16 giugno 2018

cleena has quit #satanacorp

Sei preziosa.

Guardo il mio corpo nudo allo specchio. Se fossi un uomo probabilmente mi piacerebbe. È magro, ma morbido.
Accarezzo con la mano destra la curva del fianco, ci sarà una formula matematica che la descrive ma è più bella se toccata con mano.

Sono soddisfatta di quello che vedo: un po' meno del viso. Sto anche quasi accettando il mio povero seno ferito e impari. Sì, per avere 37 anni e non fare praticamente nulla sono fortunata.

Sei sicura di non avere 20 anni?

Quando torno nel mio vecchio quartiere sento un odore particolare, che è un odore di ricordi e di veri amici. Penso a loro e il ricordo si confonde con le immagini del film "Stand by me". Sempre insieme, noi, sempre in pattini per un certo periodo.


Ero l'unica ragazza del gruppo.


Avevo 16 anni, ed era l'estate prima della mia biopsia che rivelò il secondo tumore. Campeggio a Levanto con Alelè e Ivano. Mai andare in campeggio con due ragazzi, loro volevano solo cercare fanciulle e io mi sentivo un ostacolo.
Una sera uscirono lasciandomi da sola in tenda a piagnucolare. Così uscii da sola e conobbi una signora in campeggio che mi invitò a una spaghettata di mezzanotte da lei e dalla figlia, mia coetanea.

Arrivò il ragazzo dello spaccio. Lo avevo visto qualche giorno prima, gli avevo chiesto del burro per la pasta. Mi guardò intensamente e mi disse Offro io. Fisso sui miei occhi. Un viso che i seguaci di Lombroso stanno ancora scrivendoci sopra un trattato.
Chiacchierarono del più e del meno. Lui si allontanò un attimo e la signora mi disse Questo ragazzo ha un problema, scopa troppo.
Tanta schiettezza mi lasciò perplessa. Lui aveva 26 anni, Ivan.
Mi divertii, senza i miei amici, e a fine cena Ivan tirò fuori un gettone della doccia.
Ci facciamo una doccia insieme?
Va bene ma non ero molto convinta.

Non facemmo la doccia ma mi portò direttamente nella sua roulotte. Ivan scopava troppo, a sentire la signora, ma non aveva protezioni. Quindi non facemmo niente e gli raccontai la mia storia.
Dormii lì e l'indomani tornai alla tenda.
Alelè mi fece una lavata di capo che ancora la ricordo. Che erano preoccupati, che non sapevano dove fossi, che lui era responsabile (?) per me. Continuò anche sul treno nel viaggio di ritorno, io guardavo fuori dal finestrino.
Non ne parlammo più, non ne parlai più.

Qualche tempo dopo mi arrivò una lettera da Ivan, non ricordo come mai gli diedi il mio indirizzo, forse aveva espresso l'intenzione di scrivermi. In allegato un braccialetto e una sua fototessera.
Diceva di essersi innamorato, con una grafia infantile, tutta in maiuscolo.
Diceva che pensava al mio intervento e che aveva pianto per me.
Tu para me es una chica mui preziosa.
Mi scrisse.
Hasta luego mio amor Punkarla.
Avevo i capelli biondi alla radice e arancioni sulle punte. Erano quelli, anni (sono questi, anni) in cui a settembre i miei compagni di classe non sapevano come sarei arrivata conciata.

Non ho mai risposto. Non gli ho mai mandato la foto che mi aveva chiesto. Ho indossato il braccialetto fino a quando non mi ha lasciato segni blu sul polso, poi l'ho riposto da qualche parte e lì è stato dimenticato. Come la lettera, come Ivan.

La storia di una canzone.


Avevo 21 anni, forse 22. Chattavo ai tempi su IRC e conobbi tante persone con cui ancora oggi mi sento e che non ho mai visto dal vivo. Internet è cambiato, noi siamo rimasti più o meno simili.
Lui si chiamava Sebastiano.
Un musicista, mi mandava i suoi pezzi e io gli scrivevo le immagini che mi arrivavano, violente, senza alcuna premeditazione. La spiaggia, il fuoco sulla spiaggia, persone che danzano, il buio.
Sebastiano a volte mi chiamava sul fisso di casa, si sfogava tanto con me. Catanese e i capelli lunghi, magro, magrissimo, sembrava un'iconografia di Gesù come ce l'hanno sempre propinato.
A me un po' piaceva Sebastiano.

Lo avevo conosciuto da un tale Angelo che frequentava la stanza #satanacorp, una chat di piccoli hacker. Io ero amica di Hyo, Rubin e Angelo (di cui stranamente non ricordo il nick - ricordato alla fine della stesura del post. Era Green_Beret). Angelo era venuto a Torino da Catania per un hackmeeting e con lui c'erano Rubin e Red_Owl di Parma.

Io ero bionda e carina. Parcheggiai la macchina fuori dalla cascina in cui i ragazzi si erano accampati. Molti di loro si erano portati il computer fisso e giravano con questi enormi case. Si erano collegati a una rete in maniera illegale, ovviamente, e così avevano anche portato la corrente lì dentro.
Io cercavo Rubin.
Le stanze in questo posto avevano nomi particolari che non ricordo. Mi guardavano.
Tra i nerd io ero Penny e ancora Penny non esisteva nell'immaginario collettivo. E mi sentivo tremendamente osservata e fuori posto.

