26 dicembre 2015

6/10/2015 Antsirabe e i neuroni specchio

Alle 8 del mattino partiamo alla volta di Antsirabe.
Mi sono dimenticata i scrivere due cose nel post precedente: gli Eulemur fulvus fanno un verso simile al grugnito del maiale: questa cosa li rende ancora più buffi.
Il 4 ottobre mi sono arrivate le mie cosacce. Dato che una parola più brutta non la potevano scegliere per indicare quel periodo (mestruazioni, ma che nome di merda è?), io sul calendario mi appunto sempre "meremeo" o "previsione meremeo". La previsione meremeo era per il 3 ottobre ma hanno giusto atteso che scendessi dall'aereo per venirmi a salutare.
Perché ne ho voluto parlare? Perché non mi sono mai trovata in un posto del genere in quei giorni e penso che magari qualche indicazione per le donnine possa essere comoda.
Innanzitutto mi ero portata anche la mooncup ma lasciamo perdere. Spesso i bagni non son dei bagni ma dei buchi per terra e spesso non c'è nemmeno il buco per terra ma solo un pavimento lievemente inclinato con uno scolo di lato (se siete fortunati) circondato da 4 pareti di legno pieni di fessure da cui voi potrete vedere l'esterno e sentirvi come in mezzo alla natura.

Quindi assorbenti: fatevene una ragione donnine che pensate alla natura. E salviette intime igienizzanti a gogò.

Inoltre mentre le guide maschiette e il vostro compagno maschietto possono fare pipì lungo il bordo strada col pisello verso il nulla, non ci sarà spesso nemmeno un cespuglio a coprire le vostre pudenda quindi amiche donne non fatevi problemi a rompere le palle per fermarvi al primo villaggio con bar per fare pipì, o dal benzinaio.
Se siete in un hotely (ne parleremo dopo) sappiate che spesso il bagno non c'è ma i malgasci sono gentili e vi faranno usare il loro bagno che però non è proprio come il nostro bagno. Leggi sopra.

Sono piccole cose alle quali ci si abitua prestissimo, non vi preoccupate. Le persone e il posto vi faranno dimenticare quasi tutte e scomodità.

Tornando a noi: siamo in viaggio verso Antsirabe, la città di Gaby, attraversando stupendi paesaggi con risaie, zebù che riposavano e mangiavano, mucche che facevano il lavoro sporco e galline ovunque.

Abbiamo incrociato diversi posti di blocco della polizia e Gaby ci ha spiegato che militari e polizia fermano i taxi brousse (incrociati a decine, sono pulmini che fanno spesso lunghi percorsi. Sopra ci mettono di tutto, anche materassi, biciclette o galline. Facile vederne diversi fermi per strada mentre l'autista cerca di ripararli. E' un mezzo di trasporto molto economico ma di quelli che sai quando parti e non quando e se arrivi) per controllare che non ci siano armi o droga ma ci comunica che basta pagare 10000 Ar e non controllano più niente. 80 km dopo Tana ci siamo fermati a mangiare in un posto davvero speciale gestito dalla famiglia di Gaby. Bruno, salutandoci perché non avrebbe più proseguito, ci ha mostrato le sue terre, che prima erano della madre la quale vive a Parigi, i suoi 10 maiali e per noi hanno cucinato un ottimo zebù.
Davvero squisito (vi ricordate che avevo scritto che in Mada avrei mangiato carne, no?).

Piccolo appunto sulla lingua. Il Madagascar è un'ex colonia francese. Il francese lo capiscono e lo parlano ma tra di loro parlano solo ed esclusivamente malgascio.
Avevo letto sulla guida che ai tempi della colonizzazione nelle scuole i bambini imparavano com'erano fatti i conigli ma nulla sapevano sui lemuri: ed è stato così fino a non molti anni fa.
Di primo acchitto mi è parso di capire che non amano molto i francesi e lo posso capire.

Abbiamo incrociato un francese che si è sposato una malgascia e vive in Mada da un po' non preoccupandosi di imparare la lingua malgascia. Non è una bella cosa. Un conto è andare in Germania contando di sopravvivere con l'inglese, un conto è finire in un'ex colonia francese e sperare di parlare solo francese.

