul lago.
Le facce non sono sempre le stesse, tra miei colleghi e amici, colleghi di Fry e amici, amici e basta, gente che passa e si aggrega perché conosce uno di noi... Mi sembra di essere in una serie televisiva stile Friends, da cui differiamo solo per il fatto che non viviamo in una grande comune con viavai di gente a casa.

Penso che quando mi vedrà il medico e mi palperà il fegato, dicendomi come al solito "il fegato è palpabile, lei beve?", questa volta dovrò rispondere di sì. Di solito dicevo "bhe no suvvia, una birretta la sera dopo cena che sarà mai".
Ora non saprei dove cominciare.

Considerato che quando è mancato mio padre era giallo... Forse dovrei un attimo darmi una regolata.

Oggi tralaltro sarebbe il suo compleanno. Auguri babbo. Se tu oggi fossi vivo avresti solo 64 anni.

Sono in ansia perché devo prenotare le mie solite visite annuali, e mi sto dilungando davvero tanto. Troppo.

Ah ieri ho ricevuto il DVD promesso dal signore che a Milano suonava il pianoforte, quello del segreto. Insomma andatevi a rileggere il post di qualche giorno fa, "sapessi com'è strano". Ha mantenuto la sua promessa, però non mi ha spedito il suo libro.

Ho ricevuto un altro pacco o raccomandata che devo andare a ritirare in posta, chissà cos'è. Il pensiero è sempre quello: speriamo non sia qualcosa da pagare!

21 luglio 2015

Fino a qui, tutto bene



È la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani... A ogni piano, mentre cade, l'uomo non smette di ripetere: "Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene". Questo per dire che l'importante non è la caduta ma l'atterraggio.

Attendiamo l'atterraggio. Perché prima o poi si dovrà, in qualche modo, arrivare.

20 luglio 2015

Ottime nuove

Mia zia è stata trasferita dalla rianimazione al reparto. Ieri le ho parlato, era ancora un po' confusa dalla morfina ma parla e risponde a tono. E sembra stare bene.
Le donne della nostra famiglia sono più toste del marmo.

19 luglio 2015

Stelle misteriose

Il post del 17 luglio è stato premonitorio.
Stavo uscendo di casa per andare al lavoro (turno pomeridiano 11.15-20.15) quando mia sorella mi manda un hangout e mi dice che opereranno nostra zia perché le han trovato una massa di 10 cm tra l'intestino e le ovaie. Ma non ha saputo dirmi altro.
Mia zia, la sorella di mia mamma, che vive a Milano.
Sul bus non ci ho pensato molto. Ho scritto al mio capo per dirgli che avevo problemi in famiglia e ho chiesto dove si trovava l'ospedale a mia cugina.
E mi sono trovata alla Multimedica di Sesto San Giovanni.

Mia zia era irriconoscibile: l'avevo vista ad Aprile per la comunione/cresima di mia nipote ed era già magra. Ma lei è sempre stata a dieta un giorno sì e l'altro pure, quindi non ci avevo fatto troppo caso, non ci avevamo dato troppo peso.
Ma sul lettino non era più mia zia, era il suo scheletro.

Scherzando l'ho ringraziata per avermi fatto perdere un noiosissimo giorno di lavoro e alle 12.45 circa l'hanno portata in sala operatoria.
Fino alle 17 non sapevamo ancora nulla quindi ho deciso di riprendere il treno per tornare a casa quando, ormai quasi arrivata alla stazione di sesto san giovanni, mi chiama mia cugina, la figlia di un altro zio, per dirmi che ha sentito nostro cugino e che forse mia zia non supera l'intervento.
Apro Whatsapp e mia cugina mi scrive "Mamma non supera l'intervento".
Mi giro e corro indietro. "Ma come?" penso.

Arrivo e i miei parenti sono ovviamente disperati. Mio zio guarda il vuoto e fa uno strano suono gutturale e vederlo così mi ha spazzato il cuore più di qualsiasi altra cosa.

Mio cugino Mirko mi ragguaglia: è l'unico che ha parlato col medico. La massa tumorale è di quelle "cattive" ed era grossa come un melone. Per asportarla hanno dovuto togliere metà intestino, le ovaie e, abbiamo scoperto dopo, il pancreas. Chissà se anche un pezzo di stomaco. La condizione non è ottima, per evitare il cedimento strutturale degli organi interni hanno riempito i vuoti con protesi mammarie. Inoltre presto o tardi dovrà cominciare la chemioterapia.

