18 settembre 2018

Finché il sole si alza, non si muore

Che alla fine dal tumore non si guarisce mai. Non esiste un vero e proprio pensiero per il futuro, il tempo diventa un'unica distesa di presente. Non c'è una linea temporale, ma una superficie da calpestare. Una superficie su cui rotolare e in fretta, con il terrore di perdersi qualche cm quadro e di non riuscire più a ripassarci.

Si è in bilico continuamente. E la mancanza di equilibrio ci rende forti ma instabili.

Grazie amico libraio per avermi fatto dono di questa canzone.


Sick Tamburo La fine della chemio

4 commenti:

alessandro ha detto...

Non si guarisce mai interamente dalle presenze o dalle assenze, dai passeggeri inquieti , dalle mancanze e dalle devianze.
Un tempo il giorno era un giorno qualunque, da masticare con una certa leggera inquietudine, ora sembra diventata la costanza delle consapevolezze; non so quanto meglio possa essere: egoisticamente vale solo il proprio sentire, e col tempo l'intorno diventa ininfluente, si assorbe e si assimila selettivamente, assuefatti quasi da un magico(?) svincolo dalle regole.
Avrei voluto e avuto da dire sul " meriti di più ", sulla scemenza e sulle sceneggiature di quelli che, ma ben giusto è la misera sintesi del coglione/a a cui difficilmente ci si può distrarre.
A volte parole creano altri e nuovi pensieri diversi, esisterà pur qualche filo trainante a questo viaggio!

Carla ha detto...

Perdonami, faccio fatica a seguirti. Ho fatto leggere anche il tuo messaggio a terze persone ma non abbiamo capito bene il tuo messaggio. Ora rileggendolo a casa con calma forse ci sono, sulla prima parte, è sul "meriti di più" che mi sono persa qualche pezzo. Amo la chiarezza, ti prego, chiariscimi.

alessandro ha detto...

Semplicemente riferito al tuo post precedente, a quel meriti di più/ merito di più, che spesso nasconde altre realtà che nn si vogliono dire che, di certo, nn fanno lealtà...

Carla ha detto...

La lealtà è una realtà orientale, o oLientale