13 novembre 2018

La persistenza del cavo

Mi dispiace.
So che a volte sorridi.
Anche se quello che hai dentro non e' un sorriso.
Che a volte non dici una parola perche' per spiegare quella sola parola ne servirebbero un milione di parole, e poi ci sarebbero delle domande, e sono un milione di parole a domanda, per questo non ne dici neanche una.
So che a volte ti senti sola.
E a volte non ti piaci.
Ma io ti ammiro. Sei un'anima tormentata ma libera. Piena di cicatrici ma forte. Sei una di quelle persone speciali che 20 anni dopo che non le vedi piu' te le ricordi ancora, e pensi: "Chissa' cosa sta facendo, probabilmente e' su un'isola ad allevare paguri".


Vivo circondata da oggetti.
Finirò come quei tizi sepolti in casa, trovata morta sotto una pila di libri, il peso che schiaccia la cassa toracica, manca il respiro, cala il sipario.
Gli oggetti mi danno conforto quando conforto attorno a me non c'è.

Riempiono, per poco, per pochissimo, un vuoto.

Ed è per questo che vi racconterò de

Le mie scelte irrazionali.

Fresh'n Rebel color indigo
Fry mi ha sempre ripetuto, a ragione, che l'Homo oeconomicus non esiste. Cioè l'uomo razionale.
Noi tutti facciamo delle scelte secondo logiche per lo più irrazionali.
Inutile che diciate "no, io no" e poi andiate a spendere 900 e rotti euro per un iPhone che fa le stesse identiche cose (e non meglio) di un Xiaomi preso al mercato nero dei telefoni.
Inutile fare tabelle con pro e contro per comprare una macchina, qualsiasi cesso con quattro ruote che abbia dei buoni sistemi di sicurezza andrebbe bene, ma ci soffermiamo poi sui dettagli, il colore, la plancia.
Ricordo bene quando Fry doveva comprare una macchina. Riceveva consigli apparentemente razionali a destra e a manca. "Prendila assolutamente nuova, a rate e che sia a metano, mi raccomando".
Lui andò in tilt.
Poi mi chiese consiglio: "Io vorrei questa macchina ma consuma tanto, non so"

L'ho guardato. "Fry, che macchina vuoi?"
"Bhe questa"
"Pigliati quella, non sarà quel poco di benzina in più che spendiamo, ci devi mettere tu il culo sopra, non gli altri"

Quel semplice consiglio, semplicissimo eh? Era un "Compra quello che ti piace, quello che vuoi TU", lo sbloccò.

Io sono più semplice, so già in partenza che tutte le mie scelte sono irrazionali. Quindi non bado moltissimo al resto. Quando scelgo un vino, a meno di non conoscerlo, decido in base all'etichetta e al prezzo, molti libri comprati dal nulla, senza avere nemmeno letto l'incipit, si basano sul titolo e l'armonia dei colori della copertina.

Circa due anni fa: devo comprare delle cuffie nuove. In genere cerco di non prendere roba che costi pochissimo a meno che non si tratti di marchi conosciuti. E le ho viste: Fresh'n rebel. Auricolari. Color azzurro. Il logo mi piace un sacco, il colore anche. Le prendo, suvvia.

L'incresciosa questione del cavo.

Non ricordo quanto sono durate, comunque a breve il cavo si è rotto e non ho più potuto sentire la mia amata musica, quella che non mi lascia sola mai e poi mai.
Era il periodo di Sense8, la serie.
Cominciata bene, poi l'ho mollata. Però, esteticamente, Riley, quanto era bella? Quanto erano fighe quelle cuffie?


Alvaro compra delle cuffie, con questo colore, sempre della Fresh'n Rebel. Mi piacciono un casino, poi preferisco le cuffie agli auricolari. C'è quel perfetto isolamento anche fisico col resto del mondo che non mi spiace affatto.
Non sono le cuffie di Riley, che costano molto di più. Quella di Alvaro hanno un prezzo decente e funzionano abbastanza bene, poi lui è fissato con l'audio quindi gli do' fiducia.
Le compro, mi piacciono. Un cavo a doppio jack si collega da una parte alle cuffie e dall'altra al cellulare. È il periodo dello stage dal fotografo di Milano. Tutti i giorni prendo il treno da Cömo, poi metro ammassata, poi studio fotografico, poi metro, poi treno. In tutti questi ammassamenti il cavo viene un po' tirato e strapazzato. Il cavo, di nuovo, si rompe.