L'intervento è stato però superato e possiamo entrare nel reparto di terapia intensiva, uno per volta. Indossando camice e calzari.
Decido di entrare anche io, per ultima, e dato che abbiamo indossato tutti lo stesso camice è stato triste sentire l'umido delle lacrime dei parenti sul camice che stavo indossando.
Entro ed è in coma farmacologico, intubata. Circondata da macchinari che ne seguono le funzioni vitali la osservo per un po'. Non so se percepisce la nostra presenza, ed effettivamente dopo cinque minuti non so cosa fare. Quindi esco.

Parlando con parenti acquisiti decidiamo di prendere la cosa con positività: sì, l'intervento è stato grosso ma è sopravvissuta. Per un momento i medici hanno temuto di perderla perché la temperatura era scesa troppo.
I parametri sono stabili, altra cosa positiva.

Dobbiamo solo aspettare. Convinco mio zio a tornare a casa per dormire, Fry viene a prendermi e torniamo a casa. Chiedo di portarmi a bere qualcosa ma forse esagero perché il mattino dopo mi gira tutto e devo tornare in ospedale. Anche perché stanno arrivando mia sorella e mia mamma da Torino.

Le notizie sono molto buone. Mia zia è sveglia anche se sempre in terapia intensiva. Mia mamma decide di entrare e rimane 40 minuti. Avevano molte cose da dirsi a quanto pare.
Nel primo pomeriggio vado, viene sempre Fry a prendermi. Ci fermiamo a mangiare qualcosa e torniamo a casa. Io crollo a letto e mi sveglio praticamente solo alle 18 perché dovevamo uscire.
Alcol.

Oggi torno, spero di poterle parlare. Voglio solo capire se sapeva. Perché io lo so che sapeva, so che non ha voluto dire niente perché una cosa simile è successa anche a mia mamma. Tumore all'utero, sapeva che c'era qualcosa che non andava e l'ho quasi portata di peso a fare il pap test.

I miei cugini si danno tutte le colpe del mondo perché avrebbero dovuto sapere, capire, insistere.

Ma è sbagliato, è tutto sbagliato. Non puoi mai capire cosa ha dentro una persona, mai convincere qualcuno a fare qualcosa che non vuole.

Ci sono stelle misteriose che illuminano le tue giornate, ma finché non viene sera non puoi vederle.

Canzone del giorno: Heroes David Bowie

17 luglio 2015

E' notte, soffia vento freddo. E' buio, ci sono pochi lampioni e le mie mani tremano.
Indosso un mantello con cappuccio e nessuno deve riconoscermi.

Oggi ho la notte nel cuore.
Oggi ho freddo dentro.

16 luglio 2015

Il dilemma dell'onnivoro (lavorativo)

Da me stanno licenziando a bestia, a grappoli.
Ogni venerdì facciamo il segno della croce (io mi tocco le palle che non ho) e via.
Aspettavo da mesi la festa aziendale perché fottesega, io bevo e mi diverto, ho degli amici lì dentro con cui sfogarmi, ballare, bere e dire cazzate.
Ma ora lo spirito è perso, non c'è nulla da festeggiare. Già da un po' di tempo i reparti sono ben separati, in particolar modo tutti si tengono a distanza dal nostro reparto.
Poi queste "sparizioni": gente che oggi c'è, dopo un'ora non la vedi più e sai che l'hanno mandata via solo perché qualcuno te lo dice. Sottovoce, come se fosse un segreto.
I muri ascoltano tutto e riferiscono, così molto spesso finiamo per non parlare di queste cose, lasciando solo una velata tristezza nei nostri occhi.
Con quale spirito posso andare alla festa aziendale?
Lo scorso anno, appena entrata, non sono andata perché ero nuova. Non mi andava, non conoscevo nessuno e questa cosa mi è stata rimproverata perché "la festa è un'occasione importante di socializzazione" - ma alla fine, tra le righe, socializzare (soprattutto tra reparti diversi) non è un bene.
E' un doppio legame, questo? Secondo me sì.

Comunque ci penso, ma per ora è un forte no.