Tornando al pranzo con Gaby, appena terminata la birra siamo dovuti ripartire perché Gaby doveva andare in ospedale a farsi medicare e doveva essere lì per le 16.
Gaby ha dovuto guidare con una mano sola per 80 km fino ad Antsirabe,

Il cartellone pubblicitario di Gaby e famiglia
Arrivati in ospedale c'è la moglie di Gaby ad attenderci. Mi impressiona la capacità di Gaby di calcolare tempi e disatnza *nonostante* gli imprevisti. In tutta la nostra vacanza non abbiamo mai fatto ritardi (o almeno ritardi che possano essere definiti tali).
In Mada la sanità è a pagamento, anche il materiale è a pagamento. Gaby per intervento e ricovero ha speso 1200 euro, una cifra abnorme per un malgascio. La moglie di Gaby ha portato da casa bende e medicamenti (anche un unguento che arriva dalla campagna, fatto con erbe). Ci invita a entrare e nonostante le insistenze Fry decide di rimanere fuori mentre io entro, sicura del mio stomaco di ferro!

Il corridoio dell'ospedale, o meglio.. l'ospedale (che è un corridoio)

potrebbe sembrare una normale cucina ma è all'interno della sala medicazioni. accanto c'è un'altra stanzetta dove una bimba viene visitata, separata da una tenda

l'esterno

le onnipresenti galline

Un'altra foto dell'esterno. Premetto che ovviamente questo è un bell'ospedale: pulito e quasi occidentale (e per questo costoso)

Le persone sensibili possono saltare questa parte di racconto e riprendere appena lo indicherò.

La dottoressa (che ci lascia la mail perché ha bisogno di fondi e volontari per la costruzione di un ospedale in campagna, dato che le persone che sono lì spesso non hanno mezzi di trasporto né soldi per arrivare in città e quindi non hanno strutture sanitarie che possano curarle - le ho scritto ma non mi ha ancora risposto) le toglie le bende e quello che vedono i miei occhi non è bello. Si vede l'osso. La dottoressa avvolge una sorta di forbicina con delle bende e "scava" all'interno delle ferite per pulirle. Gaby dovrebbe farsi medicare una o due volte al giorno ma vi ha rinunciato per accompagnare noi. Man mano che procede con la medicazione e Gaby è costretto a mordersi la camicia per il dolore io comincio a sudare freddo e a vedere bianco. E' la prima volta che mi accade.
Ma è anche la prima volta che vedo una cosa del genere dal vivo: è sicuramente diverso con i filmati di youtube. Gaby mi parla e cerco di rimanere in piedi e *salva* ma presto mi rendo conto di aver bisogno di uscire a prendere un po' d'aria ma anche così ci metto un po' prima di rimettermi in sesto.
Nel frattempo Gaby viene medicato con l'unguento magico e bendato.

Ok, potete riprendere la lettura!

Ci accompagnano in albergo, il bungalow è davvero carino, il posto si chiama Green Park, ad Antsirabe. Appena arrivati siamo circondati da persone che ci vogliono vedere qualsiasi cosa o offrire un viaggio sul pousse pousse (un risciò senza la bici, trainato da una persona). Ci dileguiamo presto e andiamo in camera. Il wifi prende e non prende, dipende dove si trova il telefono all'interno della stanza.

alcune foto dell'interno del bungalow





il nostro bungalow dall'esterno


foto dell'esterno del bungalow
Il posto ha un fiumiciattolo e la sera si sentono gracchiare forte le ranocchie, e potrebbe essere un problema per le zanzare ma siamo attrezzati. Ora ci tocca riposare perché domani andremo a vedere un Famadihana.
Il Famadihana è una festa molto antica in cui si commemorano gli antenati. Le spoglie del membro della famiglia vengono disseppellite e avvolte in un nuovo sudario.
La giornata è una giornata di festa, i malgasci spendono tutto quello che hanno per offrire carne di zebù e riso agli ospiti, ed è un evento allegro a differenza di ciò che si potrebbe pensare. I parenti ne approfittano per parlare con l'antenato e raccontargli cosa accade di nuovo. E' un incontro tra i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti e sono molto curiosa di parteciparvi.


Il gatto del ristorante dell'albergo
L'album della giornata delle foto fatte con le reflex, su flickr.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

...e i neuroni specchio?

Carla ha detto...

Sempre presenti. Ahah

Carla ha detto...

Sempre presenti. Ahah

Carla ha detto...

Sempre presenti. Ahah