22 maggio 2018

Una vacanza da se stessi

Buongiorno dottoressa, mi sento un po' sottosopra.
Ah, mi dica, cosa si sente?
Credo sia un po' di male al cuore.
Mi faccia sentire. Eh sì, tamburella veloce. Da quanto tempo è così?
Bhe non lo. Non ricordo.
Vediamo, sta assumendo qualche terapia particolare? Che ne so, dosi di coccole? Gocce di dolcezze?
Eh ma non sono costante, qualche volta, diciamo in media una volta al mese.
Mhm no, non va bene, ci vuole una terapia costante. Però possiamo sublimare con altro, per esempio pastiglie di indipendenza emotiva.
E dove le trovo?
Non sono facili da acquistare, più che altro è un percorso lungo da fare da soli e spesso ci si perde per strada, ma possiamo provare.
Solo questo?
Bhe direi anche bustine di autostima.
Sì ma dottoressa, quelle sono impossibili da trovare.
Lo so, lo so, mi rendo conto. Ma vedrà, una volta acquisite le basteranno poche dosi e non avrà bisogno di altro, il resto verrà da sé.
E poi sono anche molto confusa, ha qualcosa da prescrivermi contro la confusione?
Ah, dovrei avere qualcosa in studio. Distillato di consapevolezza. Mi raccomando, solo la sera prima di coricarsi che mal che vada non dorme, ma si immagina affrontare una giornata lavorativa con questa cosa in corpo?
No, no, sia mai.
In tutto questo un po' di riposo, una vacanza da se stessa. Provi a fare qualcosa che non ha mai fatto.
Per esempio?
Non so, come reagisce allo stress?
Mi metto il pigiama e suono l'ukulele.
Ecco no, provi allora a uscire, si diverta. Ukulele a piccole dosi che può regalare una certa malinconia. Si nutra di qualche sorriso amico, faccia qualche gita da qualche parte. Faccia aeroplani di carta con i suoi schemi mentali.
Capito, non sarà facile.
Sa, le cose importanti non sono facili. Prendersi cura di se stessi, difficilissimo. 

Amarsi, quasi impossibile.


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