26 gennaio 2016

C'è sempre un'altra strada

Di questo sogno mi ricordo solo un pezzo...
Ero in viaggio e dovevo attraversare una gola abbastanza profonda usando una sorta di carrucola attaccata a un filo, in cui si stava appesi nel vuoto.
Mi sa che c'era anche il babbo di Fry con la sua compagna.
Ma io avevo paura.
E non volevo farlo.
Però lei non aveva paura e io pensavo "ma che cacasotto sono se non riesco a farlo io, e lei sì?"
Poi però ho visto un ragazzino che era riuscito ad andare dall'altra parte senza usare questo sistema.
E allora ci ho provato e quando sono arrivata dall'altra parte tutti a chiedermi come avessi fatto..
La mia testa sta cercando di dirmi forse che anche se ho paura a prendere una strada, per arrivare allo stesso risultato posso usare un'altra strada meno paurosa. Ma quale strada? E quale risultato?

20 gennaio 2016

9/10/2015: a colazione con le blatte [ma anche Ranomafana: il parco dei sogni]

Oggi sveglia alle 7.30 per avviarci verso il parco di Ranomafana. A colazione ci ha tirato la pezza uno statunitense, viaggiatore solitario che per un mese si gira il Madagascar in taxi brousse.


a colazione non siamo soli (blatta volante)!
Ci vuole pazienza e tanto tanto tempo: sai quando parti ma non sai quando arrivi con i taxi brousse!

Anche ieri sera si era accollato e non la smetteva di parlare. E' bello condividere ma ogni 10 minuti si apprezza almeno un minuto di silenzio!
Andiamo al parco dove ci attende Luigi, la nostra guida che parla italiano. Da lì abbiamo fatto una faticosissima passeggiata di 3 ore e mezza: lo so non sembra molto, ma credetemi.. avrei voluto del voltaren per le gambe!
SALITEDISCESESALITEDISCESE era un continuo.
Sono arrivata a non riuscire a sentire più le cosce!
Abbiamo visto un sacco di animaletti, una rana che si chiama Bofisia che ora non riesco a trovare online quindi probabilmente non è il suo vero nome o forse non l'ho capito bene io. Comunque carinissima.

Abbiamo visto anche il tenerissimo Lemure dorato del bambù che vive solo in questo parco, il lemure fulvus che abbiamo già conosciuto all'isola dei lemuri, il prolemure dal naso grande (ha davvero un naso grande!), l'Uroplatus phantasticus, che la guida ha definito satanique. E poi il lemure dalla pancia rossa, il Sifaka di Edward che come comportamento è simile all'Indri indri (è monogamo) e difatti appartiene alla stessa famiglia, una Brookesia (non potete capire la mia felicità nel vederla! E' la specie di camaleonte più piccola del mondo) e due insetti stecco spinoso.

Il lemure del bambù mangia solo la parte tenera delle foglie e butta il resto a terra mentre il lemure dalla pancia rossa mangia anche i tronchi. Insomma quando casca qualcosa dal cielo o è sterco o qualche foglia che cade!

Dato che le foglie del bambù contengono piccole quantità di cianuro, i lemuri ogni tanto scendono a mangiare un po' di terra per pulirsi dal veleno.


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La ranocchietta senza nome

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Lemure del bambù, non siamo riusciti a fargli una foto decente!

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Uroplatus phantasticus, ovvero geco foglia. Perfettamente mimetico e notturno. Ho dovuto fargli la foto col flash perché era davvero molto buio

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Ranocchietta senza nome

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Liane (sì anche io me le immaginavo più piccole...)

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Eulemur fulvus, è proprio un furbacchione!

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prolemure dal naso grande

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altro Uroplatus

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Insetto stecco spinoso
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Sifaka di Edward
Splendida vista della foresta di Ranomafana

e si cammina!


E' stato faticoso ma bellissimo, lo rifarei ora! La giungla è sempre la giungla e vedremo altri parchi bellissimi ma Ranomafana e Mantadia mi sono rimaste nel cuore.
Ci rimettiamo in viaggio per Ambalavao. L'albergo Bouganvillèe è molto carino e Ambalavao mi piace un sacco.

ecco come sono i miei capelli senza stiraggio!