Alla seconda qualsiasi persona lievemente razionale avrebbe detto "E mo' basta, cambio marca".
Nein!

Scrivo direttamente alla Fresh'n Rebel chiedendo dove avrei potuto comprare un cavo in sostituzione, non mi andava di smontare la colorimetria dell'apparato prendendo un cavo nero o uno bianco.

Mi scrivono chiedendomi l'indirizzo. Me lo spediscono gratuitamente.

qui si vede bene il cavo

Attacco il nuovo cavo e niente, sembra andare bene ma se volto la testa e il cavo si piega lievemente sento che il suono si amplifica. È come se normalmente mancassero una parte di "alti" che vengono attivati quando il cavo si piega. Non va bene un cazzo, soprattutto oggi mi stavano facendo impazzire.


Fresh'n Rebel bordeax (color rubino)
E quindi oggi mi è presa un'improvvisa voglia di cuffie bluetooth. Elimino alla radice il problema del cavo e posso tenere quel marchio che mi piace tanto.

Però non so se indigo ancora, ci sono bordeaux, che fighe. Essì fighe. Oddio su Amazon sono scontate di 20 euro, mica pizze e fichi, ma ci sono indigo e quei colori pastello che mi fanno cacare. Il bordeaux ce l'hanno solo con cavo. Uff.
Se le compro online da un'altra parte ci mettono secoli ad arrivare.
Basta, stasera prima di andare a casa passo in un negozio di elettronica e le cerco.

Alla fine le trovo, non costano 20 euro in meno ma 10, è ottimo. Ora però sono davanti a scatole con un sacco di colori e il bordeaux mi pare scuro. Se le riprendessi azzurre? Oddio c'è il verde militare.
Dopo aver passato 5 minuti a guardare le scatole mi convinco per il bordeaux. E non perché mi piaccia di più, occhio, il color indigo per me è sempre il meglio. Ma volevo qualcosa di diverso e ho spaccato le balle a tutti oggi per avere il bordeaux. E bordeaux sia.

Ora è sotto carica, non ci sono cavi da rompere anche se uno è incluso nella confezione (in caso si scarichi la batteria) che sicuramente romperò, ma che potrei usare anche sulle cuffie indigo in caso di abbinamenti particolari.
Scherzo, non abbino mai niente io.

Comunque tornando a casa, sul bus, un ragazzotto gentile si è spostato dal posto corridoio a quello finestrino per farmi sedere. E ha attaccato a parlare. In 20 minuti la sua vita, anche se dopo i classici preliminari sul tempo ha incalzato con un imprevisto "Sei sposata?".
Babbo a Marsiglia, mamma in Marocco a Marrakech, prima faceva il macellaio, ora l'imbianchino. A 15 anni ha smesso di studiare, ha imparato l'italiano partendo dal francese che conosceva bene, ogni tanto interrompeva i suoi discorsi chiedendomi come mai non fossi sposata "sei così bella". Dice che non ha amici qui, chiede se possiamo scambiarci il numero "No, il mio numero non lo do' mai a nessuno". Mi prende in contropiede chiedendo se ci andiamo a prendere un caffè, un sabato o una domenica.
"Ti lascio il mio numero, mi scrivi su whatsapp, io però mando vocali che non so scrivere bene in italiano".
Gli ripeto che non lascio il mio numero e che nessuno mi aveva chiesto così in fretta di uscire ma se vuole può aggiungermi su facebook. Mi rassicura, è in amicizia. Gli scrivo su un vecchio scontrino il mio nome e cognome sul social (che non sono nome e cognome reali ma quasi, molto quasi). Poi quando scendo penso che boh, probabilmente non mi troverà mai dato che come immagine del profilo ho un disegno.
Torno a casa, mangio, apro facebook e trovo 5 like, una richiesta di amicizia e un messaggio privato.

È vero che un caffè non si nega a nessuno, ma la mia asocialità scalpita.

Canzone del giorno: 4 Non Blondes What's up (Sense8 version)

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