Scusa, conosci un tale Rubin?
No, aspetta. EHI QUI DENTRO C'È QUALCUNO CHE SI CHIAMA RUBIN?
Silenzio. Teste ricciolute intente a guardare fisso il monitor, rumore di tasti pigiati ossessivamente.
No, qui non c'è.

Rubin era molto carino e consapevole di esserlo. Io poi mi presi una cotta per Hyo che non era lì ma che conobbi a Genova in un'altra situazione. Ma questa è un'altra storia. Ora Hyo è un fisico ricercatore coi controcazzi ma sapevo che aveva un cervello della Madonna.
Lui era quello che mi faceva connettere gratis a internet. Quello che mi aveva aiutata al telefono a installarmi linux.

Io, la sapiosessuale già allora, prima che coniassero il termine.

Sebastiano non l'ho mai conosciuto. Ho avuto la possibilità per un periodo perché venne a studiare a Milano come fonico, in una scuola importante e costosa. Ma C mi fece una scenata di gelosia. Sebastiano a quel tempo già non mi interessava più.

Ogni tanto mi mandava dei pezzi non suoi e mi faceva scoprire nuove canzoni.
Mi passò quella canzone che ogni tanto torna nella mia vita (è una ninna nanna, eccola qui).
Ne parlai qui nel mio blog.

A quel post rispose l'autore della canzone con cui sono rimasta in contatto negli anni. Finché non ho chiuso il mio account (cosa che fece anche lui, tralaltro).

In questi giorni ho ripensato alla dolcezza di quella canzone, all'essenza di cui parla. Ho cercato l'autore della canzone di cui non ho più il contatto su facebook. Trovo la sua pagina, gli scrivo. Mi risponde quasi subito.

Certo che mi ricordo, felice di rivederti! Ti ho appena inviato richiesta di amicizia, ho chiuso il vecchio account precipitosamente tempo fa e mi sono perso un sacco di amici. Per accordi e brano nessun problema, ora sono in giro ma appena ho un momento te li mando! 

Gli ho chiesto gli accordi, voglio riarrangiarla in ukulele. Ci penso un attimo.
Gli rispondo.

Non voglio sembrare una stalker, ma ti lascio il mio numero.

Ma che stalker, figurati. Ti lascio anche il mio, nel caso ci smarrissimo ancora tra i flutti digitali.

Io non lascio quasi mai il numero di telefono. Ma siamo in contatto da 12 anni. Seguivo il suo blog che ora non esiste più. Sentivo i suoi pezzi riarrangiati, li ascoltavo nel mio lettore mp3. La sua versione di Alleluja è ancora la mia preferita.

Penso alle persone che sfiorano di tanto in tanto le corde della mia vita, qualcuna suonando davvero qualcosa di importante, qualcuna a margine, come un ritornello stonato e dimenticato.
Poi però qualche nota riemerge, ed ecco il racconto, la storia.

Ecco Franci Omi, uno sconosciuto che ha suonato corde che tornano di tanto in tanto, con quel pezzo e altri suoi.
C'è il calore qui, c'è il tuo odore qui; segni semplici del tuo vivere.

Penso alla storia de Il Grande Omi, che ai tempi comprai anche un libro che ne parlava (anche l'autrice del libro commentò quel post).

Penso ad Hyo e chissà che fine ha fatto Rubin. E Red Owl pieno di paranoie che temeva lo spiassero. E Sebastiano. E Ivan.

E io? Chissà se faccio parte di qualche storia, chissà se ho suonato qualche corda. Chissà se sono rimasta nella memoria di qualcuno, se ho cambiato di un piccolo angolo la traiettoria di vita di qualcuno di loro. Penseranno mai a quella biondina che è arrivata all'hackmeeting quella sera? Si chiederanno che fine io abbia fatto?

Qualcuno scriverà di me nel suo diario immaginario? E che musica mai potrò essere?

red_owl: Oh ma quella cagacazzo che alla fine ci ha portati a mangiare al McDonald's come si chiamava? cleena mi pare.
rubin: Sì cleena che pareva il nome di una marca di fazzolettini.
green_beret: Chissà che fine ha fatto
hyo: Io l'ho vista poi un paio di volte, è anche venuta a Parma a trovarmi
rubin: Ah sì dai, l'avevamo vista anche a Genova, quando giravamo col furgone di tuo padre e ci lavavamo con le bottiglie d'acqua minerale per strada.
red_owl: Era l'hackmeeting del 2003, quanto tempo.
rubin: Va bhe, ciao ragazzi vado a dare la pappa alla bambina, ci si sente.
hyo: Sì anche io torno sul mio progetto.
red_owl: Oggi è pieno di scie nel cielo.
green_beret: Tu non sei normale. IMHO. Vado anche io che lunedì ho un'udienza. È stato bello risentirvi.
hyo has quit #satanacorp
green_beret has quit #satanacorp
rubin has quit #satanacorp
red_owl has quit #satanacorp

cleena has joined #satanacorp
cleena has quit #satanacorp

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