Dopo una pausina in cui sono riuscita anche a lavarmi una maglietta, ci siamo visti con Eric e Mami per fare un giro al mercato e ho finalmente comprato un Lamba.
Il Lamba è un fazzolettone di stoffa che viene usato per qualsiasi cosa: per trasportare cose, come capo di vestiario, come base per poggiare grosse ceste sulla nuca.
Io l'ho usato anche in spiaggia come telo da mare, come pareo... insomma il lamba si usa per qualsiasi cosa. [manca una foto del mio fottutissimo lamba!]


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Ambalavao

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Le onnipresenti galline: le caricano persino sul tettuccio dei taxi brousse dopo averle immobilizzate per bene

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Il mercato: le gonne che si vedono addosso alle donne sono in realtà dei lamba che sono anche pratici trasportabebè

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tipica architettura degli altipiani centrali, della tribù merina
Al mercato tutti ci guardano, guardano i miei tatuaggi e i bambini urlano VAZAHA!
Ovunque sentiamo urlare questa parola, ma soprattutto i bambini la pronunciano.
Non mi da' fastidio, anche se significa straniero, anche se significa bianco, non sempre ha connotati negativi, anzi!

Sempre al mercato Fry ha comprato una tripla a pochissimo prezzo: peccato che tornati in albergo ci siamo accorti che era una scatola vuota con dei buchi, niente componenti all'interno e quindi inutilizzabile. Pazienza!
Dopo una bella cena andiamo a nanna, domani visitiamo la fabbrica della carta Antaimoro, e infine un parco che, nel mio diario ho scritto così, non ho capito come si chiama!

Qui tutte le foto della giornata.

12 gennaio 2016

Stranezze e coincidenze

Che strano. È vero che le persone trovano le coincidenze quando le cercano. Però...

Ieri ho visto un film che si intitola "Magdalene"; è tratto da una storia vera.

Le strutture Magdalene ospitavano ragazze madri, o stuprate, o che avessero fatto sesso prima del matrimonio... O delle quali anche solo si sospettasse mancanza di integrità morale. Ovviamente erano tenute da suore le quali non mancavano di umiliare, picchiare e far lavorare senza compenso le ragazze alla lavanderia. Per non parlare di abusi sessuali attuati dai preti di passaggio alle strutture.

Nel film una di queste ragazze ha un santino appeso al collo, San Cristoforo.

Ecco, è l'unica cosa che ha, perché il suo figliolo è cresciuto dalla sorella e lei non lo può vedere...

Stamani dal panettiere trovo per terra un santino, identico a quello del film. Non guardo bene, non so che santo è. Chissà se è un segnale, chissà di cosa, ma mi ha impressionato.

02 gennaio 2016

8/10/2015: partenze, arrivederci e il primo hotely.

Ieri sera abbiamo cenato con Gaby e famiglia. Loro non parlano né inglese né italiano e non erano abituati a mangiare con i clienti, quindi sono stati in silenzio per la maggior parte del tempo. Spesso Gaby parla di sé come di un "selvaggio" perché non usa il coltello o altre cose. Io non ho mai pensato questo. Ognuno mangia secondo proprie abitudini, è come per noi quando mangiamo al cinese con la forchetta. Chissene, no?
Gaby ci illustra il nuovo programma di viaggio. Lo abbiamo dovuto modificare perché inizialmente a fine viaggio saremmo dovuti tornare all'aeroporto di Antananarivo con un aereo locale da Tulear.
Però Gaby non si fida, spesso gli aerei annullano voli o modificano gli orari senza preavviso e l'ultima volta si era trovato costretto a cambiare programma di viaggio all'ultimo. Così abbiamo annullato un paio di tappe per poter rientrare per tempo in macchina. Ha aggiunto anche un percorso tra i Baobab, a Sud.
Domani partiamo alle 9 per un viaggio di circa 6 ore per Ranomafana: la "o" in malgascio si legge "u", quindi si pronuncia Ranumafana (e mora mora si legge mura mura) e significa "acqua calda" (rano significa acqua, si troverà anche in altre località nel nome) perché c'erano (e ci sono ancora, mi pare) le terme.
Prima di partire Fry si accorge di non trovare più il passaporto. Dopo aver avvisato Gaby che intanto si è messo a controllare nella jeep e dopo il mio incazzo perché abbiamo comprato i portapassaporti non a caso - mentre lui teneva sempre il passaporto in tasca levandolo spesso - per fortuna Gaby lo trova sotto ai sedili e possiamo partire.
Salutiamo Gaby, lo rivedremo il 17, proseguiamo il viaggio con Mami ed Eric.
I paesaggi sono quelli degli altipiani centrali: risaie, zebù, donne e uomini che trasportano immensi carichi, penso per chissà quanti km. La colonna sonora malgascia del viaggio, e infine la sosta per mangiare.
Ci siamo fermati in un villaggio che si chiama Camp Robin e abbiamo assaggiato il nostro primo pasto in un Hotely.

