01 novembre 2018

Wasted

Oggi è stata la giornata del larvismo. Dopo essermi accuratamente preparata per un appuntamento mancato, mi sono avvolta nelle coperte a guardare un po' quello che passava il convento. Anche se, come dice Zerocalcare, non è che solo perché abbiamo Netflix dobbiamo farci andare bene tutto quello che passa il convento (a me Dark era piaciuto, ma forse perché pensavo che i personaggi fossero due, dato che sono tutti uguali).



Così, nell'ordine, ho finito di vedere Castle Rock, daje che ci sono un botto di citazioni di Stephen King nella sigla (chiedo scusa agli appassionati ma io non lo ritengo nemmeno uno scrittore e sopporto a malapena il modo in cui mette insieme i caratteri alfanumerici - dato che quello per me non è scrivere - però i suoi racconti brevi mi garbano e in genere anche le serie tratte dai suoi caratteri alfanumerici, ecco) e non solo. Così riconosci la prigione, la cittadina, persino una minuscola citazione di Shining.
Va bhe mi è piaciuta però [ALLERTA SPOILER selezionare il testo per leggere] 'sta cosa che quando non sai come terminare una storia inconcludente ci devi per forza mettere un universo parallelo ha un po' sfrangiato i maroni. Come dire "ora metto insieme cose che non hanno senso ma invece di fare come Lynch che ti lascia così di merda da chiederti 'oh mio Dio che cazzo ho appena visto?' razionalizzi con una cosa che tanto va sempre bene, come il cacio sui maccheroni, l'universo parallelo, il portale ecc.
Finito quello e per dare un senso alla mia miserabile vita ho visto una delle cose più tristi che Netflix potesse trasmettere, ovvero Haunted. Praticamente c'è un sacco di gente che piange perché tormentata dai fantasmi. Ma ne intervistano una alla volta. Così c'è uno che è tormentato da una donna che vede impiccata nel suo armadio, ma poraccio, nessuno gli crede. Così lui non dorme più, probabilmente impazzisce e allora sì che la vede davvero la donna impiccata. E poi piangono tutti, perché accanto allo/a sciagurato/a ci sono parenti e amici che esclamano "Oh mio Dio, ma io non sapevo di tutto questo". E giù a lacrimare come dei mentecatti. Così via per 6 puntate da ben 24 minuti l'una. Tutto tempo che ho dovuto recuperare, perché è stato decisamente buttato nel cesso. Anche se la puntata del rapimento alieno mi ha fatto sganasciare così tanto che è valsa l'attesa delle 4 precedenti puntate in cui gente vedeva spiriti di ogni tipo, anche della senzatetto dell'angolo che ogni notte chiede le monetine "Ma io ho finito i soldi" e giù mazzate.
Mi verrebbe voglia di tirar loro in testa alcuni libri a caso, come il DSM-5 dato che vengono tutti da famiglie iper religiose e/o violente e probabilmente le visioni sono dovute a un distacco dalla realtà necessario per identificare il male in qualcosa di esterno.
O vista la stazza sono in iperglicemia (non ce n'era uno magro a pagarlo oro) e vedono marshmallow colorati ovunque, altro che fantasmi.

Dico, quindi, per recuperare quel tempo ho deciso di vedere un film, Mine (quando me l'hanno proposto ho letto main, all'inglese. NO, sono proprio le mine, ecco). [SPOILER qua e là] Se vi può consolare non ci sono universi paralleli, ma per due ore c'è uno inginocchiato nel deserto. No, non sta chiedendo in moglie nessuna però sta così. E ha deciso di farlo dove? Sopra una mina. E così sta immobile per due ore e all'inizio ho pensato che dai, qualcosa sarebbe successo, e invece niente. 
Poi però diventa introspettivo e ovviamente c'è l'happy handing (non quello del centro massaggi cinese) con bacio e amore e cuore e occhiali da sole. Diciamo che la prima metà del film potete gustarvela arrotolandovi una canna e sperando che la vita vada un po' meglio di come è andata finora, poi quando diventa figo (e sale anche l'effetto della droga) potete stare attenti cercando di non sbriciolare (e salivare) sulla tastiera i biscotti che state mangiando per via della fame chimica. Anche perché parte con le allucinazioni e cominci a chiederti cosa sia vero o finto. Poi l'animo da cervello portasapone che è insito in me comincia a chiedersi "Madonna che labbra screpolate, chissà quanto tempo gli ci andrà dopo per reidratarle" e poi ti dici che anche se il film è italiano i personaggi sono sicuramente statunitensi, perché solo una donna made in U.S.A. può pensare a una proposta di matrimonio se vede il suo uomo inginocchiarsi a terra. Capitasse a me lo aiuterei a rialzarsi pensando a una caduta "Te l'avevo detto di stare attento che ho appena lavato a terra, ti sei fatto male?".