13 luglio 2015

SBAM

Ti rendi conto un giorno, così per caso, passeggiando nella tua mente, di avere questo grossissimo, enorme deja-vu. 
E' quella sensazione che ti fa passare dall'essere speciale a essere una comune mortale, mediocre anche, simile a mezzo mondo... e lo realizzi solo quando, per un motivo o per l'altro, cadono tutti i castelli che ti eri costruita.
Ohi, io sono bravissima a costruirmi castelli: sono la regina dei castelli costruiti in aria.
Da qualche parte dovrei avere ancora la corona. Di cartone. Colorata in pastelli. Con gemme fatte di pezzi di bottiglia di birra rotti.
Ecco.

E qui, al terzo bicchierino di mirto, mi chiedo che senso abbia ogni cosa.

MA.
Ci sono cose importanti a cui pensare.
Per esempio che questa è la mia vita e la amo così com'è, con le cose sublimi (badate bene, non belle, sublimi) e le cose terrificanti e oscure. Sono più oscura e mi piaccio così, e va bene così.

Va bene sognare sogni orribili, va bene fare pensieri atroci, va bene custodire il mio cuore nero in una custodia blindata.
Va bene anche pensare, ogni tanto, non non fare più ritorno e non svegliarsi più.

Ma non ci spaventate (sorriso inquietante); amo la vita così tanto che non succederà mai, voglio continuare a sognare cose orribili, amo il mio cuore nero. 
Amo la strega che si nasconde dentro di me e mi porta per i boschi a fare sacrifici di sangue e a ballare alla luna.

Amo questo essere lunatico.

E forse non sarò così speciale, ma nessuno è come me.


12 luglio 2015

Sapessi com'è strano

incontrare personaggi così a Milano.

E' così, Milano o la ami o la odi. Ma non è vero, sono una delle poche fortunate che riesce a trovare delle scale di grigio anche in questi casi. E così io Milano la apprezzo per tante cose...

Ma per la stazione di Milano Centrale io ho una sorta di venerazione. Avendo tanti parenti (comunque sempre molisani) che abitano lì, quando ero piccola almeno una volta al mese mi toccava andare. Partivo da Torino Porta Susa che non era la figaggine di oggi, bensì uno sputo di stazione, quasi pari a Como S. Giovanni, da cui partivano solo i treni per Milano. Gli IR, i famosissimi interregionali.
Che mia mamma arrivata a Rho (la stazione prima di Milano Centrale) attaccava a dire "La prossima è la nostra" e mi faceva alzare anche se mancava ancora un quarto d'ora e non avevamo valigie perché andavamo e tornavamo in giornata.

A Milano Centrale (ma ho scoperto al ritorno anche a Torino Porta Nuova) hanno messo un pianoforte. Sta lì da un po'. Ogni tanto qualcuno lo stuzzica senza saperlo suonare e si sente nell'aria quel dlin dlin dlin fastidioso, senza senso.

Ma ieri, uh ieri.

Sono andata a Torino perché oggi io e mia sorella siamo andate a vedere Tamara De Lempicka e invece che farmela in giornata, solo di domenica, sono partita ieri pomeriggio per evitarmi l'ammazzata.
In verità stavo cercando di costringermi a non entrare alla Feltrinelli, dirigendomi proprio verso di essa. E' una prova di coraggio la mia: "Riuscirà la nostra eroina a non acquistare l'ennesimo libro che non leggerà?", quando sento un suono celestiale, anche se giovane.
Sono due ragazzi giapponesi che suonano al piano, lei e lui.
Carini da morire.
Li filmo anche se ogni tanto non sono sincronizzati. Fottesega, donerei una cornea per suonare così.
Mi si avvicina un signore e mi chiede come hanno fatto a portare lì il piano, gli dico che no, il piano è lì a disposizione di tutti. Gli si illuminano gli occhi. "bhe il mio treno parte tra un'ora magari riesco a suonare qualcosa".
Allora gli domando, gli chiedo, cosa suona, cosa fa, da quanto suona. Mi domanda, mi chiede, se suono qualcosa e se mi piace qualche tipo di musica.
Mi comunica di aver suonato col batterista dei Deep Purple (mi da' il biglietto da visita e mi fa andare sul suo sito dal mio cellulare, e sì, non mente in effetti). Gli dico che mi piacciono Le Orme e gli faccio vedere la mia foto con Michi Dei Rossi. Sorride e mi dice di vedere gli altri filmati caricati perché ce n'è uno dove suonano dei pezzi de Le Orme.
E così intanto il piano si libera e si mette a suonare. Poi mi dedica Child In Time e quasi mi commuovo. Poi un ragazzo, che scopro lì essere russo, chiede di suonare insieme a lui.
E insomma c'è un bel concerto. Perché non c'è musica più bella di quella che ti strappa un sorriso.
E quindi poi il ragazzotto si ferma a parlare e si presenta. Mi chiede se suono, mi lascia la mail per mandargli il video. Così con nome e cognome lo aggiungo su facebook. E ora ho anche il video da mostrarvi.