Il nostro primo Hotely

L'hotely è una cucina dove si mangia a poco. E' usata per lo più dai malgasci nelle soste durante i loro lunghissimi viaggi in taxi brousse. La cucina malgascia è composta principalmente da zuppe, o piatti di carne accompagnati da un altro enorme piatto di riso. In questo hotely abbiamo mangiato una sorta di piccolo stufato di zebù (dentro c'erano un po' tutte le parti, Fry ha trovato un pezzo di lingua e l'ho mangiata io perché non se la sentiva - molto buona!) con non so quanto riso.
Il riso scrocchiava perché lo mettono ad asciugare all'aperto e si riempie di sabbia.
L'hotely non ha i nostri standard di pulizia, ma si mangia davvero bene (immaginate tavoli appicicaticci di pasti passati). I malgasci erano incuriositi di vedere due Vazaha seduti lì. Io ho mangiato splendidamente e il nostro piatto è costato solo 3000 Ar (circa 70 centesimi di euro).
Spesso a fine pasto servono il Ranovola, significa "acqua di soldi", è acqua lasciata bollire nella pentola bruciacchiata dal riso cotto prima. Non lo abbiamo assaggiato (ma lo assaggeremo nei prossimi giorni). Eric ci comunica che è utile se ti scappa di andare in bagno!
Noi in queste situazioni beviamo birra, non sappiamo se hanno acqua in bottiglia quindi non rischiamo.

l'interno dell'hotely (sotto al tavolo ci sono montagne di carote)

il menù


Ovviamente prima di ripartire mi tocca andare in bagno anche perché non so quando mi potrò fermare. Il bagno è di fronte all'hotely ed è letteralmente un buco per terra. A volte qualche scarafaggio osserva le mie mosse.
Ma fottesega.

il bagno


 Durante il viaggio Eric ci fa fermare vicino a un ponte crollato. Se non erro era stato fatto crollare dai civili per evitare che i militari raggiungessero il nord (forse nel 2010?).


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Radio Maria everywhere. Purtroppo.
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il ponte crollato
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venditore di vaniglia. penso,

Durante il viaggio siamo stati fermati due volte dai militari che ci hanno chiesto anche i passaporti, secondo Eric era la prima volta che accadeva ma ci accadrà altre volte durante il viaggio.

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chioschetti come questo si trovano sempre lungo le strade. vendono caffè, dolci, ma anche pasti. economici e ottimi per uno spuntino. a destra panni stesi sugli alberi



Arrivati a Ranomafana in albergo sono un po' sfavata perché non è quello che avevamo pattuito, Siamo a Ihaty hotel invece che a Le Grenade che è proprio lì accanto. La stanza è minuscola e l'acqua esce a filo. Ma forse sono in vena di lamentele perché siamo stanchi per il viaggio...
Dopo un riposino facciamo un giro per la città. Scopriamo che il gioco delle bocce esiste anche qui, assaggiamo un frutto simile al melograno (dice Eric che è afrodisiaco), però abbastanza acido.

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il gioco delle bocce
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il frutto misterioso
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una farmacia malgascia

Attraversiamo un ponte quasi a pezzi e riparato con travi di legno. Lo avevano costruito i francesi colonizzatori ma una volta andati via i malgasci non avevano gli strumenti per mantenerlo e hanno dovuto ripararlo alla meno peggio. Abbiamo cenato poi tutti insieme (noi e gli scarafaggi) perché domattina sveglia presto per visitare il meraviglioso parco di Ranomafana.

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il ponte in legno costruito successivamente
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il ponte costruito dai francesi in condizioni devastanti
scarafaggio alato al ristorante

dimensioni
Le foto di tutta la giornata qui.

Canzone del giorno: Soary Sareraka