07 gennaio 2019

Steatoda grossa

La Polonia lascia spazio a un miliardo di pensieri. Tra situazioni tragicomiche, situazioni solo tragiche e situazioni solo comiche, il freddo del luogo ha lasciato, di fatto, più calore di quanto pensassi.


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Non riesco a fare foto dritte. Per quanto mi sforzi c'è sempre qualche linea che sbarella. E dare la colpa alle linee è una sublime privazione di responsabilità personale.
Il paesaggio si sposta, non sono io. O la macchina fotografica si inclina di sua sponte lasciandomi con una foto inutilizzabile. Con uno scatto sbagliato.
Eppure quante volte ho pensato a quello scatto.
Come una luce illumina un volto disegnandolo con ombre prevedibili, è tutta lì la fatica dell'essere.

Riguardo quelle foto, quegli scatti sbagliati che avevo messo da parte.
Il mio insegnante di fotografia di moda diceva Innamoratevi dei vostri scatti sbagliati. Niente di più vero.
Lui lo affermava per farci comprendere quali sono i nostri errori e non ripeterli.
Io me ne innamoro perché in quella grana, in quelle ombre rozze, in quello sfuocato e mosso ci vedo della perfezione. Molti fotografi hanno fatto degli scatti sbagliati un elemento vincente.

Se nell'immaginario comune la perfezione è data, appunto, dalla perfezione (quale rozzo modo di esprimermi, perdonatemi), nell'ottica personale (facciamo un 35 mm?) la bellezza e la perfezione non hanno regole oggettive. La simmetria è superata dal caos. La regola dei terzi antiquata.

Arte è fare Arte?

Se mi perdo nell'incanto di una Steatoda grossa, che molti giudicano al pari di una bestia di Satana, l'affermazione di cui sopra è assolutamente vera. La perfezione di questi esseri minuscoli che lottano più di noi per sopravvivere e non conoscono amore, ma solo riproduzione, non conoscono golosità, ma solo nutrimento, è indubbia, per me.

La mia foto, ripeto, è storta. Ho cominciato a capire che non serve raddrizzarla: farò sempre foto storte.
Forse cercando apposta l'errore troverò anche io la bellezza. Forse smettendo di correggermi apprezzerò il mio sguardo strano sulle cose (anticonvenzionale? No, non credo). Forse selezionando le foto peggiori, secondo il canone comune, scoverò qualcosa che mi si addice e la smetterò con questa ricerca. Io non sarò mai nemmeno lontanamente perfetta.

Come l'uroboro che sembra immobile ma è in perenne movimento, simbolo della natura ciclica delle cose, mi siedo guardando questo nuovo inizio. Apparentemente immobile, ma.

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