Il signore prima di andare mi rivela un Segreto, che proprio perché rivelato non posso scrivere. Ma mentre me lo dice continuo a sorridere anche se so che per lui è un orribile Segreto. Voglio fargli capire che non lo compatisco ma lo capisco, perché quello che mi ha regalato ieri mi ha riempito il cuore e anche se lui non lo sa, e anche se il mio cuore custodirà un segreto per lui orribile, si renderà presto conto che finché riempirà altri cuori di musica questo grosso peso che si porterà addosso verrà alleggerito, fino quasi a non sentirlo così grave come oggi.

Mi chiede l'indirizzo di casa per spedirmi un DVD dove suona. è anche un giornalista e mi chiede di fargli sapere se mai metterò su una band che ne scriverebbe un articolo e mi dice che insieme al DVD mi manderà anche un libro.
Guardo sul suo sito e scopro che ha scritto un botto di libri. Non faccio in tempo a fermarlo, perché si sa, le persone speciali entrano veloci nella tua vita. Non è detto che debbano rimanervi.
Però lasciano impronte speciali nel tuo cuore.

Sul treno una volta conobbi uno dei musicisti de "Il parto delle nuvole pesanti". Proprio ieri mi ha scritto in privato su facebook per commentare la mia foto insieme a Michi Dei Rossi, gli ho chiesto se si ricordava come ci eravamo conosciuti ma non lo ricordava.
Non è importante: prima dell'avvento di facebook ho conosciuto tante di quelle persone: sceneggiatori, musicisti, scrittori... E di nessuno ho ricordo.

Ora sono in contatto con questo altro pianista, il ragazzotto, e probabilmente avverrà la stessa cosa. Ma i destini sono fatti a volte per intrecciarsi così, senza scopo né futuro.
E si può solo restando aperti, solo parlando con le persone, solo non essendo chiusi come io, una volta, ero.

Quindi grazie, personaggi misteriosi che affollate la mia vita di tutti i giorni: anche voi contribuite a renderla speciale. Ed ecco il video. Scusate la mia voce fastidiosa.


10 luglio 2015

Splendidamente semplice

Vediamo cosa riesco a scrivere da brilla.
Innanzitutto ho preso un mojito a stomaco semivuoto. "Che sarà mai?" sentenzierete.
Nulla, è che è una vita che alleno il mio fegato alle bevute ma non c'è niente da fare. Vince lui.
L'alcol, ovviamente, non il fegato.
Così stasera siamo andati a mangiare fuori, i due fidanzatini e il terzo intruso. I due fidanzatini sono Fry e il suo collega romano/polacco e la terza intrusa sono io. Ma non me la prendo: ogni uomo ha un suo fidanzato a cui una donna presto s'abitua.
E devo dire che tra tutti i fidanzati che poteva scegliere non è così male.

Comunque dopo il mojito a stomaco vuoto siamo andati a mangiare fuori: ho proposto una pizzeria in riva al lago che fa una pizza oblunga e ben cotta, croccante. Insomma un napoletano sverrebbe ma è una pizza ben digeribile e non rompete le palle, la vera pizza non esiste più. E' una specie di assurda chimera.

Quando sfoglio il menù cazzo mi si illumina il volto. Spaghetti aglio, olio e peperoncino.
SPAGHETTI AGLIO, OLIO E PEPERONCINO.
Di solito pronunciati come "spaghetti aglioogliopeperoncino".
Ditemi sinceramente se pronunciate "olio" correttamente; non ci potrò mai credere. La pronuncia corretta sarà anche "olio", ma per ordinarli al cameriere dovrete scandire bene "oglio" e mostrare una certa ignoranza.
Perché scegliere di mangiare un piatto così semplice in un ristorante? Facile, perché le cose semplici sono sempre le più buone e le più belle. E proprio come tutte le cose semplici sono le più difficili da preparare.
Personalmente so fare gli spaghetti aglio e olio più buoni del creato.
Inoltre è un piatto che ricorda sempre cose meravigliose.

