30 ottobre 2018

Il mio anno sabbatico

E comunque ogni tanto ci perdiamo un po', ma tu non devi mai mai dimenticare:
- che ti voglio bene
- che mi devi ancora presentare il tuo amico entomologo!
Leggo questo messaggio col sorriso sulle labbra. Me l'ha scritto l'amico libraio, complice di una chemio condivisa, segno di un'amicizia profonda che nulla può scalfire. La condivisione di un trauma così grande porta a un legame indescrivibile. Come le ife fungine che collegano gli alberi di una foresta, possiamo restare distanti e comunque sempre uniti.

La battuta dell'amico entomologo è presto spiegata. In realtà loro si sono conosciuti, un sabato, al Balôn. Ma chissà come mai, quell'oretta in cui siamo stati insieme io l'ho eliminata. Ricordo che Leonard, l'entomologo, ha conosciuto la mia collega, ricordo che l'amico libraio ha conosciuto la mia collega e un mio collega (che è andato via prima dell'arrivo di Leonard), ma la stretta di mano tra i due è stata dimenticata. Persa nei meandri della mia memoria, in uno dei buchi che è la groviera della mia mente.

Così un sabato ho detto a Leonard "Ti devo presentare il mio amico libraio"
"Ma guarda che l'ho conosciuto"
"E quando?"

Fosse stato solo questo.

Sempre sabato:
"Ti devo presentare il mio amico entomologo"
"Ah, ma conosci solo entomologi tu?"
"No, perché?"
"Dai quello che mi hai presentato al Balôn"
"Ah ma è lui, quindi l'hai conosciuto!"

E nonostante tutto, sempre quel sabato, con Leonard
"No, ti devo presentare il mio amico libraio, è una persona in gambissima"
Mi guarda come se stessi scherzando. "Ma sei seria?"

E via così.

Leonard è paziente con me, ma anche l'amico libraio. Anzi devo dire che tutti i miei amici sono molto pazienti con me, con i miei sbalzi di umore e di memoria. Non sono obbligati, semplicemente lo fanno perché mi vogliono bene e sanno che non sono emotivamente stabile, ma questa instabilità mi porta anche picchi in cui amo il mondo, amo loro, e glielo dimostro come meglio posso. Dopo quegli up possono sopportare i miei down che, devo dire, ormai non esterno nemmeno più troppo.
Perché non voglio pesare su nessuno.

Se c'è una cosa che ho imparato a fare, quando conosco qualcuno, è mettere le cose in chiaro: "Io sono impegnativa, ma do' anche molto". Fatta questa premessa le persone sono libere di scegliere se continuare a seguirmi su quell'ottovolante che è la mia vita emotiva oppure fermare la giostra e scendere.

***

I mesi passano, so che dovrei sentire l'ospedale per la mia visita annuale, ma non ho cuore. Sono stanca. E se solo per quest'anno saltassi? Solo un anno: un anno di pausa dalla mia malattia, poi l'anno prossimo ricomincio. Prelievi, mammografia, ecografia tiroide, ecocardiogramma, visita dei nei.
L'anno prossimo, giuro, mi faccio ribaltare come un calzino, faccio anche la visita proctologica nonostante non serva, giusto per aumentare il disagio. Ma quest'anno, vi prego, almeno quest'anno, facciamo finta che io non abbia mai avuto niente.

Ho già le mie cicatrici a ricordarmelo quotidianamente.

Canzone del giorno: NOFX I Wanna Be Your Baby

2 commenti:

kukri60 ha detto...

... ed io, avrò cura di te!
https://www.youtube.com/watch?v=UmE7nrfzcCo

Carla ha detto...

Grazie :)