05 gennaio 2018

Capodanno in Family e di altre cose

Non avete idea che gioia essere stata invitata dalla Family di Cömo per festeggiare capodanno tutti insieme. Mi mancano, mi mancano tanto. È vero, qui a Torino ho tante persone e amici che frequento, mi sto costruendo piano piano una mia realtà. È più difficile vivere una quotidianità con un gruppo di amici perché sono piccoli gruppi scollegati tra loro che però avrei piacere di unire.
Ecco perché l'altroieri sono uscita insieme a persone in apparenza scollegate tra loro ma con molto in comune (e mi pare ci siamo trovati tutti bene, confido in altre divertenti uscite).

Ma torniamo a capodanno.
L'idea era quella di una serata tranquilla da Flavio e Tahio, dove Alvaro e AlessanFro (detto kebab per i motivi che spiegherò) ci avrebbero raggiunto.
Fare un falò tranquilli e una bella grigliata. Il freddo non ci ha fermati, la pioggia non ci ha fermati, anche se AlessanFro si girava in continuazione per scaldarsi il davanti e il retro (ecco perché "kebab") e si lamentava in continuazione del freddo. Sì, faceva freddo, sì pioveva. Tutti lo sentivamo, ma in quel fuoco in cui io vedevo un anno passato da abbandonare, scaldava più di quanto potessi immaginare.
La serata è stata tranquilla ed è proseguita in casa giocando a Cards Against Humanity (Cards Against Humanity is a party game for horrible people), un gioco di cattiveria e perfidia in cui io perdo sempre, non perché io non sia perfida e cattiva, ma l'inglese mi frega. Maledetta linguaccia.

Tutti abbiamo espresso desideri che non abbiamo rivelato, ho ricevuto tanti auguri copiaincolla da Whatsapp e ho risposto con altrettanti auguri stizziti in cui rivelavo in modo ironico che questo tipo di augurio non era gradito.
Se mi stai pensando, pensi a me, e scrivi a me. Se sei troppo pigro per farlo, non farlo.

Eravamo già un po' distruttini dopo mezzanotte e così verso le 2 siamo andati a nanna e io il giorno seguente sono ripartita. Un po' il raffreddore, un po' anche il desiderio di rientrare, un po' il fatto che viaggiando con i treni lenti ci metto minimo 3 ore.
Ma sono tornata in quella che ora identifico come casa, seppur condivisa, seppur vivendo in un minuscolo stanzino.

In tutto questo sono rientrata su Facebook, che avevo cancellato il mio account. Chiedo poche amicizie ma me ne arrivano tante e Med non mi conferma l'amicizia. Sarà che il nome non è il mio?

Forse Med è una delle poche ragioni per cui sono tornata, dato che non ho altri mezzi per rintracciarlo.

Comunque.

Torno e ci mettiamo d'accordo per andare al MEF: io, Vale, Lys e il sardosabaudo. Vale però non può, così siamo in tre e andiamo a vedere la mostra sui Tarocchi: molto bella.

Proseguiamo poi andando al bar sardo, dove beviamo un paio di bicchieri e mezzo di Nepente (un cannonau) e infine al Pastis dove non posso non prendere il pastis. La compagnia che si è creata è davvero mitica e mi piacerebbe poter passare altro tempo insieme. Così progettiamo di andare a una serata frocia al bar dei froci (mi permetto di dirlo ma non posso spiegarlo), e di andare a una serata kinky. Perché no, magari anche al centro sociale. Questa unione di menti così diverse mi stimola.

Il giorno dopo mal di testa e nausea. Ma cavoletti, possibile che io non regga così tanto da stare male dopo aver bevuto così poco?
Un goccio di caffè che pare faccia passare il mal di testa e niente, vomito.

Peccato che alla sera il water sia diventato mio amico, così penso di aver preso quella terribile forma influenzale che sta girando ma nonostante tutto, i rumori della mia pancia (che continua a mormorare GluGlu), la sensazione di pienezza di stomaco e via dicendo, FINORA non è successo nulla.

Mi drogo di fermenti lattici e vediamo, magari scopro di avere il fisico (se se come no) più resistente di quanto possa credere.

Nel frattempo manca una settimana per ritirare il referto, incrociamo le dita e speriamo che non sia niente.
Ora, perdonatemi, ma corro alla toilette.

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