Una volta, in campeggio, stavo uscendo in lacrime dalla tenda perché i miei due amici sedicenni, in piena attività ormonale, avevano deciso di lasciarmi sola per fare un giro in paese per rimorchiare qualche ignara ragazzotta. Ma ci stava, l'ho imparato lì: mai andare in vacanza da sola con amici maschi in piena attività ormonale. Se hanno qualche interesse verso di te ci proveranno fino alla morte. Se gli sei cesso fino all'anima ci provano con chiunque fino alla morte e tu gli sarai solo d'intralcio.
Così appena ripresami dalle lacrime sono andata in giro per il campeggio e ho fatto amicizia con una signora che a mezzanotte e buttato l'acqua per gli spaghetti: aglio, oglio e peperoncino.
No, non è un errore. Oglio proprio.

Così mi sono consolata, con quella signora che preparava tanta pasta per conosciuti e sconosciuti e regalava un po' di gioia sotto forma di carboidrati.

Come si può non dare un bel significato a un piatto così semplice?

E poi quando sono andata a trovare Snoopy a Bologna, da Torino.
Dopo una nottata fatta di birra e fumo, cosa c'è di meglio della spaghettata di mezzanotte?
Fosse solo anche oglio senza peperoncino, ma quanto buona è?
Perché non è cibo per lo stomaco ma per l'anima.

Quanto è bello andare a dormire con la pancia piena e il cervello allegro?
Soprattutto dopo oggi, che abbiamo giocato di nuovo a indovina chi. Indovina chi buttano fuori oggi?

Questa cosa mi distruggerà, mi distrugge soprattutto l'idea di avere visto un collega andare via, di essere corsa fuori per salutarlo e sentire le mie colleghe che dicevano "non so se puoi farlo".
NON POSSO COSA?
Forse per quello stasera ho mangiato spaghetti aglio oglio e peperoncino, la mia anima andava nutrita con qualcosa di allegro. Con alcol e spaghetti che sanno di bei ricordi.

Amo le cose semplici, mi ricordano quanto sono splendidamente semplice sotto questa sfera di apparente caos.

09 luglio 2015

Non esiste altro luogo all'infuori di me

Ogni volta mi riprometto di scrivere. E ogni volta puntualmente non riesco a mantenere la promessa. 
Mi piace questo blog perché è il mio diario, ma la mia vita è assorbita da mille cose che mi portano via il tempo che prima gli dedicavo.
E' triste questo? Non so.
So che ho fatto il saggio di danza. Che mi sono stressata e divertita. Che ho pianto, riso, scherzato e reso tutto complicato.
So che questa sono io.

So che se mi chiedessero però "Chi sei?" non saprei rispondere, e probabilmente guarderei il mio interlocutore con sincera curiosità rispondendo con una domanda semplice "e tu chi sei?".
So che questo periodo mi sta regalando gioie e domande, domande a cui non rispondo e mi cullo in questa ingenua incoscienza.
Ignoranza.
Poi, come se niente fosse, riprendo a correre nella mia mente, nei miei paesaggi fatti di campo di grano, di piante carnivore e di esseri di cui non immaginavo l'esistenza.
E allora chi sono io, se non uno di questi esseri perso in un mondo fatato?
Cosa posso dire di più reale della difficoltà nell'incontrare visi da funerale al lavoro e fuggire via da tutto questo, regalandomi dieci minuti di vita vera, e cosa dire invece dell'impossibilità di prenotare quattro cazzo di visite mediche e tornare a casa frustrata ma felice?
Frustrata e felice.
Due parole che non potrebbero esistere nella stessa frase eppure eccole!
Diamoci la libertà di usare parole che non si conoscono tra loro, facciamole conoscere, lasciamole da sole nell'incanto dell'improbabilità di una terra di nessuno. 

In un mondo così rigido e strutturato, la felicità sta nell'incoerenza.

01 luglio 2015

Un botto di cose

Stanchezza, ed è solo mercoledì.
Ma ho affrontato il saggio di danza del ventre. Affronto un botto di cose ogni giorno e non me ne rendo nemmeno conto.

Per esempio oggi sto affrontando un botto di Yerba Mate.