21 maggio 2018

Il mio cinema d'essai

Se leggete questo post fate probabilmente parte di quel minuto numero di persone che si è guadagnato un posto nel mio cuore. Il mio cuore non è molto grande, gli spazi sono esigui. Se siete sovrappeso vi consiglio di dimagrire, se non altro per rispetto verso gli altri che altrimenti non ci stanno.
Una persona che conosco mi disse un giorno che nel suo, di cuore, c'erano delle poltroncine numerate. E io ero la numero 77.
Ho molte meno poltrone, io; è come un cinema di quelli vecchi, pochi posti e molto scomodi. Ma bei film. A tratti pesanti. Dipende dalla programmazione.
Nel mio cuore non si fuma e cercate di arrivarci ben lavati. Non ci sono molte prese d'aria, il ricircolo è difficoltoso e uscire è quasi impossibile. Se vi sembra una trappola è perché molto probabilmente è così.

Le mie poltroncine non sono numerate. Ci mancherebbe.
C'è una parte di me molto ordinata che dovrebbe dare i numeri delle sedie in ordine di arrivo. Ma vi pare?

Come se l'ultima persona arrivata fosse l'ultima come importanza e dovesse sedersi in fondo. Macchè.

I posti in prima fila sono quelli da cui, stranamente, si ha una visuale migliore. Ma a volte i suoni sono troppo forti e le luci accecanti. Quindi bisogna avere anche una buona resistenza.
La prima fila non è per tutti.
Chiedetelo ai miei compagni che si sono succeduti nel corso degli anni.
I primi minuti del film non sono per niente male, pieni di colore e di cose interessanti.
Poi una vagonata di paranoia. Che manco in una sala d'attesa piena di pazienti psichiatrici. Ma se si ha pazienza, la trama può essere soddisfacente.

Non penso di essere, in fondo, una cattiva persona.

Per cui mettetevi comodi, che comincia il film. E shhtt. Silenzio.


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