13 maggio 2018

A.



Era il 24 febbraio 1997
Ho parlato spesso di te alle persone che conosco, anche se non ho esplicitato mai il tuo nome. Non era necessario in quel frangente. Ti ho definita "la mamma di un mio amico".
Perché sì, mi hai insegnato una cosa importante: che le famiglie separate e felici esistono. O per lo meno che non gettano in disastrose lotte di potere genitoriale i loro figli.

Tu ti sei separata subito da tuo marito, non appena nato Alelè, il mio migliore amico alle superiori. E sei sempre stata con Beppe. Eppure a tutte le feste c'era anche il papà di Alelè il quale si definiva così fortunato di avere questa meravigliosa famiglia allargata.

Così ogni volta che ero a contatto con una persona i cui genitori erano separati e si facevano la guerra, io parlavo di te. Di come era possibile vivere senza rancori, per lo meno senza mettere in mezzo i figli.

Io e Alelè eravamo come i ragazzi di Stand By Me, camminavamo sulle rotaie del treno, vandalizzavamo la piccola città in cui abitava con scritte sui muri (seduta sulle sue spalle, per poter raggiungere i posti più alti sul muro e imbracciando un pennarello ci sembrava di poter fare la rivoluzione), cantavo nel suo gruppo metal. Dormivo spesso da lui e lui dormiva spesso da me. Abbiamo fatto la prima (disastrosa) vacanza insieme da amici. Io, lui e Ivano. In quella vacanza c'è stata la mia prima scappatella di una notte e lui si arrabbiò molto perché era preoccupato, perché non sapeva dove fossi. Ma avevamo litigato. Io ero intrattabile e loro dei maschietti in cerca di pulzelle.

Mi ha iniziata al metal, mi faceva ascoltare i Megadeth e avevo comprato la cassetta dei Pantera. Quanto mi piacevano i Pantera: quando li ascoltavo mi sentivo invincibile.

E tu, tu mi chiamavi Carluccia. Dicevi sempre "Dov'è Carluccia nostra?". Mangiavo da voi, guardavamo insieme la tv, avevi una splendida voce. Alelè si lamentava sempre che qualche volta, quando ascoltava o suonava una canzone, tu irrompevi nella sua stanza e la cantavi un'ottava sopra.
Un'ottava in più non sono mica bazzecole.

Sono venuta con voi in montagna. Dovevamo attraversare il confine francese e io avevo già i capelli mezzi punk, decolorati e un po' arancioni, e avevo la carta d'identità non valida per l'espatrio. "Ma tanto non ci fermerà nessuno" e poi ci fermarono ma forse non chiesero i documenti. O forse chiusero un occhio. Quella notte guardammo le stelle, io e Alelè su sacchi a peli vicini, poggiati sulla nuda terra. Io espressi uno stupido desiderio che mio malgrado si avverò in parte. Accendemmo un fuoco. Ero così felice. Erano cose che con la mia famiglia non facevo ed ero contenta di avere questa sorta di seconda famiglia che mi accoglieva come una parente stretta e non faceva mai domande.

Mi dicevi che venivo da Marte, perché non avevo mai assaggiato cose banali, come forse i carciofini. me li facesti assaggiare. "Ma come fai a non averli mai assaggiati? Tu vieni da Marte!"

E guardare la tua bara che veniva portata via, nella camera ardente ha fatto un po' effetto.
Suonavano i CCR e Elton John, e prima di andare via, Alelè ha messo la ninna nanna che tu cantavi per lui quando era piccolo. E ha detto "È grazie a lei se sono diventato quello che sono, non potrei mai ascoltare musica di merda, io sono cresciuto con queste canzoni".

Qualcuno ha pianto forte. Agnese, il cane di Alelè, girava per tutta la stanza scodinzolando ed elemosinando coccole. Il padre di Alelè si teneva la testa tra le mani guardando il pavimento e Beppe era lì in piedi accanto a te per salutarti ancora.
E io mi guardavo intorno, dei vecchi amici c'eravamo solo io e Ale M, che ancora si ricordava di me. E Beppe che mi ha salutato dicendo "Ciao Carla".

Ci ho messo un po' a scrivere questo post perché sono mancate persone in questi ultimi anni per cui sono stata in religioso silenzio. Ma la verità è che di lei non avevo mai scritto.

Però sempre parlato, in qualche modo.

Mi hai insegnato che a volte le grandi battaglie si compiono per un bene comune, e si compiono con l'Amore.
E conferma ciò che ho sempre pensato: ovvero che bisogna scegliere attentamente le proprie battaglie.

I nomi in questo post possono essere reali, o di fantasia. Che importanza ha? E le foto prese da qualsiasi post su internet. Qual è la differenza? Cosa è reale? Cosa non lo è?


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