Dovendo recuperare altre due ore preziose di tempo ho deciso di andare sul sicuro, e mi sono messa a canticchiare una canzoncina che mi piace, e mi piace perché è la sigla di una serie figa che ho visto tempo addietro: The Bridge.
La serie è danese/svedese, infatti ha doppio titolo originale Bron/Broen ed è un poliziesco. Quando me la consigliarono ero perplessa, i polizieschi non mi piacciono. Però, saranno le ambientazioni delle città nordiche, sarà che la protagonista è uno Sheldon al femminile, mi ci sono affezionata. E poi è vero che una volta visto un poliziesco non ha molto senso rivederlo perché sai già chi è l'assassino, ma qui gioca in mio favore la mia memoria corta e quindi al grido di Chi cazzo sarà mai stato? me lo sto riguardando. Praticamente trovano una donna morta sul ponte Øresund che collega la Danimarca alla Svezia. Peccato che sta proprio a metà, cioè le gambe si trovano su territorio danese e il busto su territorio svedese. Così due poliziotti delle rispettive località (Copenaghen e Malmö) devono collaborare per scoprire chi è stato. Chi sarà mai? Non so, non me lo ricordo, quindi niente spoiler. Pensate che la serie è talmente figa che gli statunitensi l'hanno voluta rifare (su territorio U.S.A - Mexico) e anche gli inglesi (questa versione però non l'ho vista quindi boh?).

In tutto questo mi sono ricordata che non ho paura dei fantasmi perché quando ero piccola mia mamma ci raccontava che la notte di ognissanti i morti si univano al mondo dei vivi e ci faceva lasciare dei biscotti e qualcosa da bere sul tavolo per il loro viaggio. Non ho in effetti mai avuto paura dei morti, dei fantasmi, ovviamente ho un sacco paura dei vivi che quelli sì che ti fanno male abbestia. Che una bastonata sui denti a volte è meglio, eh.

In più ho assistito da remoto a una scaramuccia di due fidanzati, uno dei quali mi ha scritto per chiedermi cortesemente di dire all'altro di sbloccarlo perché "non abbiamo più 5 anni" (e sì proprio per quello vedetevela tra voi e mi sono sentita come l'imperatore Commodo nel film Il Gladiatore che col pollice in giù diceva Scannatevi pure che io mo' mi siedo e guardo) e ho risposto dopo ennemila ore, più o meno tra la fine di Mine e l'inizio di The Bridge per dire che sì, era una giornata di merda anche per me e che non mi pareva il caso di mettermi in mezzo. Pollice verso.

Ora scusate ma torno alla mia maratona di The Bridge che le serie non si finiscono da sole e poi chissà chi cazzo era l'assassino, non me lo ricordo proprio.
Domani mi piacerebbe vedere Labadanzky che, stranamente, non è una serie. Non ci sono assassini dimenticati, né dimensioni parallele che spiegano ogni cosa. Solo robottoni giganti che sono installazioni artistiche.

Mentre il mio pebble mi ricorda che ho fatto 1258 passi (di solito supero i 10mila) plausibilmente tra il letto e il bagno, io torno al mio stadio larvale, mi impupo e attendo di spiegazzare le mie ali in volo.

Se scopro in fretta chi è l'assassino ve lo scrivo eh?

Canzone del giorno: Choir of Young Believers Hollow Talk

2 commenti:

alessandro ha detto...

Sarà che non ho netfix, le mie giornate larvali si sviluppano in un più classico zapping televisivo, tra programmi dell'inteligentia che mi fanno rivalutare il valore del silenzio, e serie televisive che fanno da volano alla mia poca affinità alla socializzazione e al senso generale del vivere.
E manco ricevo messaggi in cui mi si chiede di far da intermediario nelle vicende altrui, forse ben consci che la reazione sarebbe solo quella interrogativa.
In buona sostanza mi sento come in mezzo a quel ponte ( dovrei scegliere uno mi sa) diviso in parti che si ignorano a vicenda.
Cmq anche se citi cose di cui ignoro, mi piace la fluidità delle parole che usi , che uso come il piacevole di un caffè in cui inzuppare un biscotto.

Carla ha detto...

Grazie Alessandro, forse ignoro anche io le cose che scrivo :)