25 luglio 2015

Instabilità cerebrale: lotta dura e senza paura (al pelo)

E' notte alta e sono sveglio, sei sempre tu il mio chiodo fisso; insieme a te ci stavo meglio, e più ti penso e più ti voglio cantava Eduardo De Crescenzo nel 1981, anno della mia nascita mentre io, invece, che tanto romantica ormai non sono più, ho tirato giù grandi moccoli perché a tenermi sveglia è stata la pioggia battente di questa notte.

Questo però mi ha dato tempo di riflettere, tra una bestemmia e l'altra, di quanto sia diventato noioso e triste questo blog. Serio!
Così volevo raccontarvi un po' di cose buffe, sempre che buffe siano.
Innanzitutto felicissima di sapere che molte altre persone non andranno alla festa aziendale perché, come me, trovano che non ci sia nulla da festeggiare con questi licenziamenti (fine parentesi seria).
Per quanto invece riguarda il bere di meno mi trovo in seria difficoltà perché il mio dolce Fry ha quasi sbottato quando ieri sera, dopo una birra media di accompagnamento alla pizza (avevo scritto birra di accompagnamento alla birra, va bhe ho sonno. Cercate di capire), ho scelto di non farmi il mirtino per digerire.
"Ma COME, niente mirtino?".

Penso diventerò un'alcolizzata.

Inoltre ieri ho preso una di quelle decisioni importanti della vita, quelle che si prendono quando sei davvero sicuro, quando finalmente hai chiaro cosa vuoi nella vita, quando le hai provate tutte ma capisci che quella è l'unica strada praticabile.
Se mi sposo? No, no, certo.
Se farò un figlio? Ma cazzo dite? Mi conoscete almeno un po'?

No, no, andrò per la primissima volta in vita mia dall'estetista a farmi la ceretta.
Finora i miei tentativi di vana lotta al pelo superfluo sono stati miseri e mi hanno dato come perdente almeno una volta su tre. E le ho provate tutte. Ceretta, lametta, silkepil... Una volta ho comprato persino quella roba che sembra carta vetrata molto fine, che sfreghi sulla pelle e ti porta via sì i peli, ma anche il primo strato di pelle.

Confrontandomi tra colleghe ho scoperto che fanno la ceretta davvero ovunque (bhe alla patonza lo sapevo!) e questo è un bene dato che quando la mia tatuatrice non voleva credere alla mia pelosità e le ho mostrato la pancia, si è fatta seria e ha detto a labbra serrate: "Ma una ceretta?"
L'ho scritto anche varie volte in questo blog ma ora ho deciso di cercare di non vergognarmi e ad andare dall'estetista. Daje di estetista.

La ricerca è stata dura, quando lavori da frontaliere e non hai la macchina e i tuoi collehi vengono da paesini di cui fai anche fatica a pronunciare il nome (Maslianico.. che cazzo di nome è?) e l'unica collega che abita vicino a te ti dice "Io non faccio la cera" ti piglia un po' male.
Ma google risolve ogni problema.
Ah non riesco a ricordare la vita senza Google, non ricordo nemmeno che cazzo di motore di ricerca usavo.
Questa cosa un po' mi solleva (e mi inquieta perché Fry sa più cose sulla ceretta di me), anche perché anni fa la facevo in casa ed era una cosa lunghisssssiiiimaaaaa.

Per prima cosa scaldi la cera, dai 20 ai 30 minuti di attesa (io usavo quella a rullo).
Poi ti spalmavi una striscia e la strappavi, e così via.
Presto la cera si raffreddava e dovevi rimetterla sotto corrente. Ti accorgevi di questo perché il roll non scorreva più bene e ti trovavi dei pezzi di cera semisolida sulle gambe che non si staccava in nessun modo. A fine ceretta le mie gambe erano così appiccicose che qualsiasi cosa incontrassero, vi si attaccava. L'unico modo per eliminare la cera è usare l'olio.
Così dopo essere stato appiccicoso per un po' diventavi anche unto, pronto per la frittura. Ma non tutta la cera andava via, quindi unto e in parte appiccicoso.
A tutta l'operazione seguiva una rinvigorente doccia.

Tempo totale dell'operazione? Difficile stabilirlo, praticamente impossibile.

Ieri sera, uscita da lavoro, Fry si offre di darmi un passaggio a casa a patto di raggiungerlo al Pura Vida, locale aperto solo d'estate (praticamente un chioschetto) dove fanno aperitivi.
Questo per evitarmi la salita micidiale che dovrei fare a piedi per tornare a casa dalla fermata dell'autobus.

Lo raggiungo e lo trovo bellamente seduto al tavolino col suo fidanzato (di cui io sono la copertura). "Ma come? Non andiamo subito a casa?" - non avevo voglia di stare fuori e pensavo andassimo subito a casa anche perché nubi nere minacciavano il nostro domani odierno (semicit).

"Ma no, le nubi sono lontane, il vento tira dall'altra parte, mi prendo una birra piccola e andiamo"
Il fidanzato completa l'opera dicendo "Sì tanto massimo mezz'ora e vado via anche io"

Sbuffo un attimo, mi siedo.
SBRAUMMM
Tuono
SBADASBRAUMMMM
Tuono
"Amò, io non ti voglio dire niente ma qui tra poco viene a piovere e speravo mi dessi un passaggio proprio per evitare la pioggia. Ho il libro nello zaino (non impermeabile) e sai quanto ci tengo ai libri"

"Massì stai tranquilla"

Respiro
SBRAUMMMM
Pioggia.

A volte adoro avere ragione. Non in questo caso. Difatti non mi sono nemmeno esibita nel mio conosciutissimo ballo "Avevo ragione".

P.s. Mio nipote di quasi 8 anni ha una spiegazione scientifica per la mia quasi totale mancanza di memoria.
Sono vegetariana e non mangio pesce.
Teek.
I fanciulli la sanno lunga.

Ieri nuova dimostrazione: osservando una mia collega arrivata al lavoro con un vestitino e pensandoci un attimo, comunico alle mie colleghe che mi piacerebbe un sacco battermene la ciolla e andare anche io al lavoro con un vestitino e chissenefrega.
Silenzio generale.
Due settimane fa ero andata al lavoro con un vestitino.
Non ho speranze.

Canzone del giorno: Pensieri e Parole Lucio Battisti

2 commenti:

RES ha detto...

Non è affatto noioso il tuo blog, va beh ti leggo da poco, ma i blog davvero noiosi e tristi son quelli tutti fiori e risate e cose belle e viva la vita e "ciao amici del blog ieri è stata una giornata magnifica" .... Sarà che a me le persone sempre iper positive, ultra sorridi alla vita, mega domani sarà meglio mi son sempre state un pó sui coglioni.

Carla ha detto...

In effetti anche a me. Però ci sono cose buffe che val la pena raccontare! Ahahah mi fai schiantare!